Lo scorso post, “Banausos”, ha tirato fuori un classico esempio di bipensiero orwelliano, e la cosa davvero buffa e’ che quasi nessuno (ad onor del vero, qualcuno ha detto che sospetta che una societa’ simile stia venendo realizzata, ma non e’ andato oltre) si e’ reso conto del fatto che quello che ho espresso nel post e’ semplicemente un classico programma politico socialdemocratico nordeuropeo, e che la societa’ che ho prospettato e’ -esattamente- quella che troverete in molti paesi nordici. Quello che e’ fatto nel post, moltivo per cui lo avete trovato cosi’ odioso, e’ stato semplicemente di togliere il marketing.
Che cosa suggeriva, in pratica, il “mostruoso” programma sociale che ho esposto?
Beh, in ultima analisi ho detto che per prima cosa bisogna mettere le persone meno abbienti dentro degli specifici quartieri fatti di palazzine , e percio’ alienanti. Detto cosi’, sembra un campo di concentramento. Allora, chiamiamolo in un altro modo: “un programma di edilizia popolare che garantisca anche ai piu’ poveri un minimo di tetto sulla testa“. Siete contrari, a questo? Ovviamente no.
Che cosa e’ cambiato? Nulla. Perche’ se realizziamo un programma di edilizia popolare per dare una casa “sociale”, cioe’ “un minimo di tetto”, non potremo dare una villa di Beverly Hills a ciascuno. Inevitabilmente , per ottenere piu’ case possibile, dovremo standardizzare il design, indubbiamente dovremo sprecare meno spazio possibile , e quindi tutto quello che otterremo sara’ la forma piu’ economica possibile: le palazzine.
Che lo chiamiate “programma di edilizia popolare che garantisca anche ai piu’ poveri un minimo di tetto sulla testa” o che lo chiamiate “alienante periferia fatta di casermoni” non cambia nulla: inevitabilmente avrete ottenuto questo.
E no, non e’ che ci mettiamo spazio per i negozi o per i luoghi di socialita’ le cose cambieranno: dentro quelle case ci stiamo mettendo i piu’ poveri, cioe’ un alto numero di tossicodipendenti, persone con piccoli precedenti sociali, prostitute da pochi soldi, famiglie senza reddito, ragazze madri, alcoolizzati, persone a bassa o nulla scolarizzazione, e tutto quanto. Nessuno vorra’ MAI aprire un negozio li’, nessuno vorra’ aprirci un bar, un pub, qualsiasi cosa.
Il destino di un “programma di edilizia popolare che garantisca anche ai piu’ poveri un minimo di tetto sulla testa” e’ inevitabilmente questo. Semplicemente, io lo chiamo in un modo che non vi piace. La stessa cosa QUANDO VI PIACE , non vi piace perche’ sia diversa: vi piace perche’ ha un NOME diverso.
Tuttavia, se uno stato sociale decidesse di iniziare un “programma di edilizia popolare che garantisca anche ai piu’ poveri un minimo di tetto sulla testa” non avreste nulla da ridire, tantomeno a sinistra.
Andiamo avanti col progetto. Abbiamo detto che vogliamo dare un sussidio a qualsiasi scrofa umanoide partorisca piu’ di tot figli scopando senza controllo, ben sapendo che una donna single con molti figli non ha alcuna possibilita’ (o ne ha un numero ristrettissimo) di poter curare un lavoro impegnativo, o una carriera. Sappiamo bene che spingendo una donna , specialmente se single, a sfornare figli, la stiamo relegando ai lavori piu’ mortificanti quando non alla disoccupazione.
Orrore, vero?
Bene. Adesso invece lanciamo un “programma di sostegno per le famiglie numerose”, come parte del “programma del governo in aiuto alle famiglie”. Non e’ quello che chiedete da sempre? Non e’ quello che applaudite, non e’ quello di cui straparlate ogni giorno? Bene, e’ esattamente quello: date ad una famiglia la possibilita’ di avere quattro/cinque figli, e poi aiutateli a trovare una casa adatta e dategli dei soldi per ogni figlio. Pagate ai figli l’autobus, i libri scolastici, le vacanze estive. Domanda: una donna con tre figli, per quanto lo stato l’aiuti, ha tempo da dedicare alla carriera? Mi spiace, ma poiche’ un figlio non e’ un pacco, e del tempo di va dedicato, questa prolifica madre ha un destino da casalinga sussidiata di fronte a se’. Lavoro e carriera , non se ne parla.
E prendiamo anche l’ipotesi che sia il padre a voler far carriera. Raramente trovera’ un lavoro adatto nelle vicinanze, e dovra’ spostarsi. IN che modo potrebbe farlo, con una famiglia numerosa? Vivendo lontano da casa, cosa che aumenterebbe la pressione della famiglia sulla donna, oppure rinunciando alle offerte di lavoro: la casa, essendo assegnata dallo stato non la puoi scegliere. E non la puoi cambiare cosi’ facilmente come una casa nella quale sei in affitto.
Andiamo avanti. Ho ipotizzato che i nostri banausos vivano di un’esistenza fatta di una socialita’ primitiva e di una sessualita’ parossistica, con famiglie fragili e spesso in disfacimento. Detta cosi’, e’ la descrizione di un orrore: ma che cosa stiamo facendo, in realta’? Per prima cosa, stiamo mettendo gente a bassa scolarita’ insieme ad immigrati, persone con precedenti penali e tossicodipendenti , tutte insieme. Poi ci aggiungiamo ragazze madri , cui abbiamo voluto dare una casa, eccetera. Che genere si sottosocieta’ ci aspettiamo? Otterremo, ovviamente, un quartiere ove i fenomeni di creolismo producono una lingua locale, inadatta all’inserimento nel resto della societa’. Otterremo una situazione di alienazione morale, e questo fara’ crollare per prima cosa il senso del pudore ed i taboo sociali piu’ forti.
Lo trovate orribile? Beh, proviamo a dirla in un altro modo. Che voi lottate contro il bigottismo cattolico. Che il divorzio e’ un diritto. Che la sessualita’ e’ un diritto. E che quindi dobbiamo “liberare” queste donne dalla repressione cattolica e bigotta. Non suona meglio, cosi’? Ad un certo punto questa gente si riunira’ nei pub, a bere, ma alla fine dei conti, non e’ forse un “luogo di socialita’”? Non e’ un “toglierli dalla strada”? Non siete quelli che definiscono “alienante” un paese di provincia ove non esistano “luoghi di ritrovo”? Ma del resto, prendendo un’umanita’ come quella che abbiamo selezionato, e riunendola, che cosa vi aspettate se non alcoolismo e promiscuita’ sessuale?
In generale, il progetto “banausos” e’ semplicemente un programma sociale , un normalissimo partito socialdemocratico del nord europa. La differenza vera e’ che io esprimo questo programma prospettando i suoi risultati, peraltro risultati noti, che essendo noti NON possono NON essere pianificati.
Quando sento parlare di “aiuti alle famiglie con figli” so benissimo cosa succedera’: le famiglie faranno piu’ figli. E siccome i figli richiedono tempo, dopo il secondo figlio alla carriera delle donne dovrete rinunciare, per quanto sussidio possiate dare. E , sotto il ceto medio, sopra i due figli anche il padre non potra’ dare al lavoro piu’ di tanto. Sappiamo bene quali saranno i risultati di questa politica: famiglie svantaggiate, bisognose per sempre di aiuto.
Anche il discorso di Pareto sull’80% delle risorse prodotte dal 20% delle persone vi ha infastiditi (almeno a giudicare dai commenti), ma solo perche’ ho scritto “prodotte”. Se avessi scritto che il 20% delle persone POSSIEDE l’80% delle risorse, allora non avreste battuto ciglio qualora avessi proposto di “ridistribuire il reddito” prendendo loro i soldi e distribuendoli? La parola che vi ha fregati e’ stata la differenza tra “prodotte” e “possedute”: ma se ci riflettete bene, e’ del tutto naturale che una classe che produce l’80% delle risorse finisca per possedere una quantita’ proporzionale del reddito totale. Cosi’ come e’ ovvio che possedendo l’80% delle risorse, finirete col possedere l’80% della produzione.Le due cose si equivalgono.
Cosi’, dietro tutto il discorso di Pareto, dell’ 80/20 , c’era semplicemente il discorso che applaudite forsennatamente quando vi si parla di “redistribuzione del reddito”. Il 20% produce l’80% del prodotto , ergo possiede l’80% del reddito , e glielo togliamo per mantenere gli altri che sono meno redditizi. Stiamo parlando, esattamente, della stessa cosa.
Il fatto che si parli di sussidio e’ irrilevante: se un lavoro per voi esiste, allora non avete bisogno dello stato. Se anziche’ il sussidio lo stato vifornisse un lavoro che il mercato non ha creato da solo, non fa alcuna differenza: lo stato caccia dei soldi per darvi da mangiare. Che voi vi rechiate la mattina a “lavorare”, quando in realta’ il mercato non aveva alcun bisogno del prodotto del vostro “lavoro”, potra’ essere un palliativo per la vostra coscienza , o per il vostro amor proprio. Ma in definitiva tra lo stato che vi costruisce posti di lavoro spendendo soldi e lo stato che vi sussidia, non c’e’ alcuna differenza: sono soldi che lo stato, con mezzi pur diversi, spende per riempirvi il piatto.
Il post “banausos” esprime semplicemente un classico programma socialdemocratico, tipico dei paesi del nord europa. Cambia nome alle cose,e finge che gli inevitabili disastri sociali che ottiene siano pianificati. Del resto, e’ impossibile pensare che un effetto noto NON sia pianificato. Non potete rimanere sorpresi se dando un pugno contro un muro vi fate male: essendo noto che faccia male, se non siete degli idioti allora avevate pianificato di farvi male.
Il fatto che sia possibile spacciarvi un programma nazionalsocialista per un programma socialdemocratico, o se preferite smascherare un programma nazionalsocialista semplicemente togliendo i fronzoli ad un programma socialdemocratico, dovrebbe porre alcuni quesiti:
- Quanto pesa il marketing in politica. L’unica differenza tra un programma di segregazione sociale ed un programma socialdemocratico e’ nelle parole che usiamo per descriverlo. E non solo: voi volete gia’ questo programma, che vi lascia orripilati solo quando dichiaro che le inevitabili conseguenze catastrofiche siano pianificate. Sinche’ il programma sembra animato dalle migliori intenzioni, e non si menzionano i disastri noti ed inevitabili , e’ esattamente uno di quei programmi “progressisti” che vi piacciono tanto, e’ semplicemente uno di queli “welfare state” che secondo voi testimonia la superiorita’ etica degli “ariani del mondo”.
- Alla fin fine, il delirio populista di forza italia e’ un delirio umano. Se non altro, il piu’ umano in circolazione. Nelle allucinazioni di Berlusconi, TUTTI gli italiani stanno bene, TUTTI gli italiani hanno due cellulari, TUTTI gli italiani “devono lavorare”, TUTTI gli italiani devono “darsi da fare”, eccetera. Nessuno escluso: nel delirio di Berlusconi non esistono i poveri. La visione di sinistra, invece, richiede un governo che aiuti i poveri, il che significa che la sua bonta’ si vede nel come aiuta i poveri e in quanti poveri aiuta, ovvero NECESSITA DEI POVERI. Il programma sociale che ho espresso in “banausos” e’ un programma sociale di sinistra, per la semplice ragione che la destra attuale non prende nemmeno in considerazione l’idea che sia necessario aiutare un povero: se si impegna, se lavora, diventera’ ricco! PErche’ aiutarlo? Basta convincerlo , basta dargli l’ottimismo. E’ solo nella visione sociale della sinistra, fatta di inevitabile poverta’ , che ha senso un programma socialdemocratico come quello che ho espresso, avendo cura di abbruttirne i termini e mostrarne le inevitabili conseguenze.
L’orrore, di quel post, quindi, e’ dentro di voi. I semi di quella roba sono dentro di voi.
Solo che hanno dei nomi sempre piu’ belli.
Uriel