I bianchi che nessuno vuole vedere.

Lo scorso articolo esaurisce l'argomento delle elezioni USA, ma noto che un dettaglio fa discutere, quello per cui degli USA si siano visti sempre i ghetti dei neri, ma non quelli dei bianchi (dei quali alcuni ignorano/negano addirittura l'esistenza). Quindi volevo parlare di questo errore giornalistico, dal momento che non avviene SOLO negli USA, ma anche nel resto d'Europa.

Da dove cominciare? Prima di dedicarci all' Italia, proviamo con la Francia. Avrete sentito parlare delle Banlieue, che sono normalmente i quartieri ghetto attorno a Parigi. Quando si parla di ghetti francesi si finisce regolarmente per parlare di Banlieue, il che significa parlare di immigrati algerini.

Con una trattazione che limita lo studio della poverta' francese alle Banlieue, tutti (politici compresi) saranno portati a pensare che il problema del ghetto e della poverta' in Francia sia limitato agli immigrati algerini, se non del tutto almeno nella maggior parte.

Finche' non entrano in gioco i numeri. Perche' se ci mettiamo i numeri, scopriamo che Banlieue non e' il nome di un ghetto isolato e popolato da magrebini. Per Banlieue intendiamo la periferia cittadina, e la dimensione (cosi' come l'isolamento) di queste zone e' tutt'altro che limitata agli immigrati.

banlieue

Come potete vedere, la distribuzione del reddito a Parigi non e' “tutti i bianchi ricchi e i ghetti dei magrebini poveri”. A giudicare dalla dimensione, ci sono enormi aree di poverta' a Parigi, la cui numerosita' va ben oltre (di un fattore dieci) rispetto alla popolazione di immigrati.

Il tasso di poverta' in Francia, infatti, lo potete trovare sul sito EUrostat e nel 2018 era del 13.4%. Ma se ci chiediamo quanti siano quelli magrebini, anche ammettendo che OGNI magrebino sia povero (Zidane compreso) otteniamo questo:

zidane

In pratica, se anche OGNI immigrato fosse un africano povero che vive in un ghetto della banlieue, il resto dei poveri (cioe' molto piu' della meta') sarebbe di pelle bianca. Ed e' plausibile (vista la divisione per redditi , vedere la mappa precedente) , che vivano nelle stesse periferie metropolitane, ovvero Banlieue.

Curiosamente, nessuno ha mai descritto le banlieues se non come i quartieri ghetto dei magrebini. Ma il fatto che siano PRINCIPALMENTE quartieri (o interi comuni) pieni di bianchi poveri, non lo ha MAI menzionato nessuno.

Se prendiamo l' inghilterra, possiamo prendere due mappe e farci una riflessione:

uk

E poi questa:

uk2

Come vedete, gli UK hanno un catastrofico problema di miseria, sia tra gli adulti che tra i bambini. Tuttavia, quando parliamo dei ghetti in UK ci riferiamo sempre ai quartieri degli immigrati pakistani di Londra, o diamo per scontato che gli immigrati siano il corpo della popolazione povera.

No. Basta osservare la distribuzione degli immigrati per capire:

ukI

Come potete vedere, su scala nazionale non c'e' quasi correlazione tra poverta' ed immigrazione. *Esistono intere regioni del paese che sono PIU' povere delle zone peggiori di Londra.

Ma quando il giornalismo riferisce della poverta' e dei ghetti in UK, parla sempre dei quartieri pakistani di Londra. Non si riferisce MAI alle enormi zone inglesi ove la poverta' non e' nel ghetto perche' e' ovunque.

Potrei andare avanti con altri paesi ed usare come emblema gli USA, o parlare della situazione italiana, ma tornerei sempre al punto di prima: che si tratti delle citta' povere in Germania o di interi stati americani ove si vive peggio che nei ghetti di LA, il punto e' che

la nostra classe giornalistica ha deciso che tutti i poveri sono negri, e che tutti i bianchi sono ricchi.

Lo hanno fatto con alcuni trucchi molto usati a scopi statistici: il cherrypicking. Per esempio, se io dimostro che i negri americani sono poveri per il 70%, mentre i bianchi sono poveri per il 25%, secondo il giornalista avrei dimostrato che ci sono piu' poveri negri che bianchi. Ma in termini numerici il problema e' diverso, perche' i negri americani sono il 17% della popolazione, mentre i bianchi sono di gran lunga piu' numerosi: se andassi a contare il NUMERO di poveri negli USA, otterrei che la White Trash americana e' MOLTO piu' numerosa rispetto ai negri poveri, ma non solo: e' molto piu' numerosa della minoranza di negri.

Ma la scelta piu' astuta e maliziosa che la stampa ha fatto sinora e' stata quella di chiedersi “quanti poveri ci sono tra i negri”, anziche' chiedersi “quanti negri ci sono tra i poveri”.

Se calcolo quanti poveri ci sono tra i negri, ottengo che i negri sono la popolazione che ha piu' poveri. Se calcolo quanti negri ci siano tra i poveri, ottengo che la maggior parte dei poveri sono bianchi.

E come potrete capire, tra i due messaggi c'e' un abisso di differenza.

Se usciamo dalle percentuali e andiamo a contare le persone, esistono in tutto l'occidente MOLTI piu' poveri bianchi che poveri negri. Esistono MOLTI piu' poveri locali che poveri immigrati.

Ora, il problema e' semplice: se accettiamo che i negri protestino per le loro condizioni, che cosa ci aspettiamo dalle masse enormi di bianchi che sono nelle stesse condizioni, se non peggiori?

Per capire, possiamo provare a chiederci per quale motivo scelgo di uscire dalle percentuali e andare ad usare i numeri assoluti.

  • Per prima cosa, esiste la cattivissima abitudine da parte della stampa di fornire le statistiche in percentuale, senza mai fornire la deviazione standard.
  • Secondo, esiste un'abitudine ancora peggiore da parte della stampa di fornire le statistiche con una percentuale, senza fornire la distribuzione.

In queste condizioni, le percentuali in se' sono semplicemente una supercazzola prematurata. Per esempio, in qualche modo mettendo le percentuali su una mappa ho fornito, spannometricamente, una distribuzione GEOGRAFICA della poverta'. Quando ho guardato quanti poveri ci sono e quanti immigrati ci sono ho tentato, in maniera assai spannometrica, di capire quale fosse la distribuzione dei negri tra i poveri.

MA c'e' una ragione pratica per la quale andrebbero contati i numeri assoluti e non le percentuali.

  • Si vota. Il numero di poveri esasperati a disposizione del populista di turno non e' determinato dalle percentuali, ma dal numero effettivo di votanti.
  • Si vota, II: in luoghi come il Regno Unito, il sistema e' maggioritario. Questo significa che le aree a maggioranza povera (o media povera) contano in numero assoluto, e non relativo.

In entrambi i casi, cioe', chi considera le percentuali di poveri tra le minoranze potra' fornire carburante alla protesta, ma al momento del voto conteranno , a seconda dei sistemi elettorali, il numero ASSOLUTO di poveri e il numero ASSOLUTO di zone povere.

Non le percentuali.

Adesso finiamo con l'Italia.

Se ci chiediamo quanti poveri ci siano tra gli immigrati, otteniamo un numero enorme. E con questo finiremo col pensare (forte di questo cherrypicking) che la poverta' sia un problema che riguarda prevalentemente gli immigrati.

Ma se andiamo a farci la domanda opposta, ovvero quanti immigrati ci sono tra i poveri, scopriamo una realta' molto diversa:

istat

Ma il dato importante viene sotto:

istat2

PErche' detta cosi', siamo a dire che la poverta' e' un problema degli immigrati. Ma andiamo a vedere i numeri assoluti:

  • 60 milioni (meno cinque di immigrati) per 5.9%, sono 3.245.000
  • cinque milioni di immigrati (circa, ho trovato numeri diversi) per il 26.9% fa 1.345.000

E ora capite il punto: ci sono MOLTI piu' italiani poveri di quanti immigrati poveri ci siano: non e' un problema di decimali, siamo a piu' del doppio di poveri italiani.

Ma tutta la narrativa che investe il paese parla della differenza tra 26.9% e 5.9%, mentre ignora sistematicamente la differenza tra ~3.245.000 persone e ~1.345.000 persone.

Persino nella musica rap, si e' deciso che il rapper che vive nel ghetto urbano italiano e' negro, e parla di poverta' ed emarginazione, ma se le proporzioni venissero rispettate 2 rapper su 3 dovrebbero essere italiani di origine autoctona.

MA tutta la cultura occidentale e' intrisa dello stesso problema: ignorare il bianco povero. Comportarsi come se non esistesse. Parlare sempre e solo del devastante problema dei negri poveri e degli immigrati poveri, senza MAI toccare il problema dei bianchi poveri e degli autoctoni poveri.

Questo razzismo interno si riassume molto bene, secondo me, con la vulgata secondo cui se diamo sussidi agli immigrati per poter vivere in Italia allora stiamo affrontando un problema sociale, mentre se andiamo a dare il reddito di cittadinanza stiamo foraggiando terroni fancazzisti. Eppure, il problema sociale degli italiani poveri e' MOLTO piu' grande in dimensioni.

E quindi possiamo capire facilmente per quale ragione “i sondaggi non funzionano” negli USA, e il motivo per il quale le elezioni non si comportano come ci aspettiamo in Italia.

Le elezioni sono il momento in cui il povero bianco invisibile diventa visibile. Nei sistemi maggioritari, sono il momento in cui i ghetti bianchi, prima dimenticati, vengono contati.

Trump e' come Berlusconi. Lo votano i bianchi poveri.

Il guaio e' che voi non ci credete. Non credete che esistano. Non esiste una trasmissione che si occupi di loro contro migliaia sugli immigrati poveri che vivono nelle baracche. Bene, signori, per ogni immigrato povero che vive nelle baracche, ci sono DUE (e rotti) italiani poveri che fanno lo stesso, MA NON VOLETE VEDERLI.

Ed e' questo fenomeno di CENSURA IDEOLOGICA che vi impedisce di capire la politica di oggi.

Da dove viene questa censura? Perche' avviene. Le fondamenta sono diverse.

  • La poverta' tra i bianchi e' un problema che non puo' essere attribuito alle destre razziste , o al razzismo, ma ha le radici nel catastrofico fallimento delle sinistre. Ma piuttosto che ammettere di aver fallito, le sinistre vi mostreranno la poverta' tra i celenterati amazzonici.

  • La poverta' tra i bianchi non puo' essere attribuita alla fallita “integrazione dello straniero”. Non puo' essere attribuita al colonialismo occidentale, non puo' essere attribuita ai flussi migratori. E' un fallimento nella governance, qui ed ora. E senza scuse.

E' molto piu' comodo, quando si parla di poverta', parlare della poverta' delle minoranze di negri e di immigrati. Si possono trovare tanti capri espiatori, come la mancanza di integrazione, la carenza di servizi sociali per l'integrazione, eccetera.

Ma la poverta' degli autoctoni parla dell'incompetenza del governo. Non ha scuse. Non la rinchiudi in un recinto rassicurante. Non e' un problema di integrazione.

E' proprio un fallimento.

Sino a quando il bianco povero non vota, e vi lamenterete “che i sondaggi non hanno funzionato.” Beh, se li fate ignorando fette enormi di elettorato, non funzioneranno di certo.

Commenti

  1. Cangrande65

    Ottimo articolo.
    Quando non parli di fuffavirus e di covidioti, sei uno spettacolo.

    Aggiungerei le “quote” per i negri, anche se a livelli di ignoranza abissali, nelle università USA e per certi lavori, che scavalcano bianchi e asiatici, anche se, per media statistica, molto più colti ed intelligenti dei negri.

  2. epif.gilardi

    E’ un argomento imbarazzante per il “Capitalismo reale” del Duemila (ogni riferimento al “Socialismo reale” è puramente intenzionale). Finché ammetti che ci sono negri poveri, o immigrati poveri, la puoi gabellare come una povertà transitoria, e dovuta semplicemente a una cattiveria discriminatrice e razzista. Se ammetti che ci sono bianchi caucasici poveri, e sono tantissimi, implicitamente riconosci che il Capitalismo reale non funziona, non fa diventare tutti “ceto medio”. E qui cominciano i dolori…

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