Soffocare.

Ho preso in prestito il titolo da un libro di Pahlaniuk perche’ indica splendidamente la situazione di pressione che provo quando sento l’occhio del Dio Tutti su di me. Ho un rapporto strano col “dio tutti”, per una ragione molto semplice: ci ho litigato subito. Ci ho litigato subito, perche’ quasi subito mi e’ arrivata la sua solita litania, che io chiamo “la canzone dei mediocri”. La canzione dei mediocri ha una strofa che recita “se hai le tue opinioni, sei un presuntuoso arrogante”.

In un mondo ove le opinioni sono lecite solo se hanno una bandiera, un dio, un papa, un capo ed un profeta, e’ assai difficile conservare a se’ stessi il diritto di avere una propria opinione. E’ difficile perche’, per prima cosa, formare una propria opinione sulle cose significa prima di tutto procurarsi una quantita’ sufficiente di analogie, di similitudini, di opposti e di equivalenti, in modo da poter riscrivere le cose in un altro modo e vedere come suonano.

Se un manager, per dire, inizia a dire troppo spesso che ha agito di istinto, sembra una cosa fichissima. Ma se noi riscriviamo la frase usandone una perfettamente equivalente, otteniamo il giudizio contrario. Se “per istinto” viene sostituito con “senza pianificazione”, il manager in questione non appare piu’ come una belva felina che si aggira feroce per i mercati, ma come un tizio disorganizzato che salta di palo in frasca.

Nel linguaggio naturale, cioe’, esiste una fortissima distinzione tra il significato di una frase ed il giudizio sulla frase stessa. Cosi’, uno dei primi strumenti critici e’ squisitamente formale.

La domanda da porsi e’ semplice:

“esiste un modo equivalente di descrivere lo stesso fatto, tale da portare al giudizio opposto”?

Qualcuno mi dira’ che i fatti non esistono, ma la domanda non perde il proprio senso: se di fronte a me appare , che so io, Satana, si tratta di un qualche tipo di allucinazione. Anche se mi appare la Farfalla del Caos. Il fatto che sia un’allucinazione non mi vieta di provare a fare due operazioni:

“di fronte a me ho l’ oscuro signore del male, cacciato via da Dio in persona, che mira al male assoluto per tutta l’umanita’, e anche oltre”.

“sto vedendo di fronte a me una sciocca superstizione di un branco di pecorai del deserto, poco meno ignoranti delle loro stesse capre, che passavano il tempo a sgozzare figli per ordine di cespugli in fiamme”.

Ora, dal momento che entrambe le frasi descrivono altrettanto bene quel che vedo, il mio problema non e’ tanto il fatto che sia o meno un’allucinazione. Il mio problema e’ che posso dargli due significati grammaticalmente equivalenti, entrambi correttamente applicabili, ma completamente opposti. E se cade il principio di non contraddizione, non ci puo’ essere informazione. Dunque, cosa sto vedendo?

NIENTE.

Magari davanti a me c’e’ davvero il Boss degli Inferi. Ma anche avendo di fronte un fatto, non cambia nulla: il giudizio possibile e’ del tutto contraddittorio. Cosa se ne conclude? Che se vi appare Satana, intendo dire “davvero luI” avete di fronte a voi una parte qualsiasi del territorio locale, priva di qualsiasi significato particolare. Ok, il panorama qui ha dentro Satana. Aha. Sempre meglio di un rustico ristrutturato da qualche geometra brianzolo. Magari dentro qualche tabacchino potrete trovarci le cartoline tipo “saluti da Satana”, ma in ultima analisi, se il giudizio che ne scaturisce e’ cosi’ contraddittorio, in definitiva l’oggetto NON ha alcun significato. Non state vedendo proprio nulla, e’ come quando guardate le nuvole e ci vedete Stoya: ok, ma sono solo nuvole.  Vi compare Satana davanti? Ok, e’ uno strano montone con una candela in testa e le tette. Adesso non e’ che fate i sommelier di pecore , eh.

Il mio metodo particolare per costruirmi delle opinioni , o piu’ spesso per demolire quelle mainstream, e’ questo: considerare privo di significato qualsiasi cosa abbia due descrizioni entrambe corrette, le quali portano a giudizi diversi.

Come potete immaginare, per me di cose che hanno un significato ce ne sono pochine.

Ed e’ qui il punto: quando stavo in provincia , non sentivo mai dire niente. Ma niente di niente. La gente conteneva a sostenere posizioni che potevano essere descritte in modo esattamente opposto senza per questo perdere di correttezza sintattica. Potevo descrivere il loro “bene supremo” con espressioni e termini assolutamente corretti, che portavano al giudizio completamente opposto.

Per questo considero Hegel un fesso: quando si applicano correttamente sia la tesi che l’antitesi, non esiste alcuna sintesi. Non c’e’ alcun significato, sic et simpliciter. Hegel ha solo determinato un metodo per determinare cio’ che NON porta ad alcuna conclusione, sostenendo pero’ che in quel modo si giunga alla conclusione corretta. La mera mancanza delle piu’ elementari nozioni di logica e di teoria dell’informazione lo ha portato a sostenere la “cazzata maxima”.

Inizialmente, quando mi menzionavano il dio tutti, andava cosi’:
  • MA lo dicono/sanno/pensano/fanno tutti! Chi sei tu per contraddire tutti?
  • E tu che ne sai di “tutti”? Quanta gente conosci? Venti? Trenta? E tutti dello stesso paese.
questo espediente funziono’ molto bene al paesello, anche perche’ “fortunatamente” chi era uso conoscere gente e fare cose oltre i confini comunali tendeva a darmi ragione. Ma non era fondatamente logico.

Voglio dire, e se qualcuno capace di fare una statistica, un sondaggio ben fatto, mi avesse risposto “secondo le statistiche, il 99.97% della popolazione la pensa come me”, sarebbe cambiato qualcosa?

La risposta e’: ancora no.

Prendiamo per esempio un tema: “lo stato sociale”.

E prendiamo che “il 99% della popolazione la pensa come me sullo stato sociale”. Che cosa stiamo dicendo? Stiamo dicendo che  sia coloro che usano lo stato sociale senza pagarlo sia quelli che lo pagano senza usarlo hanno la stessa opinione. Significa che ne hanno la stessa opinione giovani senza futuro e vecchi privilegiati. Che ne ha la stessa opinione chi ruba la pensione di invalidita’ e chi ne avrebbe bisogno ma non he ha una.
Ora, chiediamoci: che genere di informazione mi da’, questo “99%” della popolazione che “la pensa come te?”. Beh, c’e’ un solo modo per una simile varieta’ di punti di vista di convergere sulla stessa visione. Quand’e’ che un milione di persone diverse, disperse in tutto il mondo vedono tutte la stessa identica cosa? Risposta: quando non vedono nulla. Ad occhi chiusi.

Morale: se tutti la pensano come te, non pensate proprio niente di niente.
Il che, se ci pensate, coincide molto bene con l’idea di entropia dell’informazione, e col concetto stesso di informazione.

Ovviamente, al dio tutti questo non piace. A lui piace avere dei nemici. “Tutti” e’ in fondo lo stesso concetto di “cattolico”, cioe’ “universale”. Provate a chiedervi che genere di religione possa essere adatta a TUTTI, dal ricco al povero, dalla donna all’uomo, dall’eschimese al beduino, dal cinese all’americano. La risposta? Semplice: una religione che non dice un cazzo di niente.

Solo l’insieme vuoto e’ contenuto in OGNI altro insieme. E se anche esistesse un altro insieme contenuto in ogni insieme, sarebbe sempre l’insieme vuoto.

MA, dicevo, questo dio tutti e’ molto cattolico, in fondo. E ai cattolici piace avere un grande nemico. Parlano di satana piu’ di quanto non parlino di Dio, vedono satana ovunque, mentre per definizione nessuno vede direttamente il loro dio. Insomma, Satana e’ certamente la piu’ importante tra le figure del cattolicesimo. Dio viene al secondo posto.

Ora, a questo punto immaginiamo che un giorno Satana dicesse “Cristo chi?”. Sarebbe un bel problema, perche’ senza un nemico che si propone di sovvertire l’universo, la giornata del cattolico diventa problematica. Vuota.

Ora, immaginate una persona, come me, la cui posizione filosofica nei confronti del 90% delle cose che vi vengono dette e’  semplicemente: “niente”. Immaginate cosa ne pensi il dio “tutti”.

Se esaminiamo le molte diatribe ideologiche semplicemente ponendo a zero quello che se ne dice gia’  rimane spazio per la riflessione, e scoprirete che le soluzioni semplici sono possibili. Prendiamo l’eterna questione sull’articolo 18. Togliamo tutta la merda che si dice, che e’ uguale a zero.

Allora, gli imprenditori vogliono poter licenziare qualcuno che non rende. Tuttavia vogliono poter assumere visto che i lavoratori gli servono: se togliessi l’articolo 18 ma vietassi loro di assumere, non sarebbero d’accordo.

Le persone vogliono lavorare, e non vogliono essere licenziate per un capriccio, ma solo nel caso lavorino male. Tuttavia vogliono anche essere premiate se lavorano bene.

Adesso mettiamo a zero tutte le minchiate degli stronzologi, e avanziamo un’ipotesi: il diritto al turnover. 

“puoi licenziare un tizio solo se al suo posto ne assumi almeno  un altro, e se ne assumi uno solo al suo posto,   solo se ne assumi uno che paghi il 5% in piu’ di quello che hai licenziato”.

Una soluzione del genere soddisfa tutti. Da un lato l’imprenditore puo’ liberarsi di quello che lavorava male e sostituirlo con uno che lavora meglio, o con uno piu’ preparato. Prova ne sia che lo paga di piu’. Puo’ quindi avere dipendenti piu’ preparati, se l’azienda va bene e puo’ permetterseli. Dall’altro, il lavoratore sa che viene licenziato solo ce c’e’ bisogno di qualcuno che faccia qualcosa che lui non sa fare: se lui sa fare, non ha senso cambiarlo con uno piu’ pagato.
Voi direte: cosa ho fatto per ottenere una soluzione semplice e funzionale? Mah, niente di speciale. Ho solo smesso di ascoltare i due stupidi coretti di gente che parla di “liberismo” e di “comunismo”. Niente di che.

E qui e’ il punto: per trovare soluzioni semplici, occorre ignorare il Dio Tutti. Spesso non basta, ma e’ necessario.

Ma ovviamente il dio tutti non ama essere ignorato. Ha dei preti da mantenere, lui. Egli paga persone insignificanti nella moneta dell’autorevolezza. Non capisci un cazzo di OGM ma vuoi sembrare autorevole? Di’ quello che dicono tutti: “OGM male! Veleno! Genetica! Pomodoromerluzzo! BananaKennedy! Monsanto!” ed ecco, qualsiasi operaio UNZ puo’ sembrare intelligente.

Il business del dio tutti e’ quello dell’autorevolezza a buon mercato.

Egli regala il mainstream, dicendo che la sua credibilita’ e’ legata ai numeri, e questo rende credibile chiunque. Pubblicitari che passano per statisti, puttane che passano per intellettuali, cantanti che passano per teologi: basta che qualcosa diventi di moda, tipo il “Sufismo” (del quale nessuno con meno di un dottorato di ricerca in orientalistica sa nulla) , e anche Battiato diventa un teologo. A patto che dica quello che pensano tutti del sufismo (tizi con la gonna che ruotano, barba lunga, hashish, whatever) e pac. Il dio tutti ha un sacerdote nuovo.

Il contratto commerciale tra il dio tutti e i suoi adepti e’ proprio questo: il dio tutti concede autorevolezza (basta parlare a Suo nome) a chiunque lo citi, ed in cambio riceve potere, che viene concesso ai suoi sacerdoti.
Questo produce la sensazione di soffocare: non ascoltando i “sempre conflittuali” e litigiosi sacerdoti del dio tutti , moltissime cose hanno soluzioni semplicissime. Ma appena entrano loro in gioco, i sacerdoti del dio tutti, la discussione si sposta sul piano ideologico e non se ne esce piu’.
Prendiamo la decisione sui matrimoni gay, per esempio.
Quante persone impatta? Se i numeri sono simili a quelli francesi e tedeschi, si tratta di ~500 coppie.
Quanta economia impatta? 500 x il reddito medio procapite, circa.
Quale rischio economico comporta ? Nessuno.
Quali rischi in generale comporta? Nessuno.
Quali costi comporta? Il costo di ~500 matrimoni.
Worst case scenario? Il costo di ~500 divorzi.
Di rendere legale il matrimonio gay non si dovrebbe nemmeno discutere. Dal punto di vista di un governo, non comporta alcun rischio e ha costi irrilevanti. Si faccia e basta. Non voglio sminuire nulla, ma se il governo fa il governo, questo e’.
Ma arrivano in gioco i sacerdoti del dio tutti: gli uni col valore della sinistra e tutta la storiella della cultura gay e del pride e il laicismo. Gli altri con i valori della “famiglia” e tutta la pappardella del cristianesimo/ebraismo/islam.
Ma si tratta di ~500 matrimoni. Niente di piu’.  Senza i sacerdoti del dio tutti, sarebbe una decisione da prendere in un ufficio di medio livello dell’amministrazione pubblica, quale e’ una decisione che riguarda 500 coppie in tutto il paese, senza rischi e praticamente senza costi rilevanti.
Questa e’ la sensazione di soffocare: quando vi sentite immersi nella melassa, dentro le sabbie mobili di discussioni sul nulla. Sul nulla. Voi non vedete le minchiate dei sacerdoti, perche’ non significano nulla. Non ha alcun significato la dottrina cattolica sulla famiglia e non hanno alcun significato o valore gli “ideali del laicismo”, ne’ esiste una “cultura gay”, esiste la cultura e basta. Sono tutte minchiate senza senso, senza valore, e (cosa piu’ importante) senza significato alcuno.
Ma queste interminabili discussioni sul nulla si pongono sempre tra voi, che vedete una soluzione semplicissima alla portata di tutti, e costituiscono una specie di catena. Come osate dire che il matrimonio gay si deve fare? Come osate dire che non si dovrebbe discutere dei sacri valori della famigghia? No, non e’ compito dello stato discutere dei valori, sic et simpliciter. Lo stato prende decisioni, e una decisione da 500 coppie e 50.000 euro/anno di budget per il rischio la puo’ prendere un consigliere comunale.
In generale, i sacerdoti del dio tutti , che siano preti, rabbini, imam, socialisti, comunisti, liberisti, fascisti, sono dei sacerdoti del nulla. Non hanno nulla da dire, per quanto si sforzino di parlare. I loro libri non contengono nessun significato. Ma tutto quel mare di niente scritto e di quel niente parlato si trasformera’ in un attrito mostruoso, pesante, che si mettera’ tra voi e la semplice evidenza delle cose, e delle soluzioni.
Ogni sacerdote del dio tutti non fa altro che aggiungere complessita’ inutile sulle cose.
Prendete le religioni monoteiste, che piu’ somigliano al dio tutti: un bambino nasce. Di per se’ e’ un evento naturale. Ma non li avete ancora visti al lavoro, ovvero al nessun lavoro se non parlare: chi taglia un pezzo di minchia, chi vi deve  mollare un mestolo di acqua in testa, chi deve far giurare a persone che “rinunciano a Satana” , ognuno ha il suo assurdo nulla da aggiungere , ad un evento che e’ successo 7 miliardi di volte e che non ha alcun bisogno di loro per accadere.
La grande paura del dio nulla sta tutta in una domanda:

E se le cose fossero semplici ?

se non ci fosse alcun bisogno di comitati etici, di studiosi della morale, se l’umanita’ potesse fare a meno di difendere la famiglia, se non ci fosse alcun bisogno di liberismo, se fosse possibile la vita sul pianeta anche senza i valori del socialismo, se in ultima analisi non ci fosse alcun bisogno di Dio?
Alla fine dei conti, potete discutere con qualsiasi sacerdote dell’esistenza di Dio. Non arriverete a niente, per la semplice ragione che sono preparatissimi a parlare, e la stessa discussione frena l’adozione di soluzioni semplici. Se volete demolire veramente un sacerdote, non dovete chiedergli di provarvi che Dio esiste. Sono maestri e possono parlare per anni di questo. Fate una domanda molto piu’ semplice:
a che serve un Dio?
sul serio. Che utilita’ ha? Nessuna. Serve solo ad interminabili discussioni su Dio.  Serve ad infilarlo ovunque, nelle scuole , nei matrimoni, nei battesimi e nei funerali. Ma in ultima analisi, a che serve?
Questo e’ il punto soffocante: questa assurda massa di discussioni inutili frena di continuo l’adozione di soluzioni semplici. E non servono a niente. Non cambia una virgola di niente se mettete Dio nel vostro matrimonio. Non cambia nulla dopo che avete battezzato un bambino. Non serve ad una cippa l’estrema unzione. Non cambia niente: la gente nasce, si sposa e muore anche senza.
E questo vale per i sacerdoti di OGNI discussione sul “dio tutti”. Non cambia nulla se siete riformisti o massimalisti o qualsiasi altro genere di minchiata. I problemi hanno, molto spesso, soluzioni semplici. Alcuni sono complessi, ma la stragrande maggioranza di quelli che sono dibattuti di continuo da generazioni sono particolarmente semplici: diventano complessi perche’, molto semplicemente, ci sono i sacerdoti del dio tutti di mezzo(1).
Ma c’e’ una cosa che rende ancora piu’ soffocanti questi personaggi: la loro pretesa di parlare a nome dell’amore. Il prete religioso vi parla sempre dell’amore di Dio, quello sindacalista “vi protegge” e vi “tutela”, il prete politico “parla nel vostro interesse” e “difende le vostre idee”, e ovviamente, se non siete d’accordo con loro, siete accusati di odio.
Poco importa se girano con l’orribile ed incivile levitico sotto braccio, piuttosto che predicare la guerra civile (chiamandola rivoluzione) o sostenere che schiavizzando i lavoratori si viva meglio: dietro l’inferno che essi portano, si cela sempre la parola “Amore”.
Cosi’ come le SS si chiamavano SchutzStaffeln, “gruppi di protezione”, e la mafia chiede soldi per “proteggervi”, scoprirete presto che dietro tutto questo “amore” si cela una certa voglia di prendere il potere e dirvi cosa fare.
Chi vi dice come mangiare, quando lavorare, chi vi ordina di non scopare o di tagliare la minchia ai bambini(2), vuole semplicemente fare questo come lavoro. Vuole essere pagato per dirvi cosa fare, con chi scopare, cosa mangiare, come tagliare la minchia ai bambini. Ma voi sapete gia’fare a mangiare, sapete con chi volete scopare, e i bambini stanno bene anche con tutta la minchia.
Non c’e’ bisogno di loro: ma loro parlano a nome dell’ “AMORE”, e se li ignorate, vi dicono che state “odiando”.
Loro nont emono di essere contraddetti. E non temono neanche di dover discutere con voi. Passano la vita a studiare come vincere una discussione. Temono di essere ignorati.
Quando li ignorate, dicono che li odiate. Vi attribuiscono odio, dal momento che essi si attribuiscono amore. Ma per quale motivo un signore argentino a Roma mi “ama”? Non mi conosce. NOn ci siamo mai visti. Perche’ mai un rabbino dovrebbe “amarmi”, e specialmente per quale ragione dovrebbe farlo “dio”? Nessuna. Sono tutti discorsi vuoti, inutili, senza significato. Servono ad un solo scopo: a dire che se loro “amano”, allora voi che non li volete attorno dovete essere pieni di “odio”.
Ho gia’ visto questa dialettica. Sono accusato di odiare a morte da tutti quelli che erano diventati molesti, e che ho semplicemente allontanato. Perche’ vedete, la soluzione ai problemi e’ semplice: non siete tenuti a sopportare alcun supplizio, ne’ niente di sgradevole. Cosi’ come nessuno vi puo’ frustare, nessuno ha il diritto di rompervi i coglioni. Quando un carnefice vi frusta, vi obbliga anche a farvi frustare, cioe’ a sopportare la sua dolorosa presenza. E questo OBBLIGO a sopportare la sua dolorosa presenza gli permette di frustarvi: se la vittima non fosse legata e non ci fosse nulla che lo obbliga a stare li’, col cazzo che starebbe a farsi frustare.
Lo stesso dicasi dei rompicoglioni: se non ci fosse qualcosa che vi obbliga a sopportarli, col cazzo che li sopportate. Ma insomma, riflettiamoci: chi ci obbliga a sopportare un rompicoglioni?
Allora, i rompicoglioni si rivolgono al dio tutti, e se voi li allontanate, siccome il dio tutti e’ “amore”, voi siete pieni di odio.
Quando mandate a cagare qualcuno che si e’ reso sgradevole, che lo ha fatto intenzionalmente e che lo rifara’ per partito preso, la risposta del dio tutti e’ sempre quella , pronunciata in lacrime finte, o con qualche finto dispiacere, perche’ loro (sia chiaro), vi “amano”. E se loro vi amano, allora voi ODIATE. Malvagi. Cattivi.
Sapete che vi dico? Che vi ho perdonati.
Si, sul serio. Vi ho perdonati. Tutti. Non vi odio. Avete tutti quanti il mio perdono.
Ma questo non significa per forza che faremo lingua in bocca sotto la doccia, giusto? Quindi si, vi ho perdonati. Non vi odio. Semplicemente, non ci frequenteremo piu’. Non mi piacete. Non e’ che vi odio: vi trovo sgradevoli e vi evito.
MA vi ho perdonati. Tutti quanti.Non ho odio nel cuore. Andate in pace. Ripeto: ANDATE in pace. Casomai lo aveste capito poco: ANDATE.  La frase “andate in pace” comincia cosi’: andate. Allontanatevi da me. Non e’ che vi odio, come non odio le zanzare. Pero’ non mi piace averle addosso, ecco tutto. Se vanno via in pace, contente loro e contento io.
Lo so, suona molto pretesco. Ma sapete, anche io trabocco d’amore. Davvero, vi ho pure rimesso i debiti, non dovete risarcirmi per avermi dato fastidio. Siamo a posto, ragazzi, andate in pace.
Andate in pace. Vi amo tutti.
Specialmente da lontano.
E siccome anche voi , che siete sacerdoti dell’ amore del vero dio, mi amate, avete una splendida opportunita’ di mostrare il vostro amore, e di non farmi soffocare.
Ecco, quando vi ho attorno mi sento soffocare. Se mi state lontano, con amore naturalmente, mi fate felice.
E’ tutto qui. Una questione di soffocare.

Uriel

(1) Non mi interessa se siano preti, imam , rabbini o sindacalisti. In definitiva, la classe antropologica e’ la stesa: colui che vive per complicare decisioni altrimenti semplici con chiacchiere prive di significato. Da questo punto di vista sono tutti uguali: che sia tagliare un pezzo di minchia per nessun motivo ad un bambino o lottare per avere un  contratto di lavoro mentre la gente coinvolta va al lavoro ogni mattina e viene pagata ogni mese , perdendo giornate di lavoro da 50 euro ciascuna  per 30 euro l’anno lordi, cosa cambia? Sono rituali inutili, non servono a nulla.
(2) Si tratta del culto di Cibele, che venne in qualche modo inglobato per essere cancellato da ebrei e musulmani, sotto forma di circoncisione. Alcuni fedeli di Cibele si eviravano per poi praticare prostituzione sacra nel tempio. Questa evirazione sacra divenne poi un rituale collettivo, solo che per ovvie ragioni occorreva che diventasse meno cruento. Non ha un cazzo a che vedere con nessuna questione igienica, i popoli che non la praticavano non hanno mai avuto problemi, a nessuna latitudine.

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