Ma non devono parlare perche’ se aprono bocca diventano subito giudici e ti ritrovi sul banco degli imputati in un secondo. Non lasciarli parlare. Se ci fai caso, Berlusconi ha impedito a Luttazzi & co di parlare. “Parlare”? Hai visto la trasmissione “rai per una notte”? Non era altro che un processo a Berlusconi, nel quale si nominavano tutte le accuse a Berlusconi, e le si trasformavano immediatamente in sentenze. Mancava la difesa, ma questi sono particolari.
Cosi’, non lasciarli parlare. Se appena aprono la bocca, allestiscono un processo. Non devono aprire bocca. Oh, certo, dirai, ma lo faranno sui loro blog? Quali? Io vedo solo blog senza contenuti, e no, non lo fanno sui loro blog: lo fanno sui commenti dei blog altrui.Perche’? Perche’ i loro blog fanno la fine della Red TV di D’alema. Aprono, annoiano, chiudono.
Essi sono intelligenti e colti, pieni di contenuti, solo quando si tratta di commentare (cioe’ di vomitare giudizi) sui blog altrui. Quando vai a vedere i loro… beh. Noia. Yawn. Centomila , tutti uguali. Li distingui dal nome, ma non dai contenuti. Sono tutti degli Sgarbi, dei petulanti, noiosissimi individui che hanno scambiato la parola “critica” per la parola “sentenza” , e la parola “commento” per la parola “sentenza”, e la parola “parola”, (indovina un po’….)per la parola “sentenza”. Tutto cio’ che dicono e’ un continuo, incessante, petulante sentenziare, condannare, sentenziare e condannare. Non sanno fare altro. C’e’ sempre qualcuno sul banco degli imputati per le sue malefatte, e loro guarda caso sono i giudici.
Ma non solo: hanno confuso la parola “opnione” con la parola “condanna” a tal punto che il solo fatto di essere oggetto di opinione e’ oggetto di sentenza, ovvero di condanna. Vianello e’ finito sui giornali? Bene. E’ oggetto di opinioni. QUINDI, per questa gente, e’ oggetto di sentenza. Ovvero di condanna, in questo caso politica.
Secondo punto: non argomentare come se fossi ad un dibattito. Quando disprezzi certe loro azioni (in realta’ non disprezzi questo, ma ci arrivo col prossimo punto) devi scrivere come se scrivessi le motivazioni di una sentenza. “Dal momento che le cose stanno cosi’, ed e’ un fatto, allora e’ cosa’”. Fine.
Non aprire dibattiti, quando parli di loro. Emetti condanne. Definitive. Assolute. Senza attenuanti. Senza possibilita’ di difesa. Neanche l’innocenza deve essere una scusa per fermare la condanna. Sono falsi anche quando dicono il vero. Sono malvagi anche quando sono buoni. Fanno il male anche quando fanno il bene.
Attento per prima cosa alla tua autostima. Quando e’ iniziata la pressione sociale su di me, e’ iniziata la litania del “ti credi troppo intelligente”. Ora, ho avuto la fortuna di dover passare dei test per il QI, e quindi SO quanto sono intelligente.(sia TIB che il QIC in sette versioni diverse). Quindi, se iniziano a dirti che “ti credi troppo intelligente”, semplicemente sottoponiti ad un test serio del QI.
Quando feci questi test, iniziai ad essere immune a questo attacco all’autostima. SO quanto sono alto, SO quanto peso, SO quanto sono intelligente. Nessuno mi puo’ colpire sull’autostima dicendomi “ti credi intelligente”. Non mi “credo” intelligente: ho una misura.
Sai perche’ un giorno ho partecipato ad un concorso letterario? Perche’ siccome scrivo in fretta e senza rileggere nulla (non ce la farei a gestire il blog e lavorare) , la prima cosa che questi colti da operetta facevano era di venire con la penna rossa a correggere. Sulle prime rispondevo “beh, se l’unica cosa che hai da eccepire e’ la forma, evidentemente i contenuti sono a posto”. Poi, capii le loro intenzioni e partecipai a questo concorso. Vinsi. Vincetti. Vinqui. E cosi’ mi liberai di un altro punto debole.
Perche’ questi disgustosi bastardi che si fanno passare per “la parte migliore del paese” sono in realta’ dei miserabili pezzetti di merda. Sono degli uomini da poco. E si attaccano alle cose piu’ meschine, piu’ miserabili, cioe’ alle cose che sono all’altezza della sconfinta distesa di miserie umane che essi sono.
E qui siamo al punto: tu non giudichi quel che fanno. Si’, vedi quel che fanno. Ma quando trovi orribile dire che “Un altro grande marchettaro di Silvio che se ne va, dopo il buon Mike.” in realta’ trovi orribili LORO. Questo e’ il punto. Non e’ la frase che ti fa ribrezzo, ma la forza che li spinge a pronunciare la frase.
Hai notato che loro valutano pochissimo l’idividuo in se’? Hai notato quanto peso diano alla societa’? Alla TV? All’ambiente? Non c’entra con la politica. E’ funzionale. E’ funzionale a proteggere dal giudizio la loro miserabile umanita’.
Proviamo a pensare che l’individuo, la monade umana, esista. Se esiste, la monade umana e’ fatta di qualche sostanza, ha delle qualita’. E questa sostanza puo’ essere buona o cattiva. Malvagia o benefica. Le qualita’ potranno essere positive o negative.
Capisci il problema? Essi negano l’individuo perche’ se esiste allora puo’ essere giudicato per quel che e’. E se puo’ essere giudicato per quel che e’, la loro miserabile umanita’, la loro condizione orribile , disgustosa, oscena , abominevole potra’ essere riconosciuta, giudicata e condannata.
Se giudichi l’individuo per quello che fa, oh, la loro vita e’ facile: basta solo un pochino di blablabla, e anche andare da una vedova in sedia a rotelle a dire “Un altro grande marchettaro di Silvio che se ne va, dopo il buon Mike.”, diventa un’azione difendibile.
Ed in effetti e’ cosi’, perche’ il giudizio sulle azioni dipende dal contesto.
Ma c’e’ qualcosa che sfugge, che va oltre. Che e’ la persona. Potra’ essere giusto o giustificabile il fatto che , con la famiglia in lutto, si dicano cose simili e le si metta su Facebook. Ma chi fa rimane un pezzo di merda.
Hai presente la figura del boia? Si potra’ discutere che lo stato abbia o meno il dovere o il diritto di uccidere. Ma anche laddove si giustifica la pena di morte, il boia e’ il boia. Una volta lo si incappucciava. Nei plotoni di esecuzione hai (avevi) il diritto di sparare in alto, in altri c’era un proiettile a salve, per dare al soldato la speranza di non essere lui, il boia.
Yoss, l’azione e l’uomo sono cose diverse. E se e’ vero che si puo’ giustificare la pena di morte, e’ vero che per la figura del boia c’e’ sempre un certo silenzio. Quale persona vorrebbe fare il boia? Quale forza lo spinge?
Cosi’, non farti ingannare: il problema non e’ se la condanna a morte sia giusta o meno. Il problema e’ che pezzo di merda sia uno che fa il boia per scelta.
Il problema non e’ se Vianello sia o meno degno di biasimo , cioe’ la sentenza. Il problema e’ che merda umana sia quello che lo va a scrivere su Facebook, che lo va a scrivere sui commenti dei blog. Non guardare alla sentenza di morte, o alla legge sulla pena di morte: chiediti che personaggio sia il boia, posizionalo sulla scala dell’umanita’.
Giudica la persona, Yoss.
Non interrogarti sulla sentenza. Ne’ sul processo, ne’ sull’accaduto. Ne’ sulla legge.
Chiediti chi sia il boia. Chiediti perche’ qualcuno debba desiderare di fare il boia. Di farlo gratis. Quale forza lo spinga.
Non devi censurare i commenti. Devi censurare le persone. Quando dicevo che la selezione all’ingresso migliora il comportamento, non intendevo che selezioni le cose che scrivono. Significa che selezioni le persone.
Durante l’estate, l’emilia si riempiva di personaggi che venivano dal sud convinti di essere a pornoland, che tutte le donne fossero li’ ad aspettare loro (unici veri maschi del paese), ed altro. Sai cosa facevo? Prendevo una PR vestita in maniera sensuale e la tenevo con me vicina all’uscita. Osservavo come la guardavano. Ci mettevo un secondo esatto a capire chi tener fuori.
Non perche’ io avessi misurato un comportamento. Dopotutto, arrivavano, gli schizzavano gli occhi dalle orbite, poi sussurravano piano agli amici , i quali sistematicamente, uno ad uno, facevano la TAC alla ragazza. In quel momento si erano giocati l’ingresso, ma non lo sapevano. Nei loro sguardi animali avevo letto tutto quello che mi serviva, avevo visto di che sostanza fossero. Non li tenevo fuori per qualcosa che avevano fatto. Li tenevo fuori per quegli sguardi nascosti, per quei “guarda la puttana”, per quei “eh qui e’ diverso”. Perche’ avevo misurato che cosa loro fossero. La loro sostanza.
Allora, Yoss, non far partire dibattiti sul fatto che la sentenza contro Vianello sia giusta o meno. Chiediti semplicemente perche’ ci siano cosi’ tanti volontari per la poltrona di boia. Perche’ ci siano tutti questi volonterosi carnefici pronti a scrivere questa frase su ogni angolo di internet. Che tipo di gente siano, i volontari boia. Come si posizionino nella scala dell’umanita’.
La sentenza su Vianello, Yoss, puo’ essere giusta o sbagliata: quella frase puo’ essere o meno la punizione giusta. Quello che devi chiederti e’, invece, perche’ questi personaggi si offrano volontari per fare i boia.
Una sentenza puo’ essere giusta o meno, ma il boia rimane sempre un pezzo di merda. Specialmente se lo fa gratis, e per vocazione.
Ad un certo punto, ho deciso di giudicare anch’io. E non si e’ salvato nessuno.
Uriel