Sulla legge Zan

Sulla legge Zan

Sulla legge Zan

Ho deciso di scrivere su questa legge perche’ alla fine c’e’ un’ipocrisia di fondo che nessuno vuole vedere, anche se sta iniziando a filtrare sui giornali. E cioe’, che nemmeno il PD , in fondo, la vuole davvero. E quando dico che non la vuole davvero, intendo dire che entra in gioco il solito “si, ma….”, “si , pero’…” , “si , ma anche”.

Un esempio lo trovate qui:

Sulla legge Zan
Si alla legge Zan, ma senza. (https://www.lastampa.it/topnews/lettere-e-idee/2021/04/22/news/si-alla-legge-zan-ma-senza-identita-di-genere-1.40181378)

Tempo fa credo di aver gia’ parlato delle Terf, dal momento che sono un esempio di come, a furia di “si, ma”, i Ma superino il Si.

Per completare il quadro occorre anche mostrare chi sia questa signora e cosa pensi dell’argomento: http://marinaterragni.it/il-transchilismo-e-un-culto-la-realta-non-conta/

Vedro’ di analizzare questa dialettica, proprio perche’ e’ la stessa che e’ prevalente nel PD, dove ci sarebbero quelli “progressisti”. Tralascio l’idea della Terragni,   che se una persona islamica (che ha subito una fatwa) ti paragona ad un terrorista islamico allora abbiamo una fonte autorevole, dal momento che essendo islamica e avendo subito una fatwa diventa automaticamente esperta di terrorismo islamico. Archivio questa cosa insieme ai film dove ogni asiatico e’ esperto di kung fu perche’ lo picchiavano a scuola e ogni africano sa ballare bene perche’ lo dice un mio amico che fa il personal trainer.

La trasformazione della vittima di qualcosa in un esperto della tale cosa e’ il fenomeno ridicolo che ha consentito ad una persona celebre malata di cancro di spiegare sui giornali che basta la “positivita’ ” per guarire dal cancro.

E’ morta di cancro.

L’articolo di per se’ e’ una catastrofica pila di non-sense, dal momento che in una sola pagina afferma diverse cose che contraddicono altre cose.

Per esempio, quando dice che non esiste un’emergenza transessuali uccisi, commette un catastrofico errore metodologico: dice che non esiste un’emergenza transessuali perche’, secondo lei,  la quantita’ di transessuali uccisi “quaglia” con la percentuale di “persone” uccise.

Questo e’ interessante, perche’ sta usando la stessa tecnica che si usa per dimostrare che esisterebbe un “gender gap”: prende un problema a piu’ fattori e lo analizza su una sola dimensione. In pratica sta prendendo un problema di uccisioni (che ha molte dimensioni, una delle quali e’ la prostituzione) e lo sta analizzando solo in termini di media, ma per esempio non considera la deviazione standard. Se le transessuali uccise vanno dai 23 ai 35 anni, e lo paragoni con un intervallo 0-75 anni (dei morti globali), secondo me stai facendo un’operazione che “richiede alcune assunzioni forti se non stravaganti”. Se un segmento di eta’ (che NON e’ un campione casuale) ti fornisce una prevalenza di quel tipo, (e le transessuali uccise sono quasi tutte prostitute, cioe’ povere e relativamente giovani, quindi esiste anche la dimensione del reddito e quella della professione svolta) , non lo confronti col dato globale. Punto.

Questo metodo e’ pericoloso ANCHE perche’ lo stesso argomento fallace puo’ essere usato in altri modi: per esempio, il numero di omicidi di donne in Italia e’ META’ del numero di omicidi che hanno gli uomini come vittime. Per ogni donna uccisa vengono uccisi DUE uomini. Siccome le femmine sono la meta’ della popolazione , seguendo la logica della Terragni dovremmo dedurre che non esista alcun problema di femminicidio, anzi, semmai e’ il contrario: gli uomini preferiscono uccidere altri uomini. Questo per dire quanto sia sbagliata la sua metodologia. (nella realta’ un problema a piu’ dimensioni si analizza su piu’ dimensioni, punto: lo so, questo demolisce anche la favola del “Gender Gap”, ma non ci posso fare niente e la scienza se ne fotte).

Ovviamente, come dice Orwell, per dimostrare una tesi assurda occorre cambiare il dizionario, o almeno viene bene, quindi meglio se inventiamo un termine, il “transchilismo”. E’ una definizione incoerente, incompleta ed inconsistente, m guarda caso un argomento delle TERF, secondo le quali le transessuali sarebbero l’ EinsatzKommando Toiletten che il patriarcato usa per occupare i bagni delle femmine. Solo che se  chiami “TERF” la signora, si incazza e fa la vittima di una fatwa, (dopotutto con le TERF lei ha in comune solo gli obiettivi, la dialettica e i metodi, perche’ mai dovremmo sospettare qualcosa?).

Diciamolo, la Terragni sarebbe anche credibile quando accusa gli altri di fondamentalismo se non avesse appena inventato una parola , “transchilismo”, per indicare un’accusa da rivolgere a chi la pensa diversamente.

La femminista della situazione lamenta del fatto che sia difficile parlare col mondo queer (onde dimostrare loro che sono degli impostori di merda, illuminando le loro povere menti aliene dall’analisi statistica scorretta), come se invece  fosse semplice parlare con le femministe TERF (o meglio: le femministe indistinguibili da una TERF che si offendono se le chiami TERF ).

Ed e’ per questo che, interrogata sulla questione della legge Zan, se ne esce con il discorso che una legge contro l’omofobia dovrebbe riguardare si’ le persone maltrattate per le preferenze sessuali, ma lasciamo perdere transessuali e queer.

E sostiene di farlo per la “realta’ “, come se la sua proposta fosse realistica. Andiamo DAVVERO nella realta’?  Immaginate un processo nel quale alcuni fascisti dopo aver maltrattato  qualcuno ricevano la domanda:

  • Signor Galeazzo Musolesi(cit.), com’era vestita la vittima? Aveva vestiti da uomo, o per esempio i pantaloni erano rosa? Viola? Fucsia?
  • secondo me i pantaloni erano rosa. Noi maschi molto eterosessuali non distinguiamo il fucsia dal viola, come e’ noto. E non voglio menzionare che aveva un orecchino. E il fondotinta.
  • Vostro onore, qui abbiamo un chiaro esempio di monili pederastici: e’ ovvio che se la sia cercata: e’ queer. Chiedo l’assoluzione, o almeno le attenuanti: di sicuro non l’aggravante dell’omofobia. La vittima e’ queer, non gay.

Ecco, questo e’ circa quel che vuole la signora di sopra nel suo realismo: perche’ l’unico modo di fare una legge Zan senza metterci l’identita’ di genere puo’ solo produrre processi penali di questo tipo: l’imputato dovra’ solo dimostrare di aver fatto qualcosa di male ad una persona queer, ma non ad un gay canonico certificato TÜV/ISO. (qualsiasi cosa voglia dire).

Ora, immaginate un dibattito in aula che e’ gia’ abbastanza duro, che richiede compattezza, quando si alza qualcuno e dice “si, ma”. E’ chiaro che i partiti del “NO” immediatamente acquistino forza.

E qui c’e’ il problema: la sinistra ha un problema di “femminismo”, ovvero del fatto che quando entra in gioco qualsiasi argomento che possa riguardare, direttamente o di striscio, diritti da assegnare per questioni legate (anche da lontano) al genere o alla sessualita’, irrompono le “femministe” (cioe’ le benpensanti donne, perche’ di questo si parla) e cominciano a dire che no, se si devono assegnare i diritti si devono escludere i maschi, o quelli che sono nati tali, mentre qualsiasi cosa vada a vantaggio dei diritti di qualcuno deve per forza beneficiare le donne nate donne, e solo quelle.

E lo posso provare: supponiamo per assurdo che questa tipa abbia ragione e non ci sia ragione di tutelare anche le persone queer. Ma noi sbagliamo e diamo questa protezione anche a loro.  Quindi, non solo i fascisti non possono maltrattare i gay e  le lesbiche, ma anche maltrattare le persone trans/queer venga considerato altrettanto sbagliato (cosa che la Terragni non vuole). Qual’e’ il rischio? Di dare dei diritti “di troppo”? Di proteggerli “troppo”? Di proteggere troppa gente? E da quando un diritto come “non essere maltrattati” e’ troppo? Cioe’, supponiamo pure che sia “troppo” tutelare anche le persone queer, qual’e’ il problema di “tutelare troppo” , esattamente? Gli stiamo dando un sussidio, creando dei falsi pensionati? Dov’e’ il rischio? Dov’e’ il costo?

La verita’ e’ che se parliamo di diritti, il problema di dare dei diritti “A TROPPA GENTE” non si pone proprio: il problema del “TROPPE PERSONE” si pone SOLO quando diamo dei PRIVILEGI. Perche’ se li diamo a troppe persone, non sono piu’ privilegi.

La signora, quindi , viene da una sottocultura del femminismo per la quale non si lotta per dei diritti, ma per dei privilegi di genere. E quando questa fazione (che per il PD e’ elettoralmente pesante) si trova in parlamento, e’ chiaro che il consenso comincia a scricchiolare.

La stampa di sinistra cerca di dare tutte le colpe alla Lega se la legge si e’ arenata, ma la timidezza della sinistra proviene (come al solito) dal fatto di essere DEBOLE al proprio interno.

Ed e’ debole a riguardo della legge Zan per via di queste “femministe”, cioe’ del benpensantismo rosa. Da una intera cultura, basata su statistiche eseguite male e un pensiero apologetico di tipo gesuita, che alla fine non fara’ altro che dire “si’, picchiare i gay e’ un reato orribile, invece le trans essendo uomini “transchilisti” possono tranquillamente venire ammazzati di cazzotti, chissenefrega , la media degli omicidi e’ quella, darling.

Ma non e’ un TERF. Diciamo che se m e’ un numero vicino a TERF, esiste un altro numero compreso tra m e TERF, e c’e’ lei. Insomma, non e’ “uguale” a TERF: “tende a”.

E a dirla tutta, l’idea che si estenda una tutela a “troppa” gente, anche sbagliando, mi spaventa poco.

Mi spaventa di piu’ quello che succede ora.

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