Tette & Tettone.

E’ successa una cosa che mi ha lasciato in quello stato che Pier Paolo Pasolini definiva “per loro c’e’ solo il nostro disprezzo”. Su FriendFeed e’ arrivato un tizio che ha deciso di commentare un mio post sul blog, il quale ha detto una cosa assurda, eppure rivelatrice di un certo pensiero, che e’ il cafonal della sinistra, ovvero l’ostentazione di presunta cultura.
Questo signore se n’e’ uscito dicendo qualcosa come “ma davvero chi scrive questo e’ lo stesso che riempie di tette il suo tumblr”?

 

Ora, poiche’ il tono dei commenti non mi sembrava ostile, posso intuire che “chi scrive questo ” significasse qualcosa come “chi scrive questa cosa interessante/intelligente/bella”, e di conseguenza l’assurdo fosse che questo andasse in conflitto con le tette.

 

Si tratta di uno dei modi nei quali la sinistra e’ diventata il partito dei bigotti, avendo essi costruito una dialettica che e’ del tutto analoga a quella (che un tempo dicevano di detestare) del peccato presso i cattolici.

 

Per il cattolico, mettere delle tettone su un blog e’ un peccato. Ed e’ un peccato perche’ essi definiscono come peccato la lussuria, l’adulterio e in generale il piacere.
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Ora, il processo con il quale il cattolico fa questo ricalca molto il platonismo: in basso c’e’ la materia bruta, quindi anche il corpo, che e’ grave, cioe’ attratta naturalmente ancora piu’ in basso. In alto invece ci sarebbe lo spirito, che essendo alto nel cielo allora e’ tutto cio’ che e’ di buono. Ora: che succede a Platone se cerca di salire cosi’ in alto da raggiungere il luogo dello spirito? Succede che il corpo, materia volgare e grave, lo trascina in basso. Lo trattiene. E cosi’  solo il disprezzo per il corpo e le cose materiali, dunque anche il piacere che deriva da esse, puo’ permettere allo spirito di elevarsi.

 

Partendo da questo spunto, il nostro platonico diventa cristiano e trasforma la cosa in un assoluto disprezzo verso il corpo, del piacere, e di tutto cio’ che potrebbe portare il godimento delle cose materiali , mondane e terrene. Cosi’ il cristianesimo considera peccato , in generale, cio’ che e’ legato al godimento materiale di cose terrene: esse distraggono il credente dai compiti piu’ alti.
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Il PCI e’ abbastanza bigotto di suo gia’ alla sua nascita, considerando il vizio stesso come figlio del lusso, quindi della ricchezza, quindi della borghesia da distruggere. Poiche’ con la distruzione della borghesia si distrugge anche il vizio, e’ evidente che il vizio sia un perfido strumento della propaganda capitalista. Con il vizio si attira l’uomo nella spirale di arrivismo e di sopraffazione dell’uomo sull’uomo che porta al sistema capitalista, alle guerre, al capitalismo.

 

Quindi, le tette sono il male. Pero’ questa cosa ricorda troppo la chiesa, e quindi bisogna dargli un nome diverso, senno’ sembriamo dei preti caduti in una tanica di vernice rossa.
Cosi’, specialmente dopo gli anni ’70, il sesso doveva cambiare. Il piacere grezzo, la palpata, le tettone, sono roba di destra. Perche’ sono volgari. Il vero sesso e’ intelligente: cosi’ come disprezzando le cose del corpo a favore dello spirito si riusciva ad elevare quest’ultimo, l’uomo di sinistra sostituisce lo spirito all’intelletto, alla cultura, e decide che il sesso deve essere una cosa intelligente. Intelligente a tutti i costi, perche’ se il matrimonio era il lasciapassare per la scopata nel mondo cattolico, l’impegno intellettuale e’ il lasciapassare per la scopata per il mondo di sinistra.

 

Cosi’ nascono infiniti pozzi di noia pseudoerotica come “Blue”, il giornale che fortunatamente ha chiuso i battenti, il quale puo’ farvi vedere il pelo solo se vi sbatte un bell’articolo sul pelo secondo la religione egizia, vi puo’ mostrare le tette solo che si parla di termodinamica del bustino francese collocato in un apposito diagramma ferro-carbonio, e ovviamente sono obbligatorie disquisizioni sul sesso nella scultura moderna, con relativo simposio che fa cagare file di siepi ordinate e scolpite a forma di anatra in un giardino in stile Versailles.
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Cosi’, il lettore puo’ sembrare intelligente anche mentre si fa le seghe.  Un sesso cosi’ non e’ mica peccato: esso puzza di sensi di colpa a miglia di distanza, puzza di vano tentativo di cercare di riciclarsi nascondendosi dietro una foglia di fico, la foglia di fico di un’intellettualita’ ostentata.

 

Se il cattolico diceva “non lo fo per piacer mio ma per dare figli a Dio”, il nostro spocchioso inizia a dire “non lo fo per piacer mio, ma per seguire virtute e conoscenza”. La minchia, complimenti.

 

Bene, io lo fo per piacere mio.
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No, non ritengo che il mio intelletto debba essere per forza coinvolto nella cosa. No, io penso che palpare sia meglio di toccare. No, io penso che il sesso sia gioia, e lo sia nella maniera piu’ diretta e meno intellettuale possibile.

 

Ho avuto, nel mio periodo Pre-LadyUriel , dei rapporti che definirei “friends with benefit”. Il sesso da solo e’ una cosa che va benissimo e fa benissimo. Si’, proprio cosi’: anche senza amore(1), il grande lavacro del sesso, il detersivo per la minchia che fa il bianco piu’ bianco.

 

Quello che invece vuole questo tipo di bigotto e’ un sesso che non si lava con l’amore, ma con l’intelletto. Vuole un museo del sesso nel quale andare soddisfatti con il libro sotto il braccio, guardare annuendo le opere, poi frequentare il dibattito, e solo a quel punto si sentira’ assolto dai propri sensi di colpa.
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Beh, io non sono il tipo. Io non ritengo di dovermi elevare, perche’ ritengo che le cose dello spirito stiano anche nella carne, e ritengo che alla fine dei conti il mio cervello sia “carne” esattamente quanto il resto del corpo. No, il piacere fine a se’ stesso che tanto disprezzate non ha nulla di male. No, non riduce allo stato bruto. No, non e’ volgare. No,  non e’ sintomo di stupidita’.

 

Il sesso e’ gioia. E’ ubriachezza dei sensi. Non c’entra niente il cervello. Ho conosciuto gente che pensa che l’organo sessuale stia tra le orecchie. Palle. Sta proprio tra le gambe.
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Ho una percezione del piacere assolutamente infantile, puerile, primitiva. Mi pongo di fronte al piacere con la sguaiata risata del bambino che capisce , ad occhi sgranati, di essere in un deposito di dolci, senza limiti, e quasi non sa da dove iniziare mentre cerca di mangiarli prima con gli occhi. Non voglio mediazioni, problemi di linguaggio, semantiche ed altre cazzate tra i piedi, quando mi diverto. Non ho bisogno di nulla che sia “raffinato” o “ricercato”: per me il piacere e’ un tuffo ad occhi chiusi nella nella gioia infantile dell’abbondanza. E lo schema e’ infantile : mi piace il gelato , quindi molto gelato mi piace di piu’.
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La gioia e’ il cortocircuito , e’ la linea diretta tra la mano che tocca ed il piacere, e ad essere tagliata fuori e’ la mente.
Non percepisco niente come la continenza o l’intelligenza nel piacere. Non mi interessa nemmeno addentrarmi in profondita’ che vadano oltre l’immediato soddisfacimento dell’appetito : a chi vorrebbe che la qualita’ compensi la quantita’ rispondo che la quantita’ e’ l’unica qualita’ che mi interessa davvero.E spesso neppure il “tanto” mi basta, perche’ l’ubriachezza dei sensi che cerco si ottiene solo grazie al “troppo”.

 

Non esiste che io debba avere un cervello che mi intralcia in certi momenti. L’uomo e’ gioia. La donna e’ gioia. Non deve esistere altro che gioia, oppure c’e’ la morte dei sensi.

 

E quindi si’, sono proprio quello che riempie di tette il tumblr. E mi piace. Non ho battaglie da combattere contro l’anoressia o contro gli standard: mi piace guardare donne con volti dolci e sorridenti e grandi poppe.

 

Cosi’, lo faccio.

 

Se per voi questo e’ “volgare” perche’ non si inserisce in una dinamica post-rivoluzionaria che sottende ad un progetto politico che implica e richiede un forte coinvolgimento di tutte le forze lavoratrici  rivoluzionarie  del paese , intese come una metafora postmoderna del plusvalore nella societa’ industriale, beh, ho una brutta notizia per voi.

 

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A furia di pensare, avete dimenticato di vivere.

Uriel

(1) Non che io abbia qualcosa contro l’amore. Ma se lo usate come detersivo per interni, come patente di liceita’ per la vostra libidine, VOI avete qualcosa contro l’amore. I sensi di colpa.

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