Ukraina e cos’e’ la propaganda.

Ukraina e cos'e' la propaganda.

Ukraina e cos'e' la propaganda.

In passato, quando i cazzologi del web parlavano di “fake news”, ho sempre risposto che esiste eccome un metodo per distinguere una notizia dalla propaganda, ma la mia definizione non faceva altro che dimostrare come esistano DUE propagande, e anche coloro che si mettevano a fare il debunking delle “fake news” in ultima analisi erano propagandisti.

Perche’ il problema e’ questo: un mondo ove TUTTI fanno propaganda e’ esattamente quel mondo che non consente a nessuno di spiegare cosa sia la propaganda.

Allora, la questione dei profughi Ukraini ci fornisce un clamoroso esempio di questo effetto. Come mai gli Ukraini sono piu’ benvenuti, che so io, di quelli che sono fuggiti dalla ex jugoslavia, che erano altrettanto bianchi (e sia chiaro che i siriani non sono poi tanto scuri) o dei caucasici?

Ecco, il problema sta proprio nella propaganda. Partiamo dalla definizione:

la propaganda e’ l’uso della liberta’ di parola contro la liberta’ di pensiero.

Siccome la liberta’ di parola e quella di pensiero vengono spesso considerate la stessa cosa, prendiamo l’esempio degli ukraini.

“Stanno arrivando in Europa cinque milioni di Ukraini in fuga dalla guerra.”

Questo e’ un fatto, ovvero la notizia (verificabile in molti modi) , e quindi non puo’ essere considerata una fake news.

Ma anche “stanno arrivando in Europa quattro milioni di siriani in fuga dalla guerra” e’ altrettanto verificabile.

Quindi non e’ un problema di “fake news”, e dobbiamo tornare alla mia definizione.

Se mi sento dire che stanno arrivando tutti questi profughi, io cosa penso?

Perche’ la liberta’ di parola e’ di dire che stanno arrivando i profughi, ma io posso pensarne bene (e’ un dovere accoglierli, finalmente saranno al sicuro, i bambini potranno riprendersi, etc). Oppure posso pensarne male: “stupreranno le nostre donne, ci ruberanno il lavoro, schiacceranno un welfare gia’ insufficiente, etc).

Sino a quando ho solo la notizia reale, sono ancora LIBERO di pensare quel che voglio. Sta a me dare una valutazione: e’ un bene, o un male?

Quindi, liberta’ di parola e di pensiero sono due liberta’ del tutto disgiunte ed indipendenti: tu puoi dire quel che vuoi, io posso pensarne cio’ che voglio.

Adesso arriviamo alla propaganda: quando io uso la liberta’ di parola per ingabbiare il pensiero. E allora scrivo:

“Allarme stupri, stanno arrivando in Europa cinque milioni di Ukraini in fuga dalla guerra.”

Quelle due parole che io ho aggunto all’inizio cambiano completamente il messaggio. Non siete piu’ liberi di pensare quel che volete, perche’ comunque la parola stupro conduce il vostro pensiero in direzione di un giudizio negativo.

I debunkers di professione adesso mi diranno che basta smascherare la fake news degli stupri, ma non e’ una fake news: vi posso garantire che Ivo Balboni, pensionato di Cesena, e’ allarmatissimo per gli stupri. Sto riferendo dei fatti reali. Potete chiedere a Ivo Balboni, se non ci credete. Quindi c’e’ l’allarme stupro e ci sono i profughi.

(in ogni caso e’ noto che l’arrivo di milioni di profughi provoghi una vampata iniziale di criminalita’, quindi anche il debunking sara’ debole).

Ed ecco il punto: scrivendo “Allarme stupri” all’inizio della frase, ho usato la mia liberta’ di parola (o di stampa) CONTRO la vostra liberta’ di pensiero, perche’ e’ difficile pensare qualcosa di buono di un “allarme stupri”.

Quindi, ricapitolando:

  • “Stanno arrivando in Europa cinque milioni di Ukraini in fuga dalla guerra.” NON e’ propaganda, per la semplice ragione che ho completa liberta’ di pensare cio’ che voglio, e decidere se sia un bene o un male.
  • Allarme stupri, stanno arrivando in Europa cinque milioni di Ukraini in fuga dalla guerra.” invece E’ propaganda, perche’ rende piu’ difficile alla mia mente pensare che sia un bene.

Il problema, pero’, non e’ che la seconda stesura dica il falso sugli stupri. (un paio di carceri ukraine si sono aperte, e i prigionieri sono fuggiti) Il problema e’ che IMPEDISCE di formare LIBERAMENTE un’opinione. Potrei farlo anche in positivo:

“L’Europa impara dagli errori del passato: stanno arrivando in Europa cinque milioni di Ukraini in fuga dalla guerra.” In questo caso, riferendomi al trattato di Dublino, la notizia e’ veritiera. E siccome e’ difficile pensare che sia un male aver imparato dagli errori del passato, mi e’ difficile pensare che l’arrivo dei profughi sia un male. Ho perso, quindi, liberta’ di pensiero.

La diminuzione di liberta’ di pensiero e’ l’ UNICO criterio che distingue il giornalismo dalla propaganda. E allora ha senso dire che:

la propaganda e’ l’uso della liberta’ di parola contro la liberta’ di pensiero.

Adesso l’affermazione e’ evidente. Ma se procediamo con questa definizione, scopriremo subito che la stampa occidentale fa uso di propaganda almeno altrettanto di quella russa, e ci troviamo nella situazione imbarazzante di pensare che il <nostro giornale preferito> sia altrettanto cattivo del <nostro giornale detestato>.

Quindi bisognera’ alzare obiezioni a cazzo , al preciso scopo di difendere <nostro giornale preferito>

Per esempio, qualcuno mi dira’ che se io parlo di un omicidio ho tolto al lettore la possibilita’ di pensarne bene. Ma non e’ vero: il semplice A uccide B non dice a nessuno cosa pensare. “A si difende e uccide B” invece mi fa pensare bene di A, mentre “A viene ucciso mentre aggredisce B” fa un effetto diverso.

Ma il problema e’ che potrei essere dell’opinione che voglio per tantissime ragioni. Per esempio: mi spiegate per quale motivo le forze armate Ukraine accettano anche le donne, ma solo agli uomini e’ vietato lasciare il paese per arruolarsi?

Ukraina e cos'e' la propaganda.

Come vedete, posso pensare quel che voglio davvero di tutto. Ma proprio di tutto.


Una volta stabilito che il criterio per distinguere la propaganda dall’informazione e’ la liberta’ di pensiero , tutti cominceranno a pensare che si’, ho ragione e al massimo sono troppo rigoroso sull’applicazione.

Fino a che, non parlo di Covid edi vaccini. Perche’ ad un certo punto arriva qualcuno “che crede nella scienza” e mi dice

“ma tu non PUOI pensare quel che vuoi, perche’ non sei competente. Quindi la propaganda e’ sempre informazione, anche se non ti lascia altra scelta che pensare in un certo modo”.

Assolutamente no: nel periodo del Covid si e’ usata, riguardo ai vaccini, una quantita’ enorme di propaganda, e questo NON e’ un bene. Sia chiaro, non ho detto che si sia detto il falso: ho gia’ mostrato che a fare la propaganda non sia la verita’ o meno delle notizie, ma “se la loro scrittura lascia al lettore la liberta’ di decidere cosa pensarne“.

Il problema della “scienza” come la si e’ usata durante la pandemia e’ proprio questo, ovvero che la si e’ usata per impedire alle persone di pensar male dei vaccini. Poi si scopre che “Sputnik V” come vaccino non funzionava, e non ha mai funzionato: vorrei chiedere come si sentono, a San Marino, ad aver pagato per una patacca.

Ma il punto non e’ se sia stato vero oppure falso: il punto e’ che ad un certo punto qualcuno e’ uscito spiegando cosa bisognava pensare dei vaccini.

Sia chiaro: non hanno detto solo cosa bisognasse FARE coi vaccini. Voglio dire, ci sono tantissime cose che sono obbligatorie ma non servono a niente: sono obbligatorie, quindi devi farle, ma nessuno pretende che tu ne pensi bene.

Per esempio, io pago il canone televisivo tedesco ogni mese. E’ obbligatorio e quindi lo faccio, ma nessuno cerca di convincermi che sia anche giusto, buono e anche bello farlo.

Seora uscisse un articolo

“Crimine odioso: le persone non pagano il canone obbligatorio televisivo”, non solo mi stanno dicendo che pagare il canone e’ obbligatorio, ma vogliono farmi pensare che sia anche buono.  

Ed in generale potremmo discutere se pagare il canone sia buono o meno, ma il punto e’ che se non abbiamo opinioni diverse non potremo mai discuterne.


Ripeto: questa mia definizione funziona sempre. Il diverso trattamento riservato ai profughi Ukraini e a quelli di altra provenienza lo fa capire: la notizia del loro arrivo e’ stata caratterizzta da un approccio completamente propagandistico.

Certo, la notizia di un incendio nel palazzo ove viviamo e’ qualcosa che fatichiamo a considerare buona, quindi si dovrebbe dire che si tratta di propaganta, e la cosa buffa e’ che lo e’: il fatto di non poter pensare bene (o male) di qualcosa non e’ necessariamente qualcosa da evitare.

Moltissime notizie non contengono la piu’ pallida possibilita’ di pensare bene o male della tal cosa: dobbiamo distinguere i due casi, ovvero dobbiamo chiederci se oltre all’informazione ci sia qualcos’altro.

E’ ovvio che “questo palazzo sta bruciando” sia una notizia di cui e’ difficile pensare bene: del resto, oltre al fatto non e’ stato aggiunto niente. Se invece scrivo “Problema migranti: questo palazzo sta bruciando”, sto aggiungendo qualcosa che non serviva a dire che il palazzo stia bruciando, ma a farmi pensare male dei migranti.


Direi quindi di aggiungere una parola alla definizione:

la propaganda e’ l’uso deliberato della liberta’ di parola contro la liberta’ di pensiero.

E qui dovremmo averlo cristallizzato bene.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *