Liberta’ e’ democrazia?

Mentre sto lavorando ad alcune novita’ editoriali (riguardo a Cibo e Pietre) , per questo ho postato meno, vorrei solo rispondere ad una delle email che mi sono arrivate in questi giorni, quando mi si accusa di essere incoerente perche’ odio e disprezzo la democrazia e predico la liberta’ individuale. Perche’ il punto e’ questo: la democrazia e la liberta’ dell’individuo hanno pochissimo in comune, ma una vera e propria religione della democrazia si diletta di convincere del contrario.

Per prima cosa occorre sfatare diversi miti. L’idea di democrazia che le persone hanno e’ del tutto infondata rispetto alla realta’. Nel dopoguerra, l’europa postcoloniale ebbe un gigantesco balzo economico, che arrivo’ insieme alla imposizione da parte americana delle democrazie in Europa.

 

Un mondo che usciva dal colonialismo (o che ne stava ancora uscendo) era un mondo economicamente unipolare: sebbene apparentemente diviso in due poli politici e militari (USa e URSS) sul piano economico era del tutto unico. C’era un solo mercato (nel 1950 , solo 4 nazioni assorbivano il 95% delle risorse, poi divennero 6, poi 7, infine 8, oggi sono 20) , c’era un solo polo industriale e tecnologico, c’era una sola fonte di domanda. Chiunque nel mondo avesse prodotto qualcosa aveva una sola speranza: venderla in occidente. Chiunque avesse materie prime aveva una sola speranza: venderle ad occidentali.Chiunque avesse forza lavoro aveva una sola speranza: lavorare per occidentali. Il prezzo? In condizioni di monopolio della domanda, lo faceva l’occidente.
 
Non solo le nazioni occidentali erano le uniche a consumare, ma eravamo anche gli unici a comprare: questo era il mondo emerso alla fine del colonialismo. Dunque, il prezzo lo facevamo noi.  Le condizioni le facevamo noi.

 

I benefici del periodo storico sono stati confusi coi benefici della “democrazia”, al punto da pensare che la democrazia sia una specie di divinita’ capace di garantire al suo popolo la ricchezza e la prosperita’. Questa superstizione si e’ diffusa al punto che in caso di disastro economico per prima cosa il popolo chiede i soliti rituali religiosi: “elezioni, cambio di governo, dimissioni, manifestazioni,…”: si tratta del corrispondente di quello che si fa quando non piove e si fa una processione per la pioggia.

 

Quello che si crede e’ che la democrazia sia una divinita’ che garantisce ricchezza al suo popolo: bastera’ dunque che la Dea democrazia sia felice del proprio popolo, e ci ricompensera’. Cosi’, ad ogni crisi si fanno tutti i rituali della Dea democrazia, e ci si aspetta che la Dea provveda . E se l’economia va male, per prima cosa si lamenta di non aver fatto abbastanza rituali, ovvero di non aver fatto abbastanza elezioni (o di non aver votato quello giusto) , di non aver cambiato abbastanza il governo, di non aver avuto abbastanza dimissioni, di non aver manifestato abbastanza : senza queste cose la Dea democrazia e’ adirata coi suoi fedeli, e li punisce con una carestia. Amen.

 

Ovviamente e’ un falso. Costruire un’economia funzionante e’ una questione tecnica. C’e’ riuscito Hitler come ci sono riusciti i cinesi, per dirne una. Avere ricchezza non e’ una prerogativa delle democrazie, dal momento che i paesi che crescono maggiormente sono in gran parte delle tirannie, e se prendiamo per esempio un periodo felice dell’ Europa, come il rinascimento, di democrazie ne troviamo ben poche.

 

Non e’ impossibile per un governo tirannico costruire un buon sistema produttivo ed economico, e’ solo una questione di tecnica economica. La Spagna verso’ in condizioni pietose per tutto il dopoguerra, finche’ Franco chiamo’ i cosiddetti “tecnocrati” (in genere funzionari di Opus Dei) i quali riuscirono a fare delle riforme tecnicamente corrette, che causarono il cosiddetto “Desarrollo”, un periodo di crescita che permise alla Spagna, finita la dittatura, di avere i requisiti per entrare nella UE e di arrivare al 79% del reddito procapite europeo. Eppure, il regime franchista non era certo una democrazia.

 

Alla democrazia, cioe’, vengono attribuiti con metodi simili alla superstizione dei risultati che sono puramente economici, indipendenti dal tipo di governo, ottenibili da qualsiasi genere di governo a patto di affidarsi a tecnici preparati.

 

Un altro punto e’ il mito della liberta’. Circola voce insistente sul fatto che in una democrazia la gente sia “libera”, ovvero capace di fare quello che vuole senza interferenze da parte dei governi.

 

Il problema a questo punto e’ che la democrazia la si confronta con i regimi del recente passato (comunismo e fascismo) ma non la si confronta con gli ultimi 2000 anni di storia. Negli ultimi 2000 anni, tranne pochissimi periodi, il cittadino qualsiasi subiva MOLTE meno interferenze da parte dello stato, rispetto ad oggi.

 

Non intendo scrivere cose come “poveri ma felici” perche’ i poveri sono infelici, ed e’ proprio questo il punto: prima degli ultimi 50 anni le masse stavano male per ragioni economiche, non politiche. Se andiamo a misurare quanta gente abbia perseguitato per ragioni politiche la monarchia francese, credo che non supereremo la dozzina in svariati secoli.

 

Il punto logico sul quale verte l’equivoco e’ che non distinguiamo la liberta’ con la possibilita’: io (che non sono una donna) sono libero di partorire bambini? Si, nessuna legge me lo vieta. Peccato sia impossibile. Un diritto, od una liberta’, sono tali nel momento in cui io posso goderne: in un mondo tecnologicamente arretrato e di conseguenza  economicamente povero(1)  io non posso certo avere il tempo libero che ha il ceto medio, quindi se andiamo a chiederci quale sia la mia oggettiva liberta’ di espressione, troveremo che di fatto materialmente non mi esprimo proprio.

 

Il cittadino di Re Luigi, in altre parole, era di gran lunga piu’ libero del cittadino francese di oggi. Se avesse avuto il tempo, l’alfabetizzazione e la scuola, NON AVEVA LEGGI CHE REGOLAVANO LA MUSICA se non il divieto di ledere sua maesta’. Ma se escludiamo questo semplice contenuto, UNO SOLO, poteva  cantare tutto il resto sulla strada.

 

Oggi, la legge francese obbliga una certa percentuale di canzoni francesi. Obbliga che tutti i contenuti considerati “inadatti” siano bollati secondo la classificazione ICRA. Oggi ci sono orari, luoghi deputati, eta’ ammissibili, classificazioni, iscrizioni ad associazioni, nullaosta dell’autorita’. Sei libero di fare le cose, che pero’ vengono “regolate”. Ovvero, non sei affatto libero.

 

Soltanto prima della rivoluzione francese, a patto di non insultare il Re o qualche nobile, l’artista cantava quel che voleva, e a seconda del seguito cantava nei teatri che liberamente decidevano di rappresentare le sue opere. Era una questione di fortuna, di talento, di momento. Due sole regole molto chiare: non causare tumulti, non offendere Re e Nobili.

 

Oggi invece siamo “liberi”: dalle ore X alle ore Y, nel posto tale, dopo aver ricevuto un permesso dalle autorita’, solo a persone dai 18 in su, solo se cantiamo in francese, solo se non offendiamo i musulmani, i vegetariani, le lesbiche, i gay, i negri, la famiglia, i cattolici, i protestanti, gli algerini, gli ebrei, le donne, se non  andiamo in conflitto contro una qualsiasi associazione locale per il “decoro”, per i bambini, per la donna, per gli animali, per la religione.

In realta’, il nostro cantautore francese ha i mezzi ECONOMICI per fare la sua musica. Ha i mezzi materiali per studiare musica, per comprare gli strumenti, per non ammazzarsi di lavoro sui campi. Ma questo glielo da’ l’economia, non la democrazia. I cinesi hanno ottenuto risultati economici lasciando entrare in Cina il mercato, non la liberta’.(2)

 

Allora il problema vero e’: perche’ allora quando misuriamo la liberta’ delle democrazie esse appaiono piu’ “libere” degli altri sistemi di governo? E’ molto semplice: perche’ la liberta’ si misura in quantita’ di democrazia. Basta che un popolo possa partecipare ai rituali della democrazia perche’ venga definito libero.

Le misure della liberta’ dentro le democrazie sono drogate per la semplice ragione che si assume che la democrazia stessa sia una forma di liberta’. Se misuriamo la liberta’ delle democrazie e delle tirannidi semplicemente mettendo la liberta’ di voto tra le liberta’, e’ ovvio che la misura sara’ distorta a favore delle democrazie.

Inoltre, il problema delle misurazioni a questo riguardo e’ che esse misurano la liberta’ di gruppi, ma non la liberta’ del singolo cittadino. La democrazia come sistema, cioe’, non si occupa di definire le liberta’ dei singoli. La democrazia definisce SOLO liberta’ di gruppo e solo liberta’ regolate. Il “regolate” e’ il succo della trappola.

Prendiamo un esempio tra due bambini in una casa ove sono conservate caramelle di 10 colori:

  1. Gigi puo’ mangiare tutte le caramelle che vuole nei giorni feriali, quando vuole,  tranne quelle rosa.
  2. Alberto puo’ mangiare tutte le caramelle che vuole, ma la mamma decide a che ora, un limite massimo, quale tipo , in che ordine mangiarle, e deve comunque avvisare la mamma prima di mangiare.

Adesso, se andiamo a fare una misura della quantita’ di caramelle mangiate, scopriamo due cose: che Alberto ha mangiato piu’ caramelle di Gigi. E che Gigi e’ scontento perche’ non ha mai mangiato quelle rosa. Cosi’, diremo genericamente che Alberto e’ piu’ libero di Gigi.

FALSO.

Il bambino piu’ libero dei due e’ Gigi. Per una semplice ragione: puo’ prendere PIU’ decisioni di Alberto. In OGNI momento della giornata di ogni feriale, Gigi puo’ DECIDERE liberamente tra nove tipi di caramelle. In OGNI momento della giornata, Alberto deve chiedere alla mamma, e solo cosi’ puo’ mangiare.

Gigi ha di fronte a se’ ben nove scelte sei giorni la settimana. Alberto NON SCEGLIE PROPRIO NIENTE, MAI.

Allora si dira’: ma Alberto mangia piu’ caramelle. Aha. Qui c’e’ la fregatura delle democrazie: farvi credere che siete liberi di fare qualcosa solo perche’ lo fate PIU’ VOLTE , senza pero’ spiegarvi che la liberta’ non e’ QUANTO io faccio la tale cosa, me CHI DECIDE SE la faccio.

Allora, ecco perche’ io odio e disprezzo la democrazia con tutte le mie forze, ma sono un sostenitore delle liberta’ individuali: perche’ le liberta’ individuali NON si misurano nella quantita’ di cose che io faccio, ma in quanto la mia decisione di farle sia SUFFICIENTE perche’ io le possa fare.

Posso manifestare liberamente? Certo. Ma solo se il pretore e’ d’accordo. Posso scrivere liberamente sui giornali? Certo, a patto che siano d’accordo l’ Ordine ed il Tribunale. Posso costruirmi una casa? Certo, basta solo che 5/6 entita’ statali me ne diano il permesso. Posso aprire un’azienda? Certo, basta solo che 25/26 entita’ mi concedano un permesso. Posso fare un’orgia? Solo se la polizia non decide che non si compiano atti osceni(3).

C’e’ qualcosa che VIETA di fare queste cose? NO
QUANTE SONO LE COSE CHE POSSO FARE PER IL SOLO FATTO DI VOLERLE FARE?

La risposta e’ che nel medio evo potevo fare praticamente il cazzo che mi pareva a patto di non insultare il Re, il Papa, e di non fomentare rivolte. Per il resto, potevo fare tutto quello che l’economia mi permetteva di fare. Se volevo costruire una casa dovevo solo essere capace di farmela oppure avere i soldi per farlo. Se volevo fare un’orgia potevo farla, a patto di tenerla in privato. Se volevo aprire un’attivita’ dovevo solo saperlo fare e avere le risorse.

La fregatura delle democrazie e’ che esse , nel misurare le liberta’, misurano le liberta’ come l’assenza di divieti e l’assenza di impedimenti. In questo modo drogato di misurare la liberta’, un paese ricco (che quindi offre pochi impedimenti) ove occorra rispettare 10.000 regole e chiedere il permesso a 56 autorita’ per poter possedere una stufa appare come un paese libero, a patto che si vendano abbastanza stufe.

Viene classificato invece come “meno libero” il paese dove puoi possedere qualsiasi stufa tu voglia, senza chiedere il permesso a nessuno, tranne quelle nere. E questo perche’ c’e’ un divieto di possedere stufe nere.

Allora, in Russia sono piu’ liberi di noi. Perche’ a patto di non rompere i coglioni al governo, possono fare liberamente quasi tutto. E quando dico “liberamente” intendo dire che se vuoi tagliare un albero lo puoi fare, mentre io devo chiedere il permesso alla forestale e aspettare una stagione specifica.

Se si misurasse il tasso di liberta’ non basandosi sulla quantita’ di divieti (cioe’ sulla negazione di un dato negativo) bensi’ sulla quantita’ di decisioni che il cittadino puo’ prendere DA SOLO, la classifica delle nazioni “libere” sarebbe completamente stravolta.

Nella nostra amata democrazia, la nostra volonta’ non e’ MAI sufficiente.  Non possiamo MAI fare qualcosa solo perche’ lo vogliamo, per la semplice ragione che tutto e’ “regolato”. In molti sistemi meno democratici, invece, ci sono cose che NON possiamo fare perche’ mettono a rischio il governo.

MA SU TUTTE LE ALTRE, LA NOSTRA VOLONTA’ E’ SUFFICIENTE.

A questo punto in media l’obiezione si basa sul fatto che i regimi che ci va di ricordare furono regimi che sopprimevano quasi ogni azione possibile. Ma il nazismo ed il comunismo erano regimi del novecento. E prima?

Vi siete mai chiesti come sia stato possibile il rinascimento, in un mondo praticamente senza democrazie? E’ stato possibile perche’ i contenuti del rinascimento non erano esplicitamente politici. Non essendo esplicitamente politici, ovvero non invitando o istigando a sovvertire il regime esistente, erano TUTTI permessi.

Se potevate scrivere il Decamerone un tempo, oggi non potete piu’. Se oggi in QUALSIASI universita’ italiana un qualsiasi professore desse ai suoi allievi un testo pornografico, sarebbe arrestato nella stragrande quantita’ dei casi. Guardate il dipinto qui sotto:

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Leda e il cigno (particolare) 1531-1532 – Berlino, Staatliche Museen zu Berlin, Preußischer Kulturbesitz, Gemäldegalerie
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Oggi questo e’ illegale.

Leda, Regina di Sparta, viene sedotta (= trombata)  da Giove sotto forma di cigno bianco, e blablabla.

Un tempo fare questo dipinto era legale. Riferendosi ad una mitologia e non avendo intenti sovversivi, il dipinto era legale. Poteva essere fatto, venduto, eccetera. Il pittore non aveva niente da temere.

Oggi, e’ vietato in Olanda e Germania vendere filmati , fotografie o altri media che raffigurino rapporti tra donne ed animali.

Questo, ovviamente, si fa per proteggere gli animali. Proteggiamo qualsiasi cosa, col risultato che per fare qualsiasi cosa dobbiamo accertarci che i diritti di nessuno siano violati. E per farlo, dobbiamo chiedere ad una autorita’.

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Questo quadro e’ illegale in due paesi d’europa.

Cosi’, un tempo un pittore poteva dipingere una donna e un cigno che scopano quando voleva. Oggi, NO.

Oh, sia chiaro: se lo dipingete ad olio, ovviamente ve lo lasciano fare. Se volete usare , pero’, una macchina fotografica, no. E questo non perche’ sia davvero possibile accoppiarsi con un cigno (4), ma per il fatto che in tal caso gli “animalisti” insorgeranno.

Mafarka il futurista, romanzo di Marinetti, esce nel 1910. Immediatamente finisce sotto processo, perche’ nel primo capitolo c’e’ un episodio “lo stupro delle negre” e in seguito Mafarka, il semidio metallico, esibisce una nerchia lunga dieci metri. Il processo e’ per oltraggio al pudore. 

I giudici affidano la perizia a Luigi Capuana, il quale dice molto semplicemente che si tratta di un libro bellissimo, sperimentale, precursore, che i due episodi non tolgono niente alla sua bellezza e che il libro ha lo spessore per essere una vera opera d’arte, ovvero al di sopra dei canoni moralistici dell’uomo comune. Chi legge il libro, cioe’, ha la capacita’ di leggere i due episodi nel loro significato metaforico e allegorico.

Marinetti viene cosi’ assolto. Assolto. La pena venne pero’ ribaltata da un tribunale (5) . Siamo in un periodo nel quale lo statuto era stato concesso, esisteva un parlamento, l’italia era una monarchia costituzionale dotata di parlamento e libere elezioni.

Quando Apuleio narra di un tizio che viene trasformato in asino, si chiava  la nobilta’ romana come tale,  si trova coinvolto nelle pratiche orgiastiche di alcuni che si dicono sacerdoti di Siria, siamo MOLTO lontani dalla democrazia o da qualsiasi cosa chiamiamo tale. Ma Apuleio e’ celebre. Nessuno ha niente da ridire quando Boccaccio e poi il Boiardo lo ricopiano e lo traducono in volgare. Occorre arrivare alle “democrazie” perche’ ci sia una legge che condanni Mafarka il futurista.

La democrazia e’il regime piu’ liberticida nei confronti dell’individuo: essa teoricamente concede ogni liberta’, ma poi ti dice “ehi, ma adesso bisogna evitare gli eccessi, bisogna proteggere i deboli, bisogna evitare che le tue liberta’ tolgano liberta’ ad altri”, e con queste scuse vara legislazioni che di fatto sono PEGGIORI di quelle dei sistemi non democratici.

Cosi’ si, sono per la liberta’ dell’individuo. E sono contro la democrazia. Perche’ in democrazia NON c’e’ liberta’, tutto e’ fattibile ma niente e’ fattibile solo perche’ tu lo vuoi.

Nel rinascimento potevo fare tutto tranne alcune cose. Oggi posso fare tutto, tranne decidere da solo cosa fare.

Prendete una cartina politica dell’ Europa nel 1500.

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Ci trovate un sacco di regni. Nessuno e’ una democrazia. In tutti, o quasi, i diritti politici non esistevano. In tutti, esclusi i diritti politici ERAVATE PIU’ LIBERI DI OGGI.

Sono perfettamente disposto a rinunciare alla liberta’ di manifestazione, di contestare il governo e chi lo amministra, al diritto di voto, al prendere parola in tema di politica, a patto che in tutto il resto io sia completamente libero, come era qualche secolo fa.

I governi dell’epoca se ne fottevano altamente di infilarsi nella vita privata delle persone. Laddove le cose stavano cosi’, era la societa’ a farlo. Ma in generale, bastava non rompere i coglioni al governo per stare tranquilli. Il governo interferiva assai meno di oggi nelle azioni delle persone.

A dimostrarlo ci sono delle arti piu’ sofisticate, piu’ libere, piu’ scandalose ma anche piu’ innovative di oggi. Questi regimi “opprimenti” ci hanno dato intellettuali liberi e curiosi, una cultura vivace e dinamica. Ci hanno dato le grandi trasformazioni della storia dell’occidente. Nel bene o nel male, era un mondo vivo.

Tutti gli intellettuali del dopoguerra, i piu’ innovativi, provenivano dalle scuole fasciste. Fate pure i nomi della “vecchia scuola” degli intellettuali, e ve li ritroverete tutti nel GUF.

Oggi, tutta la liberta’ che pensiamo di avere produce solo omologazione. E la produce perche’ ogni opera non fa altro che dover sottostare a tutte le regole della democrazia: la tua liberta’ finisce dove inizia quella altrui.  E con la scusa di proteggere quella altrui, si annienta la mia.

Avete mai letto un fumetto americano? Sapete come mai e’ proliferata la scuola “fantasy?”. Perche’ non potevate piu’ fare cowboys contro indiani: gli indiani si offendevano. Il poliziesco doveva stare molto attento: se il criminale e’ negro, i negri si offendono. In ogni serie televisiva c’era chi contava le etnie dei delinquenti , e se per caso c’erano 15 negri e 13 bianchi in 28 puntate, apriti cielo.

Molto piu’ comodo lottare contro gli alieni, almeno non c’e’ nessuno stronzo che difende gli alieni. Per ora. E poi esistono pure i vampiri, no? Immagino che non esista ancora la Lega contro la Diffamazione dei Vampiri. Spero.

Ma se misuro la liberta’ negli USA, mi diranno che ho liberta’ di espressione. Posso fare quel che voglio. Aha. A patto di non offendere 1134 gruppi diversi, ognuno dall’offesa facile, e ognuno disposto a strillare (e a chiedere soldi in tribuale)  con la prima scusa buona. Eroi senza patria, meglio se di colore verde, che combattono malvagi venuti da marte, ed e’ meglio se non hanno il naso camuso: qualcuno si potrebbe offendere.

Associazioni per la difesa di questo e di quello; associazioni per la difesa degli asini che avrebbero protestato contro Lucio Apuleio , associazioni contro la difesa delle donne che avrebbero linciato Anais Nin, associazioni di negri che avrebbero censurato Marinetti, associazioni di ogni cosa, che il governo si occupa di proteggere, che di fatto ti vietano di fare qualsiasi cosa.

L’insieme di veti incrociati ormai e’ tale che potete fare solo cose canoniche. Se Hotel California viene vietato perche’ “offende i gay” , se ogni opera puo’ solo essere neutrale nei confronti di ogni gruppo, in che modo l’arte, il pensiero, la nostra preziosa “liberta’ di parola” potra’ cambiare le cose, SE PER CAMBIARE LE COSE OCCORRE CRITICARE QUALCUNO, E NON SI PUO’ PERCHE’ IL QUALCUNO SI OFFENDE?

In democrazia avete tutte le liberta’ che volete. Ma non potrete MAI esercitarne pienamente una, per la semplice ragione che qualsiasi delle vostre liberta’ cozzera’ contro quella di qualcun altro.

La tua liberta’ finisce dove inizia quella di qualcun altro, e quella di qualcun altro inizia, guarda caso, proprio dove inizia la tua! Che sfiga.

E cosi’, la vostra liberta’ finisce esattamente sul nascere: basta solo espandere “dove inizia la  liberta’ ” delle minoranze fino a legare completamente le mani alla maggioranza.

Tanto, le minoranze i coglioni non li rompono. E le maggioranze, una volta paralizzate “per tutelare le minoranze”, sono innocue.

Questo articolo NON accettera’ commenti.

Per tutelare i bambini.

O se preferite i negri, i pellerossa, gli ebrei, i musulmani, le lesbiche, chiccazzo vi pare. Vanno tutelati, quindi dovete tacere.

Non vi piace, la liberta’ di parola?

Ok, scherzavo. Commentate pure.

Uriel

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