Cina, tecnologia e giornalismo.

Prima di scrivere di quanto accaduto con la vicenda di GameStop in realta’ volevo scrivere riguardo alla situazione di Huawei. Ne volevo scrivere perche’ e’ molto interessante, e’ successo quanto avevo previsto, ma in una maniera piu’ furba. E dovrebbe preoccuparci, se la stampa si degnasse di parlarne.

Partiamo dall’inizio. Avevo scritto che i cinesi avrebbero avuto la forza di sviluppare tutto lo stack che gli americani avevano negato loro, dalla CPU al sistema operativo. E questo e’ successo circa nei tempi che avevo previsto. Ed e’ successo col processore che avevo previsto, cioe’ un RISC-V.

MA andiamo per ordine. Ad un certo punto gli USA hanno bloccato le vendite a Huawei, rea di aver fatto prodotti piu’ innovativi di quelli americani, bloccando all’azienda la possibilita’ di comprare processori in occidente. I processori, essendo una cosa che nasce prima che la Cina cominciasse la sua ascesa, sono tutti brevettati sino all’ultimo dettaglio, quindi sinora i cinesi hanno sempre fatto fatica a sviluppare processori “nazionali”, e hanno sempre dovuto comprare la ISA da qualche azienda occidentale.

Ma ora le cose sono cambiate, perche’ esiste un processore Open Source, che si puo’ costruire SENZA pagare i diritti sulla ISA.

Per prevedere che i cinesi si sarebbero buttati su quello non serviva molto acume, dal momento che basta scorrere la pagina sino in fondo e trovare pieno di sponsor cinesi.

Ma lo scetticismo era legato al fatto che si dubitava che i cinesi potessero produrre tutto lo stack, arrivando a prestazioni competitive, in un tempo breve. E’ passato un anno e mezzo circa da quando l’ho scritto.

Ebbene:

Una Spinoff di AliBaba ha appena compilato Android su un processore RISC-V

Ma non si tratta di un processore come quello di five stars, perche’ e’ piu’ potente, e adatto ai cellulari, quindi piu’ piccolo.

La trovo una mossa furba. In pratica stanno lasciando che gli americani si sfoghino contro Huawei (Biden ha rinnovato le sanzioni e i divieti contro l’azienda cinese), mentre altre aziende minori procedono, in silenzio o quasi, a costruire l’ecosistema alternativo.

Vorrei far notare lo stadio di avanzamento del prototipo:

Questa foto dice molto. Dice molto perche’ dice il livello di avanzamento del prototipo. Questa e’ una roba che arrivera’ sul mercato al massimo per Natale. Non so se arrivera’ su quello italiano, ma e’ quasi pronto.

chi credeva che i cinesi NON potessero replicare tutto lo stack hardware occidentale in tempi brevissimi sbagliava. Lo hanno appena fatto sotto i nostri occhi.

E ci sono anche altre cose interessanti da dire. Per esempio, l’azienda cinese piu’ famosa per i processori RISC-V ha concluso un accordo con Texas Instruments per produrre una Beagle-V basata sullo stesso processore. In poche parole, Texas Instruments (che ha factory di silicio a strafottere) per tagliare i tempi ha usato un fornitore cinese di CPU. (La Beagle e’ una serie di test board, simile a raspberry, prodotta da TI).

Perche’ lo ha fatto? Poteva continuare ad usare ARM, specialmente ora che e’ americana. La verita’ e’ che lo ha fatto perche’ sente un interesse crescente in questo settore. Per esempio, anche la russa syntacore , una startup finanziata dal governo e appena comprata da un’altro campione russo, produce CPU fatte con l’ ISA di RISC-V.

Le bocce si stanno muovendo. E non di poco: anche in India le cose si muovono allo stesso modo e sono arrivati alla sesta generazione.

Sinora tutto ok, come prevedibile e come previsto tempo fa.

Potete leggere quanto scrissi qui:

Ma ho citato il giornalismo. Perche’? Perche’ io non sono magico. Non e’ che io “lo avessi previsto” perche’ ho i poteri. Lo avevo previsto perche’ avevo le informazioni. Che come potete leggere, sono su internet.

Ma se notate bene, la notizia del primo Android che gira su un RISC-V l’ho letta su heise.de, un giornale tedesco di informatica. E tutte le altre notizie le ho lette su blog e forum stranieri, normalmente in inglese.

Se pero’ cerco notizie sulla stampa italiana, fatico un pochino. Anche su quella specializzata.

Ed e’ questo che nutre un certo atlantismo anni ’80. I giornali italiani stanno illudendo il paese di quello che era vero negli anni ’80. Che gli americani sono i piu’ forti e vinceranno sempre.

Chi ha una stampa diversa, invece, sta cominciando a capire che da qui a un pochino voleranno mazzate , e di quelle brutte. E fanno bene le nazioni europee che guardano ad est e lasciano perdere l’atlantico.

Del resto, immaginate di voler far partire una realta’ IT-Hardware in Europa. Volete fare hardware green. Bene. Cosi’ vi finanzia la EU. Bene. Potete vendere server ARM come fanno questi. Ma non potete scalare. Perche’ gli ARM li fanno gli americani (dopo l’acquisto di Nvidia) e quindi se solo gli fate concorrenza vi tagliano le gambe come per Huawei.

Oppure fate la vostra startup usando server con RISC-V. In tal caso all’inizio comprerete roba gia’ fatta dai cinesi, ma il giorno in cui siete GRANDI potete sempre mandarli a quel paese perche’ andate da STM, o da Infineon, o da Siemens, e vi fate produrre il vostro RISC-V senza per questo dover rifare tutto da zero.

Quale delle due scegliete?

Questo e’ il punto. Questo e’ il motivo per il quale le altre nazioni europee stanno girando le spalle agli USA e stanno guardando in giro. Questo e’ il motivo per cui sappiamo bene che non possiamo far crescere un vero mercato IT in Europa: il sistema di licenze americano non lo consente. E se tante nazioni si buttano a fare ricerca, ognuna buttando sul tavolo idee diverse, forse hai il tavolo per buttarci anche le tue, di idee. Sul tavolo americano non puoi: se le butti li’ sono idee americane, non piu’ tue.

Ma questo la stampa italiana non lo dice.

Preferisce una nazione che crede di essere ancora negli anni ’80. Quando gli USA erano la sola potenza.

E non notano come , in pochi MESI, i cinesi siano stati in grado di eguagliare la parte cruciale dello stack hardware americano: la CPU.

Una stampa che acceca.

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