Sull’ Imprenditore Immaginario.

Sull' Imprenditore Immaginario.

Sull' Imprenditore Immaginario.

Ogni volta che avviene un disastro industriale , dovuto principalmente ad una politica che odia e disprezza il progresso (e dunque l’industria) , qualcuno si affaccia dicendo che lo stato deve farsi da parte e lasciar fare gli imprenditori, che sarebbero (a detta del “liberista” di turno), qualcosa di completamente distinto dallo stato.

Mi riferisco al fioccare di articoli ebeti come questo:

http://archive.ph/B6LLs

La prima cosa che vorrei far notare e’ che di imprenditori italiani disponibili a rilevare ILVA o Alitalia ce ne sono esattamente ZERO.

E non e’ una decisione dello stato malvagyio e socialista. Il problema e’ che al grido di “Piccolo e’ bello” gli imprenditori sono diventati dei bottegai. Ora, possiamo obiettare che tutti questi bottegai hanno arricchito il paese, ma polverizzare in questo modo l’imprenditoria produce una “piccola” sfiga: che quando si ha da fare qualcosa di GRANDE, non ci sono imprenditori che possano reggere la botta.

Questo vale sia per ILVA che per Alitalia. Certo, mettendo in sieme quattordici o quindici “grandi” acciaierie italiane FORSE si riuscirebbe a comprare ILVA, ma non credo che si tirerebbero fuori 4.2 miliardi di investimenti. Ma ammettiamo anche che mettendo insieme le prime CINQUECENTO aziende nel settore dell’acciaio ne esca una compagine (quanto compatta potete immaginarlo dal numero) capace di comprare ILVA, tutto quello che avremmo ottenuto e’ un monopolista completo dell’acciaio italiano. A me sembra tutto tranne che “mercato”, onestamente.

Ma andiamo al secondo grande errore fatto: a sentire quello che scrive, i problemi di Alitalia e di ILVA li ha creati lo stato. Ovvio, dal momento che sia ILVA che Alitalia le ha create lo stato.

Ed e’ vero che il corrispondente di ILVA e di Alitalia creato dai privati questi problemi non ne ha: non ne ha perche’ NON ESISTE.

Sia chiaro, non ho niente contro i privati: io stesso lavoro per multinazionali “piuttosto grandi”. Ma il problema e’ che di questi privati “molto grandi” in Italia  non si vede traccia.

Se osservo la borsa italiana, ai primi posti di “privati” ne vedo pochi. Vedo aziende di stato, aziende salvate dallo stato, aziende aiutate dallo stato. Di che cavolo di “privati” stiamo parlando?

In Italia non ci sono privati capaci di salvare Alitalia e/o ILVA, perche’ gli imprenditori (che poi sono bottegai) italiani NON VOGLIONO diventare abbastanza grandi da poterlo fare. Passano il tempo a salmodiare “piccolo e’ bello”.

E’ ora di cominciare a ridere in faccia a questi campioni del liberismo italiano, semplicemente facendo loro presente che quando parlano dei “privati” riferendosi a grandi opere, stanno parlando di un privato immaginario. Un privato, cioe’, che in Italia non esiste.

Certo, sono esistiti grandi privati. Mi si citeranno i soliti “Olivetti, et al”. Ma alla fine, sono stati spazzati via. L’ultimo grande imprenditore italiano si chiama Silvio Berlusconi, ed ha ricevuto solo sputi dai “salotti buoni della finanza”, che saranno anche “privati’, ma non li definirei “imprenditori”, tantomeno “industriali”.

Ma vorrei tornare al punto: si dice che lo stato sia la causa dei problemi di ILVA e di Alitalia, ma si tace che ILVA e Alitalia li abbia CREATI lo stato. Ovvio, chi fa cose sbaglia, e causa problemi.

Di certo chi NON FA NULLA non sbaglia mai, ed e’ per questo che gli imprenditori italiani sembrano infallibili. Non sbagliano mai perche’ non fanno nulla.

Mi mostrate per favore la gemella privata di Alitalia, che (sono certo) funzionera’ benissimo e sara’ anche piu’ grande? Una italiana, intendo. Mi mostrate un’altra acciaieria delle dimensioni di ILVA, ma privata, che va benissimo? Fallirete: ci sono anche acciaierie che vanno abbastanza bene, ma non sono delle dimensioni di ILVA.

Allora io non voglio dire a Mr Denicola “la tua fidanzata di cognome fa Jpeg”, ma il suo feticismo per privati che non esistono a me sa molto di imprenditore immaginario. Perche’ se lo stato non fosse esistito, l’Italia non avrebbe avuto nessuna compagnia di bandiera e nessuna acciaieria a Taranto. E’ inutile girarci attorno: in Italia deve intervenire lo Stato perche’ gli imprenditori italiani SONO UNA CAGATA PAZZESCA.

Troverete sicuramente lo stato coinvolto in TUTTI i disastri industriali e infrastrutturali che vedete attorno, ma non e’ un caso: e’ perche’ nel dopoguerra lo stato ha dovuto fare TUTTE le industrie, o quasi, e tutte le infrastrutture.

Stiamo parlando di ponti che crollano e autostrade che smottano? Non vi chiedo di mostrarmi il “privato che funziona” solo per rispetto alle vittime di Genova. Parliamo di acciaierie private che vanno benissimo? Benissimo come Marcegaglia? Sul serio?

E parliamo di compagnie aeree italiane, che sicuramente i prodi imprenditori italiani avranno costruito, e saranno piu’ grandi e andranno sicuramente meglio di Alitalia? Uhm.

Questo e’ il punto. Il problema non e’ di assolvere o condannare lo Stato. Il problema e’ capire che con questi imprenditori/bottegai, non c’e’ alternativa allo Stato.

Certo, lo stato italiano non e’ perfetto,  spreca soldi e tutto quanto. Ma quando parliamo di imprenditori italiani capaci di fare opere della stessa portata, economica e sociale,  di chi parliamo? I nomi?

L’articolo del neoliberista parla di errore nella golden share sulle aziende strategiche. Interessante, ma vogliamo anche dire che le aziende “strategiche” sono state COSTRUITE dallo stato, sono PROPRIETA’ dello stato, e quindi e’ anche sacrosanto che lo stato decida cosa fare?

Ditela come volete, ma nel caso di Piaggio Aereospace non mi sembra che i famosi “privati” abbiano brillato. Sapete qual’e’ la verita’?

Che i giornali italiani sono in mano ai salotti della finanza. I quali sono sempre pronti a dedicare prime pagine sugli errori dello stato, ma chiudono un occhio sui problemi dei privati.

Guardiamo quanta enfasi hanno gli “errori dello stato” se crolla un viadotto pubblico, confrontata con l’enfasi sul pressapochismo, la negligenza , la sciatteria nella quale versava il ponte Morandi di Genova. Sapete qual’e’ la differenza?

La differenza e’ che se l’incuria dello stato fa crollare un viadotto, le colpe dello stato si discutono tutte e in prima pagina. Se e’ l’incuria di un PRIVATO, allora i giornali “privati” sono tutti garantisti: aspettiamo che si pronunci la procura.

Sono tutti giornalisti d’inchiesta contro lo stato, diventano leccaculo nei confronti dei privati.  Perche’ sono giornali editi da privati, che difficilmente processeranno se stessi.

Sulla crisi di ILVA si sono sprecate pagine e pagine di giornali: quando avvenne la crisi industriale di Marcegaglia  si videro solo trafiletti sui giornali.

Su Alitalia si scrivono fiumi di inchiostro, sulla morte di Piaggio Aereospace (che era un gioiello), si scrive molto meno. La differenza? La differenza e’ che processare i privati non e’ lavoro per i giornali privati.

In Italia si ha la paradossale situazione per la quale giornali PRIVATI creano i mito degli imprenditori PRIVATI. Questo avviene piu’ o meno in tutto il mondo, ma raggiunge il RIDICOLO in un paese ove gli imprenditori sono TROPPO PICCOLI per recitare il ruolo mitologico che i giornali assegnano loro.

Se fossimo in altri paesi, potremmo anche decidere che si, i privati CHE ESISTONO hanno le risorse per fare questo e quello. Ma in Italia, il risultato di questa propaganda e’ ridicolo, perche’ se io chiedessi a chiunque CHI, tra i privati italiani, puo’ buttare sul piatto 4,2 miliardi come Arcelor Mittal, la risposta e’ che sono tutti troppo PICCOLI.

Il mito ha bisogno di un nome, e non potete costruire una mitologia di DEI ( come dipingete i privati) se non avete un nome da dare a queste divinita’. Zeus si chiamava Zeus, non “Anonima Entita’ Sputafulmini, che spetta al governo trovare”.

Fatevene una ragione: in questo preciso momento, a Genova,  un’azienda DELLO STATO sta ricostruendo un ponte che e’ crollato durante la  gestione di un PRIVATO. Manca all’appello una volta in cui dei PRIVATI abbiano davvero RIMEDIATO a un danno fatto dallo stato.

E questo dovrebbe essere abbastanza per dirvi TUTTO quello che c’e’ da sapere.

Fonte: https://keinpfusch.net/sull-imprenditore-immaginario/

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