Sulla morte del WTO.

Sulla morte del WTO.

Sulla morte del WTO.

E’ divertente il fatto che proprio mentre Boris Johnson va in giro a dire che una volta fuori dalla UE , l’ Inghilterra commercera’ secondo le regole del WTO, e contemporaneamente il suo grande amicone Trump sta facendo in modo che le regole del WTO siano inutilizzabili.

Mi spiego meglio.

Avere le regole non basta. Occorre anche quello che viene chiamato “enforcement”, ovvero qualche genere di autorita’ riconosciuta che abbia il compito di constatare che (o se) qualcuno ha violato le regole, e che poi decida come reagire alla violazione.

Sinora il WTO aveva (ce l’ha ancora, a dire il vero) una specie di tribunale. Quando si riteneva che una certa nazione fosse andata contro le regole del WTO , si andava di fronte a questa corte, la quale ascoltava le parti e alla fine decideva se il “danneggiato” dalla pratica scorretta avesse il diritto o meno di imporre tasse alla dogana per compensare la violazione.

Il problema e’ che i membri di questa corte vanno rinnovati, e devono essere almeno tre. E qui arrivano gli USA, che per applicare meglio la politica “America First” hanno deciso di porre il veto al rinnovo dei giudici. Questo significa che il WTO perde l’organo risolutore. Le regole apparentemente rimangono in vigore, ma nel momento in cui tizio e’ vittima di una violazione e vorrebbe applicare sanzioni/tasse alla dogana di misura corrispondente, gli succede che non ha alcuna corte che gli dia il “diritto” di farlo.

Ho detto che e’ Trump ad essere molto attivo in questa decisione di paralizzare il WTO, ma in realta’ gli USA sono sempre stati contrari all’idea di essere giudicati da qualsiasi tribunale. Trattandosi di una nazione essenzialmente nazista, esattamente come diceva Himmler si pone al di sopra di ogni giudizio, storico, morale o legale. La nazione cui tutto e’ permesso, di cui parlava spesso Himmler, insomma.

Il problema non viene per quelle nazioni grandi o per la EU che puo’ comunque decidere di reagire in proprio. Sinora, infatti, la reazione (sanzioni o tasse alla frontiera) arrivava PRIMA della decisione FINALE della corte del WTO, e poi veniva validata.

Il problema viene per gli inglesi. Ok, la storia che agli inglesi converrebbero le regole del WTO e’ una palla immensa. Le regole del WTO non sono affatto quella pacchia del liberismo mercantilista che tutti hanno venduto: per i prodotti agricoli sono previste tariffe doganali sino al 90%, per dirne una.

Ma anche se le regole del WTO fossero valide, non c’e’ piu’ niente che faccia l’enforcement delle regole stesse. Quindi, dire agli inglesi che “Una volta fuori seguiremo le regole del WTO” e’ come dire “i Dieci Comandamenti ci proteggono”: certo, si tratta di regole che tutti piu’ o meno accettano come relativamente giuste, ma questo non significa che se li violi arrivi la polizia. Se non ci credete, provate a desiderare fortemente la moglie di qualcuno , e  noterete una carenza imbarazzante di forze dell’ordine a casa vostra.

La stampa britannica ovviamente ha dato poco risalto a questa cosa, perche’ preme fortemente per il Brexit (Murdoch per primo: la tribu’ di cui fa parte odia l’ Europa, per note ragioni storiche) , ma rimane il fatto che uscendo dalla EU senza deal gli inglesi perderanno la possibilita’ di usare i ~750 trattati commerciali che la EU ha stabilito con quasi tutti i paesi del mondo, dovra’ ricostruirli (e ci vorranno anni e anni) e sino a quel momento sara’ nelle mani del WTO, che di fatto ha la stessa forza dei Dieci Comandamenti, o dei proverbi.

Come finiranno le prossime elezioni in UK del resto e’ difficile da prevedere. Il problema e’ un certo Corbyn, una specie di mix tra Bertinotti e d’Alema. Ha una incredibile capacita’ di perdere , cosi’ spiccata che arriverebbe secondo al concorso per il piu’ perdente.

E c’e’ una ragione per questo.

Come ogni sinistra nel mondo occidentale, la sinistra di oggi ha un problema: la vecchiaia. Stiamo andando ad affrontare un secolo ove tutte le nostre “certezze” cadranno o vacillerano fortemente, e loro non hanno alcuna proposta, alcuna idea, se non cose che sentiamo ormai da 50 anni.

E la cosa piu’ incredibile e’ che per reagire agli effetti di questa mancanza di proposte nuove per un nuovo mondo, stanno dicendo “torniamo alle origini”, o “spostiamoci piu’ a sinistra”.

Il guaio di spostarsi a sinistra e’ che si tratta di un sinonimo di “diciamo le cose che dicevamo 40 anni fa”. Certo, ma 40 anni fa quelle cose erano progressiste, mentre oggi quelle stesse cose sono conservatrici , e come se non bastasse anche obsolete e insensate nel contesto odierno.

In pratica, si stanno comportando come chi sta per morire di assideramento: in preda ad un caldo illusorio, si toglie i vestiti di dosso. La sinistra inglese (come tutta la sinistra europea, SPD tedesco in testa, ma anche PD in Italia) sta decidendo che per riconquistare i consensi dovuti alla vecchiaia delle proprie idee, deve proporre idee ancora piu’ vecchie (ma “radicali”).

Una miscela di fondamentalismo e ortodossia che potrebbe funzionare se portassero a idee chiare, ma siccome le idee di 40 anni fa non sono applicabili al contesto moderno, allora il partito di Corbyn (cosi’ come tutti i partiti di sinistra) si trovano ad applicare idee in un contesto ove funzionano solo per pochi.

Corbyn deve apparire brexiter nelle zone povere dell’ inghilterra, perche’ ha promesso che il nuovo Regno Unito Sovietico (perche’ di fatto in questo crede Corbyn) dedichera’ tutte le risorse che ha per investire “nei nostri villaggi”, al solo beneficio “della nostra gente”. Ma poi ci sono le citta’ e c’e’ Londra, alle quali deve proporre un paese aperto , moderno e senza barriere.

Siccome questa idea  di posizionamento politico che viene  dalla storia non e’ piu’ attuale, chiaramente Corbyn si trova in una situazione contraddittoria, per la quale deve proporre sia A che il contrario di A.

In piu’, Corbyn ha un problema di antisemitismo. Sia chiaro: tutti siamo antisemiti. La patente di antisemitismo e’ stata data con tale facilita’ che praticamente nessuno puo’ dire di non esserlo. E’ come “maschilismo”: il soggetto giudicante e’ cosi’ forsennatamente intento ad una gara di purezza all’interno del proprio gruppo che continua ad inventare delle nuove (spesso inesistenti) maniere di provare che il gruppo stesso sia una vittima.

Di conseguenza, tutti siamo maschilisti, tutti siamo omofobi, tutti siamo antisemiti, e se anche la patente non vi e’ ancora arrivata non vi montate la testa, perche’ come diceva Nenni esiste sempre il puro piu’ puro che vi epura.

Ma Corbyn e’ uno di quelli che si e’ fatto fregare come un pollo. Voglio dire, per un politico dovrebbe essere facile rimanere in silenzio su un tema. Basta non parlarne MAI, ed usare qualche espediente dialettico se qualcuno fa domande, (“voi mi conoscete bene, quindi sapete bene cosa pensare di queste accuse”) e siete a posto.

Ma Corbyn (come d’Alema e Bertinotti) e’ un mediocre sopravvalutato, per cui ha accumulato, in passato, tutta una serie di storie nelle quali Murdoch sta sguazzando per smerdarlo.

Gli altri partiti remainer sono l’ SNP della Sturgeon, che pero’ e’ un partito fortemente localista , e un partito fatto da Liberal Socialisti, qualsiasi cosa voglia dire quest’etichetta. (secondo me e’ una di quelle cazzate Hegeliane di sintesi tra tesi e antitesi, quindi non parte proprio benissimo) Questi due partiti possono causare problemi, si, ma non possono superare il trio del Brexit, cioe’ la nobilta’ inglese, la stampa inglese e i Tory.

Almeno, questo e’ quello che credo.

Quindi, se i Tory vinceranno come penso, e usciranno senza deal, gli inglesi si troveranno ad avere i proverbi di frate indovino le regole del WTO come unica difesa in un mondo di squali.

Fonte: https://keinpfusch.net/sulla-morte-del-wto/

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