Ci riprovo: il piacere, il giocattolo e il gioco

Ci riprovo: il piacere, il giocattolo e il gioco

La mercificazione di ogni cosa ha prodotto degli effetti cosi’ profondi nella cultura generale che, a giudicare dai commenti, il mio post precedente e’ stato letto in un modo davvero stravagante.

Allora, chiarisco cio’ che do’ per scontato e che evidentemente si e’ perso, causando disastri nella percezione del rapporto tra individuo e fantasia.

Prendiamo un giocattolo: i lego.

I lego presentano di solito una costruzione notevole da mettere sulla scatola (una gru, un’astronave di Star Wars, etc), che viene di solito costruita nei primi giorni, per poi essere smantellata. Da quel momento in poi il bambino ci costruisce cose, con le quali gioca.

Se leggiamo e rileggiamo il libretto delle istruzioni dei lego, scopriremo subito che nessuna delle cose che il bambino fara’, ne’ delle giochi , delle storie e delle fantasie che il bambino produrra’, erano previste dai costruttori del giocattolo.

Allora, per prima cosa distinguiamo le due cose: il giocattolo e’ prodotto dalla Lego, il gioco e’ prodotto dal bambino.

Lo stesso dicasi per la barbie, che ho osservato in prima persona. Di per se’ e’ un giocattolo. Ma nelle mani di una bambina diventa una persona, o meglio un personaggio. Potete smontare una barbie, potete passarla ai raggi X, potete vaporizzarla e passarla in uno spettrometro di massa, ma non riuscirete a trovare alcuna traccia di gioco. Tutto quello che troverete e’ il giocattolo.

Il gioco ce lo mette il bambino. Tutto. Se poi mettete DUE bambini insieme, scoprirete una cosa interessante: che ognuno di loro contribuisce al gioco. Magari ognuno usa il PROPRIO giocattolo, con il quale ha un rapporto affettivo (e quindi la condivisione dei giocattoli e’ un atto di fiducia estremo) ma niente di tutto questo e’ contenuto nel giocattolo: e’ tutto contenuto nei bambini.

Ovviamente, il venditore di giocattoli non vuole dirvi questo: lui deve vendervi il giocattolo, quindi il suo gioco e’ farvi credere che il gioco sia dentro il giocattolo.

Questo e’ il fenomeno della mercificazione: si cerca di farvi credere che l’esperienza sia dentro il prodotto.

Cosi’ come il venditore di giocattoli vuole farvi credere che il gioco sia nel giocattolo , il venditore di prodotti vuole farvi credere che l’esperienza sia nel prodotto. Cosi’ il divertimento sta nella vacanza, la cena sta nel cibo, la bellezza e’ dentro i vestiti, la sensualita’ sta nella lingerie, il sesso sta nel corpo del partner, eccetera.

Questo processo si chiama mercificazione, ma non voglio addentrarmi in questo: ne accenno per spiegare la cosa dei taboo e del piacere.

Allora, abbiamo detto che gioco e giocattolo sono cose diverse: il giocattolo consente il gioco, ma il gioco e’ prodotto dal bambino. Il lego consente al bambino di costruire il gioco. Il lego e’ il giocattolo, il bambino e’ il gioco, o meglio il gioco sta dentro il bambino.

Il giocattolo e’ uno strumento con cui realizzate un giocoche avete in mente.

Allo stesso modo, il piacere e’ il godimento che ricevete quando realizzate una fantasia. Il partner, la lingerie, le pratiche sessuali, sono il giocattolo, ma non il gioco. Il sesso e’ il giocattolo con cui realizzare le fantasie. Ma il gioco e il giocattolo sono due cose diverse.

Adesso andiamo alla produzione del taboo.

Prendiamo un bambino senza fantasia, o un bambino stanco, o un bambino che non ha fantasie realizzabili con un determinato gioco.

Gli regalate un giocattolo – il classico regalo sbagliato. Il bambino se ne stufera’ immediatamente: il giocattolo non gli consente di realizzare i suoi giochi. Cosi’, se regalate un giocattolo 8+ ad un bambino di 2 anni, molto spesso non sa cosa farci perche’ non e’ in grado di realizzare giochi che richiedano quel giocattolo per essere realizzati.

Che cosa fa il bambino? Costruisce un taboo: quel giocattolo non mi piace. E’ brutto. Mamma buttalo via (ricorso all’autorita’-censore). Non lo voglio. Non lo mette insieme ai giocattoli cui tiene. Non lo vuole vedere.

Succede anche il contrario, cioe’ che ad un certo punto nella mente del bambino compaia la storia, la fantasia, cioe’ il gioco adatto, il gioco che richiede quel giocattolo per venire realizzato. In quel caso il bambino si e’ arricchito di un nuovo gioco, la sua creativita’ ha prodotto un nuovo gioco.

In quel caso il taboo cade, e succede perche’ la mente del bambino si e’ evoluta, o si e’ arricchita di un nuovo gioco, che richiede quel giocattolo. E questo aumenta l’efficacia del gioco quando i bambini sono molti: se un bambino non ha in mente giochi che richiedano quel giocattolo per essere realizzati, ce l’ha un altro bambino. Li condivide, e quando tutti hanno imparato il gioco allora giocano tutti.

Ma ripeto: chi vende il giocattolo come prodotto vi ha garantito che i bambini si divertono un sacco. Il gioco del commerciante e’ quello di sopravvalutare i propri prodotti. Quindi il commerciante vi dira’ che il giocattolo stimola il bambino. In realta’, il giocattolo abilita il bambino a realizzare i suoi giochi. Ma il gioco e’ solo il nome che diamo alla sua creativita’, o alla sua fantasia.

Il videogioco , poi, e’ particolarmente insidioso perche’ e’ costruito molto bene per far credere che il gioco sia nel prodotto. Ma questo e’ un altro discorso. Andiamo al piacere.

Per il piacere sessuale si applica esattamente lo stesso principio, per analogia.

Per chi vi vende piacere sessuale (gestori di club, pornografi, sexy shop, scrittori, prostitute) il gioco consiste nel farvi credere che il piacere stia nel loro prodotto. La prostituta vuole farvi credere che il piacere sia nel suo corpo, il gestore del club vuole farvi credere che il divertimento sia nell’edificio, il pornografo vuole farvi credere che l’eccitazione sia nel video, il sexy shop che il piacere stia negli oggetti.

Non possono certo dirvi: guarda, tutto questo ti consente di realizzare le TUE fantasie, se tu non hai fantasie non proverai alcun piacere oltre a quello biologico. Significherebbe svalutare il prodotto.

Quando comprate qualcosa per piacere dovete SEMPRE chiedervi quale sia il giocattolo e quale sia il gioco, chi e’ il bambino e chi e’ il giocattolo, e se avete IN MENTE un gioco che si fa con quel prodotto.

Adesso prendiamo una persona senza fantasie. Gli date il giocattolo, cioe’ il prodotto. Dal porno alla prostituta a qualsiasi cosa. Li usa. Non prova piacere. Oppure non ha nemmeno le fantasie che li richiedono.

Che cosa fanno? Creano un taboo. Esattamente come fa il bambino con un giocattolo “regalo sbagliato”: Costruisce un taboo: quel giocattolo non mi piace. E’ brutto. Mamma Stato buttalo via (ricorso all’autorita’-censore). Non lo voglio. Non lo mette insieme ai giocattoli cui tiene. Non lo vuole vedere. E’ appena nato il taboo.

Nel caso del sesso, come nel gioco, esistono sia giochi solitari che giochi di gruppo, coppia o meno. Anche in questo caso, succede che i due bambini amanti condividono il giocattolo (il corpo) E I GIOCHI, cioe’ le fantasie. Se uno dei giocatori ha meno fantasie puo’ beneficiare di quelle dell’altro.

Ma cosa succede se nessuno dei due ha fantasie?

Esattamente quello che succede a due bambini svogliati che si incontrano: si annoiano. Ma si accuseranno a vicenda della noia.

E allora costruiranno un taboo di tipo sociale: con quel bambino non voglio giocare, mamma non portarmi piu’ a casa sua, non lo voglio rivedere, con lui mi annoio, eccetera.

E lo stesso succede agli adulti senza fantasia che si mettono a fare sesso senza avere fantasia. Alla fine costruiranno un taboo. E si accuseranno a vicenda della loro incapacita’.

Il taboo nasce sempre dalle masse. E’ l’atto con il quale la persona senza fantasia prova ad accusare gli altri, l’ambiente, la pratica sessuale, del fatto che non ha alcuna fantasia di realizzare con quel partner, con quella pratica erotica, in quell’ambiente, eccetera.

Se portate qualcuno a fare sesso all’aperto SENZA che abbia fantasie di sesso all’aperto, i casi sono due: o scopre la vostra fantasia e la adotta, oppure si annoia. MA quando si annoia non dira’ mai “fallisco nel produrre fantasie di questo tipo o nell’adottare le tue”. Dira’ che la colpa e’ dello stare all’aperto o del partner noioso, o del partner che gli piacciono queste cose strane anziche’ stare a letto come le persone normali.

Chi non ha fantasie sessuali realizzabili mediante il porno (o le pratiche descritte nel porno) fallira’ nel provare piacere nel caso sia messo nel mezzo di un’orgia. Tantomeno riuscira’ a dare un contributo con le sue fantasie. Ed e’ questo che ha trasformato gli swingers club nei posti noiosi e ossessivi che sono oggi.

Il vantaggio del BDSM e’ che se non avete quelle fantasie soffrirete molto, quindi non e’ possibile andare in un club BDSM per senso del dovere, per abitudine , o per coazione. (tranne le numerose donzelle, a loro dire “mistress/dominatrici”, che credono basti frustare qualcuno per dominarlo. Ma il problema delle finte dominatrici “ho i tacchi e la frusta” e’ un altro discorso).

Ma in ogni caso, non esiste giocattolo che faccia per voi se non avete in mente un gioco che ne faccia uso. Senza creativita’ non c’e’ piacere , se non il premio che il corpo vi da’ per aver stimolato alcuni nervi. Cosi’ nei club di scambisti oggi c’e’ molto sesso, ma quasi nessun piacere. Perche’ tutti hanno un sacco di giocattoli, dall’ambiente all’atmosfera ai corpi alla lingerie, ma nessuno (o quasi) ha le fantasie da realizzare.

Hanno i giocattoli, ma non hanno in mente i giochi.

In queste condizioni, masse prive di fantasia si riempiono le case di giocattoli e saturano internet a furia di porno, hanno un partner che dorme nello stesso letto, ma non provano piacere. E cosa fanno?

Producono un taboo, per nascondere a se’ stessi il fatto che non hanno fantasie.

Le masse non hanno fantasia. E per questo producono taboo.

Ma il problema del piacere e di dove trovarlo sta sempre nella stessa domanda: quale fantasia vuoi realizzare?

Ne hai una?

Se non ne hai una il corpo del partner, la lingerie, il club privato, le pratiche sessuali piu’ estreme, i sex toy, sono esattamente quello che per un bambino e’ un regalo sbagliato.

Il giocattolo per il quale non ha giochi in mente.

E soltanto una PICCOLA aristocrazia di persone ha le fantasie. Quindi, il piacere e’ riservato SOLO all’aristocrazia intellettuale che ha creativita’ e fantasia.

Per tutti gli altri c’e’ la noia.

E la noia delle masse produce il taboo. Il bambino che non sa giocare con gli altri dira’ sempre che il gioco e’ stupido, che gli altri bambini sono stupidi, che i loro giocattoli sono brutti.

Allo stesso modo, l’adulto che si annoia col sesso dira’ sempre che quelle pratiche sono sbagliate , che gli altri sono perversi, che l’ambiente e’ squallido.

Il taboo nasce dalla noia, che nasce dalla mancanza di fantasia. Ma la creativita’ ce l’ha solo una piccola aristocrazia. Potete liberalizzare il sesso quanto volete, renderlo un prodotto di massa, ma tanto il piacere sara’ solo per chi ha fantasia, e sono pochi.

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