E come da copione….

Mentre gli inglesi continuano ad offrirsi come cavia per le allergie in ogni vaccino che esce (mi chiedo quanto sarebbe costato a Pfizer trovare 500.000 candidati per testare il vaccino su una popolazione reale) , e’ arrivato il trattato EU-CINA di cui parlavo.

la notizia e’ uscita anche sui giornali italiani , ed e’ arrivata nei tempi che avevo previsto nello scorso post.

Anche il governo tedesco si dice soddisfatto dell’accordo , e ed e’ uscito anche sull’edizione inglese dell’agenzia londinese Reuters (sebbene con un certo rosicamento).

Per quanto riguarda i tempi:

  1. Doveva essere concluso (in qualsiasi modo) il Brexit, ovvero dal 30 Dicembre in poi.
  2. Biden non doveva essere ancora al potere, ovvero prima del 20 gennaio.

e cosi’ e’ arrivato l’annuncio.

accordo

Si tratta di un accordo rispetto al quale il brexit diventa un problema del tutto secondario. Ma anche meno.

La strategia e’ stata abbastanza efficace.

Il primo problema nel trattare in parallelo due grossi accordi, tra enti che interagiscono anche tra loro, e’ di evitare che nascano negoziati paralleli. Cioe’ di evitare che i cinesi tentino di arrivare sino in INghilterra dicendo “concediamo di piu’ nell’ accordo UE-Cina se voi in cambio negoziate un nostro accesso nell’accordo UE-UK.

Interferenze di questo genere sono abbastanza comuni, ma in qualche modo Bernier e’ riuscito a tenere l’accordo con il regno unito distinto da quello con la Cina.

Il secondo punto era di evitare che, una volta usciti senza accordo, gli inglesi si mettessero a gettare zizzania (come per esempio hanno fatto spingendo Reuters, che ha sede a Londra , a pubblicare fake news sui vaccini in Germania), per esempio facendo provocazioni via stampa o agendo su Hong Kong.

Annunciando un accordo proprio lo stesso giorno in cui il parlamento inglese approva (??) in pochi minuti un accordo da 2000 pagine, si volevano spiazzare gli inglesi proprio sui tempi. Ormai l’accordo e’ firmato e ufficiale sia da parte di Bruxelles che di Pechino.

Il secondo fronte e’ quello americano.

L’accordo e’ una novita’ politica assoluta. Per la prima volta la Cina accetta il principio di reciprocita’, e per la prima volta toglie la clausola che costringeva le aziende straniere che investono in Cina a trasferire la tecnologia ai cinesi. In pratica, la UE ha superato la “grande muraglia”, per la prima volta nella storia. Gli americani hanno provato a fare qualcosa del genere, ma non sono mai riusciti ad avere un impegno politico (e non solo commerciale) da parte cinese. Questo trattato invece non e’ commerciale, bensi’ politico.

Altrettanto ovviamente, l’accordo e’ un grosso, grasso merluzzo sbattuto in faccia al presidente degli USA. Che ancora oggi si chiama Donald Trump.

Era del tutto importante che il merluzzo arrivasse sulla faccia di Trump, perche’ se l’accordo fosse stato fatto dopo la presa di potere di Biden, avrebbe colpito un’altra faccia.

Se anche il governo USA protestasse oggi, lo farebbe con la faccia di Donald Trump che si prende in faccia un merluzzo dalla Von der Leyen e da 27 stati che in teoria sono loro “alleati”. (in realta’ le trattative sono state gestite da Merkel e Macron, sulla gran parte dei dossier). Anche cosi’, Biden avra’ ancora spazio per dire che e’ una sconfitta di Trump (cioe’ che il merluzzo e’ arrivato in faccia a lui) e che e’ colpa della politica isolazionista di Trump se gli USA stanno perdendo alleati.

Potete ben capire che l’accordo con la Cina non POTEVA arrivare dopo il 20 gennaio.

L’intervallo che corre tra 30 dicembre e 20 gennaio, quindi , era la sola finestra utile per annunciare l’accordo.

C’e’ un modo in cui questo impatta gli inglesi? Decisamente, e male.

Mano a mano che Hong Kong viene integrata nel sistema cinese, gli spazi inglesi in Cina si assottigliano. Presto la borsa di Hong Kong verra’ tagliata fuori dai servizi “trusted” del NYSE, con risultato che dopo la brexit, visto questo accordo con la UE, il “ponte per la Cina” e’ l’ Europa.

Se anche gli inglesi volessero trattare un accordo coi cinesi, che peso avrebbero? Un mercato da 90 milioni di persone contro un mercato da 1.500.000.000? Un tempo si sarebbero offerti come “la porta verso il mercato europeo”, ma dopo il Brexit non possono piu’.

Gli inglesi hanno bisogno, un DISPERATO bisogno, di un accordo di libero commercio con gli USA. Altrimenti non hanno nulla da offrire a paesi terzi.

Solo con un accordo di libero commercio con gli USA , gli inglesi potrebbero sperare di essere un “ponte verso gli USA” ed offrirsi come proxy ai cinesi. Ma essendo l’ultima chance , gli americani gli imporranno condizioni durissime.

E questo isolamento vi spiega per quale ragione i laburisti si sono uniti in massa nel voto per l’accordo.

Un appoggio incredibile, che neppure il fatto che siano laburisti i proprietari delle fisheries (le aziende di pesca sulla manica furono messe sul mercato nel periodo Blair, e i soci sono quasi sempre membri del labour) , puo’ spiegare.

Non possono permettersi ANCHE il no deal.

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