L’economia come batteria per i polli.

L’illusione che “tutto tornera’ come prima” e’ tale che molti ancora non capiscono la necessita’ di adeguarsi ai cambiamenti. Se prendiamo per esempio il sindaco di Milano che ordina ai dipendenti del comune di tornare in ufficio, notiamo subito che gli e’ sfuggito il concetto.

Tutti i cambiamenti dovuti al coronavirus (ondata prima e seconda) sono qui per rimanere. In tutta la storia umana i cambiamenti avvenuti in seguito a grandi epidemie hanno lasciato il segno. Dalla dimensione minima delle finestre nelle case (legge istituita contro vaiolo e tubercolosi) sino a tutte le norme igieniche dei ristoranti, sino alla scomparsa di alcuni vini che contenevano molto tannino, ci sono tantissimi segni delle epidemie/malattie passate che ancora sono tra noi.

Ma andiamo alla ratio del provvedimento di Sala. Sala ha notato che il telelavoro ha svuotato Milano. Ma non e’ che l’abbia svuotata in se’: ha tolto quelli che andavano in centro per lavoro.

Ora, se Milano fosse disegnata come citta’ dove le persone vivono, la cosa non avrebbe avuto quasi nessun effetto. Ma Milano non e’ una citta’ fatta per viverci, e’ piuttosto progettata per lavorarci. Non appena le persone che frequentavano Milano per motivi professionali hanno smesso di farlo, ovviamente l’economia della citta’ si e’ inchiodata.

Il problema e’ chiaramente un problema di design della citta’: se hanno avuto la priorita’ quelli che venivano da fuori, il risultato non puo’ essere che questo.

Ma adesso esaminiamo il problema nel dettaglio: le persone che facevano home office , anche a lockdown finito, hanno continuato a farlo. Segno che preferiscono lavorare da casa piuttosto che dall’ufficio. Avendo lavorato a Milano qualche anno, li capisco. Milano ha una specie di geometria non metrica per la quale la distanza tra A e B e’ sempre MAGGIORE di tre quarti d’ora. Ma se vieni da fuori un’oretta/orettaemezza ci stanno.

Di conseguenza queste persone si sono riprese il LORO tempo (perche’ non e’ considerato lavorativo) di trasferta, e si sono riprese i LORO soldi, che prima spendevano tra mangiare nella pausa pranzo (di solito in qualche bar che ti fa un panino, o mangiando in qualche egiziano che fa le pizze pessime, o in qualche trattoria del bis-unto) e quelli che inevitabilmente poi spendevano la sera per mangiare prima di rincasare (perche’ sarebbero arrivati troppo tardi per cucinare, idem le mogli, o perche’ dovevano andare a prendere i figli da qualche parte). Tralascio per pura pieta’ quelli che si iscrivevano a qualche palestra 24H, perche’ “e’ l’unico modo per conoscere altra gente nuova”, di solito i single. Tutte scene che ho visto personalmente.

Allora, dicevamo che questi che fanno telelavoro/smart working non hanno RUBATO niente a nessuno. Si sono ripresi tempo che era loro, e soldi che erano loro. Ma, attenzione: nel momento in cui le persone si riprendono cio’ che e’ loro e lo tengono in tasca, tutta l’economia che succhia il sangue a queste persone comincia a morire di fame.

Ma attenzione:

  • non era un DIRITTO della trattoria quello di avere i dipendenti del comune a pranzo.
  • Non e’ un DIRITTO delle palestre del centro citta’ di avere gente che va a sudare dalle 21:00 fino alle 23, solo perche’ non hanno tempo di andare in una palestra piu’ vicina a casa.
  • non e’ un DIRITTO di chi fa happy-hour/ape di avere i soldi dei reduci della giornata “che mi attardo in ufficio” (a Milano pagare gli straordinari non usa piu’)

Al contrario, e’ un DIRITTO delle persone TUTTO il tempo che hanno al di fuori dal lavoro. Al contrario, e’ un DIRITTO delle persone decidere cosa fare del proprio stipendio.

Se questo non e’ successo, se una casta di vampiri si e’ attaccata al collo dei lavoratori , e’ stato perche’

  • il traffico di Milano e’ mal gestito, e i servizi pubblici non sono sufficienti a rimediare.
  • si e’ chiuso un occhio sulla pratica illegale di fare troppi straordinari e di non pagarli.
  • si e’ voluta una speculazione immobiliare che ha portato i prezzi alle stelle, cosa che impedisce ai dipendenti di trasferirsi piu’ vicini al lavoro.
  • la citta’ e’ carente di scuole e asili, cosicche’ i genitori sono costretti a portare i figli in scuole molto lontane da casa, cosa che li costringe ad essere presenti in zone che altrimenti non avrebbero frequentato.

su queste carenze e’ cresciuta una casta di vampiri che vivono del fatto di avere migliaia di persone a spasso per una citta’, in posti nei quali non avrebbero voluto essere, a spendere soldi che non avrebbero voluto spendere. Lo stile di vita milanese e’ distorto dalla pessima gestione della citta’ , a vantaggio di questi vampiri.

Quando e’ arrivato lo smart working/telelavoro, il sistema e’ collassato. I vampiri non hanno piu’ vittime da spolpare. Le persone hanno ripreso a mangiare a casa propria, come e’ normale che sia e ad avere tempo libero prima e dopo il lavoro, come e’ normale che sia.

Nel momento in cui e’ venuta a mancare quella distorsione inumana dello stile di vita, i milanesi hanno conosciuto i ritmi di vita normali e hanno realizzato che lo stile di vita milanese non e’ quello che preferiscono.

Adesso arriva il comune, chiaramente spinto dalle lobby (mafie o parrocchie) di immobiliaristi e catering, e cerca di rimettere le cose a posto. Ci sono due modi possibili di farlo:

  • tassare i lavoratori dei soldi che risparmiano e darli ai negozianti in difficolta’.
  • costringere i lavoratori a tornare in ufficio, pur a rischio della propria salute.

le due ipotesi sono, sul piano economico, assolutamente equivalenti. E sia chiaro, non sto proponendo la tassazione: sto solo facendo notare che il sindaco di Milano sta , di fatto, piazzando una nuova tassa sullo stipendio (e sul tempo) dei suoi dipendenti allo scopo di mantenere la casta parassitaria che vive sulla cattiva gestione della citta’.

Ma in fondo, la soluzione della tassa e’ MIGLIORE rispetto alla soluzione del ritorno forzato, perche’

  1. lascia ancora ai dipendenti le 3 ore al giorno che risparmiano di commuting
  2. non mette a rischio la salute dei dipendenti stessi.

Ma la scelta e’ andata sul ritorno forzato dei dipendenti. Allo scopo di nutrire una casta di persone che viveva sull’inefficienza del lavoro a Milano. In che modo si descrive questa situazione?

Si chiama in questo modo:

polli

si chiamano

polli da batteria

La situazione nella quale tutto il vostro tempo, lavorativo o libero, DEVE essere in qualche modo destinato all’economia. Sino ad ora tutto questo NON aveva alternative. Non esisteva ancora, se non per pochi, il telelavoro/smart working.

Quindi sembrava una libera scelta. Sembrava che questo stile di vita piacesse alle persone. Sembrava che tutti ci si riconoscessero. Ma adesso che e’ arrivata l’alternativa, il sindaco di Milano ha fatto la mossa rivelatrice: i dipendenti del comune di Milano sono costretti a vivere in questo modo, allo scopo esplicito di foraggiare una casta di parassiti.

Quindi adesso mi pongo una domanda. Immaginate che le persone comincino in qualche modo a fare questo:

bentobox

Ci sono dei servizi online che vendono Bento Box (brotdosen, gamelle, o schiscette, a seconda dei posti) gia’ pronte. Potete comprarle e ve le consegnano di sabato. Il sabato dopo restituite i vuoti e ve ne consegnano altre.

A questo punto il sindaco Sala cosa farebbe? Probabilmente , conoscendo la burocrazia italiana, tenterebbe di mettere il divieto di consumare qualsiasi cibo dentro gli uffici “per motivi igienici” (ammesso che non ci sia gia’). Allora immaginiamo ancora che succeda questo:

freedom

e la gente consumasse fuori il cibo portato da casa. In questa ipotesi, cosa farebbe il sindaco? L’unica scelta sarebbe appellarsi a ragioni “di decoro” e obbligare letteralmente le persone a mangiare il solito costosissimo panino in qualche bar?

Perche’ qui e’ il punto. Essere dei polli da batteria o meno. Decidere se possiamo ancora decidere cosa mangiare , dove mangiare, dove spendere i soldi dello stipendio che destiniamo al cibo. Chi ha fatto una dieta sa benissimo dove si fallisce: al lavoro non puoi mangiare quel che vuoi, ma solo quel che trovi. E perche’? Perche’ si e’ persa la liberta’ di scegliere cosa mangiare.

E la risposta delle “istituzioni” di oggi e’ proprio questa: sei un pollo da batteria. Come spendi il tuo stipendio non lo decidi tu.

  1. pendolarismo. O spendi soldi in trasporti e abbonamenti, o in carburante. Che devi bruciare rimanendo inutilmente fermo nel traffico.
  2. catering. Spendi soldi del cibo e ci compri quello che diciamo noi, in qualche locale vicino all’ufficio.
  3. quando non sei al lavoro, devi andare in ferie. Ma non dove ti pare: devi andare a spendere in un “posto turistico”.
  4. dress code. Non scegli tu come vestirti, ma se vai al lavoro devi spendere altri soldi come decide qualcun altro.
  5. tempo libero: il tempo libero lo passi nel traffico, oppure vicino all’ufficio. Non dove vuoi tu.

Dite che valeva la pena, per “la carriera”, il “successo”, o altro? Bene.

romito

Provate ad “attardarvi in vita” come vi siete “attardati in ufficio”, se riuscite. Perche’ il tempo non lo comprate, neanche con tutti i soldi del mondo.

Questo significa essere dei polli da batteria. Significa essere persone “di successo” e non aver conosciuto i propri figli. Sino a qualche tempo fa potevate illudervi che non ci fosse alternativa.

Ma ora esiste. Adesso non avete piu’ scuse. Potete essere dei polli da batteria, o decidere almeno cosa mangiare a pranzo. Potete passare ore nel traffico oppure coi vostri figli.

Lo smart working non e’ piu’ solo una tecnologia. E’ una lotta verso la liberta’. O siete polli da batteria, oppure no.

Commenti

  1. Uto Uto

    Salve, punto di vista interessante, mancherebbe il nuovo obbligo al faceto utilizzo di mezzi sostenibili per la mobilità: le biciclette e quella cazzata immane del monopattino.

    Per il resto Milano è effettivamente una città di merda. E mi stupisco di come possa essere considerata ambita meta turistica!

    Certamente il comune aumenterà le tasse e multe su casa e lavoro autonomo, si veda solo cosa sta perdendo ATM.
    saluti

  2. epif.gilardi

    Il sindaco si rivolge però ai dipendenti del Comune, che francamente non ce li vedo molto a fare ore di straordinari non pagati. Il problema è piuttosto che negli enti locali e in tutto il comparto della pubblica amministrazione statale lo smart working si traduce in totale o quasi totale inattività, che crea un bel po’ di problemi al sistema produttivo. Quello che scrivi va bene se riferito al terziario privato, altrimenti per quello che è il contesto italiano stiamo parlando di niente.

  3. Luben22

    Il Grande Reset progettato a Davos sta cambiando il mondo intero, molti lavori stanno già scomparendo e altri seguiranno. Questa pandemia assomiglia molto a una demolizione controllata dell’economia mondiale. I polli in batteria semplicemente non servono più, almeno non così tanti, ma non per questo verremo lasciati liberi. Qualcuno conquisterà la libertà col telelavoro, altri verranno espulsi dal mercato del lavoro e assoggettati a una qualche forma di reddito micragnoso di cittadinanza (sopravvivenza).

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