Voooolareeee… oahaaahaaohhoooo…..

Ormai e’ qualche annetto che ogni settimana vado e torno dalla Germania (o da altrove, a seconda), con cadenza fissa lunedi’-venerdi’ , e quindi penso di potermi considerare almeno un “frequent flyer”. Per Lufthansa i miei 96 voli/anno sono sufficienti a regalarmi una hostess poco usata coi punti delle miglia, aspetto di vedere Air France. Pensavo allora di postare alcuni pensieri sparsi su questa esperienza di pendolare dell’aviazione.

 

Partiamo da Lufthansa. Parto da Lufthansa perche’ il 60% dei voli sono con loro, tranne quando Air France (Bologna-Lione-Dusseldorf o Bologna-ParigiCDG-Dusseldorf) non costa meno, circa il 40% delle volte. Quindi prima parlo di Lufthansa, poi di Air France.

 

La cosa piu’ spaventosamente efficiente di Lufthansa sono le hostess ultraquarantenni. Io immagino che ci sia qualche processo aziendale, per il quale arrivate ai 40 anni alle hostess viene potenziata la CPU, o aggiunta memoria, o cambiata la scheda madre. Perche’ le hostess ultra40enni di Lufthansa sono quel che resta della wehrmacht, o giu’ di li’.

 

Mettiamo che una decina di aerei si siano persi e che ci sia una tormenta di neve e tutti gli ereoporti siano chiusi. Immediatamente si accumula, a Francoforte, una catena di persone bloccate e furiose. Non appena la situazione si fa pesante, perche’ la gente ha dei pregiudizi circa le giornate di ritardo, allora vengono chiamate loro.

 

Le vedi subito perche’, avendo le prime rughe sul collo, portano il fazzoletto lufthansa strategicamente annodato mentre le giovani vi mostrano il leggiadro collo(1). A differenza delle giovani hanno una valigetta di pelle con se’, il cui contenuto rimarra’ misterioso perche’ nessuno ha mai visto una di queste hostess aprire una di queste valigette.

 

Esistono diverse scuole di pensiero circa tali valigette: secondo me esse contengono i numeri primi. Tutti.

 

Comunque, improvvisamente in mezzo alla folla arrivano una o due hostess quarantenni di Lufthansa. Il passo e’ una roba che fa sembrare una sfilata di Gaultier  il cambio della guardia davanti al  Cremlino.  Le vedi che potrebbero invadere il mondo. Invece no: come il buon Wolf, loro risolvono problemi. E quando il problema supera un certo livello di catastrofe, lufthansa apre l’hangar dove le tiene rinchiuse e loro arrivano, con il loro passo di marcia, cosi’ garrulo e prussiano.

 

Arrivate che sono, nessuna coda di passeggeri ha scampo. Non importa cosa stia succedendo: se un asteroide dovesse colpire la terra, l’umanita’ dovrebbe solo prenotare un volo lufthansa per quel giorno. Le hostess quarantenni ci sistemerebbero tutti in un albergo convenzionato, fino al prossimo pianeta, per il quale ci rifaranno il biglietto. Tempo richiesto per sistemare sette miliardi di persone: quaranta minuti circa.

 

Non saprei dire se le hostess quarantenni di lufthansa siano umane nel senso comune del termine: di certo sono tedesche, il che promette male. Tuttavia, se un matematico sposa una hostess quarantenne di Lufthansa, dopo ci saranno dei dialoghi cosi’:
  • Cara, hai visto i miei numeri di Fibonacci?
  • Si’, li ho messi in ordine. Sono  a dormire all’ Ambassador, prendono il volo di domani.
  • Tutti?
  • Beh, certo, non lasciamo mica a piedi aleph zero numeri, in Lufthansa. Per chi mi hai preso, per un’Alitalia qualsiasi?
Oltre alle hostess quarantenni capaci di risolvere qualsiasi problema in quaranta minuti (2), il bello di Lufthansa e’ che per qualche motivo ci sono delle particolari cerimonie tra passeggeri, che non ci sono in Air France. Supponiamo che siate in una fila di tre posti, e che dobbiate sedervi verso il finestrino. Ma il posto sul corridoio e’ occupato, onde dovete chiedere al passeggero di alzarsi.

 

Sugli aerei di Lufthansa, esistono tre rituali coi quali potete chiederlo.

 

  • Rituale Allegrone. Indicate il posto che intendete occupare con un sorriso a 86 denti e gli occhi sgranati, come fareste con un bambino di 6 mesi. “Bubusette-te! Puccipuccipu, ma guarda questo scrofaletto tirabaci che posticino bello ha occupato col sederino! Ma puccipuccipu! Ah ah ah. Dai, fai sedere papa’ nell’altra sedia, puffoletto bello di papino! Puccipuccipu!“.
  • Rituale Shit Happens. Con un sorriso un pochino meno idiota del precedente e una lieve alzatina di spalle, indicate il posto che intendete occupare, come se foste pieni di comprensione. “Ehi, dai, non ti ammazzo mica. Lo so che ti sei seduto proprio li’, ma non e’ perche’ sei negro. No, davvero, io non ho pregiudizi verso i gay, no. Dai, non puoi fare una tragedia solo perche ce l’hai piccolo, dicono che le dimensioni non contano. Adesso mi siedo e guardiamo insieme la pubblicita’ del Viagra, dai. Aspetta, ho un’idea:  appena arriviamo con tua moglie ci parlo io, va bene? Sono cose che succedono, lo sanno tutti!“.
  • Rituale I’m SO sorry. Indicate il posto che dovete occupare con l’aria di chi fa le condoglianze a qualcuno per la morte dell’amata madre ( colpa dell’esplosione di una carica esplosiva dimenticata  dai chirurghi nell’ utero durante il parto).” Lo so, lo so. Sono sempre i migliori che se ne vanno per primi. Sono dispiaciuto, di sedermi li’. Davvero. Non ho parole di fronte a una tale tragedia. Mi sento come  svuotato dentro. Un uomo finito. Da quando ho prenotato questo posto, ogni giorno e’ un passo verso l’inferno. Ancora non ho deciso come dirlo ai miei figli. Sono cose che ti cambiano la vita, che fanno di te un uomo diverso.“.
Un particolare cenno va fatto ad AirDolomiti. AirDolomiti e’ un partner di Lufthansa  che spesso fa la tratta Monaco/Bologna, mentre la tratta Francoforte/Bologna e’ gestita dalla casa madre. Ora, si tratta di un’azienda del SudTirolo, o roba cosi’, tipo Bolzano. Il vantaggio e’ che le hostess sono molto giovani e molto belle (non hanno ancora 40 anni, la compagnia e’ troppo giovane.), e a bordo si mangia leggermente meglio rispetto al casermaggio che le hostess di Lufthansa ti consegnano gridando “This is Sparta!”.

 

Lo svantaggio e’ che mediamente sarete a bordo con dei tedeschi. I quali parlano tedesco. Il tedesco dei tedeschi. Il personale di bordo, di Bolzano, e’ convinto (come tutti quelli di Bolzano) di parlare tedesco. Cosi’, improvvisamente iniziano a parlare in tedesco-di-Bolzano. Ora, se abitate in GErmania da un pochino, avete fatto l’orecchio al tedesco abbastanza da capire che la roba che parlano quelli di Bolzano NON e’ tedesco. Forse si scrive come il tedesco, ma e’ assolutamente incomprensibile ai tedeschi. E’ come se qualcuno parlasse in un dialetto calabrese e fosse convinto di parlare in italiano.

 

Insomma, ad un certo punto si accende l’altoparlante e una hostess di Bolzano inizia con la sua incomprensibile litania in dialetto bolzanese:

 

“Meaaaaieiiiineh daeaemammenn uhd hhhrrrrerrrhhhhreeaaaiiieennn”,  che suona come “Meine damen und herren” quanto “Signori e signore” assomiglia al romanesco ” ‘a fra’, chetteserve?”. A quel punto, tutti i tedeschi si voltano verso di voi sperando che traduciate quel messaggio in italiano. La cosa migliore da fare e’ aspettare che partano con lo stesso messaggio tradotto in inglese, che per i tedeschi e’ piu’ comprensibile  del  dialetto di Bolzano.(3)

 

Finito con Lufthansa, mi sembra il momento di descrivere Air France. Dunque, Air France e’ un’ottima compagnia, a parte due piccoli problemi. Il primo problema e’ che sono francesi, e il secondo problema e’ che sono francesi. Con tutto cio’ che ne segue.

 

Il fatto che siano francesi significa che pretendono di fare ogni cosa in una maniera francese, il che significa che la fanno in maniera diversa dagli altri. Avete girato aereoporti? Siete abituati ad avere il gate, che so io, A, B, C, D… , e una volta arrivati avete A1, A2, A3, etc etc.

 

Perche’ non siete mai stati a Lione. A lione, avete i gate 23,24,25,26, e poi avete 23A , 23B, 23C, eccetera. Cosi’, forti del vostro sistema di coordinate normale, arrivate a Lione per prendere un aereo e finite nella macchinetta del caffe’. Dopodiche’ vi sforzate di leggere meglio, e finite nella torre di controllo. Ad un certo punto vi spiegano che al LYS le coordinate sono state girate, un pochino come succede ai fisici quando trasformano le coordinate nel centro di un buco nero. A Lione non credono negli spazi di Banach.

 

Air France e’, appunto, francese. Cosi’, non si sognerebbero MAI di basarsi sull’organizzazione, perche’ questa e’ una cosa che fanno i tedeschi e loro, sia chiaro, sono francesi. Air France si basa tutta sulla capacita’ di decisione rapida del personale.

 

Nelle stesse condizioni nelle quali in Lufthansa arriva la hostess 40 enne a risolvere i problemi, perche’ la hostess 40 enne conosce parti dei processi lufthansa meglio di chiunque altro, compreso Dio, Air France fa tutto al contrario, e vi manda incontro dei giovani. I quali non conoscono i processi, ma prendono decisioni. La capacita’ decisionale delle giovani hostess e steward di Air France e’ incredibile, e rasenta i livelli da vecchio testamento. Hai perso il tuo volo per neve? Nessun problema: prendi tuoi figlio, vai sul monte ed offrilo in olocausto. Non trovi il tuo bagaglio? Mandero’ un diluvio e uccidero’ ogni uomo.

 

Non importa che problemi abbiate: i giovani steward e le giovani hostess di Air France prenderanno una decisione e vi diranno cosa fare. Immagino uno steward di Air France sposato con una studiosa di matematica. Lei, china sulla scrivania, sta cercando di scrivere una dimostrazione.

 

  • Uhm… cosi’ mi scontro con la tesi di Church… e diventa tutto indecidibile.
  • Vai al primo piano, chiedi un’anatra al portiere, torna al sesto piano e mangia la felce dei Dupont.
  • Scusa, caro, apprezzo il tuo impegno, ma qui sono ad un punto morto… questo teorema mi fa impazzire.
  • Niente paura, madame: vai dal droghiere, compra due etti di Brie, poi vestiti di rosso e saltella tre volte sotto la Tour Eiffel.
  • Non credo che questo mi aiutera’ a dimostrare il mio teorema…
  • Allora, vai al terminale 36H, compra un barboncino albino, riempilo di cemento e portalo alla reception.
Insomma, il concetto e’ che quando ci sono dei problemi con Lufthansa arriva qualcuno e vi re-inserisce nel punto giusto del flusso gestionale che si e’ interrotto. Questo qualcuno e’ una hostess quarantenne di Lufthansa. Nel mondo dei francesi, trovate ad attendervi una hostess ventenne o uno steward ventenne,(entrambi belli da svenimento e/o spesso di quel meticcio francese-magrebino che attizza ) i quali prenderanno una decisione e vi daranno istruzioni. Qualsiasi problema abbiate. Non importa: loro prenderanno una decisione e vi daranno istruzioni.

 

Questo significa che non esistano hostess quarantenni? Oh, certo che esistono: le mettono a bordo degli aerei. I francesi gestiscono le hostess con la stessa logica dei bordelli italiani del dopoguerra: per stare molto tempo coi clienti, diciamo la parte faticosa, mettono hostess esperte e navigate. Per le cose una-botta-e-via , le decisioni rapide, il primo contatto col pubblico, le esperienze veloci ma intense, mettono quelle/i giovani.

 

Il secondo problema di Air France e’ l’aereoporto Charles De Gaulle di Parigi. Ora, io capisco il fatto che sia un grosso aereoporto. E mi e’ capitato di vedere altri grossi aereoporti. Ma il CGD e’ un perfetto mix tra gli errori architettonici della Malpensa e la Grandeur dell’ epidemia di peste del 1600.

 

Non appena vi mettete piede, venite assaliti da una consapevolezza, che vi colpisce con la forza del frappe’ , quella che ha spinto i francesi a farsi l’atomica. O giu’ di li’. La consapevolezza che non ne uscirete mai. Perche’ se per esempio atterrate, che so io, al terminale 2B, e dovete prendere un aereo al terminale 2D, vi trovate di fronte ad un problema: l’aereoporto di Bologna e’ piu’ vicino.

 

La luce, infatti, impiega 0.633 msec per andare da Parigi a Bologna, mentre impiega 144 anni per andare dal terminale 2B del CDG al terminale 2D. Esistono, e’ vero, delle indicazioni appese al soffitto, peccato che il soffitto sia stato disegnato dallo stesso psicopatico che ha disegnato la stazione di milano” e’ alto circa 30 metri. Il che significa che i cartelli sono visibili solo se siete dei falconieri, oppure se siete dei falchi.

 

Dopo qualche esperienza mi sono abituato, e adesso se arrivo al terminale 2F riesco a raggiungere il terminale 2D con una certa facilita’: se vi abituate all’effetto Doppler, infatti, la velocita’ di curvatura non e’ cosi’ male. E mantiene giovani.

 

Anche Air France ha le sue usanze. Innanzitutto, tutte le hostess con la patacca rossa sono addette alla vostra sicurezza. Poiche’ tutti a bordo hanno una patacca rossa con scritto security, forse era meglio non mettere nessuna patacca e dire semplicemente che tutti sono responsabili della sicurezza. Ma loro, non dimentichiamolo, sono franciosi.
Il rituale che celebrano con piu’ maestria, quindi, e’ quello dell’uscita di emergenza. Arriva la hostess o lo stewart, e vi chiedono se parlate francese. Io, che l’ho studiato e lo capisco abbastanza, di solito rispondo di si’. E loro continuano in inglese. Prima pensavo che il mio modo di dire “Oui” fosse sbagliato, ma poi mi sono reso conto che lo fanno con tutti. E vi spiegano di leggere attentamente, ma davvero attentamente, le istruzioni per il portello. Aggiungendo che comunque in caso di problemi farebbero tutto loro.

 

L’altra cosa buffa di Air France e’ che vi controllano il biglietto all’ingresso dell’aereo. Cosa che non fa nessun altro, ma alla fine tutto torna: con cinque/seicento giovani virgulti che prendono decisioni al ritmo di una al secondo, il rischio di trovarsi nel posto sbagliato aumenta enormemente. Metti che qualcuno sia andato da un decisore rapido lamentando di aver perso il bagaglio, puf: trovarsi sul volo Parigi-Nairobi con un putto  michelangiolesco in travertino, appeso al collo, e’ un attimo.

 

Cosi’, per evitare l’inevitabile entropia che capita quando cinque/seicento fotomodelli prendono decisioni al ritmo di due al secondo, quelli di Air France sono molto prudenti e vi controllano il biglietto quando salite a bordo.

 

C’e’ invece una costante, ed e’ l’italiano che torna da una vacanza. L’italiano al ritorno da una vacanza e’ partito avendo in mente una sola strategia: MAI lasciare valigie al check-in , portare TUTTO come “bagaglio a mano”. Aspettare le valigie e’ male. Satana ama che voi aspettiate le valigie. Le valigie che vengono lasciate al check-in verranno traviate, violentate da giovani negri delle banlieues, inquadrate dallo sguardo granitico delle hostess quarantenni di lufthansa, intrise di liquidi mefitici e topless di Alda d’Eusanio.

 

Poiche’ , ovviamente, l’italiano porta con se’ anche due o tre bombole di ossigeno (non si sa mai, che poi non trovi dell’atmosfera a Parigi, tu lo sai come chiedere l’aria in un negozio a Parigi?) , e arriva a bordo con un bagaglio a mano che ha un certo valore sul mercato immobiliare. Anche se, onestamente, una valigia di quattro piani senza ascensore perde un pochino, eh.

 

Allora l’italiano, che non vuole fare la coda per aspettare la valigia, arriva col catafalco e pretende di farlo passare per bagaglio a mano. Normalmente, siccome sulle tratte per Bologna  ci sono aerei piccoli, vengono fermati sottobordo e caricati nel bagagliaio. Primo problema dell’italiano che torna dalle vacanze: separarmi dai miei preziosi vestiti sporchi? E allora iniziano a chiedere certezze, responsabilita’, chi risponde se la preziosa valigia viene persa: insomma, saltano fuori storie alla Pulp Fiction,  veniamo a sapere di valige che hanno una storia lunghissima, ereditate dal nonno che ci ha fatto Verdun , e poi il Papa’ che ha fatto il Vietnam, che chiunque saprebbe nascondersi un semplice  orologio  da polso li’, con una valigia Samsonite ci vogliono dei veri uomini, mica seghe.

 

Alcuni, cosi’, riescono a resistere e arrivano a bordo con il loro catafalco. Trascinano la gabbia dei polli fino al loro posto, che trovano con difficolta’ perche’ non e’ cosi’ scontato che il 9C si trovi tra l’ 8C e il 10C (che loro nelle materie scientifiche sono sempre stati scarsi, si sentono piu’ creativi, loro vogliono il posto 99D&G) , e a quel punto si trovano a fissare con aria ebete lo Spazio di Banach che costituisce lo scomparto bagagli.

 

Solo dopo qualche minuto di esercizi Zen si rendono conto che in uno spazio metrico, normato, e tutto quanto, il loro catafalco per i polli NON entrera’ MAI , essendo solido, dentro quello scomparto. Dico quelli intelligenti.

 

Gli altri, cioe’ maschi italiani col pizzetto scolpito e orecchino e donne con pantaloni a vita bassa e tacchi da dodici, solleveranno la valigia e la sbatteranno contro il comparto diverse volte, prima di capire che la Portaerei Nimitz che hanno con se’ NON entrera’, probabilmente, nel vano del bagaglio a mano. Tra un tentativo e l’altro tenteranno di spostare le cose gia’ presenti nel vano, come dire che se il pianeta Urano non entra nella zuccheriera della nonna e’ perche’ ci sono rimaste due zollette dentro.

 

E’ importante saperlo per capire che se viaggiate in aereo NON dovete portare con voi nessuna giacca, cappotto, vestito di valore. Sarete tentati, infatti , di riporlo nel vano del bagaglio. Voi, civili, avete portato solo la borsetta del PC portatile, e quindi ritenete vi sia spazio per mettere la giacca , accuratamente piegata, sopra.

 

SBAGLIATO.

 

L’italiano che torna con se’ dalle vacanze con un pianeta Giove  come bagaglio a mano , infatti, prima di arrendersi al fatto che un gigante gassoso non entra nel vano bagagli tentera’ di rimescolare le cose gia’ dentro, fissandovi con aria di accusa perche’ VOI avete occupato troppo spazio, e quindi il suo pianeta non ci entra. Qualsiasi vestito voi abbiate messo li’ , compresa un’armatura del ‘400, ne uscira’ cosi’ sgualcita che in confronto le alpi sembrano rettificate.

 

La cosa migliore e’ portare con se delle giacche sportive da 40 sacchi, e lasciare a casa quelle belle, almeno se come me fate avanti-indietro ogni lunedi’ e ogni venerdi’.

 

C’e’ un ultimo tipo umano, invariante, che merita un cenno. Quello-che-lavora.

 

E’ noto, sin dai tempi immemorabili (ne parla Tacito e , prima di lui, Zenone)  , che nessuno e’ mai riuscito a lavorare in aereo sul proprio laptop. Se estraete un laptop e fingete di lavorare in aereo, siete dei poser. Non e’ possibile, e’ una legge della fisica.

 

Ebbene, quello-che-lavora estrarra’ il suo laptop e lo accendera’. LE sue attivita’ saranno:

 

  • Configurazione delle icone del desktop.
  • Apertura di fogli di excel. Alcune celle vengono cliccate.Chiusura del file di excel, senza modifiche.
  • Apertura di Outlook in modalita’ offline. LEttura email. Risposta (che non puo’ partire). Rilettura della risposta che riposa in Outbox. Cancellazione della medesima.
  • Browsing casuale di files.
  • Spegnimento del computer.
Signori, fatevene una ragione: chi lavora coi PC, oggi, e’ in una rete aziendale. Non e’ possibile, al di fuori di tale rete, alcuna attivita’ lavorativa. Altrimenti la vostra azienda non avrebbe speso soldoni per farsi la rete.

 

Perche’ cazzo, allora, non ve ne fate una ragione e non la smettete di scassare  la uallera ai vicini facendoli rialzare due volte (prendo il PC, poso il PC), se non avete lavorato UNA CIPPA DI NIENTE?
Ecco, dalla Miles&More , passo e chiudo.

 

Uriel

 

(1)Il tedesco e’ un perfezionista.Ai suoi occhi una donna con le rughe e’ difettosa e andrebbe rottamata, come un’auto con delle ammaccature sulla carrozzeria. E’ piu’ o meno la logica con cui divorziano, mi spiegano.

 

(2) Per qualche motivo misterioso, qualsiasi problema abbiate, se entrano in gioco le hostess quarantenni di Lufthansa, in quaranta minuti siete di nuovo a posto. Per capire se ci sia relazione tra l’eta’ e il numero di minuti dovrei vedere una hostess cinquantenne di Lufthansa, ma dicono che la loro visione sia possibile solo ad alcuni bonzi del Tibet. Il governo cinese e’ molto incazzato col Tibet, per questa cosa.

 

(3) Se sei una hostess di AirDolomiti, o un abitante di Bolzano, sappi che si’, sto dicendo proprio questo: voi credete di parlare tedesco, ma quella roba e’ il dialetto di Bolzano, e risulta incomprensibile ai tedeschi. Agli austriaci del sud no, ma credo che sappiate cosa succede in Germania se dite che gli austriaci parlano tedesco. No, non c’entra niente essere nati su un palo della luce. Pero’ aiuta.

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