La prima domanda che occorre porsi quando si va a vedere il numero di donne uccise da uomini e’ che tali uomini siano loro familiari nella stragrande maggioranza dei casi. In questo senso, occorre porsi una domanda: per quale motivo il pericolo arriva dal conosciuto e non dallo sconosciuto?
La logica vorrebbe che si incontri piu’ facilmente il pericolo incontrando sconosciuti , o camminando in luoghi sconosciuti, che quando camminiamo in luoghi piu’ conosciuti. Se ti imbatti in un pericolo in un luogo sconosciuto sei in una situazione piu’ logica di quando ti imbatti in un pericolo in un luogo conosciuto. Per questo cio’ che e’ sconosciuto fa piu’ paura: essenzialmente, associamo alle situazioni sconosciute, ai luoghi mai visti e alle persone mai incontrate prima un livello di pericolo piu’ alto.
Se andiamo sul particolare, notiamo tre cose:
- Le donne picchiate o uccise sapevano che quell’uomo era pericoloso.
- Le donne picchiate o uccise sapevano che in casa correvano pericoli.
Certo la stampa va a nozze con la storia che le vittime avevano denunciato ma la polizia non ci ha fatto nulla. E’ come dire che qualcuno ti aggredisce, tu chiami la polizia ma non fuggi. Probabilmente tu chiami la polizia E fuggi. Come si deve fare di fronte ad ogni pericolo.
Cosi’ abbiamo DUE domande generiche:
- Perche’ cosi’ tante donne non fuggono da compagni violenti?
- Perche’ cosi’ tante donna VIVONO con compagni violenti?
Alla prima domanda puoi rispondere solo indagando sui vincoli materiali, quando parliamo della seconda invece il problema e’ diverso.
E’ diverso perche’ sapere che un maschio sia un prepotente, o un violento, non e’ questione del senno di poi. E’ questione del senno di PRIMA.
Se vado indietro nel tempo, quando ero un pochino un alieno tra i coetanei e certe cose le vedevo “da fuori”, posso ragionevolmente dire una cosa: il maschio violento PIACE.
PIACE.
Vado indietro con la memoria al mio liceo. Gli adolescenti sono psicopatici a modo loro, e vivono in tempesta ormonale, ma ricordo i miei compagni di classe con una certa chiarezza. Alcuni erano dei prepotenti rodomonti dai voti pessimi , vestiti alla moda e atteggiamenti che all’epoca erano detti “rambismo”. Ma non erano tutti. C’erano il Simone introverso e riflessivo, che reagiva alla forza solo se costretto. C’era il giuseppe grande e grosso , tutto sport e famiglia. Gia’ evitavano di litigare con lui perche’ era grosso e alto, poi lui se ne stava molto tranquillo a farsi gli affari suoi. C’era il Davide un poco lento ma decisamente una persona innocua. C’era Alberto il secchione, libri e casa. Mai visto litigare.
Poi c’erano quelli che definivamo “i stianaz”, in ferrarese per indicare persone rissose, cazzoni violenti, oggi forse diremmo balordi.
Ora, visti da fuori i maschi meno violenti, piu’ sensibili, per certi versi visibilmente dolci, per le ragazze erano trasparenti. Trasparenti sul serio. Come se non esistessero. Perche’ erano sistematicamente e solo attratte dai peggiori.
Voglio dire, se un tizio ogni santa domenica va a tifare per una squadra che piu’ del tifo ha il colera, come il Migliaro, e trova anche il modo di scazzottarsi, e se ne vanta, e io fossi una donna, eviterei a tutti i costi di trovarmi nella stessa stanza con lui. Cioe’, tu lo SAI che e’ violento. Se un altro tizio opprime e rompe le palle agli altri compagni minacciandoli e tormentandoli, specialmente i piu’ deboli, e io fossi una donna, lo eviterei come la peste.
Ma non era proprio quello che ricordo. I piu’ ricercati , per tutta l’adolescenza, erano rigorosamente quelli dagli atteggiamenti piu’ evidentemente violenti ed aggressivi. C’era solo da scegliere tra altri ragazzi , alcuni anche belli, ma poco aggressivi, poco vistosi, dall’atteggiamento educato e gentile. Ma loro sceglievano altrimenti, TUTTE. Anzi: la cosa era cosi’ marcata che anche ragazzi poco adatti al ruolo, cioe’ ragazzi che non stavano con la violenza neanche a morire, “facevano gli sboroni”, ovvero fingevano di essere violenti, aggressivi e prepotenti al solo scopo di piacere alle ragazze.
Ora, occorre una riflessione su questo.
Che genere di mondo ci aspettiamo, riguardo al “femminicidio”, se le ragazze sin da adolescenti preferiscono il maschio piu’ violento e trovano letteralmente trasparenti i maschi meno aggressivi? Se passano l’adolescenza a fidanzarsi con teppisti e bulli coi quali – a ragion veduta- dovrebbero temere di rimanere da sole nella stessa stanza, che genere di destino otterranno?
Quando ero in Marina potevo osservare equipaggi piu’ corposi di maschi. Se chiudete un centinaio di ventenni in una nave per mesi e poi li rilasciate in una citta’, ovviamente usciranno dalla nave col preciso scopo di accoppiarsi. Il problema e’: chi ci riesce? Anche in questo caso, ad adolescenza finita, devo dire che la situazione non cambiava molto. Quelli piu’ efficaci erano quelli che sorvegliavo per evitare nonnismo, i piu’ aggressivi e i piu’ violenti. Persone con le quali una donna avrebbe dovuto evitare di avere qualcosa a che fare, erano invece i piu’ richiesti. Giravo per la citta’ e incontravo i marinai piu’ scolarizzati, meno aggressivi e piu’ giudiziosi insieme a farsi le pizze o in giro per cinema, o in giro per la citta’ , di solito non accompagnati, e i “peggiori” sempre con la loro “preda” a fianco.
Anche i ricordi universitari, e anche quelli che ho avendo fatto il buttafuori in alcune discoteche per pagarmi gli studi, non sono differenti. I problematici erano quelli preferiti dalle ragazze.
Ho visto cambiare questo atteggiamento attorno ai 30/35+ anni quando improvvisamente le poche donne rimaste libere sembravano allora preferire i maschi MENO aggressivi, ma c’era da dire che quasi tutti i maschi (specialmente i piu’ aggressivi) erano gia’ accasati, e se facciamo una classifica, si erano presi le ragazze piu’ “gettonate” . Interessante, perche’ se questo e’ il risultato di una selezione, otteniamo qualcosa come l’elemento alfa di un branco di lupi che si accoppia solo con l’elemento alfa di un branco di lupe.
Sembra sensato, almeno per i lupi , ma il punto e’ che l’elemento alfa del branco umano viene misurato -e preferito – per la sua violenza, prepotenza, agressivita’. Se ha senso per una lupa stare con il maschio che picchia tutti gli altri, NON ha affatto senso per una donna stare con l’uomo che aggredisce fisicamente e picchia tutti gli altri -ammesso che non sia in carcere.
Il “femminicidio” domestico e’ il risultato OVVIO di una societa’ ove le ragazze PREFERISCONO sin dall’infanzia il maschio piu’ violento, piu’ prepotente e piu’ aggressivo. Una dinamica simile non puo’ produrre altro.
Questi maschi non vengono evitati, discriminati o guardati con paura, come sarebbe logico fare. Sono addirittura PREFERITI agli altri.
- Il maschio piu’ aggressivo, violento e prepotente e’ il preferito rispetto ai maschi magari piu’ riflessivi, piu’ gentili , piu’ educati e piu’ dolci, che sono invece disprezzati.
- Una volta conosciuto e approcciato il maschio peggiore possibile, anziche’ fuggire dalla loro violnza queste donne si SOTTOMETTONO, rendendo pagante la violenza stessa, travestendo la sottomissione da “amore”, “perdono” e non so che altro.