Sostieni il commercio iniquo e colonialista.

Ho letto il solito melenso articolo sull-‘Unita’, riguardante il commercio “Equo e Solidale”. Come anche per il “cibo biologico”, si tratta di una truffa. Fatica abbastanza il giornalista dell’ Unita’ a far stare in piedi la truffa, motivo per il quale e’ costretto a fornire pochi esempi, e a darli in maniera fumosa (prezzi all’etto, ad esempio).

Allora, come tabella dei prezzi per procedere con il discorso ho deciso di fare lo si trova qui:
http://statistica.comune.belluno.it/osservatorio/gennaio_2004.pdf

L’articolo dell’ Unita’ lo si trova qui:
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=42948

Tralasciamo il fatto che l’intero articolo sappia di arrampicata sugli specchi sin dall’inizio. Ma vediamo cosa dice l’articolo:

Tra i due esempi di “convenienza” che il “commercio equo e solidale” ci propone, ci sono i due punti forti: il caffe’ e lo zucchero.

Problema: viene presentata come unita’ di misura per il caffe’ la confezione da 250 grammi. E si dice che il caffe’ equo e solidale costa SOLO 2.50 euri ogni 250 grammi.

La cosa potrebbe sembrare fighissima, se non fosse che il prezzo medio del caffe’ e’ di 9.00 euri al chilo, cioe’ il caffe’ equo e solidale costa un quarto di euro in piu’ dell’altro, a parita’ di confezione. Cioe’ il 10% in piu’.

Questo dieci per cento in piu’ viene compensato, a detta del giornalista, con un rispermio del 4-5% nel caso FUTURO in cui il prezzo venga aggiustato, cosa che POTREBBE accadere nel futuro, visto che l’osservatorio statistico mostra che il prezzo del caffe’ non abbia subito incrementi si sorta negli ultimi mesi.

In pratica, siamo SICURI di pagare il 10% in piu’, salvo che IPOTETICAMENTE non pagheremo il 4-5% in piu’ SE il prezzo del caffe’ dovesse salire.

L’enormita’ piu’ grande (evidentemente i giornalisti dell’ Unita’ non fanno la spesa) e’ quella dello zucchero di canna: 1.20 Euro ogni 100 grammi. Cioe’, lo zucchero equo e solidale costa 12 euri al chilo.

Chiunque abbia fatto la spesa sa benissimo che 12 euro al chilo per lo zucchero e’ un furto, una rapina, una roba come dire di una bambina che si prostituisce mentre le tolgono gli organi per il mercato nero dei magnaccia cirrotici. Lo zucchero normale, “iniquo e colonialista”, fatto con le barbabietole , costa nell’ordine del UN euro al chilo.

Non DODICI.

Poi mi dicono che pero’ il suo prezzo non e’ aumentato.

Grazie al cazzo, e’ gia’ dodici volte superiore a quello di mercato. Quando uno paga il 1200% di qualcosa, direi che sciropparsi anche gli aumenti non sia proprio il massimo. Diciamo che la stabilita’ dei prezzi al massimo e’ un’attenuante.

Allora c’e’ la tiritera del fatto che col commercio equo e solidale uno farebbe del bene. E ci credo bene.

Non so se lo sappiate, ma per il caffe’ i margini sono mostruosamente alti. Solo l’ultimo pezzo della catena distributiva, quella che dal rappresentante va al bar , ha un margine del 30%. Il margine all’acquisto dall’importatore sta intorno al 60%. E il margine dell’importatore sta intorno al 40%.

LA morale della storia e’ che dei dieci euri che uno paga il caffe’, all’origine il costo era minore di mezzo euro. Ora, nei tre-quattro passaggi della catena disributiva si distribuisce questo 99% di margine. Se questi signori, come dicono, comprano all’origine allora i casi sono due:

1)I signori solidali ed equi stanno realizzando guadagni MOSTRUOSI a fronte di un prezzo allineato al mercato.
2)I contadini del sudamerica sono diventati tutti miliardari, vendendo il prodotto a 100 volte il prezzo cui lo vendono gli altri loro colleghi.

Chissa’ come mai, io credo di piu’ alla prima delle due.

Non mi stupisce affatto, quindi, il tono fumoso dell’articolo dell’ Unita’. Sa di arrampicata sugli specchi sin dall’inizio.

Cosi’ come non mi stupisce affatto di non trovare quasi mai negozi online di roba “equa e solidale” : sarebbero costretti a pubblicare i prezzi sul web, e il confronto immediato sarebbe possibile.

Quello che vedo, e’ che queste merci “eque e solidali” costano leggermente di piu’ di quelle “inique e colonialiste”, e quindi non sono “eque” per un cazzo.

Quanto al “solidali”, visti i margini mi aspetterei che i contadini che vendono a prezzi dalle 10 ale 100 volte il solito (dei loro colleghi sfruttati) siano tutti miliardari.

Rimango della mia opinione: “equo e solidale” e’ una bella posa che la gente puo’ spararsi per pulirsi la coscienza coi soldi. Paghi leggermente di piu’ qualcosa, avendo l’impressione di espiare , di fare penitenza.

Una forma moderna di indulgenza, una simonia del ventunesimo secolo cui non si oppone pero’ nessun Martin Lutero. E come se non bastasse, non ci stanno costruendo alcuna basilica, se li intascano e basta.

Una volta espiati i peccati, pagando il caffe’ il 10% in piu’ o pagando lo zucchero il 1200% in piu’, si sentono assolti.

A voler essere precisi, non c’e’ motivo alcuno di pagare lo zucchero di canna piu’ dello succhero normale.

Sul piano chimico, lo zucchero di canna lo compriamo per il saccarosio. NEllo zucchero raffinato che compriamo, la percentuale di saccarosio si avvicina molto al 100%. Nello zucchero di canna, anche, perche’ viene bollito e separato dal resto. Solo che rimangono delle impurita’ (sali minerali , essenzialmente silice , e alcune vitamine che poi si ossidano producendo il colore sporco dello zucchero.

Non c’e’ alcun vantaggio nell’usare lo zucchero di canna, tranne il fatto di ingerirsi un tot di silicati e di sali minerali. Ma il problema e’ a monte: per produrre lo zucchero di canna occorre circa 5 volte la manodopera necessaria a prdurre lo zucchero di barbabietola. Morale della storia, lo zucchero di canna e’ di per se’ stesso una produzione POVERA, cioe’ tendenzialmente schiavista, perche’ a parita’ di prodotto ci devi sfamare cinque volte il numero di lavoratori, col risultato che se non esci di mercato coi prezzi DEVI sfruttarli come bestie.

La cosa equa e solidale da fare sarebbe andare da questi signori e insegnare loro la BARBABIETOLA, che permette rese maggiori e QUINDI reddito agricolo maggiore. Cosi’, invece , non facciamo altro che sostenere una coltivazione primitiva, obsoleta, a BASSO REDDITO per forza di cose!

Ma serve a molti radical-chic per ripulire la coscienza: paghi l’indulgenza del 1200%, e sei assolto dai tuoi peccati.

Sostieni il commercio iniquo e colonialista.
Non ti assolve, ma almeno ti fa risparmiare davvero.

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