Come narrare un crimine in Italia.

L’ omicidio fascista(1) di Willy ovviamente sta facendo parlare , ma vedo che la stampa italiana ne sta facendo la solita narrazione assurda e romanzata, che trasformera’ un problema drammatico (la fusione tra fascismo, tifoseria e criminalita’ organizzata) in un “consueto fatto di cronaca dove andremo a finire signora mia”.

I primi responsabili sono i giornali piu’ seguiti, ovvero i soliti repubblica, lastampa, corriere. E lo schema che usano e’ sempre lo stesso.

  • Prima fase: cominciano i due minuti di odio.

Nella prima parte della diffusione della notizia, tutto e’ chiaro, chiarissimo, e il Tribunale del Bobbolo puo’ sicuramente emettere la sua condanna. I cattivi sono chiaramente cattivi, sono vestiti di nero, antipatici e gli puzza pure l’alito. Puzza di eretico.

Partono le interviste che non servono a nulla ma aggiungono pathos.

Intervista ai vicini, intervista ai genitori, intervista al confessore, intervista ai maestri di scuola, intervista alla cognata, intervista al barista. Aggiungere figura che non ha nulla da aggiungere , a caso.

La vittima viene santificata, i carnefici sono dei bastardi, e sinche’ l’opinione pubblica e’ calda, la si batte. Le Armate dell’ Anticristo hanno ucciso l’ Agnello di Dio. Punto.

Bruciate la strega!

  • Seconda fase: arrivano gli opinionisti.

E’ colpa del riscaldamento globale. E’ colpa della politica. E’ colpa del sistema. E’ colpa della societa’. E’ colpa di Carlo Magno. E’ una cultura antichissima del pomodoro antipatico che va cancellata. E’ colpa degli uomini. E’ colpa delle donne non si puo’ dire. E’ colpa della musica Rock. E’ colpa del partito politico X. E’ colpa della Germania. E’ colpa della UE. E’ colpa dei migranti. E’ colpa dei social network. E’ colpa del patriarcato. E’ colpa dei comunisti. Continuare a piacere.

In ogni caso, siamo stati sconfitti. E’ una sconfitta per tutto il Lazio. E’ una sconfitta della legalita’. E’ una sconfitta degli adulti. E’ una sconfitta dei giovani. E’ una sconfitta dell’ Europa. E’ una sconfitta dello Stato. E’ una sconfitta per le coscienze. E’ una sconfitta per tutte le donne. E’ una sconfitta per tutti i progressisti. E’ una sconfitta per i patrioti. E’ una sconfitta per la Patria. E’ una sconfitta per la Giustizia. Continuare a piacere.

Il popolo ha sfogato i suoi biechi istinti la strega e’ stata bruciata (almeno in effige), e adesso il popolo vuole capire. Quindi legge gli opinionisti, e scopre che e’ colpa di tutto, ma proprio tutto, e di tutti, ma proprio tutti. Maledetto Carlo Magno. Maledetti buchi neri supermassivi. E le particelle esotiche.

  • Terza fase: arriva il mistero.

Siccome normalmente la prima ricostruzione (quella che ha portato il tribunale del Bobbolo a mandare a morte la strega) e’ affrettata, emotiva, romanzesca (i buoni e i cattivi, dai.) allora arriva subito il mistero. Il mistero non e’ altro che quella parte di realta’ che sfuggiva alle certezze granitiche della fase 1.

misderoh.

Il Misderoh e’ normalmente la specialita’ dei giornali di sinistra, e mira ad eccitare quelle persone che stanno ancora aspettando “La Verita’ su X”, anche dopo 30 anni che i tribunali di terzo grado hanno scritto la sentenza. I punti non chiari. I giornali di destra sono piu’ virili (o almeno ci provano) e parlano di “crepe nell’inchiesta”.

Normalmente “il mistero” segue le stesse regole del revisionismo di Irving: “ok, abbiamo trovato un campo di concentramento coi sopravvissuti, le ossa e la cenere ancora calda e abbiamo milioni di testimoni. Ma di che colore erano di preciso le quaglie che volavano nel cielo? Mistero irrisolto. Ci sono delle falle nella teoria. Vogliamo la Veritah! gombloddo, boderi fordi!”.

Allo stesso modo vedrete che nella vicenda di Willy diranno “ok, quei quattro lo hanno preso a mazzate, lo hanno picchiato anche quando era a terra, hanno pure ballato sul cadavere, sono noti picchiatori, hanno precedenti, i genitori dei quattro dicono che ammazzare un negro si puo’, ci sono testimoni e gli imputati si accusano uno con l’altro mentendo spudoratamente. Ma il caffe’ del bar di Vincenzo, quella sera, sapeva un po’ di bruciato o no? Non si sa. Misdero, gombloddo, VOGLIAMOH LA VERIDAH!”.

La quarta fase e’ quella in cui , diciamolo, ci siamo gia’ rotti il cazzo di Sto Willy, vogliamo un omicidio nuovo di zecca per i prossimi due minuti di odio, e quindi bisogna che questa vicenda arrivi alle TV. Che inviteranno una pletora di persone, alcune “contro” e altre “a favore”, che discuteranno dei misteri della vicenda, di quello che e’ successo sui social. Il “misdero gomblottoso” ovviamente alimenta quelli che vogliono sostenere l’innocenza dei quattro balordi, e sostenere invece che Willy sia stato ucciso dai servizi segreti cinesi perche’ sapeva troppo sugli involtini primavera, e chiaramente dall’altro lato ci saranno i soliti che, dopo aver detto che loro sono garantisti, vanno direttamente alla fase “opinionista”, ma in TV.

La fase “mistero”, cioe’, non serve tanto ai giornali, ma e’ il ponte che consente alla notizia di alimentare migliaia di trasmissioni televisive , nelle quali occorre sempre “il contraddittorio” , e quindi occorre pescare nel torbido.

Questo e’ piu’ o meno lo schema che viene usato per tutte le grandi notizie di cronaca. A volte ci sono anche fasi intermedie, tipo la “mantide” della situazione, ma per il resto si procede in questo modo.

Quello che succede in realta’ e’ che un processo per omicidio richiede indagini, e chiaramente esse procedono sistematicamente, cercando di fare chiarezza e completezza, ma nessuna indagine puo’ chiarire ogni possibile dettaglio (per esempio ci sono lampioni spenti che hanno impedito alle telecamere di fare chiarezza). Ma questo e’ tipico di OGNI indagine, e se queste parti mancanti esistono e’ solo perche’ la realta’ e’ meno precisa delle certezze granitiche della fase 1 giornalistica.

  • Ultima fase, la realta’ diventa narrazione.

In questa fase, del morto non frega un cazzo a nessuno, i colpevoli non si capisce se siano colpevole o vittime , e tutto si mescola con tutto.

Per fare un esempio: si dice che i Bianchi siano stati “linciati” sul Web, o meglio su Facebook. Niente di piu’ falso. Nella realta’ di questo pianeta, stando alla definizione di linciaggio, l’unico ad essere stato linciato e’ stato Willy.

Quello che e’ successo sul web e’ che alcune persone (tra cui i Bianchi) sono state insultate. Certo, se non ci fosse un altro linciaggio nella storia non ci sarebbe stato alcun problema ad usare la parola “linciaggio”, come eufemismo oppure come metafora. Ma dire che i Bianchi sono stati “linciati”, in una storia ove un ragazzo e’ stato linciato, produce indubbiamente confusione. E mette le due cose sullo stesso piano: ho ragione di sospettare che , potendo scegliere, Willy avrebbe preferito essere “linciato” su Facebook.

Ma non importa: ai narratori, normalmente forbiti in qualche materia umanistica, il concetto di realta’ e’ ignoto. Usare lo stesso termine per indicare gli insulti rivolti ai Bianchi e la morte di Willy non li preoccupa, perche’ dal punto di vista dialettico, o se preferite narrativo, un “linciaggio” non e’ un atto materiale con il quale numerose persone uccidono furiosamente a botte una (o poche) persone. Al contrario, nel mondo della cultura umanista il linciaggio che e’ capitato a Willi e’ descritto usando lo stesso termine usato per descrivere gli insulti ricevuti su Facebook dai Bianchi.

E quando arrivano i narratori, tutto e’ uguale a tutto, tutto si lega a tutto, la pizza con l’ananas e l’omicidio vengono messi sullo stesso piano, e di fatto ognuno rimane della sua opinione.

La fase della narrazione e’ quella che io chiamo la fase la fase Gente-Oggi, normalmente dedicata ad anziane signore coi bigodini azzurri che leggono di Taricone, Padre Pio, Lady Diana e Pavarotti che apparecchiano la tavola per accogliere Willy in cielo. Cosi’ come la fase “il misdero-vogliamolaveridah” prepara la notizia per sbarcare in TV, la fase “narrativa” prepara la fase PadrePio-Taricone-LadyD-Pavarotti dell’evento. Compresa la medium che ha parlato con Willi e sta bene e saluta tutti.

(1) Il fascismo ha , come modo di pensare e di agire, diversi tratti caratteristici. Quando viene pizzicato in fallo il fascista diventa bugiardo e patetico, le malefatte sono sempre commesse in branco o in una situazione di prevalenza assoluta, il fascista crede di poter accendere o spegnere lo scontro a piacimento, crede di poterne prevedere durata e intensita’, i gruppi fascisti sono quasi tutti connessi a mafia, ndrangheta, spaccio di droghe e racket, eccetera. Non occorre appartenenza od affiliazione ad un gruppo politico fascista per essere fascisti cosi’ come non serve avere in casa un grosso gong per essere cinesi.

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