Starving the beast.

E’ molto tempo che il tema ricorre nei commenti, cosi’ volevo parlare di una tecnica politica poco conosciuta, che e’ lo “starving the beast”. Ne vorrei parlare perche’ e’ l’unica strategia di successo (almeno: di provato successo) che funzioni quando un governante che NON sia autocrate  vuole riformare un paese.
Innanzitutto, chiariamo subito un concetto. Qualsiasi forma di governo necessita di riforme continue. Le riforme sono una attivita’ normale (1) dello stato, e hanno due motivazioni: la prima e’ che il mondo cambia, cioe’ esistono spinte esterne, e la seconda e’ che c’e’ una spinta interna. Qualsiasi soluzione di governo presenta delle zone di inefficienza. Le zone di inefficienza sono quelle inevitabili aree ove col minimo sforzo positivo (positivo per il paese) si ottiene il massimo reddito.
Se io faccio  una legge , come in Germania, che fornisce contributi ai figli degli immigrati qualora vadano MALE a scuola , convinto che li spenderanno per recuperare il gap, ottengo una situazione nella quale il ragazzo torna a casa con una bocciatura e il padre, che si e’ guadagnato 350 euro/mese per un anno, gli dice “bravo, continua cosi’”. Ho creato una zona ove col minimo sforzo si ottiene il massimo reddito.

Anche senza andare su estremi cosi’ enormi, le situazioni di rendita sono facilmente identificabili: se io faccio tre scaglioni fiscali, diciamo 27.000, 37.000, 67.000  , 97.000  ,con una tassazione  crescente  forfettaria  (per esempio 35%, 37%, 39%, 41%, 43%, 45%) ho creato situazioni di reddito a sforzo minimo per i redditi che stanno a 26900, 36900, 37900, 66900, 96900.
Limitando di 100 euro il proprio reddito, infatti, si ottiene un guadagno fiscale SUPERIORE ai 100 euro, cioe’ l’ammontare del risparmio (il 2% del reddito) e’ superiore alla rinuncia che devo fare per cambiare scaglione. Se lascio immobile il sistema fiscale per anni ed anni, lascio che l’economia si strutturi e che i contratti di lavoro piu’ appetibili siano quelli. Di conseguenza, senza riforme fiscali sto modellando l’economia nel costruire redditi strutturati in quel modo.
Un esempio , per dire, e’ il mondo delle PMI: le PMI sono piccole perche’ ci sono due picchi di efficienza fiscale, ed in mezzo c’e’ un’area (i piccoli industriali , diciamo la base della piramide degli iscritti  di confindustria) che e’ inefficiente. Cosi’, se avete superato il balzo vi trovate ad essere grande industria e beneficiate di una serie di cose. Se siete piccoli beneficiate delle piccole dimensioni. Nel mezzo c’e’ un balzo difficilissimo.
Chiarita la necessita’ interna di riforme, andiamo alle resistenze. Facciamo un esempio: voglio usare il sistema degli studi di settore per ABOLIRE gli obblighi di documentazione cartacea. Cioe’: se accetti lo studio di settore, non devi piu’ fare scontrini, fatture, bilancio, non hai piu’ bisogno di commercialisti ne’ di dichiarazioni dei redditi ne’ di altri adempimenti (dichiarazione dei cespiti, inventario, schede carburante, registro dei corrispettivi, fatturazione).
Una riforma del genere probabilmente imporrebbe studi di settore alti, ma avrebbe un piccolo problema: una gigantesca corporazione di esattori (guardia di finanza,  operatori di dogana,  l’immenso apparato del ministero delle entrate, eccetera) inizierebbe a remare contro.  Se il negoziante NON puo’ piu’ essere multato dalla GdF, l’agente non puo’ entrare nel negozio ed uscire senza pagare. E quindi perde un privilegio.
Quindi mi faranno delle attivita’ di lobby, si rivolgeranno ai loro padrini politici, eccetera.
Cosi’, la strategia politica giusta e’ lo “starving the beast”. Riduco nel tempo le retribuzioni della guardia di finanza. Tolgo loro i fondi sino a quando non hanno piu’ benzina per le auto, carta per l’ordinaria amministrazione, ricevono gli stipendi in ritardo, eccetera.  Siccome io ho i cordoni della borsa , inizio a tagliare. Sempre meno soldi.
Se faccio questa cosa gradualmente, e ci metto molto, difficilmente ci saranno vere proteste eclatanti. Se ci metto dieci anni a tagliare, lentamente, con provvedimenti lenti , non potranno protestare. E’ difficile fare proteste che siano contemporaneamente eclatanti e lunghe, anche perche’ una protesta lunga alla fine viene vista come “soliti strilli”.
Il vantaggio politico e’, inizialmente, di ridurre una “casta” ad essere disperata. Se hai , diciamo, 10.000 euro e vieni a trattare, tratti per 20.000. Se ne hai 1000, vieni a trattare per 2000.
Il primo effetto dello “starving the beast” e’ che il livello delle richieste si abbassa nel tempo. La casta potentissima dei comuni, che e’ stata affamata negli ultimi dieci anni, e lo stesso dicasi delle regioni, hanno approvato il federalismo perche’ nel regime di tagli che dura ormai da dieci anni pur di avere altri soldi sono disposte anche al federalismo e quindi alla responsabilita’.
Se avessimo proposto il federalismo 15 anni fa, con le regioni finanziatissime E irresponsabili, avrebbero rifiutato, (come fecero) , avrebbero fatto fronda, lobby, tutto quanto. Dopo dieci anni di tagli, erano disposti a trattare: erano disposti a trattare perche’ un altro taglio ai loro bilanci in finanziaria li avrebbe costretti a tagliare puttane e privilegi oltre i limiti della politica locale.
Il primo effetto dello starving the beast, quindi, e’ di ridurre una casta nelle condizioni di trattare. La si affama lentamente, troppo lentamente perche’ possa fare proteste eclatanti, ma con determinazione. Quando il politico non riesce piu’ a pagare la puttana, dice di si’ a qualsiasi cosa gli permetta di pagare la puttana.
Cosi’, comuni, provincie  e regioni (centri di malcostume diffuso e capillare) non avrebbero MAI accettato una riforma come quella federale che sta per diventare esecutiva alla prima caduta del governo, solo 10 anni fa.
Dopo dieci anni di tagli, invece, temono di non riuscire piu’, alla prossima ondata di tagli, a foraggiare la loro cricca di parassiti, che e’ anche il loro bacino elettorale. Cosi’, andando dalle regioni a dire “vi trattenete le tasse” , politici stremati saranno piu’ invogliati a dire di si’.
Quando avete una lobby di impunibili amministratori pubblici, e volete una riforma, il modo che avete di superare le loro resistenze e’ proprio questo. Ovviamente non e’ sempre cosi’ facile, e nella storia ha prodotto diversi effetti “indesiderati”, per usare un eufemismo.
Prendiamo per esempio la rivoluzione francese. Ad un certo punto il Re si trova nelle condizioni di avere una nobilta’ strapotente. La classe dei marchesi, che inizialmente nasceva per indicare un barone o un conte con un feudo sul confine, e quindi adeguatamente finanziato per difendere il confine(2), si estese al punto che c’erano marchesi ovunque, anche lontanissimi dai confini, perche’ il minimo sforzo (niente da difendere realmente contro una prima ondata, visto che erano lontani dai confini) ottenevano un altro reddito.
Queste sacche di “minimo di potenziale” rendevano prepotente e ingestibile la classe di nobili francesi. Cosi’, il Re Sole decide di fare “starving the beast” . Non fa altro che creare una schiera di impiegati dello stato (non nobili) che svolgono le funzioni amministrative, togliendole ai nobili. I quali si rendono conto di perdere potere, ma nel frattempo il re crea l’etichetta di corte, cioe’ un complesso sistema di cerimonie , descritte nei particolari piu’ minuziosi, il cui scopo e’ di fare da status symbol. Il marchese che ha perso soldi perche’ adesso i bastioni li fa un addetto dello stato si vede “premiare” con il diritto di stare , nelle cerimonie, sempre a destra del re, e a soli cinque passi da lui. Cosa che non puo’ fare un semplice conte, che deve stare piu’ lontano. Insomma, il re toglie la ciccia ai nobili, e in cambio li ricopre di status symbols.
In queste condizioni, una nobilta’ che ha sempre meno risorse deve contemporaneamente sostenere uno stile di vita elevatissimo (che fa da status symbol). Il risultato e’ che la struttura dello stato si modernizza, e i nobili devono mercanteggiare i pochi soldi in palio, offrendo sempre piu’ fedelta’ e sempre piu’ obbedienza al re.(e producendo un certo numero di “competizioni sleali” tra nobili).
Tuttavia, mantenere due classi amministrative non e’ facile, e i nobili si trovano con la borsa stretta. Cosi’, devono riprendere in mano i privilegi medioevali che avevano smesso di esercitare negli anni di vacche grasse. In particolare, vietano di fare legna sulle terre di loro proprieta’, tornano a farsi pagare il pascolo, impongono tasse sui mulini, pretendono la corvee (impongono cioe’ ai contadini di lavorare gratis per loro), impongono imposte sul sale, sulla farina, sui cavalli, sul ferro, sulle corde per la marineria(3). Ma specialmente, vessano chi ha piu’ soldi, ovvero la piccola borghesia mercantile, quel “terzo stato” che fara’ la prima rivoluzione borghese della storia, nonche’ la piu’ riuscita e volendo quella piu’ progressista.
L’impatto di questi obsoleti balzelli  sull’economia e’ devastante, e produrra’ il malcontento che poi sfociera’ nella rivoluzione francese.
Morale della storia: lo starving the beast si fa con un limite. Chi ne e’ vittima puo’ a sua volta spostare la vessazione sul popolo, creando un malcontento che puo’ rivoltarsi contro il governo. I comuni, per esempio, stanno togliendo servizi alla popolazione mentre mantengono uno scandaloso regime di appalti truccati e gonfiati: sottoposti allo “starving the beast” stanno cercando di fomentare il malcontento creando disagio e istigando il popolo contro il governo.
Chiaramente, chi ha tre televisioni puo’ difendersi meglio di altri da questa strategia: se Re Luigi avesse avuto tre TV, avrebbe accusato delle nuove tasse i nobili stessi, ottenendo applausi dalla popolazione quando li depauperava,  e probabilmente avrebbe potuto sostituirli piu’ facilmente coi funzionari dello stato.
Adesso e’ piu’ semplice capire la strategia del governo Berlusconi. Prendiamo per esempio la scuola: era un troiaio di privilegi e di fancazzisti. Riformarla era impossibile per via dell’attitudine a protestare in piazza degli studenti. Cosi’, per quindici anni si e’ affamata la scuola, al punto che persino le clientele dei baroni hanno iniziato a soffrire per mancanza di soldi.
In una situazione normale, una violentissima ondata di proteste avrebbe spazzato il paese. Le universita’ avrebbero continuato con le spese folli e i privilegi (come hanno fatto) per salvare le baronie, togliendo qualita’ all’insegnamento (come hanno fatto), per dare la colpa al governo. Sfortunatamente, Berlusconi ha 3 TV, che hanno iniziato a puntare il dito sui baroni. Cosi’, e’ stato possibile ridurre le proteste ad un livello accettabile, e le resistenze dei baroni sono state deboli. Molto piu’ deboli di quanto sarebbero state 15 anni fa, per dire.
Lo stesso dicasi di comuni, provincie  e regioni. Sono indebitati, corrotti, spendaccioni, marci fino al midollo. MA riformarli con una responsabilizzazione, quindici anni fa, era impossibile, si sarebbe ottenuta la rivolta dei politici locali (pur sempre parte dei partiti). Cosi’, per quindici anni si sono affamati con dei tagli continui e progressivi.
La loro vendetta e’ stata di togliere servizi gridando “per colpa del governo non possiamo piu’ fare le cose!”(4) Se il governo non avesse controllato i media , il malcontento sarebbe montato e questi enti avrebbero continuato cosi’ com’erano. Il governo invece ha diffuso e amplificato ad arte la dialettica dei comuni virtuosi, delle regioni virtuose, del debito delle citta’, dell’emergenza economica , e il risultato e’ che nessuno crede davvero che i tagli ai servizi siano conseguenza solo dei tagli, ma anche degli sprechi.
Cosi’, la conferenza stato/regioni ha potuto arrivare, a tempi record, alla riforma federalista, che solo pochi anni fa era semplicemente impossibile politicamente. E lo ha fatto con un accordo.
Chiaramente, lo “starving the beast” italiano e’ “rinforzato” dalla potenza mediatica di Berlusconi. Si tratta quindi di una versione anomala. Obama negli USA ha potuto farlo con l’industria dell’auto che era allo stremo , ma non con le banche, per dire. Forse potra’ farlo con i petrolieri, se la rivoluzione verde va in porto, dopo averli affamati un pochino. Ma non controllando i media, non puo’ reagire quando dicono “non mi aiuti, e allora la benzina costa di piu’ per colpa tua”. Obama ha potuto approfittare della crisi delle assicurazioni dovuta al credit crunch per imporre una riforma sanitaria, ma non possedendo i media non puo’ reagire quando le assicurazioni dicono “adesso, per colpa della riforma, dovremo alzare i prezzi. Colpa di Obama“.
Berlusconi, diciamolo, e’ nelle condizioni ideali per usare lo starving the beast come tecnica politica, su questo nulla da dire.
Ma quello che bisogna capire e’ che contro la cricca stataloide italiana, del resto, non e’ possibile nessuna altra tecnica. Nemmeno la macchina propagandistica della sinistra potrebbe fare altrettanto.
Il che , essenzialmente, rende impossibile per la sinistra fare delle riforme. Se non possiedi le TV, in occidente, non governi piu’ nel vero senso del termine, nel senso che non puoi fare delle riforme senza venire  distrutto  dai parassiti che fanno lobby, come e’ successo a molti riformatori in europa . E Berlusconi ne e’ la prova di questo vantaggio.
Che non trovo, personalmente, assai disfunzionale come si dice.
Uriel
(1) Chi dice che le riforme essendo straordinarie debbano essere concordate dice cazzate: le riforme sono essenzialmente parte normale dell’attivita’ di governo. Drammatizzarle come si fa in Italia, cosa che di fatto le rallenta alla ricerca di consensi non indispensabili, e’ la ragione per la quale in Italia non si fanno riforme. Riusciremo a fare le riforme che servono in tempi rapidi quando capiremo che l’attivita’ riformatrice e’ ordinaria amministrazione politica.
(2)Si trattava , all’epoca, di costruire canali e ponti , che facendo saltare il ponte avrebbero rallentato l’avanzata. terrapieni e cinte murarie, fortezze , depositi di munizioni, e ospitare permanentemente molti soldati per garantire un tempo di mobilitazione rapido. Questo costava, e i marchesi ricevevano MOLTI soldi. Siccome le guerre non c’erano sempre, si trattava di un grande reddito avuto a piccolo sforzo. E quindi…
(3) In quel periodo la produzione di cordame da marineria e’ , in pratica, il metro di misura della potenza coloniale. Gli inglesi avevano addirittura un ministro apposito.
(4) In realta’ solo tagliando le spese e facendo appalti decenti potrebbero offrirne dieci volte tanti, di servizi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *