Uuuuuuhhhhh, calma, calma

Dunque, calma. Tremonti ha appena finito di parlare del posto fisso e io mi ritrovo gia’ con tre email che mi chiedono di commentarlo. Il che puo’ voler dire semplicemente una cosa: Tremonti ha inteso toccare un argomento sentito per avere visibilita’ e superare Draghi, che invece e’ un sostenitore delle “cure anglosassoni”. Ma il punto non e’ questo.

Tempo fa, circa l’anno scorso, quando una radio online mi chiese un’ opinione sui  Subprime, (ndr: il collegamento era direttamente su archive.org. Per un mp3 di quaratacinque mega. L’ho scaricato ma non ancora ricaricato qua. Richiedetemelo se vi interessaavevo gia’ detto una cosa: il ripensamento riguardo a certe politiche del lavoro era gia’ in atto, e la crisi del subprime sarebbe stata solo uno stimolo ad andare oltre. Per riassumere il mio pensiero, e cio’ che ho detto, il problema del credit crunch nasce essenzialmente dal mondo del lavoro.

Se siete una banca, dovete prestare soldi. Ma se il mondo del lavoro non conosce il lavoro fisso, come negli USA, a chi potete prestare soldi? la risposta e’: a gente con dei lavori molto precari. E ch egenere di credito risulta, dal prestare soldi a questa gente? Credito di cattiva qualita’, ovvero subprime.

Da cui, una semplice constatazione: rendendo precario (o “mobile”) il lavoro, i debiti dei lavoratori perdono di credibilita’, dunque la precarizzazione del lavoro avviene, di fatto, a spese della qualita’ dei prestiti. E quindi della solvibilita’ dei mercati finanziari.

Questa e’ la prima constatazione : lavoro precario = credito di minore qualita`.

La seconda constatazione, dopo dieci anni di delocalizzazioni, e’ che la pratica delle esternalizzazioni e delle delocalizzazioni stesse non abbia dato i risultati sperati. Da un lato si e’ tolto il reddito a coloro che potevano in cambio comprare i prodotti, dall’altro si sono arricchiti popoli che non li comprano.

Se per produrre il mio telefonino da 600 euro pago tanti europei, e’ probabile che essi lo compreranno, perche’ il telefonino fa parte della loro cultura. Se sposto la produzione in asia, gli europei non compreranno il telefonino perche’ sono disoccupati, e gli asiatici si compreranno un WOK. Ma non un telefonino.

Risposta: quando Ford teorizzava che alzare gli stipendi agli operai della ford avrebbe aumentato le vendite di automobili ford, stava dando per scontata una certa omogeneita’ culturale. Cioe’ dava per scontato di stare producendo un prodotto che gli operai avrebbero desiderato. Quello che stanno scoprendo i nostri industriali e’ che delocalizzando altrove la produzione di generi voluttuari, i generi voluttuari stessi poi non incontrano il favore delle popolazioni locali, che hanno ancora le priorita’ delle popolazioni povere e comprano pochigeneri voluttuari.

Le delocalizzazioni in asia hanno prodotto proprio questo: da un lato hanno ucciso il ceto medio nostrano, eliminando quel “lusso dei poveri” che teneva in piedi l’industria dei generi voluttuari. I nostri baldi industriali si illudevano di trovare poi lo stesso mercato in asia, ma hanno fallito. A dieci anni di distanza dalle delocalizzazioni, l’unica vera crescita sostanziale del mercato cinese e’ stata nel campo del riso, della soia, del cemento e del carbone.Per i generi voluttuari i cinesi hanno preferito rivolgersi al made in china.

Cosi’, a dieci anni di distanza, i nostri industriali hanno scoperto di aver distrutto il proprio consumatore, ovvero il ceto medio occidentale, a favore di un ceto medio chefatica a nascere,che ha ancora le priorita’ del vecchio ceto operaio, e come se non bastasse quando opta per dei beni voluttuari opta per prodotti locali, spesso copie economiche di quelli occidentali.

Cosi’, sono essenzialmente DUE i grandi settori che si sono accorti del grosso errore.

Da un lato il settore delle banche e della finanza vede i crediti concessi perdere di qualita’, mano a mano che i dipendenti diventano precari, e il rischio di insolvenza aumenta.

Dall’altro, le industrie assistono ad una ristrutturazione dei consumi delle famiglie, che da ceto medio scivolano sempre piu’ indietro, optando sempre di piu’ per consumi piu’ “sostanziali”: casa, scuola e telefonino.Il che, per chi produce beni voluttuari, e’ un disastro.

Tremonti in realta’ non sta dicendo nulla di strano, perche’ sta dicendo qualcosa che viene dal ventre della bestia: il fatto che FIAt stia crescendo perche’ produce macchine piu’ economiche sembra un buon segno, ma non lo e’, perche’ se il concetto di “macchina media” si abbassa , la competizione va sempre piu’ al ribasso, e i margini peggiorano.

Cosi’, confindustria sta iniziando a premere perche’ venga rafforzato il ceto medio, e allo stesso modo le banche stanno premendo perche’ aumentando il precariato sempre piu’ famiglie si stanno trovando ad avere un solo reddito fisso quando prima ne avevano due, o nemmeno uno quando prima ne avevano uno. Poiche’ molte avevano un mutuo o del credito al consumo, questo credito peggiora di qualita’, e per sostenere questo rischio  le banche stanno dovendo emettere bond sempre piu’ costosi.

Credo che nel futuro, di posizioni come quella di Tremonti ne vedremo sempre di piu’, e presto anche il ventre della Lega iniziera’ a scalpitare, perche’ il precariato si sta estendendo anche a quel cedo paramedio che formava i suoi elettori. Anzi, il fatto che sia Tremonti il primo a parlare cosi’ lascia pensare che il messaggio arrivi anche dal ventre leghista.

Non c’e’ nulla di speciale, quindi, in quanto succede, se non nella risposta di Epifani:” chiedete a confindustria”.

Epifani sa bene di essere colpevole del precariato, perche’ fu Treu ad inventarlo, ma ancora di piu’ sa di essere un servo di confindustria. Poiche’ non sa ancora che confindustria stessa sul precariato abbia cambiato idea, si sforza di passare la palla a qualcuno che l’ha passata, probabilmente, a Tremonti.

In tutto questo, cioe’ , emerge un corpo economico e finanziario che sta mutando, ed un sindacato che sembra vivere in un altro ottocentesco pianeta, abitato ancora dai padroni del vapore. Presto questa posizione si diffondera’ dalle aree dell pancia leghista e di confindustria fino a tutto l’elettorato leghista e a tutta confindustria. Quello che sembra effettivamente fuori fase in questa lotta e’ Epifani, che usa una posizione polemica ma sterile, mentre almeno gli altri sindacati si preoccupano di avvicinarsi alla posizione di Tremonti.

Ed e’ questa la vera , unica notizia: la risposta stupida di Epifani.

Uriel

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