Spartizioni vincenti.

Oggi, dopo il lancio di un nuovo servizio avvenuto ieri notte, c’e’ stato il solito meeting ove ci hanno informati della roadmap del servizio per l’anno prossimo. E devo dire che quando parlano alcuni manager, le risposte che danno sono abbastanza illuminanti. Piu’ della merda mainstream che si legge sui giornali. Posso riportare solo alcune cose, perche’ c’e’ il dannato NDA.
Per prima cosa , vediamo l’ambiente di riferimento. L’azienda per la quale lavoro vende servizi di telefonia/IP/ibridi  di vario genere a 24 (adesso si integreranno nuove nazioni) telco di dimensione nazionale. I servizi vanno dal trasporto di SMS, gestione di rete geografica e autonomous system , fino ad alcuni servizi cosiddetti “VAS”.
I clienti sono sparsi in giro per il mondo, e dire “sparsi” e’ poco, nel senso che gia’ il cliente russo occupa 13 fusi orari, per dirne una. In gioco poi ci sono partnership con Google, Microsoft, Sony &co.

L’azienda e’ quindi interessata a tastare il polso dei clienti e dei partner , per capire un attimo come sara’ il mercato. Alla fine circa ogni anno condensano tutto e (per chi accetta l’invito) c’e’ questo meeting con il catering incredibilmente buono e un sacco di cose interessanti. Almeno per chi ama pensare. Cosi’ ho accettato il meeting e mi sono trovato circondato da gente con la cravatta che mi ringraziava di essere venuto perche’ di solito i tecnici non ci vanno e a loro interessa anche il feeling dei tecnici. Non so se fosse un velato invito a togliermi dai coglioni, ma la mia opinione e’ che se mi mandi un invito e io lo accetto, poi sto alla riunione e tu rispondi alle mie domande.
Devo dire che hanno risposto alle mie domande, e me ne hanno pure fatte, quindi sono indeciso: forse volevano che mi togliessi dai coglioni, forse no.  In ogni caso, io sono rimasto tutto il tempo.
Il primo dato interessante e’ che tutte le telco del mondo intendono supportare google . E la domanda e’: ma google e’ loro nemico. In fondo non solo e’ entrato a gamba tesa nel mondo dei cellulari con Android, ma adesso sperimenta pure servizi voce.
Qual’e’ il segreto di google? Semplice. Google divide la torta. Google e’ disposta a sviluppare soluzioni insieme alle telco, che permettono alle telco di guadagnare insieme a google. La cosa non e’ ovvia come sembra, se pensiamo all’atteggiamento di Apple: non discutono di spartire revenue sul traffico, non discutono di spartire revenue sulla musica, non accettano che le telco usino i loro servizi di shopping,  non accettano customizzazioni , non accettano content adaptation… insomma, su un cellulare Apple ci guadagna quasi solo Apple. Il traffico che i cellulari apple generano, infatti, e’ tariffabile solo in modalita’ flat, mentre alcuni operatori propongono dei servizi raggiungibili gratuitamente, allo scopo di aumentarne l’uso.
Cosi’, una trentina di telco di dimensione nazionale nel mondo continueranno a spingere su Android, e considereranno Apple un male necessario. (1) Di tutte le migliorie al servizio , al trasporto, allo sviluppo di applicativi, si terra’ conto delle specifiche di comunicazione dei cellulari android, e se apple ha dei problemi, li fissera’ a sue spese. Non divide la torta, ergo non si divide nulla con Apple.
Si tratta di una politica che gia’ ha ottenuto i suoi effetti, tantevvero che Android ha superato l’ iPhone nelle vendite degli ultimi mesi, e come se non bastasse l’ iPhone inizia a manifestare un piccolo difettuccio, ovvero un MTBF(2) non proprio eccellente.

La cosa non e’ nuova. Ricordate Amiga? Ricordate NeXT?  Ricordate IBM/OS2? Ricordate Apollo? Ricordate Acorn Archimedes?

In tutti i casi si trattava di piattafore che si proponevano di fare tutto “meglio”, in maniera piu’ rivoluzionaria, piu’ avanzata, eccetera eccetera’ E’ cosi’ che le ricordano i fans, nel senso che si tratta di piattaforme morte e sepolte.

Perche’ sono morte e sepolte? Per una ragione: perche’ l’economia si sviluppa avendo come obiettivo i soldi. Quando IBM rese pubbliche le specifiche dell’ IBM-compatibile, la piattaforma era penosa. Il vantaggio, pero’, era proprio questo. Se paragonate un IBM-compatibile con un Amiga3000  dello stesso anno (dal 1990 al 1992), noterete che l’amica aveva davvero TUTTO dentro, dalla scheda grafica bitmappabile alla scheda audio ad un hard disk notevole alla scheda audio. Erano cose che potevate avere anche sugli IBM compatibili, volendo, ma dovevate comprarle a parte.
“Dovevate comprarle a parte” significa che altre aziende (AMD per il coprocessore matematico, che all’epoca si comprava separatamente sui PC, Creative Labs per la scheda audio, Tseng Labs , Ati, S3 &co per le schede video) ci facevano i soldi.
Allo stesso modo, nessuno doveva piu’ comprare licenze per lo sviluppo, dal momento che le specifiche erano pubbliche(3). Questa apertura (4) fu la spinta a spostare investimenti nel mondo degli IBM compatibili, dal momento che c’era mercato per piu’ CPU , che peraltro erano quasi sempre upgradabili sulla medesima scheda madre muovendo dei jumper , e anche per le periferiche c’era spazio per piu’ case produttrici, le quali non dovevano ogni volta fare i conti con il BIOS, cosi’ come i produttori di hardware per Apple devono fare i conti con il firmware proprietario.
Il risultato fu che entro pochi anni la divisione fu 95% PC ibm compatibili e 5% di macchine apple. Investire nel mondo apple significava infilarsi in una nicchia dalla quale difficilmente si poteva uscire e nella quale si doveva subire la prepotenza della casa madre, perche’ in ultima analisi apple prendeva la decisione di mettere un programma per fare qualcosa o di togliere supporto a qualcosa senza curarsi delle aziende che gravitavano in quel settore.
Lo stesso sta avvenendo nel settore dei telefoni, dove dopo aver proposto un’interfaccia simil-apple, i signori di cupertino hanno iniziato ad imporre e a vietare tutto cio’ che potrebbe portare altre aziende a guadagnare soldi. Se i cellulari comuni si interfacciano facilmente coi servizi di news , chat e store di altre aziende , quelli di apple usano SOLO i servizi della casa madre. Se sui cellulari comuni potete installare quel che volete, dando lavoro ad aziende terze, su apple potete installare solo quello che apple permette, previo rimanendo che se apple decide di fornire un servizio equivalente al vostro software  , la vostra licenza verra’ eliminata.
Questo produce sull’ iPhone lo stesso effetto che avvenne all’epoca coi computer: dopo un dilagare iniziale dovuto all’interfaccia grafica piu’ usabile(5), iniziano a volere tutti i soldi per se’. E questo permette a chi propone piattaforme piu’ aperte ed incomplete di attirare investimenti , dal momento che si stima che vi sia spazio per fare soldi.
Il fatto che vi sia molto spazio per fare soldi , ovvero il fatto che la piattaforma sia incompleta, fa si’ che molte aziende vedano gli spazi per investire e fare soldi. Il boom dei servizi telco avvenne quando i cellulari facevano poco, molto poco, e tutta una serie di apparati doveva essere messa di mezzo per fare “convergenza”: nel momento in cui i cellulari hanno iniziato a diventare piu’ simili a computers, il risultato e’ stato che le aziende che si occupavano di convergenza hanno avuto meno da lavorare.
Uscendo dal mondo apple, l’altro evento devastante cui si e’ assistito e’ stata la decisione di Nokia di rendere gratuite le mappe. Molto bello, ma adesso hanno consegnato il mondo della navigazione nelle mani di google. In presenza di una piattaforma gratuita, infatti, l’interesse delle case ad investire per fornire mappe migliori, con piu’ funzionalita’ ed altro e’ minima. Solo google, di fatto, investe davvero per migliorare la propria esperienza di mappe per navigatori, anche via mobile.
E questo perche’ soltanto google ha un modello di business capace di sostenere la spesa.E’ chiaro che le case non si rassegnano a morire cosi’ facilmente, ma sta di fatto che 23 telco su 27 stavano preparando un proprio servizio di mappe e navigazione, e tutte hanno spento il progetto: c’e’ Nokia che offre il servizio gratis.
L’effetto e’ stato che Nokia NON ha avuto un aumento delle vendite dovute alle mappe gratuite,  ma in compenso ha stroncato un intero settore industriale. Finche’ ovviamente Nokia avra’ la forza di sostenere gratuitamente il proprio servizio di mappe, ovviamente i cellulari Nokia avranno un servizio di mappe.
Il guaio e’ che l’utente una volta abituato a qualcosa di gratuito non accetta piu’di pagare. Il che significa , in parole povere, che appena Nokia fara’ due conti e vedra’ che non ci ha guadagnato nulla con le mappe gratuite, probabilmente decidera’di spegnere il progetto o di comprare qualche morente azienda di navigatori per auto, con il solo piccolo problema di non sapervi fare revenue, e aver abituato l’utente al gratuito.
Il risultato e’ che tutte le telco , e ripeto tutte, stanno discutendo con google la customizzazione del servizio mappe per i cellulari del proprio portfolio e l’inevitabile aggiunta dei punti vendita alla mappa stessa, advertising, eccetera..
Google ringrazia Nokia: immagino a fine anno faranno una donazione al fondo per i manager finlandesi diventati clochard.
L’ultimo punto e’ la banda larga. Questo e’ il punto nel quale siamo stati interpellati, ma quasi per avere conferma.  Mi hanno chiesto “in your experience, where is the bottleneck? what about performances?” . E la mia risposta e’ stata , circa “Well,  telco’s local networks are crappy”.
In tutto il mondo, dagli USA all’europa, si sta verificando un calo di qualita’ del trasporto UMTS e xDSL .Scrive Scientific American:

The average U.S. household has to pay an exorbitant amount of money for an Internet connection that the rest of the industrial world would find mediocre. According to a recent report by the Berkman Center for Internet and Society at Harvard University, broadband Internet service in the U.S. is not just slower and more expensive than it is in tech-savvy nations such as South Korea and Japan; the U.S. has fallen behind infrastructure-challenged countries such as Portugal and Italy as well.
The consequences are far worse than having to wait a few extra seconds for a movie to load. Because broadband connections are the railroads of the 21st century–essential infrastructure required to transmit products (these days, in the form of information) from seller to buyer–our creaky Internet makes it harder for U.S. entrepreneurs to compete in global markets. As evidence, consider that the U.S. came in dead last in another recent study that compared how quickly 40 countries and regions have been progressing toward a knowledge-based economy over the past 10 years. “We are at risk in the global race for leadership in innovation,” FCC chairman Julius Genachowski said recently. “Consumers in Japan and France are paying less for broadband and getting faster connections. We’ve got work to do.”

Il problema e’ che tutti continuano a dire che il vicino sia piu’ veloce, ma francesi e giapponesi sono piu’ veloci per motivi molto diversi. I francesi perche’ fanno traffico molto piu’ sbilanciato verso la rete nazionale preferendo sitifrancofoni,  il che permette di garantire QoS migliori, i giapponesi perche’ in gran parte lavorano su IPv6 su grandi portanti e grandi citta’,  e hanno costruito in passato un’infrastruttura che oggi regalano agli utenti per rientrare degli enormi costi di sviluppo.
Il dramma e’ che in mezzo non c’e’ nulla. Perche’ non c’e’ nulla? La risposta e’ semplice: latenza.
Chi si occupa di “misurare la velocita” continua a parlare della velocita’ stessa come se fosse il semplice rapporto tra la quantita’ di bit scaricati e il tempo. Ma quello che ammazza oggi e’ la latenza sui BTS , cioe’ la parte radio. Dopodiche’ c’e’ la latenza del primo tratto. Il problema si puo’ risolvere in diversi modi, ma piu’ che risolvere bisognerebbe parlare di “mitigare”:
  • Collegare in fibra le celle e le stazioni. Attualmente ce ne sono moltissime che sono ancora in rame/ponte di vario genere. Richiede un investimento proporzionale alla superficie del paese, ma ha un ROI proporzionale alla densita’ di popolazione della zona. La domanda e’: perche’? In Italia la politica sta facendo pressioni a riguardo, ma ancora non e’ chiaro in che modo le aziende debbano rientrare di quei soldi.
  • Aumentare il numero di celle. Ma nessuno e’ obbligato a lasciar installare la cella sul proprio terreno (come invece succedeva con ENEL), gli ecologisti non vogliono le celle, e gli stessi partiti che vogliono piu’ banda larga non vogliono le celle. Le discussioni deliranti sono: “vogliamo piu’ banda”, “metteremo piu’ celle”, “no all’inquinamento elettromagnetico” ,” ma non fa niente”, “lo dite voi malvagie multinazionali , i nostri dati sono diversi” ,”quali dati?” ,”l’ho letto su internet”.
Queste due ragioni di tipo tecnico, pero’ , sono superabili se si riesce a fare revenue. Cioe’, se le telco ci guadagnassero di piu’, potrebbero anche installare piu’ celle e vincere le resistenze degli ecologisti. Il vero problema e’ che non e’ mai stato misurato scientificamente lo “sviluppo economico” che verrebbe portato dallabbattimento del digital devide.
Sebbene la retorica mainstream ci insegni che il digital divide deprimerebbe economicamente le zone colpite, la verita’ e’ che le cose stanno esattamente al contrario: il digital divide avviene nei luoghi a bassa domanda. Il che significa, essenzialmente, che anche piazzandoci la banda larga non c’e’ nessuno, o quasi, che davvero desideri usarla per farci sviluppo economico.
Diventa difficile, a questo punto, spiegare come la banda larga porterebbe sviluppo economico, se a pretenderla sono persone che alla fine dei conti sono poche, la userebbero poco, e come se non bastasse farebbero poco traffico perche’ ci sono poche aziende locali.
Se da un lato e’ vero che la domanda crea l’offerta, non e’ affatto vero che l’offerta crea la domanda: posso offrire  quanti freezer voglio in antartide, mancherebbe la domanda, non ci vive nessuno che voglia un freezer.
Cosi’, il punto debole della dialettica della banda larga e del digital devide e’ proprio in questi due punti:
  • Il miglioramento di un’economia locale gia’ depressa dovuto all’arrivo della banda larga e’ stato misurato in pochissimi casi, e del tutto eccezionale. In generale, le telco valutano il bacino di utenti prima, e se la valutazione e’ “questa e’ una zona di morti di fame, non combineranno mai niente”, generalmente  si tratta di una valutazione esatta. Se le 4 maggiori telco italiane pensano tutte insieme che la vostra zona sia assolutamente depressa in maniera poco reversibile, probabilmente hanno ragione.
  • Non si e’ misurato  alcun particolare aumento di business , occupazione, attivita’ industriale  nei passaggi da ADSL a 640 , 2400, fino a 12 MB. Gli utenti sono piu’ felici, ma le aziende non ci fanno una cippa di niente perche’ non sanno cosa farci: l’imprenditore non e’ preparato. Lo stesso dicasi per l’aumento di banda passante dell’ UMTS da 3 MB a 7 MB: anche laddove il cambio e’ stato misurabile, non c’e’ stato alcun particolare aumento nell’uso di servizi mobili a pagamento, cioe’ di business.
Non e’ che manchino le killerapp: lo scaricamento di musica e film e’ sufficiente a saturare la banda. Il problema e’ che non e’ un business, non arricchisce aziende, non arricchisce cittadini, e nessuna telco riesce a spiegare ai propri azionisti che devono mettere le mani sul portafoglio perche’ la signora Pina scarichi piu’ velocemente Twilight in maniera illegale.
Tutti i tentativi italiani di TV via cavo sono falliti.Il cinema on demand via internet  in italia fallisce. Le radio in streaming in Italia sono usate da pochissimi. Non si capisce, insomma, quale sarebbe il ritorno per le aziende cui si chiedono importanti investimenti.
Il commercio elettronico in italia cresce molto lentamente, e non basta a giustificare la spesa. Se le grandi marche vendono molto su internet, i piccoli negozi vedono la vendita su internet come un modo per liberarsi di merce guasta appioppandola ad un cliente lontano dal negozio “vero”: il commercio elettronico e’ considerato un negozio “non vero”, una cosa in piu’, che fai se ti rimane tempo, perche’ il cliente “vero” e’ quello che entra nel negozio “vero”.
Di conseguenza, sono solo due o tre le telco in Europa e cinque o sei nel mondo, su una trentina, quelle che intendono affrontare il problema. Le altre praticheranno lo “starving the beast”, fino a quando i governi non si muoveranno e cambieranno le legislazioni permettendo loro di fare business direttamente.
Fino a quando, cioe’, la vostra SIM non sara’ una carta di credito vera e propria e le telco non potranno creare i propri siti web per vendervi beni e servizi.
Dal mondo dei tizi con la cravatta con la personal assistant che gli compra le mutande, passo e chiudo.
Che non li reggo per piu’ di un’ora, e solo quando dicono cose interessanti.
Il catering, pero’, e’ fan-tas-ti-co.
Burp.
Uriel
(1) Ci sono molti modi con i quali una telco piu’ “spingere” per una piattaforma. Anche a livello di marketing. L’Italia e’ quasi l’unico paese, per dire, dove l’ iPhone e’ venduto senza un abbonamento telefonico con una telco. Ho fatto diversi ‘viaggi della speranza” con un iPhone comprato in  Italia per colleghi tedeschi che non volevano comprare anche un contratto: in molti paesi ci sono dei minimi di traffico, insomma, o altre clausole poco desiderabili. A questo punto, dal momento che le telco possiedono i canali di distribuzione, ovvero il marketing, cosa sia “spingere per l’android” e’ chiaro: basta dare piu’ revenue ai negozianti se vendono un android, e a quel punto il negoziante spinge il cliente verso android. Del resto si puo’ comprare un iPhone anche via internet, direte, ma il guaio e’ che ogni volta che avrete un problema e chiamerete il vostro numero di assistenza chiamate in genere l’operatore telefonico, il quale vi dice che se non usate un telefono brandizzato, su alcune cose (web, email , UTMS, etc) non risponde.
(2) Mean Time Between Failures: si e’ misurato un calo di presenza degli imei di Apple nel tempo. Significa ch
i telefoni si rompono o vengono spenti per qualche motivo. L’ultimo arrivo del nuovo OS ha causato un crollo di un 8% del numero di imei Apple in rete: e’ come se il nuovo sistema operativo avesse portato i clienti a mettere nel cassetto il telefono, o abbia reso inservibili le SIM. Si sospetta che sia la pesantezza o il fatto che qualcosa sia andato storto nel processo di aggiornamento: apple non fornisce spiegazioni, perche’ misura il numero di unita’ vendute ma non quello di unita’ in rete. In ogni caso, perdere l’ 8% dei clienti per una cosa simile non mi sembra esattamente il massimo. RIM, per esempio, fa degli upgrade quasi indolori.Quasi, eh. 😉
(3) All’epoca , o perlomeno prima, per sviluppare un programma su molte piattaforme dovevate pagare una licenza da sviluppatori. Usanza che Apple ha continuato per lunghi anni, e che e’ stata abbandonata nel mondo dei PC.
(4) Ad onore del vero fu tentata da Gil Amelio, con i suoi primi “cloni” UMAX e Motorola.
(5) Usabile , nell’eccezione Apple, significa che non devi pensare mentre usi il telefono. Se presentate ad un utente Apple una schermata che dice “Vuoi calatafare il brembano zibellino del molibdeno anteriore?”  (testuale) e poi “OK” , l’utente apple clicca l’80% delle volte su “SI” e il 20%  chiude la finestra di dialogo senza cliccare, mentre l’utente PC fa il contrario perche’ legge il dialogo apparso sul computer e ovviamente non lo capisce.

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