E la Farloccheide continua.

Ci sono dei momenti nei quali ti rendi conto che puoi tirare il fiato. Le persone che ti sono avverse, se vogliamo i tuoi “nemici”, sono cosi’ stupidi da suicidarsi prima del match. E’ un po’ come il Generale Diaz, che inizia l’avanzata contro l’impero austroungarico, l’indomani Praga dichiara l’indipendenza, il giorno dopo lo fanno i boeri, e poi i croati. E Diaz NON vince perche’ il nemico non esiste piu’. Si limita ad avanzare tra gli sbandati.

Allo stesso modo, stamattina a colazione ho fatto il mio giretto sui giornali italiani e tedeschi (ho una TV Box con android che mi fa la rassegna stampa con una simpatica applicazione) e mi sono trovato di fronte queste due notizie.

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Gia’ la prima notizia e’ interessante per via delle sue implicazioni. Andiamo per ordine. There’s a lot to unpack here.

La prima interessante affermazione e’ che l’avvocato “non difende qualcuno perche’ sta dalla parte delle donne”. Esso implica alcune cose interessanti.

  1. l’avvocato che difende un mafioso e’ dalla parte della mafia.
  2. il sesso della vittima determina la deontologia degli avvocati.

Adesso mi chiederete se per caso io non stia esagerando nell’attribuire queste posizioni a tutti gli avvocati, ma ricordo che l’ Ordine degli Avvocati e le Camere Penali NON hanno MAI sanzionato questo genere di atteggiamenti. Quindi si, e’ una posizione condivisa e supportata, sino a prova contraria (ovvero sino a quando l’ordine non si esprimera’ diversamente. Per ora tace, dunque acconsente).

Adesso arrivano domande interessanti. Se il sesso della controparte del processo determina la deontologia degli avvocati, a me come uomo conviene andare da un’avvocato donna? La risposta e’ : nel 50% dei casi. Se l’avversario e’ un uomo magari si (a meno di altre discriminanti deontologiche arbitrarie) , se e’ una donna no. Il 50% delle volte.

In pratica stanno dicendo agli uomini: se volete essere sicuri che il vostro avvocato faccia tutto il possibile, deve essere un uomo. E se voi siete juventini, deve essere juventino, se siete milanisti deve essere milanista, eccetera. Insomma, deve in qualche modo identificarsi nello stesso modo in cui vi identificate voi.

La soluzione piu’ ovvia e’, chiaramente, quella di avere un avvocato in famiglia. In tal caso, l’identita’ del clan familiare prevarrebbe sulle altre, e siete al sicuro. Ma non l’ho inventato io, gia’ nel Padrino (intendo il film con Marlon Brando) c’era l’avvocato di famiggghia che era un para-consanguineo.

La seconda notizia viene da un’altra avvocata che ammette chiaramente di aver fatto la stessa cosa, ma adduce come giustificazione che non puo’ difendere un imputato per la sua “storia personale”. Il che pone altre ombre sulla professione, perche’ ora posso scrivere definitivamente che:

  • un avvocato che difende i mafiosi sta dalla loro parte per via della sua storia personale.

Mi si dira’ che il crimine di uccidere una donna sia particolarmente orrendo per una donna, quindi e’ lecito fare questo. Il che implica: chi difendeva Brusca nel processo per aver sciolto nell’acido un bambino dopo averlo strangolato, in qualche modo non riteneva “particolarmente orrendo” quel crimine.

La domanda sorge spontanea: l’ avvocato Antonella Cassandro , difensore di Giovanni Brusca, va considerata come una donna che non considera, “per la sua storia personale”, particolarmente orribile sciogliere un bambino nell’acido dopo averlo strangolato? Non sta “dalla parte dei bambini”, avendo accettato di difendere Brusca? A leggere queste notizie si direbbe di si’, ma non sono certo che lei sarebbe d’accordo.

Mi farei anche delle domande sull’ avvocato di Riina, e su quello di Pacciani.

Ovviamente, gli avvocati non hanno bisogno di essere difesi da me, dal momento che si difendono benissimo e (ma solo se gli piace la vittima) difendono anche gli altri. Ma il problema e’ : che cosa deve fare una persona, in particolare un uomo, per essere certo che il suo avvocato lo difenda adeguatamente.

E ne faccio un caso generale, perche’ mi chiedo: si, ma se un avvocato deve pagare le rate del mutuo e non ha soldi, puo’ farsi questo scrupolo? Probabilmente no, ma adesso la seconda domanda e’ “e un avvocato che non e’ dalla mia parte e’ quello che vorrei, anche se accettasse di difendermi?_“. Per esempio, come si comporterebbe un avvocato civilista che ha pensieri analoghi, in un caso di divorzio?

Di conseguenza, possiamo gia’ scrivere una spece di vademecum per chi ha bisogno di avvocati (civilisti e penalisti):

  • se avete un familiare stretto come avvocato, siete a cavallo.
  • privilegiate sempre avvocati dello stesso sesso.
  • indagate sulla “storia personale” dell’avvocato.Il paese e’ piccolo, la gente mormora.
  • cercate un avvocato con lo stesso bias. se siete juventini uno juventino, se siete vegani un vegano, se siete di destra uno di destra, uno di sinistra se siete di sinistra, eccetera.

Certo, se siete uomini senegalesi questo e’ un problema. Il basso numero di avvocati senegalesi vi mette in una brutta situazione. Non sarete mai difesi bene, a quanto vedo, perche’ la qualita’ della difesa dipende essenzialmente da quanto l’avvocato ritenga di “essere dalla vostra parte” o meno, per via della sua “storia personale”. (E no, blacked.com non fa testo.)

Anche se siete una transessuale venezuelana la cosa diventa complicata, perche’ ad occhio e croce il numero di transessuali venezuelane che fanno gli avvocati e’ simile a zero.

Ma il problema si pone anche in maniera esclusiva. Se andate in causa contro una donna, l’avvocato di cui potete fidarvi e’ solo un uomo. (questo immagino si applichi anche ai commercialisti,c he spesso sono avvocati, ma potrebbero fare qualche differenza). Se siete in causa contro uno juventino, escludete qualsiasi avvocato sia juventino. Nel dubbio, un accento vagamente torinese e’ gia’ sospetto.

Adesso torniamo al punto: come uomo, devo preoccuparmi?

La risposta e’ : NO.

Per prima cosa , vivo in un paese nel quale se un avvocato (di qualsiasi sesso) dice cazzate del genere non e’ piu’ un avvocato, dal giorno dopo, 9:00 del mattino. Il secondo punto e’ che , se vivessi in Italia, noterei che la quantita’ di avvocati maschi, e anche di giudici, e’ molto alta.

Ma il punto e’ “chi sono i clienti”. Apparentemente, nel mondo dei reati penali la gran parte degli assistiti e’ di sesso maschile. Cosi’ facendo, queste due avvocatesse hanno seminato la convinzione che quando un avvocato e’ una donna, non potete fidarvi di lei.

E non solo in caso di femminicidio: abbiamo letto che dipende tutto “dalla storia personale” dell’avvocatessa. Ma in questo caso, anche se il reato e’ l’abigeato, che ne sappiamo noi del rapporto che ha la nostra avvocata con le pecore? Magari e’ vegana e mi difendera’ male.

Il problema e’ piu’ generale: per essere tale, la giustizia deve essere astratta, impersonale , e non per nulla gli illuministi inventarono anche i codici di procedura , per essere certi che tutti siano trattati allo stesso modo.

Nell’ Italia medioevale, invece, la procedura viene meno e viene sostituita da “la mia storia personale” o da “sto dalla parte delle donne”. Ok. Quindi diviene un sistema giudiziario “ad personam”, la difesa diventa un problema relativo e il processo sara’ diverso a seconda di chi siete, a quale sesso , etnia, tifoseria calcistica, fede politica, [ inserire qui gruppo a caso ] , e come se non bastasse, dipende anche dalla “storia personale” dell’avvocato.

La diffidenza della maggior parte dei clienti (che sono uomini) , per le avvocatesse, sara’ una grande vittoria delle donne. Ne sono certo.

Con nemici del genere, chi ha bisogno di lotta? E’ come essere antifascisti e leggere nel 1919 che Mussolini si e’ suicidato.

Essere sepolte da una risata era gia’ imbarazzante, ma venire sepolte dal popcorn ….

Il problema del mondo SJW e’ proprio questo: parlano di lotta di qui e lotta di la’, ma tutto quello che fanno e’ spararsi sul piede. Se non fossero patetici, sarebbero almeno divertenti.

Commenti

  1. Gfransb

    Ricordo un articolo di Uriel del 2013 sulla morte del femminismo. Diciamo che non c’era andato molto vicino.

  2. mandraghe

    Uriello spara ad catzum ed in modo abbastanza random in modo che prima o poi azzecca qualcosa ma di solito no.

  3. Gfransb

    Non sembra una critica molto equilibrata. E neanche sensata. Chiunque faccia ipotesi e ragionamenti è soggetto a possibili errori. Sono ragionamenti avventati? Può essere. Non più delle opinioni personali che tutti abbiamo.

  4. mandraghe

    Se tutto è possibile nulla è possibile. Poi se quelle due volte che c’azzecchi stressi il fatto “come avevo già detto io” allora stai solo cercando di portare a casa medaglie più che capire realmente quello che sta succedendo

  5. epif.gilardi

    Il femminismo sopravvive, ma indubbiamente è molto scaduto. E la storia di cui sopra lo sta a dimostrare: un’avvocata che fa quel genere di affermazioni, si qualifica per l’imbecille che è. E lo stesso vale per le sue colleghe (anche rinomate, visto il nome altisonante) che la sostengono, e che hanno il coraggio di affermare che questa cretinetta ha dato prova di lealtà e coraggio.

  6. Gfransb

    “…Se tutto è possibile nulla è possibile…”

    Presentando questo incipit non è più possibile dire nulla. E’ lei che utilizza iperboli. Io ho detto che errori sono sempre possibili. Non che TUTTO sia possibile. Affermando che URIEL, di cui non vorrei ergermi a difensore non avendone investitura né capacità, le spari a CZ e a casaccio blocca sul nascere qualsiasi obiezione. Dimenticando però che fino a ché non prova OGNI errore la sua affermazione è priva di valore. Saluti

  7. mandraghe

    Ma guarda che è Uriel medesimo che in un vecchio post scrisse che bisogna sparare a muzzo nel mucchio. Io credo invece che bisogna prendere la mira, a costo di restare appostati per settimane per essere sicuri di cosa si sta realmente facendo.

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