Per capire bene la genesi della App anti-Coronavirus, e di tutte le sue copie, bisogna prima capire una branca della filosofia che e' il pensiero magico. Anni fa (e per diversi anni) andai molto a fondo nell'argomento, perche' mi affascinava una cosa: se una pratica sopravvive 15.000 anni, comprese ondate repressive come l'islam , l'inquisizione o il regime sovietico, deve essere utile.
Non dico che sia funzionante nei termini nei quali viene venduta, ma non e' possibile che per 15.000 anni miliardi di persone continuino a praticare qualcosa senza che sia utile. Esistono anche spiegazioni degli psicologi, ma essenzialmente dopo aver capito come funziona la magia ci vuole pochissimo a capire che la psicologia e la psicanalisi sono a loro volta forme di pensiero magico. Quindi cercavo di capire.
Una volta capito il perche' tirai avanti, ma la conoscenza della magia e di tanti studi a riguardo (da Propp a Frazer, e via dicendo) mi rende piu' facile riconoscere il pensiero magico quando lo vedo.
La prima cosa che bisogna capire e' questa:
“qualsiasi tecnologia incomprensibile nel suo funzionamento e nella sua estetica appare come magia”.
Quello che voglio dire e' che a molte persone l'informatica appare come una forma di magia. Magia che ha' gia' i suo tetragrammaton nella parola “algoritmo” , e che realizza cose che un tempo erano esattamente il compito della magia. Se leggete qualsiasi libro o fumetto ove c'erano grandi stregoni , (persino in Zagor) vedete che questi personaggi facevano le cose che facciamo noi.
Di fronte al loro bracere di fuoco essi gettavano sostanze misteriose, e tra i fumi potevano
- vedere a distanza, (come aprire pagine web con qualche webcam).
- agire a distanza (un po' come quando comandiamo il nostro IoT con il cellulare)
- attingere ad una conoscenza illimitata e universale di potenze superiori (un po' come facciamo col big data)
il succo, insomma, e' che dal punto di vista del profano gli informatici fanno cose magiche. O meglio, fanno le cose che prima venivano attribuite agli stregoni. Comunicare in visu a migliaia di km di distanza, cambiare la realta' usando formule incomprensibili , leggere libri rarissimi e incomprensibili scritti in lingue esotiche (tipo la documentazione di Kafka, o i manuali di Kubernetes) tutto questo era attribuito a sciamani, streghe e stregoni.
Possiamo dire con una certa accuratezza che per la stragrande maggioranza delle persone noi informatici facciamo magia. Loro sanno che esiste qualche conoscenza dietro, ma alla fine, qualsiasi tecnologia incomprensibile appare come magia.
Del resto, anche chi accusa il 5G di causare epidemie e di controllare le persone non fa altro che parlare di superstizioni vecchie di millenni: avete forse bisogno di leggere il Malleus Maleficarum di Sprenger&Institoris per sapere che le streghe erano accusate proprio di… causare epidemie ed evocare spiriti che poi possedevano le persone?
L'accusa contro il 5G non e' altro che un'accusa per stregoneria. E non sara' certo la prima volta che qualche nefomante guarda alle nuvole e ci spiega la rava et la fava di ogni sfiga che ci succede. Le scie chimiche esistevano 15.000 anni fa, quando il primo nefomante ha guardato in cielo e ha detto ad un tizio “ecco perche' nella tua famiglia state morendo di peste. Non e' perche' leccate i topi, e' tutto scritto sulle nuvole!”.
Stabilito il legame fortissimo tra tecnologia moderna e masse ignoranti, possiamo andare a spiegare la storia delle App “che sconfiggono il coronavirus”.
Di per se', il funzionamento delle App per le persone e' gia' magico di suo. Non esisterebbero app per dimagrire o app per ringiovanire il viso, se non ci fosse una fortissima credenza magica: si crede davvero che la App faccia dimagrire, o che ascoltando suoni generati da qualche app migliori la salute, o altro.
E quando arriva una pestilenza , e nessuno capisce il perche', e gli scienziati dicono che non sanno come far sparire tutto in quattro e quattr'otto, e' il momento dei maghi.
E da una lontana terra arriva una notizia: in tre giorni hanno risolto tutto con una app. Ecco la magia.
La tecnologia NON spiega come abbiano fatto. Questo deve essere chiaro.
Il GPS ha dei fortissimi limiti quando si parla di indoor. Se anche usando il GPS+Glonass o Galileo e' possibile risolvere la propria posizione con la precisione richiesta, funziona solo all'aperto. Al coperto, la precisione non puo' essere sufficiente.
Allora la gente dice “ehi, ma poi ci pensa il Bluetooth”. Immagino che la loro fiducia sia grande, ma il bluetooth NON e' cosi' preciso da fare quello che serve.
Forse con NFC potreste fare qualcosa di simile, ma pochi telefoni possono garantire la precisione che cerchiamo, mentre noi cerchiamo una copertura alta.
Quindi no: neanche in Korea del Sud la maggica App ha fermato l'epidemia. Probabilmente lo stato conosce la posizione dei cellulari per altri motivi (tipo una guerra fredda con la Korea del Nord) e non ha voluto dirlo ai cittadini. Ma di certo non e' stato il tracciamento della App: le persone che vanno a lavorare e passano piu' di 15 minuti a meno di 1m uno dall'altra sono principalmente al coperto, in azienda, in qualche edificio o sui mezzi pubblici. Dove la possibilita' di tracciamento del normale GPS non consente di fare quel che si dice abbiano fatto con la magica App.
Ma l'esotismo e' a sua volta un rafforzativo della credenza magica: piu' la conoscenza magica e' occulta, inaccessibile (e a maggior ragione lo e' se parli coreano) e piu' e' credibile. Calderoli non avrebbe creduto ad una macumba dal padre della Kyenge se la Kyenge fosse stata nativa di Brescia.
Solo pochissimi telefoni possono misurare la distanza tra due antenne bluetooth, in teoria, con la precisione richiesta. Ma non esiste quasi letteratura sull'efficacia tra brand diversi di cellulare.
E' sicuramente possibile che usando due telefoni IDENTICI, con lo stesso chip CPU, lo stesso chip bluetooth, le stesse librerie , la stessa eta' e carica della batteria, voi possiate usare il bluetooth o il GPS o il NFC per determinare con precisione la distanza tra due persone. Immagino che Apple o Samsung vi possano mostrare che in queste condizioni lo fanno.
Ma quando si parla di intere popolazioni, si parla di una questione diversa. Si parla di Android che ha decine e decine di build , di cpu completamente diverse, di chip completamente diversi, di versioni diverse di bluetooth e di sistemi operativi estremamente frammentati, come lo e' Android. Non avete la piu' pallida speranza che possa funzionare, nemmeno teorica.
In definitiva, quindi, le app NON hanno MAI potuto funzionare sulla scala descritta dai coreani.
Sarebbe stato meglio se il governo coreano avesse ammesso di essere in una guerra fredda e di avere stazioni di guerra elettronica per tutto il paese.
Ma io so che questa spiegazione NON vi convincera' MAI. A meno di non aver lavorato anni con device certification, nessuno ha idea della jungla di standard e di “un bit fotte tutto” che si incontra quando si mettono insieme chip, sistemi, versioni di sistema operativo , case produttrici e modelli diversi.
Quindi non ci crederete.
E quindi continuerete a pensare che si, forse l'hanno fatto male, ma qualche stregone/genio dell'informatica , davvero preparato, potrebbe forse….
Ed e' proprio cosi' che la magia e' sopravvissuta per 15.000 anni.