Uscita dall’unipolarismo, II.

Continuo sul discorso dell’unipolarismo  e mi riallaccio a quello dei toni catastrofici per notare che i giornali stanno dando un grande risalto al fatto che l’economia cinese abbia superato in PIL quella giapponese, o sia li’ li’ per farlo (giusto), descrivendo questa cosa come “guerra del PIL”.

 

Sulla notizia primaria c’e’ poco da dire: una nazione da 1.300.000.000 di persone ha superato una nazione da 130.000.000. Fantastico: a tutt’oggi, quindi, mi aspetto che il PIL procapite cinese sia un decimo di quello giapponese. Insomma, alla cina basta che ogni cinese, in media, guadagni un decimo di un giapponese per superare il Giappone in PIL.Non era una sorpresa, quindi, un simile sorpasso.

 

Anzi, possiamo prevedere anche di piu’: considerando che gli USA fanno trecento milioni di abitanti , quando i cinesi avranno, procapite,  circa un quarto del PIL  degli americani, la CINA superera’ anche gli USA. Dov’e’ la sorpresa?

 

Che cosa fanno i cinesi, dunque? Lavorano per guadagnare di piu’. Siccome col tempo guadagnano sempre di piu’, allora crescono.

 

La vera domanda e’: perche’ lo chiamiamo “Guerra”? Perche’ i giornali definiscono “Guerra del PIL” il fatto che i cinesi lavorano per portare piu’ soldi a casa, e piano piano ci riescono?

 

Insomma, una guerra e’ una catastrofe. Ci si bombarda, si ammazza la gente, si abbattono edifici, si distrugge ogni cosa. E’ questo che e’ successo? No. In realta’ la Cina ha prodotto lavatrici, vestiti, strade, ha costruito edifici, case, uffici, fabbriche. Insomma, l’esatto opposto di una guerra. In fondo, le stesse cose che facciamo noi quando andiamo a lavorare.

 

Il Giappone ci ha rimesso , con l’avanzata della Cina? Direi di no, anzi: il Giappone vende parecchio in Cina, e se la cina non fosse cresciuta cosi’ il Giappone sarebbe messo ancora peggio(1).

 

Insomma, e’ una grossa cazzata chiamare “guerra” quello che e’ successo: si tratta di un paese che cresce, punto.

 

Se tutte le guerre del passato si fossero combattute a colpi di PIL, per dire, il mondo sarebbe stato un posto di gran lunga migliore.Se anziche’ assalirsi, saccheggiarsi, bombardarsi, assediarsi, invadersi, i paesi europei avessero gareggiato costruendo sempre piu’ beni materiali, producendo sempre piu’ benessere, facendo crescere i redditi, probabilmente la storia sarebbe stata molto diversa (e probabilmente migliore) di quello che e’ stata. Sarebbe stata molto piu’ bella per tutti una seconda guerra mondiale “combattuta a colpi di PIL”, questo e’ certo.
Sicuramente Repubblica e’ un giornale catastrofista, poiche’ di fatto e’ una riedizione dell’ Unita’ (dopo essere stata colonizzata dagli ex della Pravda, Colombo e Serra) , e quindi deve usare toni apocalittici per ogni cosa, dal momento che il suo target di lettori si restringe al farlocco di vario tipo.

 

Ma , ripeto: non c’e’ nulla di simile ad una “guerra” nel fatto che il PIL cinese stia raggiungendo quello giapponese. Anzi: col migliorare dei redditi miglioreranno alimentazione, situazione igienica e situazione medica, e probabilmente si salveranno vite umane anziche’ distruggerle (come si fa invece in guerra).

 

Ma perche’ e’ cosi’ facile cascare nel tono apocalittico per una notizia tutto sommato buona (dopotutto, non e’ che io odiassi i cinesi e gli augurassi di restare poveri, eh) ? La ragione e’ che avevamo considerato”Occidentale” il Giappone, mentre la Cina e’ un paese che consideriamo “Orientale”.

 

Questo ci fa capire l’arbitrarieta’ della nostra percezione. Perche’ consideravamo “Occidentale” il Giappone? Perche’ e’una democrazia? Mah, l’intera classe politica giapponese e’ di fatto una casta chiusa, molto simile alla citta’ imperiale giapponese, e l’appartenenza a tale casta avviene di fatto per ereditarieta’ e cooptazione. Il giappone ha avuto 50 anni di governi conservatori e liberisti, anche se il loro concetto di liberismo e’ alieno a noi occidentali.

 

Tutto questo pensare che il Giappone fosse un paese “Occidentale” poteva anche venire dal fatto che i giapponesi, come noi, avessero i grattacieli, che comprassero le auto, che seguissero molte delle stesse mode. Ma questo accade anche in Cina. E la distanza culturale e’ la stessa, anzi: forse il Giappone e’ piu’ alieno della Cina, per certi versi.

 

In definitiva abbiamo pensato che il Giappone fosse occidentale perche’ era nell’orbita geopolitica statunitense. E quindi, adesso che il Giappone e’ in crisi , se la Cina lo supera pensiamo che sia avvenuta qualche genere di sconfitta.

 

MA che cosa, esattamente, e’ stato sconfitto? Come ho gia’ detto, non si tratta di una guerra; non si bombarda nessuno, non si distrugge nulla, anzi si costruisce e si produce. I cinesi comprano anche merci occidentali, come noi compriamo le loro, e quindi qualche beneficio lo abbiamo tutti. Perche’ allora, ognuno a modo proprio, i giornali occidentali parlano di guerre, di sorpassi, di “eventi senza precedenti” usando toni apocalittici?

 

La risposta e’ molto semplice: ad essere sconfitto e’ il nostro sconfinato orgoglio.

 

Rendersi conto di quanto sia sciovinista il proprio orgoglio e’ difficile, sino a quando non ci si scontra con quello altrui. Faccio un esempio: qualche settimana fa, all’uscita degli “Stress tests” italiani e tedeschi, un giornale se n’e’ uscito chiedendosi “ma come e’ possibile che con un debito piu’ alto del nostro e con banche piu’ piccole gli italiani siano piu’ tranquilli sul debito pubblico e sulle banche(2)?”

 

La parte scioccante e’ che noi siamo italiani. Dal punto di vista del tedesco, oltre che cucinare e cucire vestiti, altro non sappiamo fare. Ma specialmente, gli specialisti in sistemi infallibili sono loro. Il sistema tedesco, che loro idolatrano, secondo loro e’ il migliore del mondo. Sapere che le loro banche sono piu’ esposte delle nostre, e quindi il loro sistema bancario ha fallito (in realta’ ha fallito l’orgia Lander/Economia locale)  e le nostre no, li sconcerta.

 

I popoli “ariani” del mondo hanno coltivato , nel tempo , la convinzione di essere popoli in qualche modo benedetti da qualcosa (in fondo sono protestanti, ricordate?) , e per questo che fosse impossibile per tutti gli altri fare meglio di loro. Il solo fatto che qualcuno che non faccia parte della loro “razza” intesa nel senso di Franco Freda (3), li mette ai loro occhi nell’eterna incapacita’ di fare bene quanto loro.

 

Allo stesso modo, la mia italianissima azienda ha vinto tempo fa una gara , sbaragliando diversi concorrenti tedeschi, e piazzando un software nei loro preziosi server tedeschi: mai sia! Come sarebbe dire, che un’azienda  italiana sa scrivere software meglio di una tedesca?

 

Se tutto questo vi sembra odioso, la risposta e’ semplicemente che e’ odioso quando lo fanno a te, ma dovresti riflettere su quando tu lo fai ad altri.

 

Ed e’ qui il punto: quale legge della fisica vieta che un cinese possa fare le stesse cose, sul piano industriale e tecnologico, che facciamo noi? Quale legge della fisica vieta che, lavorando, riescano ad ottenere lo stesso benessere?

 

Niente. L’unica cosa che viene rotta da questo fatto non e’ una legge della fisica, ma la convinzione di essere in qualche modo, biologicamente o culturalmente, predestinati o privilegiati nella corsa verso l’eccellenza.

 

L’idea di razza – afferma Freda – riacquista, in tal modo, un significato originario, col rimando a una visione del mondo ordinata secondo la dottrina platonica del kosmos. Il kosmos, ovvero un pluriverso razziale di contro all’universo del caos  indifferenziato. Un pluriverso di forme (le razze) conchiuse e compiute, tra loro non omologabili e nemmeno equivalenti. Secondo la dottrina del Fronte Nazionale  ogni razza vale di per sé, ogni razza è chiamata a occupare il suo posto – differenziato – nel mondo, andando, così, a comporre appunto il kosmos.
Nella nostra visione nazista del mondo, cioe’, ogni razza deve occupare il proprio posto, ed occupare di diritto un dato posto. Allora l’occidente e’ il posto ricco e prospero, l’asia lavora un sacco e mangiano i serpenti e i cani, e gli americani sono cazzuti e un sacco ricchi, yeah, e i brasiliani fanno il caffe e ballano la samba. E questo non perche’ ci siano questioni storiche (che nel mondo degli ariani della terra comprendono solo gli intellettuali) , ma perche’ secondo la visione nazimaoista delle razze, ogni razza ha il proprio posto , definito sin dalla creazione della razza, definito una volta ed una volta per tutte, e stampato nei tratti caratteristici incancellabili delle razze stesse.

 

Ovviamente giornali fatti da ex maoisti come Repubblica non potevano non subire la suggestione di queste teorie, che sono appunto il pilastro del nazimaoismo,  e titolano che il sorpasso sul Giappone sarebbe un atto di guerra: una guerra non tanto come aggressione al Giappone, ma come aggressione ad un ordine naturale che non poteva venire toccato, perche’ si pensava che ad ogni razza competesse un posto nel mondo, di diritto e per semplice consistenza caratteristica.

 

I cinesi, cioe’, non sono un pericolo perche’ effettivamente ci stiano minacciando; nella nostra percezione essi minacciano un’idea razziale di mondo, un’idea ritagliata su un libercolo nazimaoista il cui meme ormai persuade l’intero occidente: la bestemmia insita nella crescita cinese e’ un attacco ad un universo, ad un’idea di mondo basato su un’idea gerarchica delle razze, chiamate ognuna ad occupare, ora e per sempre, un posto preciso nell’ordine mondiale.

 

Era figlia di questa visione nazimaoista del mondo l’idea anglosassone della delocalizzazione; gli ariani del mondo avrebbero gestito i servizi e le finanze, i loro figli non avrebbero lavorato ma gestito la complessita’, mentre altri si sarebbero sporcati le mani. Questa idea nasce nel 1969, quando Freda scrive la Bibbia del nazimaoismo, e il meme si diffonde a tal punto che stentiamo a credere sia stato inventato da zero da un ex terrorista neofascista. Eppure e’ cosi’: la nostra visione del mondo viene da li’: il meme ha prima contagiato gli ambienti neofascisti, e oggi e’ una credenza universale.

 

Chi dice che “i cinesi Copiano”, del resto sta dicendo la stessa cosa: noi italiani abbiamo “la fantasia”  (ogni popolo e’ la sintesi non investigabile dei propri tratti , ricordate? Quindi, noi italiani siamo “la fantasia”: sperfetta intesi non investigabile.) , quindi inventiamo. Se i cinesi fanno cose simili alle nostre, evidentemente ci copiano: essendo cinesi, essi occupano un posto diverso dal nostro, e no, “la fantasia” e’ gia’ occupata. Da noi. Come possono , loro, fare certe cose se non copiandoci?

 

La nostra convinzione che siamo per qualche motivo privilegiati o predestinati , in quanto occidentali, ad occupare qualche posizione nel mondo, ed in particolare quella che abbiamo negli ultimi 300 anni, e’ cosi’ forte che ci viene difficile pensare di poterci trovare, un giorno, ad essere dei paesi poveri, mete di turismo sessuale, con bambini affamati in mezzo alle strade, ci sembra impossibile. Davvero? Prendete una carta geografica, e misurate i continenti. Misurate il rapporto tra risorse ed abitanti. Ho brutte notizie per voi, signori: l’Europa e’ il continente con meno risorse naturali (spazio compreso) per abitante, in assoluto. Questo non significa che siamo condannati; tuttavia spiega come mai potrebbe succedere: se il mondo andasse in una direzione economica nella quale i potenti sono quelli che hanno le risorse  sul proprio territorio , allora i paesi europei saranno quelli meno potenti. Sic et simpliciter.

 

Ma noi siamo ormai imbevuti dall’ideologia di Franco Freda, su scala ormai occidentale, e pensiamo di avere il diritto ad occupare una determinata posizione nell’ordine mondiale, semplicemente perche’ gli italiani sono italiani e gli americani sono americani, e i tedeschi sono tedeschi.

 

Cosi’, un evento tutto sommato positivo, cioe’ l’uscita dalla poverta’ di centinaia di milioni di persone, che normalmente dovrebbe darci soddisfazione, ci sembra un evento tragico, da dipingere come “guerra del PIL”, o almeno con toni apocalittici.

 

E questo, semplicemente perche’ abbiamo un’idea di geografia economica ritagliata sul delirio politico di un terrorista neofascista.

 

Se i commerci nel mediterraneo continuano a crescere a questo ritmo, entro una decina di anni i tedeschi si dovranno chiedere come sia possibile che l’ Italia resista cosi’ rispetto al declino poderoso che ha preso la Germania (4), guarderanno meravigliati Tuirchia ed Egitto crescere e si chiederanno come sia possibile per dei non-tedeschi costruire un sistema di successo,  la penisola scandinava, finora sostenuta dal petrolio del mare del nord, vedra’ declinare le sue preziose conquiste (5) e si chiederanno come mai altri paesi, che pure si assestano al nuovo equilibrio, se la passano meglio di loro.

 

Non credo che il sorpasso cinese sia un problema. Credo sia una buona notizia, in generale. Ma il vero problema e’ per chi ha assorbito pensiero nazimaoista , sapendo cosa fosse o meno, e vede sfidati i pilastri del cosmo , quando alcune razze non stanno nel posto che sono chiamate ad occupare.

 

E allora bisogna gridare alla guerra, all’apocalisse, alla Fine.

 

Mah, sara’ la fine di un’ideologia della superiorita’ figlia di uno sciroccato fascista, al massimo.

 

Uriel
Per riflettere, da ascoltare nell’ordine proposto:
(1) I guai del Giappone iniziano con una delle peggiori speculazioni bancarie/immobiliari della storia mondiale.La crisi attuale e’ un pezzetto del conto che pagano per aver fatto i coglioni con l’immobiliare.

 

(2) Il tedesco , cioe’ il; privato, e’ piu’ indebitato dell’italiano, cosa che rende piu’ urgente per i tedeschi mettere mano al debito. Per quanto riguarda le banche, i Lander hanno comprato i loro bond per ottenere in cambio prestiti ad interessi migliori sul proprio territorio. Le banche, cosi’, si sono trovate a dover pagare sia le rese dei bond che i rischi maggiori sul credito, e per questo hanno scelto investimenti a rischio molto elevato. Oggi ne pagano il prezzo.

 

(3) Faccio notare che la definizione di “Razza” di Franco Freda (il terrorista nazimaoista del Fronte Nazionale ) coincide con l’idea di appartenenza nazionale che tutto l’occidente ha:
Se denominiamo cultura la sintesi delle configurazioni politiche, estetiche, scientifiche, giuridiche, economiche in cui si manifesta un gruppo umano nel tempo, allora ciascuna cultura è simbolo di quel gruppo, espressione del suo radicale sentimento razziale ed etnico. […]sulla razza non si deve discutere, non ci si deve confrontare: se mai specchiare. La razza è sangue, è nervo. Non pone interrogativi. È un elemento, come l’aria, come il sole, non un argomento e razzismo significa non disprezzo della altre razze ma fedeltà alla propria razza, riconoscimento della specifica forma di vita che la segna, rispetto a tutti i nessi, interiori ed esteriori, superiori ed inferiori che la ordinano
Il grassetto e’ mio. Ci troverete molte somiglianze con il pensiero leghista. Il che e’ essenzialmente vero, e fa della Lega un partito nazimaoista, molto simile alle idee del Fronte Nazionale.Ma, se osservate bene il modo di pensare comune riguardo alle nazioni extraoccidentali, piuttosto diffuso ovunque.

 

(4) Hanno avuto un aumento del PIL del 2.2%, e tutti i nuovi lavori sono meno pagati dei lavori a stesso ruolo di un anno fa. In pratica, vendono di piu’ ma non riescono a far rimanere in Germania i soldi, e specialmente non riescono piu’ a farli finire nelle tasche dei tedeschi.

 

(5) Abbiamo sempr epensato che la ricchezza dei sauditi fosse immeritata e dovuta esclusivamente al petrolio. Guardavamo invece la penisola scandinava, come se loro si fossero sudati il 100% di quel che hanno. In realta’ l’intera penisola era sostenuta dal petrolio del mare del nord, e con il suo esaurimento iniziano a declinare anche loro. Ma loro erano ariani, non come i sauditi, no? Era tutto merito della loro organizzazione, mica del petrolio. Troppo ariani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *