Sofagate, un pasticcio marcato Michel.

Sofagate, un pasticcio marcato Michel.

Sofagate, un pasticcio marcato Michel.

Sto seguendo lo “scandalo” di Erdogan che avrebbe umiliato la Von der Leyen, ma onestamente piu’ cose leggo piu’ mi sembra che il problema non sia Erdogan, bensi’ Michel. E se consideriamo che Erdogan mi sta antipatico quanto un Cossiga musulmano puo’ starmi sui coglioni, direi che  il mio Bias e’ svelato. Tuttavia, i fatti sono fatti.

Per prima cosa, occorre capire che in questi incontri le ambasciate e i diplomatici si accordano su tutto, dal numero delle sedie alla loro disposizione. Questo dipende dal messaggio che vogliono dare: se c’e’ amicizia i due siedono fianco a fianco, magari sullo stesso grande divano. Se c’e’ tensione, uno di fronte all’altro, e cosi’ via. Esiste tutto un protocollo di segnali che viene accuratamente definito.

In genere il numero due siede su un divano, mentre tutto si gioca sulla posizione dei due leaders. La morale musulmana vieta di mostrare un uomo e una donna da soli dentro una stanza (motivo per cui Michel fa all’uopo) e di sederli sullo stesso divano. Quindi i divani erano da escludersi, e le due sedie erano sotto le bandiere, consentendo ai due di apparire vicini ai fotografi che li riprendessero di lato. Abbastanza da non infastidire la base conservatrice di Erdogan.

Ma le due sedie erano sufficientemente vicine se confrontate con la distanza del divano, da voler mostrare vicinanza tra i paesi. Su questo punto i diplomatici sono cosi’ precisi che in confronto il Feng Shui e’ roba da dilettanti.

E qui andiamo sul primo punto:

Era un incontro al vertice. E in un incontro al vertice le sedie sono per i vertici. Uno per Ursula von der Leyen, una per Erdogan. Due. Non tre. Non una. Due. Se le nazioni sono due, un incontro al vertice ha DUE sedie. Una per bandiera. Punto.

Innanzitutto, dalla location si direbbe che tutto era stato concepito per indicare un incontro della massima importanza. I giornalisti sono stati lasciati entrare in una sala che appare immensa, e gli arredamenti sono del tipo piu’ sontuoso possibile. Anche il luogo ove avviene l’incontro e’ adeguato. Non sembra che ci fosse intenzione di indicare che i turchi stessero ospitando malvolentieri gli europei.

Per tutto il tempo in cui viene filmato, Erdogan si rivolge sempre alla Von der Leyen e non a Michel, chiedendole di seguirlo e facendole da anfitrione. Anche in questo senso, il protocollo indica che la Von der Leyen e’ l’ospite piu’ importante dei due.

Il pasticcio comincia nella sala enorme che era stata adibita all’incontro, perche’ a quanto si vede Michel affretta il passo piu’ della Von der Leyen (che non e’ decisamente la classica teutonica di due metri), e si siede per primo.

Ma non solo si siede per primo: quando la presidente si mette in piedi per indicare disagio, Michel rimane al suo posto, ostentatamente. E come se non bastasse, e’ la faccia di Erdogan ad essere imbarazzata e sorpresa.

Questione numero due: la Von der Leyen poteva lasciare l’incontro?

  • no. Dal punto di vista dell’ospite, essere lasciato solo col numero due sarebbe stato interpretato come uno sgarbo.
  • no. Dal punto di vista interno, sarebbe stato come se la Von der Leyen avesse abdicato a favore di Michel.

Erdogan poteva farci qualcosa?

  • No. Lui e’ andato a sedersi sulla sedia a lui destinata. E non poteva certo chiedere ai due di cambiare posto. La posizione delle sedie era nota a tutti, sin dall’inizio.

Non e’ mai successo che Erdogan abbia tolto la sedia alla Von der Leyen. E’ successo che Michel abbia preso il suo posto. Una questione interna alla UE.

Ci sono SEMPRE due sedie per i leader, e il divano per il terzo convenuto (se c’e’). Spetta al Michel della situazione capire che se c’e’ una sola sedia sotto la bandiera europea, e a fianco di quella turca, ci si deve sedere la presidente.

C’e’ anche una questione di stereotipi a riguardo. Capiamoci, se la cosa fosse successa in un paese meno islamico (che so, il Giappone) o anche in turchia con un premier ultralaico, si sarebbe parlato dello schiaffo di Michel, non di quello di Erdogan. Non mi sta simpatico Erdogan, ma i fatti sono fatti.

A carico di Erdogan c’e’ il fatto di essere un islamista , peraltro noto per le sue posizioni conservatrici sul ruolo della donna. Quindi immediatamente una stampa abbastanza addestrata ha immediatamente reagito: ma il protocollo e’ stato tutto di massimo rispetto, e la faccia di Erdogan  (nonostante una certa poker face) tradisce stupore.

Cosa succedera’ ora?

  • i Turchi faranno presente che il protocollo era stato concordato in tutto e per tutto dalle rispettive diplomazie, sin nei dettagli.
  • La stampa prima o poi si accorgera’ che era normale avere due sedie, e comincera’ a titolare “lo schiaffo di Michel alla Von der Leyen”.

Adesso chiediamoci: ma perche’ Michel avrebbe fatto una cosa simile? Il motivo puo’ essere cercato tra le posizioni francesi sulla Turchia (rivale nell’ Egeo, ove la Francia ha inviato la flotta per contrastare quella turca, e rivale sulla Libia) e   quella EU, che invece tenta un equilibrio di compromesso. E’ facile che Michel abbia dovuto agire in questo modo , dal momento che il Belgio e’ solo lo sgabuzzino delle scope della Francia.

Dall’altro lato, si sta sfruttando un pochino troppo lo stereotipo del turco che tratta male le donne, e se questo dovesse continuare troppo, ai turchi non resterebbe che alzare la voce dicendo qualcosa come “ma cosa doveva fare Erdogan, togliere di peso Michel dalla sedia ?”

E’ poi difficile pensare che sia stato Erdogan ad organizzare questa cosa, per una ragione semplice: se fosse stato Erdogan,  la Von der Leyen avrebbe potuto semplicemente replicare che “voleva mantenere le distanze” e lo schiaffo sarebbe arrivato al turco. Nessuno mostra il fianco in questo modo, se anche non fosse stato chiaro dal resto del setup che i turchi avevano organizzato l’incontro nel modo piu’ rispettoso.

Quello che vedo e’:

  • la volonta’ di Michel di peggiorare i rapporti con la Turchia, e forse di fare lo sgambetto alla von der Leyen.
  • la stupidita’ della stampa, che cade come una pera nello stereotipo (volendo meritato da Erdogan, ma pur sempre stereotipo) di turco che non rispetta le donne.
  • la UE cerchera’ di nascondere il comportamento di Michel sinche’ puo’, ma alla fine il suo silenzio imbarazzato parla chiaro.

Ma lo schiaffo, mi spiace, non e’ arrivato da Erdogan, ma da Michel.

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