E adesso comprate auto!!!

Forse vi sono sfuggiti gli ultimi sviluppi nel mondo della stampa italiana. I tre giornali piu’ venduti del paese, nonche’ i tre giornali piu’ letti su internet, sono finiti tutti nelle stesse mani, cioe’ nelle mani di un produttore di auto.

Questa cosa di essere dei produttori di auto, unita al disprezzo tutto savoiardo verso l’essere umano , sta producendo interessanti risultati gia’ oggi.

Non so se lo avete notato, ma stando ai giornali di oggi bisogna tornare come prima. Occorre fare retrofront su tutto. Ma proprio tutto.

Smart working? Ma va. Scopriamo da improbabili “sondaggi” che ai dipendenti il telelavoro non piace e scoppiano dalla voglia di passare 3 ore in auto , nel traffico, ogni giorno. Per recarsi in ufficio. Certo, nessun sindacato ha avallato simili dati, ma a quanto pare il sondaggio ha la precedenza sulla realta’.

Del resto esistono, sempre sui giornali dei fabbricanti di auto, dei sondaggi CRIMINALI secondo cui ai bambini la scuola da remoto non sarebbe piaciuta. (nessuno si e’ chiesto se gli sia piaciuto venire confinati in appartamento, cosa che qui in Germania non si e’ fatta: potevamo uscire, a patto di non creare assembramenti di piu’ di 2 persone) .

Ora, a parte che un simile sondaggio condotto per telefono o internet sarebbe illegale perche’ la legge VIETA di fare cose simili SUI BAMBINI, quindi non esiste alcun sondaggio e se esiste va chiamata la polizia, il giornale cerca di convincerci che bisogna a tutti i costi che i bambini vadano a scuola cinque giorni a settimana. Nemmeno dire , che so, tre giorni su cinque. Assolutamente no: tutti e cinque.

Eppure, avendo messo due metri di vuoto per bambino nelle classi, scaglionarli potrebbe essere sensato. Nella scuola di mia figlia scaglionano per anni scolastici, tipo alcune settimane le quarte, alcune le quinte, eccetera. Ma loro sono una scuola montessori e non hanno le classi, ok..

Ma tutto questo non si deve fare, e si e’ riesumato Bulbo Cacciari per dire che no, a scuola occorre la socializzazione. Che poi i nativi digitali socializzino in gran parte via internet gli sfugge ancora. E’ un filosofo, che diavolo vi aspettate?

Insomma, bisogna fare marcia indietro. Guai se i ristoranti si danno alla consegna a domicilio, guai se non riprende la movida, guai se le persone non riprendono a muoversi.

Questa pandemia ci ha insegnato una cosa: quando ci muoviamo, la gran parte delle volte lo facciamo non perche’ serve il nostro corpo in un altro posto, ma perche’ dobbiamo portare informazione in un altro posto. Una riunione e’ un momento in cui portiamo informazione. E quindi abbiamo imparato che, almeno nel settore servizi, lo spostamento fisico e’ un’eccezione e non la regola. E ne possiamo fare a meno.

Ecco, tutto questo deve sparire. Marcia indietro. Non sognatevi che diventi normale.

Nonostante tutti gli specialisti dicano che ci terremo questa cosa per almeno 2-3 anni, per i giornali degli spacciatori di lamiera su ruote e’ gia’ finita, e bisogna “ripartire”. Bisogna rimettersi in auto.

Perche’ e’ questo il punto. I fabbricati di stufe su ruote vogliono che ci si rimetta in modo, eufemismo per dire che ci si deve rimettere in auto.

I bambini NON devono piu’ fare scuola da remoto, perche’ l’esigenza di portare i bambini qui e li’ e’ uno dei motivi per cui ad una famiglia servono DUE auto. Una per papa’ che va a lavorare (sia chiaro, lo smart working DEVE MORIRE, ci vuole l’ AUTO!!), e una per mamma che accompagna i pargoli a scuola e poi a fare karate, e ballo, e tutto.

Se cominciamo a togliere mamma che porta il bimbo a scuola….

Stessa cosa per l’auto. Se cominciamo a mandare papa’ a fare telelavoro…

Di che cosa hanno paura gli spacciatori di lamiere da tamponamento? Hanno paura che le famiglie passino da due auto per famiglia ad una sola auto. Perche’ tale passaggio potrebbe saturare il mercato dell’usato per almeno due anni. Una seconda auto usata solo per portare il pargolo a scuola e’ praticamente nuova.

E cosi’, i nuovi giornali della caldaia a quattro ruote che chiamiamo automobile oggi si stanno prodigando a cancellare quanto avvenuto.

Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto.
Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto. Automobile, bello.Scuola a distanza, brutto. Smart working, brutto.
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Questa litania vi verra’ ripetuta ogni giorno, approfittando dello stato catatonico in cui siete ancora, per via dello stress post-traumatico , al subdrop nel quale siete piombati dopo la gigantesca sessione BDSM a sfondo religioso nella quale siete stati immersi: https://keinpfusch.net/loweel/la-phase-thue

Vi diranno che:

  1. la scuola e distanza fa schifo , non piace ai bambini, e stare un’ora al giorno nel traffico per accompagnare il bambino in auto e’ meglio della vittoria di Samotracia.(cit)
  2. il lavoro a distanza fa schifo , non lo vuole “nessuno” e dovete morire nel traffico per incontrare i clienti/fornitori cui potreste chiedere una videocall, per andare in ufficio, per tornare a casa eccetera.
  3. che il tanto vituperato diesel oggi e’ sicuro. Pulito. Una brezza di aria fresca. E non importa se emette ancora CO2, e “pulito” riguarda la quantita’ di NO2. Se non fa NO2 e’ “pulito”, e se e’ “pulito” ci comporteremo come se non emettesse nulla.

Tutto questo avviene per via del tentativo, da parte degli spacciatori di lamiera, di tenere ogni persona dentro un’auto per almeno due ore al giorno, e come se non bastasse, di obbligare ogni famiglia ad avere almeno due veicoli.

Il loro timore, lo ripeto, e’ che la crisi porti le famiglie a considerare “rinunciabile” la seconda auto, il che saturerebbe il mercato di un usato quasi nuovo. E lo saturerebbe per anni.

Quindi, devono convincere tutti che bisogna rimettersi in moto, che per loro significa rimettersi in auto.

Sfortunatamente non funzionera’. Per diversi motivi.

  1. un’auto costa piu’ di un figlio. E moltissimi oggi non hanno nemmeno i soldi per i figli. Che milioni e milioni di nuovi disoccupati venderanno per prima cosa l’auto , o almeno la seconda auto, e’ scontato. Non la possono mantenere, e la bestiolina beve, mangia e costa. Il mercato dell’usato si saturera’ di seconde auto vendute.
  2. le crisi accelerano processi in corso. Che il periodo dell’ Autowelle fosse al tramonto si sapeva, ma c’e’ adesso una crisi ha prodotto un’accelerazione. L’industria automobilistica tedesca e’ al corrente di questo e sta discutendo la propria riconversione. Il messaggio sembra non essere chiaro ai signori della lamiera italiani, che non sembrano al corrente.
  3. le aziende italiane sono principalmente esportatrici e contoterziste. Il che significa che la decisione non viene presa in Italia. Se i clienti non vogliono piu’ fare incontri dal vivo perche’ lavorano da casa, tu fornitore compri la tua telecamera e fai come vuole il cliente. Fine della storia.

Il punto “3” e’ quello sottovalutato. E’ sottovalutato perche’ non si capisce che essere un esportatore e SPECIALMENTE un contoterzista muove le decisioni fuori dal tuo paese.

Prendiamo il triveneto, questa strana appendice italiana della Baviera. E’ composto da una quantita’ enorme di aziende che sono contoterziste. Se il cliente dice “no, non mandarmi qui il tuo commerciale con la macchinina fica ( o con l’aereo) perche’ io lavoro da casa e faccio tutto usando il PC”, questo e’ esattamente quello che fara’ il contoterzista. Il loro commerciale si fara’ una connessione ad internet veloce e obbedira’ al cliente.

In questo senso, le decisioni dei grandi clienti si propagano sui contoterzisti.

La decisione, quindi non viene presa in Italia. E nemmeno viene presa in Italia la decisione di fare la conf call dall’ufficio dell’azienda italiana. Se per caso il cliente tedesco ha una certificazione ISO/TUV di tipo “Ecologico” o “carbon”, e annunciano sul loro sito che anche la loro supply chain ha la stessa certificazione, succede che la supply chain deve averla. E quindi il nostro fornitore italiano dovra’ far lavorare le persone da casa almeno TOT giorni a settimana (a seconda della certificazione)

Gli Elkann possono far scrivere quel che vogliono sui giornali, ma nel medio e lungo termine le decisioni verranno prese da clienti , sia dei contoterzisti che degli esportatori. Il processo che si e’ innescato non si e’ innescato solo in Italia, e i paesi esportatori risentiranno delle decisioni dei loro clienti.

Lo stesso dicasi per la scuola. Gli Elkann possono fare lobby quanto vogliono, ma l’industria dell’ Auto non e’ piu’ la lobby piu’ potente: presto si confronteranno le lobby di Microsoft, Google, che vogliono tutti il lavoro da casa, e la lobby delle auto, che sebbene e’ potente e’ meno potente. E quindi, ancora una volta, le decisioni non vengono prese in Italia: se anche gli Elkann dovessero decidere che l’italia continua a fare come sempre, a livello europeo gli standard scolastici (Pise, per esempio) potrebbero essere modificati per contenere e-learning.

In definitiva, l’industria dell’ Auto e’ entrata in conflitto con quella dei servizi remoti. Se cresce la quantita’ di cose che si fanno senza spostarsi, le famiglie gia’ impoverite venderanno prima le seconde auto, poi le prime. Le industrie dell’auto devono per forza applicare le stesse pressioni reazionarie che hanno applicato contro i mezzi pubblici e le ferrovie. Ma stavolta hanno contro dei giganti piu’ grandi, che invece vogliono portare fibra , servizi e presenza remota.

E hanno una tremenda influenza mediatica, nonche’ politica. E sono seduti su una pila di soldi, mentre l’industria dell’auto ha subito perdite enormi.

Non scommetterei sugli Elkann, insomma.

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