The road to provinciale.

Dopo l’articolo precedente che descriveva la mentalita’ provinciale, mi hanno chiesto in diversi di descrivere l’iter, l’evoluzione dell’essere umano da quando nasce a quando diventa un provinciale. Insomma, provinciale come e perche’, ovvero “come si diventa provinciali”, e quindi “la strada da NON imboccare per non essere provinciali”.

 

Innanzitutto, bisogna dire che esistono diversi tipi di provinciale. Qui ne esamino , diciamo, tre o quattro, le grandi famiglie principali.

Esse sono:

  • Il provinciale Glam/folk. Ha piu’ gadget addosso di un flipper del bar Gino.  Interpreta la moda nella maniera piu’ estrema. Se la cintura va di moda grossa, lui la porta enorme. Se gli occhiali vanno coprenti, lui indossa un parabrezza IVECO. Idem per la femmina. Suo padre/lui  ha la Boutique del Calcestruzzo(0), azienda che unisce la tradizione alla modernita’, quindi e’ qualcuno.
  • Il provinciale Cool/folk. Ha l’aifone, ed e’ minimal e cool. Tutto minimal, di color biancogrigionero , bandite le scritte sui vestiti, banditi gli appigli, aifone e aimac e aipod . Insomma, dopo qualche tempo , tutti lisci e minimal e biancogrigineri, sembrano degli anal intruder ambulanti. Il fine settimana, questo dildo in latex semovente indossa dei pantaloni con milioni di tasche, una maglietta a collo alto e va fuori citta’, a fare i percorsi del gusto e lo slow food.
  • Il provinciale anticontroboicottaro ecoetnico/folk. Lui e’ contro e alternativo. Ed e’ alternativo e contro. Non si sa bene come e perche’, ma cambiera’ il mondo. Il suo cane lo compatisce, e per contrappasso si reincarnera’ in Hugh Hefner. Un altro mondo e’ possibile. Ma lo sai che nella coca cola ci sono i bambini indios spremuti dentro? Assassino! Spesso e’ pure vegetariano. Crede che la fica sia un aperitivo greco.
  • Il provinciale metalpunkdark/folk. Usa ancora le toppe di jeans sul chiodo, o le toppe di chiodo sul giubbotto di jeans. La maglietta nera raffigura, rigorosamente, teste di bambini abortiti da madri impalate da Satana in Persona. Cammina con la mano destra in tasca e gli occhi fissi  al suolo, ad un metro da se’.Il capello gli da’ un aspetto da Shnautzer, e ti aspetti che inciampi da un momento all’altro. Beve birra chimica comprata al supermercato. Ricicla il vetro lanciando la bottiglia contro qualche muro.
  • Il provinciale cattolico tradizionalista/folk(1). Se e’ una donna, e’ bella come un cesso alla turca intasato. Se e’ un uomo e’ uno sfigato e fa il venditore porta a porta, pardon, sales manager. Hanno i valori delle radici cristiane, conoscono canti in dialetto che la nonna considerava roba da vecchi stronzi, diverse volte l’anno si vestono da cretini del rinascimento per partecipare ad un revival del medioevo, (ma duecento anni di ritardo, si sa, a quei tempi capitavano). Sanno ballare danze idiote quali la girostrata bellunese o il camperdengo ciociaro. Vanno in chiesa. Lei e’ l’amante del prete. Lui e’ l’amante del prete. I bambini… vabbe’, dai, non cadiamo in luoghi comuni.

In seguito ad un’epidemia “di fine dell’adolescenza”, solo i primi tre tipi sopravvivono, il metaldarkpunk si adatta e in genere tiene solo un capello lungo e qualche t-shirt nera, oppure evolve (nel caso del punk) in un anticontroboicottaro ecoetnico.

Come si arriva a cio’? Le fasi, essenzialmente , sono tre.

 

-Fase uno: “sono una persona normale”.

 

Gli  attori sono, essenzialmente, tre:

 

“Io, gli altri e tutti”.

 

In questa fase il nostro provinciale si occupa principalmente di ascoltare gli altri. Se legge qualcosa, legge un best seller, cioe’ quello che leggono gli altri. Se compra qualcosa, compra qualcosa di cui gli hanno parlato bene. Se fa qualcosa, fa qualcosa che “dicono che e’ bello”. Se va in vacanza, va in un posto dove sono andati suoi amici/parenti. Se deve decidere, sceglie quello che “si e’ sempre fatto”.

 

Procedendo in questo modo, ovviamente il nostro eroe non fara’ altro che ridurre il proprio cervello ad una cartolina da tabaccheria , tipo “saluti da garlanzino montano”, col monumento di Garibaldi a cavallo e il cielo blu cobalto radioattivo. Poiche’ fa quello che gli hanno consigliato “altri”, e compra quello di cui gli hanno parlato bene e legge solo bestseller,  decide sempre per quello che si e’ sempre fatto, e’assolutamente indistinguibile da chiunque altro nel suo paesello. Questa e’ la ragione per cui il partner lo tradisce: non lo distingue da qualsiasi altro abitante del luogo, compresi cani e paracarri.

 

Questa ossessione si coagula e si manifesta in un termine: “normale”. Essere normali e’ la ragione della  vita. del provinciale Tutto cio’ che e’ fuori dalla normalita’ e’ fonte di guai e ovviamente spiega e giustifica ogni guaio possibile. Quando succede qualcosa a qualcuno, tipo “fa un incidente tornando dal pub”, la risposta e’ “non poteva fare come le persone normali e andare nel bar, lui. NO! Deve andare al pub, lui! Eh, e che cosa ti aspetti?” Se stuprano una donna, eccolo, con il suo malvagio autocompiacimento: “eh, non poteva uscire col marito come  fanno le donne normali, lei, eh no! Siamo emancipate, siamo! Dobbiamo fare di testa nostra e andare all’anagrafe da sole!”. Qualsiasi cosa ti capiti di male e’ perche’ non hai fatto come fanno tutti. Se non fai come fanno tutti, nella sua malvagia visione del mondo e’ inevitabile che poi ti capiti qualcosa di male.

 

Insomma, il nostro eroe desidera prima di ogni cosa essere “normale”, ottenendo esattamente quello che vuole: se registrassimo la sua vita momento per momento, sarebbe indistinguibile da chiunque altro. Forse marchiandolo a fuoco col codice fiscale o tatuandogli un codice a barre le cose cambierebbero, ma il provinciale non lo accetterebbe mai, per via della privacy. Fermo rimanendo che qualsiasi malvagia multinazionale osasse spiarlo nel privato morirebbe di noia dopo i primi 30 secondi, e’ convinto che “quelli la’” vogliano violare la sua privacy per “sapere le cose su di lui”.

 

Considera la normalita’ cosi’ incredibilmente complessa ed eroica  che ai figli dice cose tipo “eh, quando sarai grande vedrai le responsabilita’: pagare le bollette, avere una casa, un lavoro, una famiglia”. Queste cose, che sono normali e non necessitano di alcun particolare slancio eroico, vengono presentate ai pargoli come se fossero la campagna di Alessandro Magno. Ma essere persone normali e’ cosi’ importante ed eroico  che lui saluta dicendo “vado dal barbiere, se le cose vanno male lottero’ fino alla fine”, oppure che so io “vado a fare la spesa, se non dovessi tornare ricordate il guerriero che fui”.

-Fase due: think the same different.

 

Ad un certo punto, il nostro uomo realizza di essere una palla da biliardo grigia e senza numero in mezzo a milioni di palle da biliardo grigie e senza numero. Di essere un filo d’erba in un campo di fili d’erba. Insomma, di non essere niente di speciale. Sa cio’ che tutti sanno, pensa cio’ che tutti pensano, fa cio’ che tutti fanno., decide sempre per le cose che si sono sempre fatte.  Insomma, e’ un tubo digerente con un portafogli, una casa a pochi passi dal centro (ma immersa nel verde), una vita “normale”, cioe’ quella di una dracena morta.

 

Ma lui e’ importante. Lui quando va a lavorare DEVE andare a lavorare. Lui manda avanti la baracca. Lei e’ una donna che ha da fare. Ha una casa da mandare avanti. Cosi’, non accettano di essere due stronzi qualsiasi, o meglio due stronzi particolarmente qualsiasi.

 

Qui inizia, quindi, il processo di tamarrizazione estetica. Se ci pensate, seguire una moda piu’ degli altri e’ un controsenso. Se una moda e’ il fatto di essere qualcosa di comune a tanti, allora la segui come tanti. Cosi’ come non e’ possibile essere il primo a seguire una moda: il “primo a seguire” e’ un anacoluto. Se segui, non sei il primo. Lo stesso dicasi di “creare una moda”, dal momento che se non siete una potenza del marketing globale, creare mode vi e’ impossibile. Risultato: i provinciali si accontentano di essere stati i primi nel loro paesello a fare qualcosa di irrilevante e vistoso. Tutti. Loro non hanno mai seguito una moda perche’ non sono pecoroni. Tuttavia sono “normali” quindi non si vanteranno mai di essere stati fuori dalla normalita’.  Come uscirne? Il segreto e’ “anticonformista”, la parola che indica l’anormale bello.

Cosi’,  per risolvere la contraddizione sono tutti anticonformisti, che in provincia significa “sono stato il primo a Zanzarello sul Benicio a mettere occhiali cosi’”.  Insomma, sono tutti uguali, ma qualcuno e’ piu’ uguale di altri.

Questo concetto di “piu’ uguale” non e’ altro che l’estremizzazione di un qualsiasi tratto che, a detta loro, serva a farli sembrare meno uguali tra loro. Essi faranno una gara a chi e’ piu’ alla moda, diventando cioe’ piu’ uguali, nel disperato tentativo di essere meno uguali.

Nei casi descritti sopra:

 

  • Il provinciale Glam/folk. Inizia a seguire la moda e a diffidare di quelli che fanno le cose a meta’. Cioe’, se la moda e’ la minigonna, si deve vedere il clitoride. Se la moda e’ il tanga, si mettono pantaloni semitrasparenti per far vedere  il tanga. La mamma non vuole? Non sei moderna, che antichi che siete a casa. Occhiali? Occhialissimi! Cellulare? Cellularissimo! Iphone? Iphonissimo! Tutto e’ elevato all’ennesima potenza, in una gara con quella/o la’, che vuole essere alla moda piu’ di me. Alla fine, il nostro provinciale sembra una giostra gitana con un albero di natale addosso.
  • Il minimal/cool. Per distinguersi da questi campagnoli, il nostro eroe decide che lui e’ Steve Jobs. Abolisce qualsiasi genere di scritta dall’abbigliamento , a costo di togliere  manualmente l’etichetta con la taglia dalle felpe. Veste solo di cose bianche, grigie, nere. Ha un’auto minimal, con le maniglie touch. I vestiti devono essere lisci, di un solo colore alla volta. Perche’ lui non e’ un truzzo. Il taglio di capelli e’ minimal, corti in avanti per lui, a carciofo per lei.La parola “decorazione” e’ Satana. Il parallelepipedo e’ DIO. In 2001 Odissea nello spazio, il monolite e’ il solo oggetto degno di nota. E’ troppo cool, troppo minimal. Finisce ustionato in ospedale perche’ crede che il fornello di casa sia touch, invece e’ solo il vetro del forno.Acceso.
  • Il provinciale anticontroboicottaro/etnicofolk. Lui sa. Ma sapere, da solo, non e’ nulla. Perche’ si deve anche vedere, che sa. La principale caratteristica di questa persona che a parole e’ “piu’ consapevole” e’ che tale consapevolezza non e’ una cosa interiore , intellettuale, spirituale. No: si deve anche vedere. Cosi’ non gli basta essere vegano: deve scassarvi la minchia al bar se mangiate il prosciutto, perche’ “lo disgusta”. Perche’ si deve vedere, si deve sapere che e’ vegano. Lui entra al bar e chiede ad un barista sessantenne (che non distingue la coca-cola dal Napalm )una “Zamta-Cola islamosolidale ed equa, con zero zuccheri, carbon free, no CHC, no ZBF“, e una lista di no-qualcosa e di zero-qualcosa che alla fine corrisponderebbe solo al vuoto spinto. Perche’ lui beve solo cose zero-protoni, elettroni-free ed entropy-friendly. Specialmente se scassa la minchia ad un povero barista di fronte a tutti.
  • Il provinciale metalpunkdark/folk.La musica e’ tutto. Dalla musica che ascolti si vede se cambierai il mondo. La societa’ ti teme perche’ compri un CD anziche’ un altro. E piagnucoli. Tutti ce l’hanno con te. Nessuno ti capisce. Non si sa bene il perche’, ma non sempre profanare un cimitero e cagare nel teschio del nonno ti rende popolare. Che strano. La mamma ti dice che sei troppo avanti e questi zoticoni non ti capiscono. Indossi un film dell’orrore. Satana chiama un esorcista se Astaroth e’ indemoniato da un metallaro di Massafiscaglia(FE). Sei cattivissimo. Sei contro. E nessuno ti capisce. E tutti ti odiano. Ma lo fanno perche’ sei “tru”. Perche’ sei contro, anticonformista e devastatore di mode, ma sei “tru”, cioe’ assolutamente ortodosso. La tua mente stordita dalla birra chimica del supermarket non percepisce alcuna contraddizione in questo.Se provi a pensarci, istintivamente lanci la bottiglia vuota contro un muro e ti senti ganzo per questo: hai ferito il sistema con un atto rivoluzionario. Ma quel paese e’ troppo indietro perche’ gli “Sventrated Porcamadonn” non piacciono a nessuno, quindi il tuo gesto non sara’ capito.
  • Il provinciale cattolico tradizionalista/folk(1). Il vero anticonformismo e’ in parrocchia. Perche’ al giorno d’oggi, con il laicismo che impera e il secolarismo che domina il mondo, la vera lotta dura  contro natura senza paura la fa solo Don Paolo. E le radici, ce le siamo dimenticate? E la Proloco? E le radici della proloco? Non e’ il caso di organizzare, allora, un festival medioevale con costumi del rinascimento, piadina e un piatto locale che nessuno mangia piu’ perche’ e’ vietato dalla convenzione di Ginevra? Non sei forse controcorrente se difendi i valori della Chiesa?Non e’ ora che gli uomini giusti scendano in piazza contro questa proliferazione di musulmani transessuali comunisti laici ?
Fatto questo, il nostro idiota di provincia ha una personalita’. E’ diverso dagli altri perche’ e’ piu’  uguale agli altri degli altri. Migliaia di altri sono cosi’, ma lui e’ piu’ uguale a loro di loro. Il metallaro e’ piu’ “tru”, il cattolico e’ piu’ tradizionalista e dice la messa in latino, anzi no in aramaico antico, anzi no in uruk-hai che gia’ l’aramaico e’ una cosa troppo moderna. Il nostro cool/minimal e’ piu’ cool/minimal, di chiunque altro che in confronto un dildo di vetro uscito dal freezer  sembra lalbero di natale di Platinette. E cosi’ via.

Siamo gia’ pronti, quindi, per la terza e definitiva fase:

-Fase tre: l’identita’ , oggi, non si nega piu’ a nessuno.

 

Abbiamo detto che con la prima fase del tamarresimo il nostro eroe diventa una nullita’ noiosa, vuota e mainstream. Per reagire, con la seconda fase si costruisce una cosa che ha visto menzionare sui giornali che parlano di moda, cioe’ una “personalita’”.

 

A questo punto, si e’ ridotto ad una nullita’ inutile quanto esagerata, un tubo digerente ricoperto da stilemi d’importazione, e quindi sente che gli manca qualcosa. Direte voi: beh, certo, gli manca tutto!

 

No, non ci siamo capiti: a lui manca una cosa sola, sa solo Pino il perche’. A lui manca un’identita’. Perche’ avere personalita’ non basta: oggi, se non hai (ri)scoperto la tua identita’, non sei nessuno.  Senza radici sei una merda.E sappiamo bene che il provinciale, in fondo, vuole essere qualcuno: non ha una normale torneria, lui, lui ha aperto la “nonsolotondo snc”, perche’ la figlia sta prendendo il diploma in grafica pubblicitaria,  e lui unisce (si sa) tradizione e modernita’. Made in Italy. DOCG, per essere originali.

 

Cosi’, il CEO della NonSoloTondo SrL, Made in Italy, ULTCLM(2) si aggira per Zurscagnate Olona in cerca di un’identita’. Nella sua mente, avere un’identita’ equivale ad avere un nemico. Cioe’, per essere cattolici devi andare a messa, seguire la parola di Cristo, eccetera. Una palla.

 

Il nostro CEO della NonSoloTondo SrL, Made in Italy, ULTCLM(2) non ha tempo per queste cose.  Lui lavora. Provate a metterlo in coda sulla statale, e lui vi dice che DEVE andare a lavorare, perche’ senza la Nonsolotondo SRL la baracca non va. Lui manda avanti la baracca, non ha mica tempo per queste cazzate.Ma vuole essere cattolico. E’ la sua preziosa identita’.

Identita’ marittima.

Ecco il punto primo dell’identita’ del provinciale: essa non e’ un’identita’ vera, ma una scorciatoia all’identita’. Ora, come si fa ad essere cattolici senza andare a messa, seguire i comandamenti e rispettare la parola di Cristo?

 

Semplice: nella visione dei provinciali si puo’ essere cattolici semplicemente odiando e combattendo tutti gli altri.

 

L’identita’ di provincia e’, essenzialmente, un’identita’ di contrasto. Sei lombardo se odii i terroni. Sei cattolico se odii i gay, i comunisti, i laicisti , i musulmani. Sei musulmano se sei Adel Smith e odii i cristiani. E cosi’ via: poiche’ un’identita’ di contrasto e’ una comoda scorciatoia, quello che fa il nostro provinciale e’ di scegliere la via piu’ breve all’identita’, cioe’ di essere X odiando qualsiasi cosa sia diversa da X.
Qui si arriva al culmine della provincialita’. Il nostro provinciale e’ in quanto odia. E’ interista quanto piu’ odia i milanisti , e’ di destra quanto piu’ odia la sinistra, e’ cattolico quanto piu’ odia chi non lo e’, e’ contro l’odio quanto piu’ odia chi odia (3), e’ musulmano quanto piu’ odia chi non lo e’: in fondo, Al Qaeda non e’ altro che una versione provinciale dell’Islam, esattamente come lo e’ A[db]el Smith. L’odio e l’avversione come scorciatoia all’identita’.

Ed ecco, dopo tre passaggi, il provinciale italiano perfetto, caratterizzato da:

 

  1. Una sostanza nulla. Pensa quel che pensano tanti, se non troppi. Fa quel che fanno tanti, vive come vivono tanti, legge quel che leggono tanti, sa quel che sanno tutti. Un tubo digerente che cammina.
  2. Un’estetica abnorme e fastidiosa, nella misura in cui pretende di comunicare il contrario della realta’:” io sono una persona ricca di contenuti”. Una serie di pose il cui scopo e’ di superare gli altri che sparano pose analoghe.
  3. Una presunta identita’ fastidiosa, urtante e provocatoria, costruita e basata sull’odio  o almeno sul contrasto verso qualcun altro: sono del nord perche’ non sono terrone, sono di destra perche’ sono contro la sinistra, eccetera.
Ecco, queste sono in media le tre fasi per diventare provinciali.

 

Ovvero, i tre passi verso la morte totale; anima e corpo dentro la stessa bara, con finiture di pregio, a due passi dal centro, circondata dal verde. Perche’ siamo gente normale, noi. Ma comunque meglio di lui, loro, e specialmente quelli la’.

Uriel

(0) Ha una sorella/cugina che studia da pubblicitaria e ha idee geniali e originali.

(1) Un folk e’ l’unita’ di misura corrispondente a 0.5 bifolk. Due folk fanno un bifolk. Due folk-punk fanno un bifolk-punk, e cosi’ via.

2)Unisce la Tradizione con la modernita’

(3)Si possono costruire dei paradossi logici mica da poco, cosi’.

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