Verso una polizia europea?

Sto seguendo le vicende di Milano, e sta iniziado a crescere in me un sospetto.E sta cominciando a crescere perche’ poche settimane fa, per l’ inaugurazione della BCE, ho visto succedere la stessa identica cosa, non tanto per le devastazioni (che sono uguali perche’ alla fine se devasti un quartiere, tanto e’) ma per il comportamento della polizia.

I gruppi di devastatori nel nord europa vengono affrontati in maniera diversa, ma non perche’ la polizia sia piu’ “civile” (oddio, a dire il vero lo e’, almeno con chi non fa nulla di male), ma per una ragione: la strategia con la quale si affrontano questi personaggi e’ molto diversa, e specialmente e’ politica.

Immaginate una cosa: immaginate che per il G8 di Genova la polizia non avesse fatto nulla, e si fosse limitata ad arroccarsi attorno al luogo del g8. Ovvero, niente polizia in tutta la citta’, ma solo in un quartiere. Quel quartiere sarebbe probabilmente rimasto intonso, ma cosa sarebbe successo al resto della citta’ lasciata sguarnita?

Probabilmente i nostri eroi si sarebbero sfogato devastando ogni cosa , indisturbati, incendiando ogni auto e demolendo ogni vetrina, colpendo ogni banca ed ogni ufficio postale ed ogni assicurazione, e via dicendo.

E supponiamo che la polizia si fosse limitata a filmarli.

Adesso andiamo al giorno dopo del G8. I cittadini di Genova si svegliano e contano i danni. Case bruciate, auto distrutte, strade devastate. Che cos’hanno a disposizione? LE foto dei vandali che devastano. E di queste foto ce ne sono a bizzeffe, ovviamente.

Che cosa succede a questo punto? Succede che il figlio di Giuliani, che e’ ancora vivo perche’ non ha avuto camionette da assalire, incontra il vicino di casa , cui hanno bruciato l’auto.

E il vicino lo zaccagna di mazzate.

E quando esce dall’ospedale e torna a casa, incontra un altro vicino. Quello cui hanno bruciato il negozio.

E il vicino lo zaccagna di mazzate.

Che cosa voglio dire con questo? Voglio dire che contro i vari “black block/anarchici/rivoltosi/rivotanti &co” esiste la possibilita’ di una strategiapolitica.

La politica , nei paesi democratici, e’ la ricerca del consenso. Se la polizia ti aggredisce, almeno il 50% della popolazione dira’ che sia stata troppo violenta. E potrai raccontare che la polizia abbia caricato anche le parti “pacifiche” dei cortei.

Ma se la polizia NON carica, e tu devasti la citta’, gli unici in scena siete voi. E siete in scena mentre devastate la citta’.

Con questo metodo, queste frange sociali vengono isolate e private del consenso politico. Se oggi prima di sgombrare un centro sociale avete contro qualche consigliere comunale, dopo che i bravi ragazzi hanno devastato la citta’ difficilmente qualche politico potra’ difenderli.

  • La strategia “nordica” per ridurre al lumicino questo tipo di movimenti consiste nel lasciargli devastare la citta’. E poi lasciare che sia la societa’ a vendicarsi.

Il mio esempio del vicino di casa che ammazza Giuliani di botte e’ ovviamente esagerato, ma dobbiamo chiederci una cosa.

  • Quanto benvisti saranno, a Milano, domani, le persone di estrema sinistra che tornano al lavoro?

Certo, potranno passare la vita a dire “io mi dissocio”, ma la loro diluizione in acqua non bastera’ a frenare il rancore di chi ha avuto l’auto bruciata, o quello di chi li ha visti bruciare e distruggere tutto.

Una cosa simile era successa a Francoforte. Durante l’inaugurazione della nuova sede della BCE, la polizia tedesca ha lasciato fare , lasciando devastare un intero quartiere. Ovviamente tutto e’ stato ripreso in diretta, e ogni tedesco ha potuto vedere una sola cosa: “i manifestanti devastano la citta’”

Mi sono chiesto per quale motivo lo abbiano lasciato fare, dal momento che normalmente la polizia tedesca riesce a contenere risse e tafferugli persino all’ Oktoberfest, ove hanno cinque milioni di persone riunite ed ubriache. La verita’ e’ che si tratta di una strategia politica.

Essa consiste in:

  1. Si crea la notizia: quartiere distrutto dai manifestanti no-qualcosa.
  2. La notizia supera ovviamente quella della manifestazione in se’.
  3. I no-qualcosa vengono lasciati da soli sul palcoscenico, e ripresi abbondantemente.
  4. Filmati e fotografie invadono i media, mostrando solo una scena: i no-qualcosa che devastano.
  5. La polizia non appare quasi, in modo che tutta la scena vada sui no-qualcosa.
  6. Anche volendo fare polemiche, ci sono poche foto di poliziotti e molte di no-qualcosa.
  7. Non avendo fatto nulla, alla polizia non puo’ essere imputato nulla.

In questo modo, cosa appare su media e TV (e anche su Internet?). Appare l’unica cosa che c’e’.

In questo modo la societa’ inizia a nutrire, lentamente, diffidenza ed astio verso questi movimenti.

Creati i “cattivi vestiti di nero” bisogna costruire i “buoni vestiti di bianco”. Ed ecco che spuntano i “cittadini volontari di Milano”, che con tanto di vestiario prestampato (1) si mettono a ripulire la citta’.

Ed ecco che tutto e’ pronto: abbiamo i Cattivi-Vestiti-Di-Nero e i Buoni-Vestiti-Di-Bianco. La narrazione perfetta del mondo mainstream.

Che cosa succedera’? Succedera’ quello che succede gia’ nel mondo politico dei paesi nordici: i partiti che si identificano con questi no-qualcosa sono rarissimi, sono chiusi, o prendono percentuali da prefisso telefonico.

La strategia con la quale li si combatte, cioe’, non e’ militare. E’ politica. E consiste nel costruire il dissenso, il fastidio verso queste persone. Sara’ molto difficile per loro essere apprezzati, assunti al lavoro, frequentati fuori dal lavoro, dopo che l’opinione pubblica si e’ formata una simile opinione.

Questa strategia, peraltro, ha costi zero: per ottenere il risultato, la polizia non deve fare NULLA.

Si tratta, cioe’, di persone che si screditano da sole. Si tratta di movimenti che distruggono il proprio consenso da soli.

Quando gli si e’ lasciata devastare la prima, la seconda, la terza citta’, tutto quello che si otterra’ e’ che prima o poi il pretore sara’ legittimatissimo a dire “no” al corteo. Dopo che e’ stato chiaro a tutti che una loro manifestazione consiste nel devastare la citta’, se qualcuno nega loro l’autorizzazione a manifestare, o li fa manifestare nella tundra extraurbana, nessuno si scandalizza piu’.

Un’altra cosa che si ottiene lasciando che questi signori si sfoghino contro i cittadini incolpevoli e’ che viene meno la divisione tra “il corteo buono” e “il corteo cattivo”. Quando la polizia attacca e bastona, qualche fesso ci rimane sempre di mezzo, e siccome e’ vecchio/donna/fogliadifico allora si dice che per colpa dei pochi cattivi blablabla.

Quando invece si lascia che questi signori si esprimano al meglio e ci si limita a filmarli, si vede chiaramente una cosa, come si e’ vista a Milano e prima a Francoforte: che i “buoni” sono fin troppo solidali coi cattivi, che li lasciano muovere e che li aiutano pure. Ovvero, senza caricarli si vede cio’ che effettivamente e’: che non esiste la parte “buona”, quella “festosa e colorata”, distinta dal “blocco nero”, ma alla fine c’e’ il blocco nero e la sua foglia di fico messa li’ per alimentare le polemiche del dopo.

Questo aumenta l’isolamento sociale di chi era li’. Non potrete dire “io ero alla manifestazione ma ero con la manifestazione festosa e colorata”: quando dite che eravate li’, vi beccate gli stessi sputi da colleghi, amici e conoscenti.

La trategia politica contro i no-qualcosa consiste cioe’ nel considerare questo:

  1. Il punto debole di questi movimenti e’ che non sanno conquistare il consenso.
  2. L’unico modo che hanno e’ di farsi picchiare per alimentare (giuste) polemiche contro la polizia.
  3. Finita la manifestazione queste persone tornano nella societa’.
  4. Facciamoli punire dalla societa’.

Se siete conosciuti per essere dei no-expo, grillini compresi, da domani la vita a Milano per voi sara’ in salita. Scoprirete subiti che la spilla no-expo suscita una certa antipatia. Scoprirete che tutta la simpatia va ai cittadini che hanno ripulito la citta’. Scoprirete che non potrete piu’ dire che voi eravate nella parte buona della manifestazione. Scoprirete che non potete piu’ dare la colpa alle cariche indiscriminate della polizia.

Tra due settimane, avrete gettato via la vostra spilla no-expo.

Questa e’ la strategia “politica” seguita dalla polizia nordeuropea contro questi signori. Colpire il movimenti sul piano politico, ovvero sfilare loro il consenso da sotto i piedi.

Quando non avranno piu’ il consenso, quando non avranno piu’ le foglie di fico, quando non avranno piu’ politici in TV a difenderli (tanto saranno inguardabili politicamente), rimarranno soli.

Poche centinaia.

E quelli si gestiscono facilmente.

Il fatto che la polizia italiana abbia dato una svolta e stia iniziando a seguire tecniche “tedesche” (ad onore del vero sono danesi) fa capire che in qualche modo, almeno ad alto livello, le polizie europee si stanno scambiando tattiche e modus operandi.

Stiamo andando verso una polizia europea.

Ma per i no-qualcosa non si tratta di una bella notizia.

(1) Farsi prestampare una casacca con scritto “cittadino volontario” il primo maggio, il sabato di un ponte e una domenica e’ semplicissimo, come e’ noto.

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