Sulle pere, e della loro caduta.

Sulle pere, e della loro caduta.

Sulle pere, e della loro caduta.

Uno degli atteggiamenti che detesto di piu’ e’ quello degli idealisti post-hegeliani. Quelli che di fronte al fallimento palese del loro modo di pensare continuano a sostenerlo, adducendo “motivazioni esterne” per giustificare il fatto che il loro modo di pensare si sia dimostrato scorretto. Stamattina nel mio aggregatore di RSS ne ho visto un esempio.

Si tratta, come al solito, della Repubblica, e qui  ho uno screenshot:

Sulle pere, e della loro caduta.

C’e’ un errore catastrofico in questo modo di pensare. L’errore catastrofico e’ quello di pensare che le chiacchierate informali siano innocue, sicure, al punto che relegare qualcosa nella “chiacchierata informale” sia l’equivalente di “togliere potere ad una narrativa”.

In questa visione la chiacchiera informale, la discussione da osteria, le cazzate del bar, sono irrilevanti su scala politica. Quindi, nel momento i cui la gente esalta Hitler nel bar, dopo un bicchiere di bianco, va tutto bene. Va tutto bene perche’, appunto, sono SOLO chiacchiere informali.

Ovviamente la cosa non funziona. E non funziona perche’ – come stiamo vedendo – la politica ha SEMPRE attinto , mediante un processo di sublimazione, alle “chiacchiere informali”. Sia chiaro: la comprensione che Marx aveva dell’economia e’ la medesima che possiamo trovare in qualsiasi bar, e le conclusioni della sua teoria anche.

Cosi’ come tutto il Vangelo potrebbe essere classificato come “chiacchiere informali di un ebreo disoccupato”, e a volerla dire tutta anche i Testimoni di Geova che vi bussano alla porta la domenica mattina fanno delle “chiacchiere informali”: solo che ci hanno costruito un impero economico ed editoriale.

Questa convinzione che le chiacchiere informali dell’uomo della strada siano “innocue” e’ origine di una sottovalutazione che si sta mostrando fatale. Sono chiacchiere da bar le cose che dice e fa: quando suona al campanello per chiedere se c’e’ uno spacciatore Salvini non si basa su quello che ha letto su Facebook, ma su quello che gli hanno riferito i solerti leghisti del posto, ovvero cio’ che hanno sentito dire al bar.

Ma quando un idealista post-hegeliano ha le evidenze che la sua teoria e’ sbagliata, non fa altro che aumentare la complessita’ del problema e inserire un elemento cosmico che avrebbe cambiato le regole del gioco.

Ma non funziona. I discorsi da bar erano importanti da ben prima che i social fossero di moda.

Sulle pere, e della loro caduta.

Tutti i regimi hanno sempre dato peso alle chiacchiere da bar, e non perche’ ci fossero davvero delle spie in ogni bar. Il problema era diverso: si sapeva bene che il malcontento, il mugugnare, l’opinione si discute in maniera informale.

Quello che temeva il regime non era che il marmittone desse informazioni strategiche (che non conosceva ne’ poteva conoscere)  al nemico, quello che temeva era che il marmittone parlasse con le persone dell REALE ANDAMENTO DELLA GUERRA.

Aveva , cioe’, la paura che la sua propaganda fosse invalidata dalle “conversazioni informali” di soldati che raccontavano il disastro che stava avvenendo al fronte. In netto contrasto con la serie di vittorie millantate dal regime.

Non c’e’ alcun bisogno, insomma, dei social network per capire che la “chiacchiera informale” tra le persone sia potente’:

“il discorso da bar , o se preferite la discussione informale, e’ esattamente il luogo dialettico ove si forma l’opinione politica delle masse”

Non era un caso se per prima cosa i partiti comunisti costruivano circoli per lo svago, come la SPIM per i giovani e i circoli ARCI , bar compresi, per i vecchi. Hitler diceva che se controlli le strade controlli la nazione, Stalin pensava che se controlli le osterie controlli la politica.

Avevano ragione entrambi.

Non e’ la prima volta, del resto, che nascono movimenti populisti. Il fronte  dell’uomo qualunque, da cui origina la parola “qualunquismo” :

https://it.wikipedia.org/wiki/Fronte_dell’Uomo_Qualunque

E potete investigare quanto volete, ma ci troverete sempre e solo le stesse cose: chiacchiere da bar. Cosi’ come troverete solo chiacchiere da bar nei contenuti politici di lega , M5S, Fratelli d’Italia, LeU, e altre formazioni estremiste. Il PD fa piu’ chiacchiere da salotto, ma non mi e’ ben chiaro il limite per definire “informale” una chiacchierata. Il dress code conta?

In ogni caso, il punto e’ proprio questo: in tutti questi anni si e’ sbagliato a non dare peso alle chiacchiere. Non era un vezzo se il regime fascista metteva un “decurione” in ogni condominio. Non era un vezzo se la Stasi trasformava i vostri vicini di casa in spie. Non era un vezzo se Stalin metteva un “ufficiale politico” in ogni gruppo di persone. Lo facevano perche’ conoscevano il tremendo potere delle chiacchiere.

Se osserviamo la rivoluzione francese, scopriamo la presenza dei sanculotti. Ma sanculotto deriva da una espressione francese, (“senza calze”)  che non era certo il prodotto di un salotto di intellettuali. Era piuttosto il prodotto di un modo di dire popolare.

Esiste quindi un elitismo, ed e’ l’elitismo che porta le persone a credere irrilevanti le discussioni informali, senza rendersi conto che esse sono il luogo ove si forma la politica.

Come se non bastasse, nell’articolo si parla dei social network come fossero qualcosa di diversi dalle discussioni informali: al contrario, le discussioni sui social sono SEMPRE discussioni informali. Il social network, non essendo un’istituzione, non puo’ “sdoganare nulla”, perche’ cio’ che era discussione informale nel bar e’ ancora “discussione informale” sui social. E’ solo un cambiamento nel mezzo, non nel contenuto, o nella sua importanza.

Se ci sono milioni di italiani sui social che parlano male degli ebrei e’ perche’ ci sono milioni di italiani FUORI dai social che parlano male degli ebrei. Potete anche eliminare il social, e ancora ci saranno milioni di persone che parlano male degli ebrei nei bar.

Qualcuno crede che sia un miglioramento? La signora Dureghello crede sarebbe meglio se milioni di italiani auspicassero i forni soltanto la sera a cena, nelle discussioni informali davanti alla TV? Cambierebbe qualcosa? Preferirebbe che si invocasse il ritorno di Hitler solo nei bar, piuttosto che su Facebook? Davvero cambierebbe qualcosa?

Qui siamo nella situazione in cui si e’ creata una dialettica, lo “sdoganamento” , che ha preso il posto della realta’. Non esiste alcuna frontiera, non esiste alcun limite, non esiste alcuna autorita’ di dogana: esiste soltanto il fatto che il social e’ un bar molto piu’ grande.

La verita’ e’ che molti si erano costruiti una “echo chamber” FUORI dai social. Quartieri eleganti per i ricchi, ambienti sofisticati per i sofisticati, ambienti intellettuali per gli intellettuali.  Dalle loro torri d’avorio, questi personaggi si erano abituati ad ignorare quello che si diceva sotto, erano solo “chiacchiere informali”. Nella loro torre sentivano solo opinioni selezionatissime di persone selezionatissime.

E quando alla fine arrivano i social network, tutte queste “echo chamber” sono crollate. Adesso l’odio gli entra in casa per il telefono, e non c’e’ piu’ torre d’avorio   che conti.

Quando Radio Radicale fece l’esperimento di mandare in onda la sua segreteria telefonica, il ritratto del paese fu raccapricciante. Sapete cosa facevano prima, le persone come la Dureghello?

Cambiavano stazione radio.

Adesso coi social non possono piu’. Questo e’ il punto.

Non sono i fascisti ad essere usciti dalle fogne, cari signori.

Siete voi che siete scesi dal pero.

Fonte: https://keinpfusch.net/sulle-pere-e-della-loro-caduta/

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