Uai fai , ma che fai?

Ho accolto con estremo scetticismo il fatto che Maroni si sia speso per far abrogare la legge che disciplinava il wifi, dal momento che sapevo benissimo come sarebbe finita: che il nuovo regime, cioe’ il regime dei giudici, si sarebbe opposto ad un sistema che sfugge alla possibilita’ (da parte dei magistrati) di spiare chiunque senza particolari limitazioni , nemmeno quelle imposte dalla Costituzione.
Tecnologicamente parlando, le telco sono gia’ perfettamente in grado di mettere punti wifi ovunque: chi viaggia ha certamente incontrato i “Vodafone Hotspot”, o i “T-Mobile hotspot” , piuttosto che i “Punti O2”. Si trovano negli hotel, in alcuni aereoporti, e in altri luoghi ad alta frequentazione.
Dal punto di vista delle Telco, non c’e’ nulla di strano: si porta la fibra in un punto, ove si dispone di un router che permette a tutti di attaccarsi. Una volta collegati, potrete tranquillamente navigare, a patto di identificarvi: sino a quando non avete dato username e password, infatti, non potete navigare. Del resto, potete tranquillamente comprare online le ricariche usando la carta di credito, quindi sareste anche identificati.

 

L’affermazione, quindi, secondo la quale gli hotspot sarebbero pericolosi per la sicurezza non identificando gli utenti della chiamata e’ del tutto fuorviante: esistono gia’ le tecnologie che servono per rendere identificabile il chiamante. E’ sufficiente far inviare un SMS con la password a chi richiede l’accesso alla rete , e si e’ identificato l’utente: tu entri nella wifi, il sistema ti chiede un numero di telefono, tu lo dai, il sistema ti manda un SMS con la password e tu la ricevi e inserisci, e poi navighi. E’ semplice, e la tecnologia esiste gia’. Non e’ che il protocollo PAP lo abbiano inventato per altro, eh.

 

Ma il punto non e’ questo: la tecnologia e’ solo una scusa. Se identificare un utente e’ semplicissimo, il problema e’ che in rete e’ facilissimo comunicare su uno strato SSL, cioe’ e’ possibile la comunicazione criptata. Siccome programmi come Skype (che comunica su uno strato SSL) sono diffusissimi anche sui tablet (e pure su android Gtalk col supporto voce, sempre su SSL) , il problema e’ che avere tutti questi punti wifi crea la possibilita’ concreta di parlare senza venire intercettati.

 

E questo non va giu’ ai magistrati. Perche’ dico proprio ai magistrati?Perche’ chi prende la parola e’ proprio uno dei portavoce de-facto della cassazione: Piero Grasso, Procuratore nazionale antimafia. E’ sottoposto alla vigilanza del Procuratore generale presso la Corte di Cassazione che riferisce al Consiglio Superiore della Magistratura. Piero Grasso e’, insomma, una delle voci dei giudici.

 

Che cosa ci dice questo signore? Ci dice che se lasciamo il wifi libero, potranno usarlo anche i mafiosi e i pedofili. Ovvio. Anche lasciando libere le strade cittadine, le potranno usare anche mafiosi e pedofili. E se vendiamo carta e penna in giro, le potranno usare mafiosi e tamto per cambiare ai pedofili.
In pratica, l’ideologia totalitaria (ed eversiva)  della magistratura e’ che nulla che possa essere usato da mafiosi e pedofili per parlare tra loro (strade, aereoporti, parchi pubblici, piazze cittadine, boschi , spazi di banach, telefoni, cessi pubblici, stanze con la porta chiusa) deve poter sfuggire al GRANDE ORECCHIO che, in nome della lotta al crimine, ha il diritto di poter ascoltare tutti.

 

Quando lavorai sulla rete italiana, avevamo uno strano requisito: non potevamo fare nessun servizio che non fosse disponibile alle intercettazioni, ovvero per il quale non ci fosse un bel cavo con destinazione Pomezia, il quale trascriveva ogni cosa accaduta sul dispositivo di rete. Siccome numerosi dispositivi di rete “intelligente” iniziano ad usare SIP (almeno tra loro) e SIGTRAN, allora quello che si penso’ all’inizio era di criptare le connessioni, ma ancora… NO. Non si deve criptare niente, perche’ il regime dei giudici non tollera che qualcosa sfugga alle loro intercettazioni.

 

Questa disposizione e’, oggi, estesa ad ogni cosa: il magistrato non tollera piu’ che esista uno spazio nel quale non possa ficcare l’orecchio e spiare. Per questa ragione, la magistratura si sta scontrando sempre piu’ con il problema della cifratura.

 

Sia chiaro, che se fosse per i magistrati SSL e HTTPS (le “connessioni sicure”) in Italia sarebbero ancora vietate, del resto crittografare una chiamata vocale o anche semplicemente modificarla (persino uno scrambler non e’ ammesso) e’ punito dalla legge con sei anni di detenzione.(no, non sto scherzando). Il sogno del regime dei giudici e’ che diventi un reato anche crittografare le connessioni su internet: purtroppo (per loro) l’enormita’ della richiesta apparve chiara sin da subito, e cosi’ dovettero soprassedere. Ma non era la prima volta.(1)

 

Cosi’, adesso arriva al problema della wifi urbana: nella mente malata dei giudici di regime, e’ ovvio che la possibilita’ di parlare tra persone sulla wifi e’ un assurdo. Se io ed un’altra persona andiamo in un bar, ci sediamo ad angoli diretti, e stabiliamo una comunicazione punto-punto con un client SIP, per dire, o con un protocollo P2P come quello che arriva con Ubuntu , non utilizziamo un router e non passiamo per internet: ci limitiamo a chattare tra vicini. E’ come se stessimo conversando , se fossimo seduti l’uno di fronte all’altro, ma non ci si potra’ intercettare a meno di non spacchettare i dati. Se fossero crittografati, non ci sarebbe speranza.

 

Perche’ dico che i giudici sono preoccupati di non poter fare intercettazioni ILLEGALI? Me lo dice la vicenda di Skype, che essendo un servizio molto diffuso era un servizio che preoccupava molto i magistrati.

 

Anche sulle lunghe distanze l’incubo dei giudici si chiama Skype. Skype trasmette usando un protocollo basato su SSL, e sfortunatamente (per i giudici fascisti) le chiavi sono troppo lunghe per essere criptate. Cosi’, tempo fa i giudici chiesero all’azienda di sapere come spacchettare il protocollo A LORO PIACIMENTO. Skype Limited rispose che era assolutamente disponibile a cooperare con la magistratura, semplicemente con una richiesta nei tempi e nei modi consentiti dalla legge. Ma questo non era quanto richiesto dai giudici, che volevano un accesso illimitato ed arbitrario alle comunicazioni, e non volevano sottoporsi alle leggi italiane, che essendo garantiste non potevano tollerare che i cittadini fossero spiati a quel modo.

 

Sinche Skype era limitato alle connessioni adsl private e alle offerte di 3 (che poi passa in chiaro le telefonate dopo il gateway) , tutto andava bene. Ma adesso ci si e’ aggiunta google talk, che maschera il chiamante dietro il numero del proprio gateway, e richiede una richiesta NEI TERMINI DI LEGGE per svelare chi abbia chiamato chi.

 

“In termini di legge” significa che per esempio l’intercettazione dovrebbe durare al massimo tot giorni (45?), ma quello che fanno i magistrati e’ di intercettare per anni (commettendo quindi un crimine)  e poi prendere i tot (45?) giorni che servono loro, mentendo nel dichiarare che quelli siano stati gli unici 45 giorni di intercettazione. Durata che, se dovete fare una richiesta scritta  ad un’azienda, non e’ possibile nascondere.
Ma ancora una volta, l’ultimo miglio rendeva confidenti i magistrati: sinche’ possediamo l’ultimo miglio, siamo a posto: possiamo ancora spiare chi vogliamo a patto di sapere chi sia e dove sia.

 

Il guaio e’ che ultimamente le cose si stanno complicando: i tablet e i telefoni che supportano la WIFI e skype (o altre piattaforme di instant messaging su SSL) sono in aumento continuo. Ormai e’ possibile che quasi tutti gli smart device possano fare chiamate voce su IP, o che possano almeno teoricamente ospitare un client capace di farlo.

 

La cosa che confortava i magistrati era che, in questo caso, si potesse risalire all’ IP del sorgente delle chiamate. Si fa l’intercettazione ambientale (vi piazzano una cimice in casa o in ufficio per sapere cosa dite, insomma), e siccome tracciamo l’ IP sorgente e vi registriamo, sappiamo che parlavate col tizio di quello e proprio di quello.

 

Adesso immaginate la magistratura golpista alle prese con una situazione quale segue: a chiunque, in un luogo qualsiasi (e quindi nell’impossibilita’ di mettere una cimice per ascoltare quel che dice) e’ consentito di telefonare usando una connessione cifrata , con un telefonino qualsiasi (o con un tablet) , verso chiunque altro nella stessa situazione.

 

Ovviamente, una magistratura fascista e ormai dichiaratamente golpista non puo’ tollerare che si restituisca agli italiani la possibilita’ di comunicare in piena liberta’, liberta’ che e’ garantita da un apposito articolo della costituzione, come “anticorpo” per l’antifascismo.

Che cosa vuole fare, la magistratura? Semplice:

 

Un esempio e’ proprio nelle ultime vicende di Ruby. Si voleva indagare su berlusconi, ma non potendolo intercettare si e’ ricorso ad intercettare le persone che telefonano a lui. Poi si e’ passati a intercettare le persone che qualche volta telefonano a lui ANCHE QUANDO non telefonano a lui. In pratica, per intercettare le chiamate dirette ad A si sono intercettate le telefonate tra B e C. Se nessuno ci vede la evidente violazione di almeno un paio di articoli della costituzione, ovvero una sovversione dell’ordinamento italiano, e’ perche’ ha le fette di veltroni davanti agli occhi.

 

Faccio notare l’enormita’ del caso: siccome non posso intercettare le chiamate che arrivano ad A, e non posso nemmeno essere sicuro che le chiamate che arrivano ad A siano registrate (qualcuno potrebbe avvertire A di essere spiato, o potrebbe saperlo), allora intercetto le chiamate tra B e C, che magari non sono nemmeno indagati, (requisito in passato -e teoricamente- indispensabile per ottenere un’intercettazione, ma ormai la magistratura e’ completamente eversiva)  mentre parlano di A.

 

Ora, se prima era gia’ dubitabile che A, parlando di se’ stesso al telefono, dicesse sempre la verita’, e’ assolutamente improbabile che B e C, parlando di A, dicano sempre la verita’. Se io parlo con mia moglie dicendo che una mia collega e’ l’amante del capo, e’ una prova che il mio capo molesti sessualmente la mia collega?

 

La verita’ e’ che la magistratura vuole essere regime, e vuole esserlo arrogandosi la possibilita’ arbitraria e illimitata di intercettare le comunicazioni di tutti i cittadini. Non a caso, in nessuna citta’ italiana ormai si possono  condurre grossi affari senza pagare il fio a qualche magistrato che ascolta ogni cosa; non a caso oggi per condurre un affare in pace due italiani devono andare a discuterli a Londra , altrimenti arriva il parente/amico del magistrato che ti spia e vuole la sua fetta di torta.

 

Adesso ovviamente arriva il Maroni e puf, cerca di liberalizzare le wifi, come in molti paesi del mondo. Apriti cielo: subito si parla di pedofili e di mafiosi (i quali hanno capito l’antifona da anni e usano pizzini , mica scemi) , per dire che no, se un luogo di comunicazione puo’ essere usato da mafiosi e pedofili per comunicare, DEVE essere teoricamente intercettabile.

 

Quali sono i posti nei quali mafiosi e pedofili possono sedersi a chiacchierare?

 

strade, aereoporti, parchi pubblici, piazze cittadine, boschi , spazi di banach, telefoni, cessi pubblici, stanze con la porta chiusa.

 

Dunque, va da se’ che tutti questi posti, in maniera diretta e/o indiretta, sono spiati o spiabili. Rimane il grosso scoglio dei protocolli SSL, i protocolli cifrati. Ai magistrati fascisti proprio non va giu’ che le persone possano comunicare senza che loro possano ficcarci il naso.

 

Cosi’, non illudetevi: le restrizioni che Maroni ha tolto dalla legge sul wifi torneranno, in un modo o nell’altro. Perche’ il problema non e’ quello di ascoltarvi legalmente, il problema e’ quello di ascoltarvi ILLEGALMENTE.

 

Come fanno quotidianamente.

 

Se il problema fosse di ascoltarvi di identificarvi, basterebbe un SMS con la password inviatovi al momento dell’accesso. Ma il problema e’ che da quel momento potreste stabilire una connessione cifrata, e questo alla magistratura fascista ed eversiva proprio non va giu’.

 

Parola di Grasso.(2)

 

Uriel

 

(1) Le richieste enormi del regime dei giudici non finiscono qui. Qualche anno prima iniziarono a sospettare che il semplice “dare uno squillo (o piu’ di uno)” potesse diventare un codice di comunicazione: “uno squillo significa si, due squilli significano no”. Poiche’ se non avviene alcuna risposta la comunicazione non viene fatturata, non si produce alcun CDR. E quindi non la potevano vedere nei tabulati di chiunque. La richiesta dei magistrati, per poter spiare ANCHE quello, fu di far pagare gli squilli senza risposta, in modo da avere la traccia degli squilli.

 

(2) Non mi raccontate che la magistratura negli ultimi anni stia combattendo la mafia. Gran parte degli arresti sono condotti dai vari reparti della polizia, e semmai la magistratura si e’ occupata di piu’ di processare uomini in divisa che hanno partecipato alle grandi operazioni antimafia, con scuse che nel tempo si scoprono infondate (come per il caso dell’esplosivo per l’attentato a Falcone). Le forze dell’ordine stanno attaccando la mafia, mentre i giudici assolvono o liberano i  mafiosi e incriminano invece uomini delle forze dell’ordine. Questi sono i risultati.

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