I see a lot to unpack here.

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Mentre ci si gingilla con improbabili scenari, credo sia il momento di spendere qualche parola sulle elezioni americane. Perche’ tutti quelli che ripongono speranze su Biden non hanno capito alcune cose. Una non ha bisogno di essere spiegata, la seconda richiede spiegazioni.

La cosa che non richiede di essere spiegata e’ semplice: Trump e’ l’ America di Oggi, e una parte consistente di una di ieri. Certo, non l’avete voluta vedere ieri (quando non andavate a mostrare la White Trash ma solo i quartieri bene di Manhattan, quando raccontavate dei ghetti dei neri ma non delle sconfinate distese di poverta’ bianca, eccetera) , non avete voluto vedere l’ignoranza americana perche’ eravate troppo presi dal magnificare le scuole della IVY League, e quindi non avete capito una cosa semplicissima.

Trump e’ l’americano. Non quello “medio”, espressione fatta per tirarsi fuori illudendosi di essere migliori della media. Trump e’ l’americano, punto. Certo, conoscete americani che non sono come Trump. Ma io non ho detto che Trump e’ come l’ americano. Ho detto che Trump e’ l’americano. Il vostro amico amricano che non e’ come Trump e’ Trump. Perche’ la personalita’ di Trump e’ fatta di America. E l’america e’ fatta della stessa sostanza di Trump. Che e’ ANCHE un dissimulatore ed un attore: se gli chiedete di recitare la parte della Ocasio Cortez, e lo pagate abbastanza (e gli conviene) da domani avrete la migliore Ocasio Cortez mai vista, coi capelli biondi e la pelle arancione. Trump e’ TUTTO quello che serve perche’ Trump guadagni soldi. Esattamente come ogni americano. Anche il vostro amico “che non e’ come Trump”: non e’ come Trump perche’ gli conviene. Quindi e’ Trump.

Motivo per il quale, che Trump vinca o meno , non cambiera’ nulla.

Ma andiamo al punto che necessita di essere spiegato. Biden e’ populista quanto Trump.

So che esiste un’idiosincrasia nel dire che esiste una sinistra populista o un populismo di sinistra, ma non mi importa. Il populismo di sinistra esiste, e’ sempre esistito, e propone la stessa soluzione del populismo di destra: “basta che date TUTTO il potere possibile a noi, che siamo come voi, e i problemi SCOMPARIRANNO”. (Perche’ il populista non risolve i problemi, li fa sparire).

Ma cominciamo dall’inizio. Gli USA sono oggi il paese piu’ polarizzato del mondo. Ma il punto e’ tanti lo dicono, MA NESSUNO CONTA MAI I POLI.

I poli politici USA sono DUE. Non esiste il monopolo politico. Quindi e’ inutile dire che esiste una polarizzazione estrema, e poi raccontare che se Trump e’ da un polo, l’altro polo sia “moderato” e “crede nel multilateralismo”. Sono puttanate.

La verita’ e’ che Trump e’ uno dei due poli, radicalizzato , estremo e unilateralista, perche’ esiste un polo opposto, altrettanto polarizzato, radicalizzato, estremo ed unilateralista.

Ovviamente i due poli sembrano essere l’uno il contrario dell’altro: ma questo succede sempre quando hai un polo positivo e un polo negativo.

Il problema e’ che Biden NON e’ un moderato, non e’ un “centrista”, e non puo’ esserlo. Non puo’ esserlo perche’ in un sistema polarizzato i poli sono DUE, e Biden e’ uno dei due poli.

Certo, si costruisce un’immagine da moderato perche’ i democratici USA rimpiangono i bei tempi del “bipartisan”, ma vorrei ricordare che ai tempi del “Bipartisan” al potere c’era un democratico. Quindi sono moderati… ma e’ “moderato” quando siamo al potere noi, sembrano dire.

In realta’, si scontrano due poli: uno che dice “io sono la Nazione” (Trump) e uno che dice “io sono la democrazia” (Biden). Entrambe le affermazioni sono polarizzanti, polarizzate, esclusive ed estreme. Per questo il sistema e’ polarizzato: ci sono due poli.

Certo, la sinistra radicale USA diffida di Biden perche’ non e’ Sanders, diffidava di Sanders perche’ non era la Ocasio Cortez, e diffidava della Ocasio Cortez perche’ non era Lenin. Diffidava anche di Lenin perche’ non era abbastanza Ru Paul, ma questo e’ un altro punto perche’ capire chi diavolo sia il leader di riferimento di quell’area e’ praticamente impossibile.

Ma questo divorzio apparente dall’estrema sinistra americana non e’ sostanziale: e’ funzionale all’immagine di “moderato” che Biden vuole costruirsi attorno. Motivo per il quale non ha voluto la Ocasio Cortez come numero due, sostituendola con un suo clone spendibile che e’ la Harris.

Nella realta’ quotidiana, infatti, i militanti di Biden cercano di convincere i radicali a votarlo: https://www.youtube.com/watch?v=t3Vah8sUFgI . Segno che sia un divorzio apparente. Quello che non si dice e’ che quando una base di estrema sinistra vota per te, poi per tenere il senato sarai costretto ad accontentare ogni senatore che teme di perdere il posto alle prossime elezioni locali se perdi il supporto della sinistra radicale.

Insomma, Biden e Trump sono i due POLI risultato di una polarizzazione estrema della politica. Se la polarizzazione era il problema, non lo risolvera’ certo Biden.

Ma c’e’ un secondo punto per il quale Biden dovra’ rimanere polarizzato quanto Trump. Il primo e’ che dall’altra parte del pacifico c’e’ un paese il cui leader ha chiesto il potere a vita per fare il culo agli USA, cosa che non puoi fare in 5 anni. Quindi esiste una polarizzazione strategica all’esterno degli USA. E’ stata creata ANCHE da Trump, certo, ma non solo. (i cinesi ci hanno messo del loro).

Il secondo punto e’ che gli elettori di Trump, primi tra tutti i gruppi suprematisti, non scompariranno nel nulla. E per fermarli, ammesso e non concesso che la polizia USA obbedisca a Biden (in caso contrario dovra’ usare le forze armate), occorreranno le maniere forti. Il che richiede un consenso molto polarizzato.

Non c’e’ modo, senza uno scontro armato e un vincitore netto, di riportare alla normalita’ democratica un paese cosi’ polarizzato: siccome Biden non potra’ eliminare le sinistre radicali , l’unica “depolarizzazione” possibile e’ quella contro le destre radicali. Ma un governo di sinistra che demolisce le destre radicali non e’ un ritorno alla moderazione, e’ un invito all’escalation. O come minimo, ad una ulteriore polarizzazione.

Il passaggio dal populismo di destra a quello di sinistra, dal punto di vista degli “alleati”, non e’ quel ritorno alla normalita’ che si vuole credere.

Innanzitutto, non e’ la fine dell’ “America First”. Il problema che sta dietro all’america first e’ semplice: l’industria americana non e’ piu’ competitiva. Prima gli americani accettavano di importare quasi 800 miliardi di beni industriali dall’ Europa (e questo ci dice quanto competitiva sia l’industria USA) perche’ avevano una supremazia tecnologica nel mondo dell’ IT. Ma ora che la Cina cresce, la loro supremazia tecnologica sta crollando. Apple sara’ anche Apple, ma la maggior parte del telefoni cellulari sul mercato e’ fatta in Asia. Adesso l’asia cresce anche nel campo dei dispositivi di rete , e l’unica soluzione che hanno gli USA e’, di fatto, un veto che lascia il campo libero a Ericsson e Nokia Reti, due aziende europee. Segno che anche in questo campo, l’industria USA non eccelle piu’. Le universita’ USA non attirano piu’ studenti cinesi, perche’ quelle cinesi sono migliori. E stanno cominciando ad attrarre studenti da Europa e India. Esisterebbe il business green, ma Trump ha fermato tutto. Il risultato e’ che aziende cinesi ed europee stanno cominciando a dominare il mercato dell’auto elettrica, mentre Tesla e’ ferma nell’ordine dei centomila veicoli prodotti a trimestre.

In che modo , di preciso, il Multilateralismo di Biden puo’ portare posti di lavoro negli USA, ammesso che tale multilateralismo esista? Biden avra’ lo stesso problema di Trump, quello di riportare il lavoro ben pagato negli USA.

Perche’ dopo aver promesso lavoro e giustizia sociale a tutti, quello che ci si aspetta e’ che tu faccia quanto promesso. E come faranno, col multilateralismo? I cinesi non cambieranno rotta: hanno deciso di puntare all’indipendenza tecnologica, e dopo essersi scottati una volta non scommetteranno certo sulla probabilita’ che non torni un altro Trump. Con chi dovrebbero farlo, il “multilateralismo”, gli USA di Biden? Con i turchi? Coi russi? Con chi?

La verita’ e’ che la politica di trump non era quella “di trump”, era quella di un paese spolpato da un capitalismo borsistico fatto da maiali senza coscienza. Anche in questo senso, Trump e’ l’americano di oggi. Un finto miliardario, il cui stile di vita non riflette la propria capacita’ di produrre reddito.

Biden eredita la stessa nazione di Trump, che chiede le stesse cose. Che vuole le stesse cose: tornare ai bei tempi. I bei tempi cambiano: gli elettori di Trump vogliono tornare ai tempi di Reagan, mentre quelli di Biden a quelli di Clinton. Ma c’e’ davvero cosi’ tanta differenza tra una novantenne che cerca di tornare ai 20 anni, e quella che cerca di tornare ai 30? Non sono entrambe condannate allo stesso un fallimento patetico?

In realta’, Trump vincera’ comunque. Vincera’ perche’ lui e’ l’americano, e quindi Trump e’ anche Biden. Entrambi sono chiamati a fare la stessa cosa: riportare il lavoro e l’industria in un paese che importa beni praticamente in ogni settore sino ad avere una bilancia commerciale negativa praticamente in ogni area del manufatturiero: un paese con la peggiore industria manufatturiera dell’occidente.

Biden e Trump sono due nomi della stessa cosa, un’america che vive al di sopra delle sue possibilita’.

Il risultato di queste elezioni non cambia assolutamente nulla. Sia Biden che Trump sono l’america. Cioe’, sono la stessa cosa.

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