Tutti i problemi del capitalismo in una sola lettera.

Tutti i problemi del capitalismo in una sola lettera.

Tutti i problemi del capitalismo in una sola lettera.

Quando si discute dei problemi del capitalismo, entrano in campo tutti i vari intellettuali che amano i grandi discorsi sui grandi sistemi. In realta’ , a mostrare i problemi del capitalismo “at its best” e’ una lettera che leggo oggi sulla Repubblica, nella quale lo scrivente inanella tutti i problemi del capitalismo, uno ad uno, senza dimenticarne nessuno, e lo fa in un caso pratico.

La lettera cui mi riferisco e’ questa:

https://www.repubblica.it/economia/2019/11/30/news/benetton_attacchi_ingiusti_anche_noi_colpiti_dalle_scelte_dei_manager_-242318788/?ref=RHPPLF-BH-I242328369-C8-P11-S1.8-T1

Ora, si tratta di un documento importante , perche’ raramente succede di vedere un problema sistemico esposto in maniera cosi’ chiara, evidente, insieme alla cultura assurda che ha reso possibili i problemi. E alla sua capacita’ di riformarsi o migliorare.

Perche’ il problema del capitalismo come sistema non e’ che fallisce qui e li’: OGNI sistema e’ imperfetto.

Il problema del capitalismo e’ che e’ INCAPACE DI MIGLIORARE.

Se nel caso del comunismo siamo passati dai disastri del sistema sovietico al “socialismo con caratteristiche cinesi” , che invece ha risolto i problemi piu’ evidenti,(ricordo agli smemorati “liberisti” che il socialismo cinese ha tirato fuori dalla fame 700 milioni di persone in 30 anni: quando riuscirete a risolvere il problema di 3 milioni di disoccupati italiani, fatemelo sapere)  al contrario  il capitalismo ha gli stessi problemi DI CUI ERA AFFETTO ALLA NASCITA, e non si vedono all’orizzonte forme di capitalismo capaci di risolvere o mitigare il problema. Ma non solo: non possono uscire allo scoperto perche’ il capitalista non si rende nemmeno conto dell’esistenza di un problema!

Vediamo i punti salienti.

“Passavamo di li’ per caso”

Il primo problema del capitalismo e’ che si tratta di un paradiso giuridico. Per come e’ costruito, e’ assolutamente possibile avere il 30% di una societa’,  sedere nel CDA, e comportarsi come se non si avesse nulla a che vedere con la societa’. Faccio notare una cosa: che anche gli altri soci del “70%” possono dire la stessa cosa.

In pratica, il mondo capitalista costruisce un paradiso legale, l’equivalente del paradiso fiscale per le questioni penali: tu sei nel CDA, guadagni miliardi (suppongo per via del destino cinico e baro, non certo perche’ stai gestendo l’azienda) e quando l’azienda che gestisci causa un disastro, guardi chi ti chiede spiegazioni dicendo “chi? Io? E che cosa c’entro io? Solo perche’ sono seduto su una pila di soldi con sopra il logo di quest’azienda, state forse insinuando che io la stia gestendo?

Il fatto che tutti gli azionisti di Atlantia possano dire la stessa cosa, aggiungendo poi “ma noi non siamo in Italia, semmai erano i Benetton che sono italiani a proporre i manager italiani!”  , che ci deve far pensare.

Se domani facessimo Terzo Reich SpA, Hitler andrebbe assolto perche’ alla fine dei conti, lui non ha mai gestito la Shoah. Erano Heidrych e Himmler a fare tutto. Il suo errore , al massimo, fu di nominare dei cattivi manager.

Tutti i problemi del capitalismo in una sola lettera.
Gilberto si lava i denti ogni mattina, e pulisce il WC. Gilberto e’ un bravo ragazzo.

Questa parte mostra il capitalismo nel top della sua perversione. In pratica qualcuno era incaricato di mandare avanti le cose. Hanno nominato persone cui hanno dato la totale fiducia, ne garantisce Gilberto The Great, il famosissimo Gilberto-Che-Lavora-Bene (delle cui eroiche imprese non e’ arrivato eco a nessuno, ma sara’ il destino cinico e baro) , e quindi NE SONO PARTE LESA.

Non voglio commentare il fatto che prima Benetton dice che “La Famiglia Benetton non ha mai gestito nulla”, e poi era suo FRATELLO Gilberto a fare le cose. O per loro “fratello” e “famiglia” non c’entrano nulla, oppure bisognerebbe spiegare meglio perche’ “ci pensava MIO FRATELLO ma non era la nostra famiglia a gestire”.

Ora, qualcosa del genere e’ accaduto in passato. Dovete sapere che a dirigere la centrale nucleare di Chernobyl era stato messo un tizio che aveva imparato i reattori nucleari sui sottomarini nucleari. Di conseguenza, non aveva la minima idea di cosa stesse facendo, e la sequenza di errori lo mostra chiaramente: nella sequenza di ordini impartiti non ce ne fu UNO giusto.

Ora, immaginate che il Kremlino avesse detto che “ok, lo abbiamo messo noi un incapace in quel posto, ma ci siamo fidati ciecamente di lui perche’ siamo intelligentissimi e capacissimi , e poi si sa come lavora mio Nipote Gilbertsky”. Quindi, il comunismo e’ la prima VITTIMA del reattore di Chernobyl, e non il colpevole.

Il capitalismo e’ un sistema nel quale un manager INCAPACE DI DISTINGUERE UN CIALTRONE DA UNA PERSONA SERIA nomina altri criminali cialtroni a dirigere i lavori, ma anziche’ essere responsabile di quanto accade nella catena delle conseguenze, come successe col comunismo, non solo RIFIUTA la responsabilita’ ma si mette a puntare il dito sulle persone incompetenti e criminali che ha messo a fare il lavoro.

A me spiace, ma il Politburo ci fa un figurone: se non altro, e’ noto che la COLPA del disastro di Chernobyl e’ da attribuire ai malfunzionamenti e alla carente meritocrazia del sistema sovietico. Ma nel caso del capitalismo, non solo non si dichiarano colpevoli , ma si dichiarano “responsabili incolpevoli”. Cioe’ il Benetton dice che si’, era loro responsabilita’ nominare le persone giuste, ma non accettano di essere visti come colpevoli. (Garantisce Gilberto, che si lava i denti ogni giorno e pulisce il WC: lo sanno tutti).

Questa distinzione tra responsabilita’ e colpa e’ una delle principali perversioni del capitalismo, che e’ strutturato per fare in modo che i responsabili di una strage possano essere anche innocenti, perche’ essersi fidati ciecamente di una pila di cialtroni criminali NON SEMBRA ESSERE UNA COLPA.

Ma dai, mettiamo dei manager criminali , menefreghisti e incompetenti a dirigere autostrade. Cosa potrebbe mai andare storto?

In pratica, essere alla radice della catena degli eventi con delle scelte del management “perlomeno discutibili”  non sembra essere un fallimento, anzi: recitano anche la parte delle vittime!

E sia chiaro: le regole del capitalismo danno loro ragione. Non e’ Benetton ad essere un malvagio irresponsabile che naviga nello spazio tra una coscienza pulita ed una coscienza mai usata. E’ l’intero sistema capitalista che e’ strutturato per commettere le peggiori malvagita’ ed autoassolversi.

Il capitalismo gioca sul sottile equivoco che passa tra avere la coscienza pulita e avere una coscienza mai usata, ancora nuova dentro la scatola.

Ma non usare la coscienza puo’ essere un modo per tenerla pulita, non per essere innocenti. Non sempre chi ha la coscienza pulita e’ anche innocente: chi non ha mai usato la coscienza, per esempio, ne potra’ esporre una immacolata. Anche dopo aver commesso le peggiori atrocita’.

Ma andiamo avanti:

Tutti i problemi del capitalismo in una sola lettera.
Argomento del giorno: siccome non ho uccuso nessuno in camera da letto e non ho ucciso nessuno in salotto, allora non posso aver ucciso qualcuno in bagno. E se non mi credete, chiedete a Franco.

Innanzitutto non e’ chiaro chi sia questo “chi ci conosce”, che viene citato in continuazione come fonte di attendibilita’. Almeno se si facesse un nome, potremmo andare a chiedergli “senti, ma questi Benetton sono persone serie?”. Ma siccome si tratta di un anonimo, non sapremo mai a chi chiederlo.  Diamo un nome a questi anonimi continuamente citati “chi ci conosce”: Franco e Antonio. Loro due I benetton li conoscono (qualsiasi cosa voglia dire): lo so, il ragionamento fa acqua, ma ex falso quodlibet sequitur.

Insomma, i Benetton ci stanno dicendo che loro non c’entrano e se non ci credete chiedete pure a Franco e ad Antonio. Ineccepibile, non e’ vero?

Poi vabe’, la solita fallacia logica: “siccome l’imputato non ha ucciso nessuno quando aveva dieci anni, quando ne aveva tredici e quando ne aveva ventuno, chiaramente non ha ucciso nessuno a trentotto”. E quindi siccome non succedono disastri in altre aziende, non puo’ essere colpa dei Benetton se succedono li’.

Qui la domanda sorge spontanea:

com’e’ che non c’entrate un cazzo quando succede una strage e crolla un ponte, mentre e’ tutto merito vostro se non succede una catastrofe all’Aereoporto di Roma, ne’ con Autogrill?

Perche’ qui arriva un’altra perversione del sistema capitalista: se le cose vanno bene e’ tutto merito degli azionisti. Guardate come lavora bene la nostra famiglia. Specialmente Gilberto-Il-Saggio.

Poi succede un disastro, e allora ecco che gli azionisti non c’entrano piu’ un cazzo di niente. “Chi, noi? Ma secondo te, uno come Gilberto c’entra qualcosa? Ma hai sentito Franco e Antonio?”

Tutti i problemi del capitalismo in una sola lettera.
Se escludiamo il fatto che si e’ autoassolto, non cerca giustificazioni. Se le avesse cercate, gli dovevate anche dire grazie per aver migliorato il paesaggio di Genova?

Adesso siamo in piena “Silicon Valley”. Dove i problemi si chiamano “sfide”, e il problema della mafia e’ che l’organizzazione non si mostra all’altezza del diritto penale moderno.

Rephrase, Rephrase, Rephrase, e tutto va giu’. Ma che vuole dire con “non e’ stato mantenuto il controllo necessario su tutti i settoridi un sistema cosi’ complesso?”.

Allora: “mantenere il controllo” e’ un altro nome per “amministrazione” o “management”. E “gestire la complessita’ ” e’ il motivo per il quale il management si fa pagare milioni.

Non si capisce quindi per quale motivo sia stata l’organizzazione a non essere all’altezza, quando sono mancate due diligence e management, che vanno garantite dal CDA, non genericamente “l’organizzazione”: la stessa organizzazione con manager che tenevano il controllo e che gestivano la complessita’, avrebbe funzionato.

E poi, che cosa nell’organizzazione avrebbe fallito? Se osserviamo quanto sappiamo, l’organizzazione funzionava benissimo: i problemi del ponte erano noti, i tecnici stilavano i rapporti e mandavano gli allarmi. L’organizzazione si e’ mostrata all’altezza, e ha funzionato benissimo: lo stato di pericolo del ponte era noto.

Erano i manager che hanno fallito, non l’organizzazione. Qui siamo ad un altro problema della cultura capitalista: prima si dice che il CDA non ha colpe perche’ aveva delegato ai manager sbagliati, poi si assolvono i manager dicendo che la colpa era dell’ “organizzazione” . Scommettiamo che alla fine la colpa andra’ a qualcuno che aveva fatto i controlli, aveva rilevato i problemi e scritto i rapporti, ma non aveva usato il colore rosso giusto nelle celle di Excel?

Benetton parla di “tecnici che falsificano le rilevazioni”,e quindi sappiamo gia’ a chi andra’ la colpa.  Ed e’ qui il punto: a parte che anche la scelta dei tecnici e’ una questione di competenza professionale del management,  il problema e’ che il sistema capitalista e’ strutturato apposta per distribuire le colpe verso il basso: alla fine, il CDA passava di li’ per caso, il management era fidato perche’ lo dice Gilberto, e se non ci credete chiedete a Franco e Antonio, e il problema e’ l’organizzazione, pardon: i “tecnici”.

Incredibile il pippone sul risparmio: in pratica , Benetton si autoassolve dicendo che sono assurde le accuse di non aver speso quei tot milioni di euro per fare manutenzione , risparmiandoli : non ci si guadagna mica! I soldi risparmiati finiscono solo nelle tasche degli azionisti, ma sappiamo bene che loro erano li’ per caso. Alla fine, il costo del disastro e’ ben maggiore , a patto di omettere che ai Benetton non succedera’ nulla perche’ sono , e chi conosce Gilberto lo sa, del tutto innocenti, anzi sono vittime e magari chiederanno anche i danni!!!

Il costo e’ ben piu’ alto, su questo concordo,  ma il sistema capitalista fara’ in modo che a pagarlo siano altri. Ed e’ questo il problema.

E quindi, secondo Benetton chi aveva il movente economico per causare il disastro? Ma saranno i tecnici che , di propria volonta’ e SENZA ALCUNA PRESSIONE DALL’AZIENDA (ne sono certo) sono pagati da Satana in persona per falsificare i dati.

Tutti i problemi del capitalismo in una sola lettera.
Quando sei un tecnico e Satana ti chiama per dirti che ha fatto il bonifico.

Il tutto finisce con il solito pippone, ove si mostra che il capitalista proprio non capisce il problema. Gli sfugge il punto.

Tutti i problemi del capitalismo in una sola lettera.
Sono in tanti ad augurarsi che la giustizia faccia il suo corso. 

Qui il Benetton cerca di farci sapere che anche lui sa usare frasi fatte. Lui si augura che la giustizia faccia il suo corso, ma dimentica che sono in tanti ad augurarselo, e (purtroppo) se lo augurano molto piu’ forte di lui.

L’appello alle istituzioni poi raggiunge la somma del ridicolo: dopo aver appena scaricato il barile, come se i Benetton fossero dei passanti capitati nel CDA per caso, e aver additato i tecnici come unici colpevoli,  nella stessa lettera dice che “non cerchiamo capri espiatori”.

Benetton dice che le istituzioni e i giornali dovrebbero scegliere un linguaggio migliore, ma onestamente Benetton non mi sembra la persona giusta per insegnarlo. Questa lettera ha l’unico pregio di far passare Di Maio dalla parte della ragione, cosa che nemmeno Beppe Grillo era riuscito a fare. Un’impresa titanica. Forse e’ Benetton che  potrebbe usare un linguaggio migliore?

Che la scelta del capro espiatorio sia la scelta piu’ semplice mi trova anche d’accordo, ma se ogni “anderweitig unschuldig” si mette a proclamarsi “capro espiatorio”, le cose si fanno anche piu’ che “pericolose”.

Mi ripeto: il problema non sono i Benetton. Anche la vostra acqua potabile e’ gestita da una SpA, cosi’ come i vostri soldi, e il cibo che mangiate. Tutto quello che oggi e’ importante nella vostra vita e’ gestito da un sistema che:

  • Ritiene il CDA meritevole in pieno (e lo premia lautamente) quando le cose vanno bene. Al contrario, lo assolve immediatamente quando le cose vanno male e scarica  tutte le colpe sui meno pagati.
  • Ha sviluppato una cultura settaria nella quale chi ha un compito non ha una responsabilita’, chi e’ alla radice di una catena di eventi disastrosi non ne e’ colpevole, le cattive scelte in tema di management sono un peccatuccio veniale anche se fanno crollare un ponte, e non capisce nemmeno che esiste un problema.

Ed e’ il secondo punto, il problema: il capitalismo non ha solo i problemi che vediamo tutti, ma ne ha uno sopra tutti.

E’ ormai incapace di MIGLIORARE.

Ovvero, e’ obsoleto.

Perche’ da quella lettera trasuda proprio questo: Benetton mette a nudo un modo di pensare, di fare le cose, di vedere se’ stessi. Il capitalista si ritiene una persona che fa lavorare i soldi al posto suo, e come tale non e’ colpevole nemmeno delle persone che paga, dal momento che anche nella scelta della classe dirigente si dice non solo innocente, ma addirittura VITTIMA delle persone… che ha scelto. E rimarca il fatto di essersi fidato ciecamente di quelle persone come se fosse un’attenuante, mentre semmai mostra quanto GRANDE sia stato l’errore e quanto incompetenti siano stati quelli che dovevano “amministrare”, visto che anche la capacita’ di scegliere le persone giuste appartiene alla competenza  professionale dei membri del CDA.

In queste condizioni, e’ inutile aspettarsi che il capitalismo migliori, che si riformi o che possa migliorare. Non possono cambiare, perche’ si ritengono perfetti e innocenti cosi’. Semmai, la colpa e’ “dei tecnici che prendono ordini dal Demonio (ma non dal CDA: giammai!)”.

Personalmente concordo su una sola cosa: che  sia giusto evitare i processi di piazza.

Per questo manderei quei personaggi a Norimberga.

Fonte: https://keinpfusch.net/tutti-i-problemi-del-capitalismo-in-una-sola-lettera/

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