SIAE di qui e di la’.

SIAE di qui e di la’.

Ok, basta cazzeggio. Scherzo, in realta’ sono ancora in ferie di qui e di la’, e andro’ via ancora , che non mi va di non sapere nulla del posto in cui vivo , della sua geografia o delle sue citta’. Comunque sono tornato a casa da A.DAM.  (come la chiamano loro) e ho trovato un sacco di richieste di parlare della SIAE e della storia dei telefoni che aumentano di prezzo.
Per prima cosa non sapevo di questa cosa che io pagherei 36 euro per ogni supporto mobile registrabile per via di una tassa che sarebbe imposta dal governo tedesco. Dal momento che posso comprare un supporto mobile registrabile per MENO di 36 euro, direi che sia una palese balla.
Questo terminale qui , per quanto sgrausissimo, contiene memorie sino a 32 GB e costa meno di 35 euro:

ditemi dove sia la tassa da 36 euro dentro un prezzo di 34.95 euro, sim prepagata  compresa. E se pensate che la fantomatica  tassa da 36 euro colpira’ il supporto, ecco qui il prezzo di listino:
quindi, non ci sono 36 euro di tassa nemmeno qui.
Infatti ho chiesto in giro e so che questa era una proposta avanzata da GEMA, ma non se ne fece niente, per una ragione. In particolare, chiedendo a destra e a manca, ho saputo diverse cose, oltre a quelle che sapevo gia’.
Dal 2013 la tassa per TV/Radio si paga per famiglia. Insomma, se fate anmeldung vi arriva una tassa annuale con cui pagate i diritti per gli apparecchi auditelevisivi che usate, compresi quelli capaci di registrare. La mia set top box di D-Telekom mi permette di registrare film e poi trovarli sul mio cloud di D-Telekom, ed e’ ok nella tassa annuale.
Questo e’ dovuto al fatto che qui e’ illegale condividere qualcosa senza diritti, ma non fruire di qualcosa senza i diritti. Insomma, se i liceali fanno una festa di liceo per la fine dell’anno vanno da GEMA con una firma del preside, pagano la tariffa educational (piuttosto bassa, qualcosa come ~50 euro) e sono a posto per la serata. Faccio questo esempio perche’ lo hanno fatto i figli dei vicini di casa.
Tuttavia, se un liceo non paga la tassa, e la GEMA li becca, fa la multa al liceo (e non a quelli che vanno alla festa), dal momento che il reato e’ condividere ma non fruire (o scaricare).
La proposta di far pagare dei soldi per i supporti telefonici e’ quindi ferma in alcuni tribunali, ma ha scarsissime probabilita’ di passare, perche’ il tedesco paga gia’ una tassa sugli audiovisivi tutti, e la deve pagare che abbia tv, parabola, computer, cellulare, o qualsiasi cosa si possa usare per sentire musica o guardare filmati. Una seconda tassa sarebbe improponibile.
Non so, invece, della situazione francese.
Che cosa ne penso. E’ ovviamente una cazzata immane, ed e’ giustissimo che Apple, Samsung ed altri alzino i prezzi. C’e’ una ragione in questo, ed e’ legata al fatto che per esempio nel caso di Apple, c’e’ gia’ un canale di distribuzione con dei precisi contratti verso gli autori.
Allora, che succede: Apple investe per tenere in piedi iTunes, per fare i contratti coi i gruppi ed i cantanti, trasforma i suoi cellulari ed i suoi computer in tanti terminali per la musica che Apple stessa vende, e su questo strumento di reddito arriva qualcun altro (SIAE)e dice “ehi, siccome i  cantanti che IO ho sotto contratto (?) non vengono pagati , allora la TUA casa di distribuzione musicale paga gli artisti che ALTRI hanno sotto contratto, tramite un contributo sul dispositivo”.
Voglio dire, Apple, come Google come Spotify, spendono soldi, fanno accordi, investono e sviluppano tecnologie allo scopo di farvi usare il cellulare come terminale di ascolto, il che necessita, per via dell’ascolto offline se non dell’acquisto, di storage.
Dopo tutto questo lavoro, arriva un branco di negroidi sottosviluppati in qualche sarcazzistan del mondo (cosi’ piu’ o meno vedono la cosa negli USA) e il loro governo dice che HTC, che magari NON ha a listino un dato  artista, deve pagare quell’artista in quanto i  calogeri di SIAE dicono che la sua memoria potrebbe, in senso astratto, essere usata per musica illegale.
Chiaramente, la risposta sara’ : noi paghiamo i cantanti che abbiamo sotto contratto, i servizi abilitati (Netflix, Last-Fm, etc) pagano gia’ i cantanti che hanno sotto contratto, se volete pagare i cantanti che NON abbiamo sotto contratto ve li pagate voi. Non si capisce per quale motivo LG debba pagare Albano e Romina se vende un cellulare.
E’ assolutamente ovvio che Apple e gli altri debbano aumentare i prezzi, per una ragione: la concorrenza. Se Apple vuole scritturare un artista per stare su i.Tunes deve per forza offrirgli condizioni decenti oppure buone, sicuramente competitive rispetto alla concorrenza. Ma se il governo impone ad Apple di pagare gli artisti scritturati dalla concorrenza, il conto economico salta e il vantaggio competitivo non si vede piu’.
 
E’ chiaro che quando qualcuno (la SIAE) fa lobby sul governo per stravolgere le regole di retribuzione del mercato , chi vive sul mercato della retribuzione dei musicisti si trova un attimo incavolato.
giustamente, il punto e’ che i signori di Apple, Samsung, LG &co non sono delle onlus nate per fare beneficenza. Se un cantante vuole essere retribuito da Apple, deve solo fare un contratto con Apple, farsi mettere su i.tunes e poi vediamo quanto vende. Questa roba che invece arriva il governo e decide quanto retribuire, chi e come, ovviamente per le aziende commerciali e’ una stronzata. Loro si sforzano di attirare artisti e case con offerte commerciali ed innovazione, e qualcuno arriva e falsa i prezzi?
Penso che abbia fatto benissimo Apple (e’ raro che io concordi con Apple) e che altrettanto bene facciano Samsung e gli altri player che scaricheranno sugli utenti i costi : loro hanno , direttamente (Apple i.tunes) o indirettamente (Google Play, Spotify, etc) dei canali legali per la vendita, e se SIAE vuole coprire di serterzi Albano e Romina perche’ – come e’ noto – miliardi di italiani nell’universo hanno i loro file piratati sulla memoria del telefono, sono cavoli di SIAE.
Personalmente, credo si tratti di due semplici cose:
  1. SIAE , a differenza di GEMA ed altri enti, e’ il solito “conosco, dunque esisto”, e siccome hanno le conoscenze, verranno fatti esistere a spese dei cittadini. Fine. Hanno il diritto di esistere perche’ hanno le conoscenze che servono a fare lobby,  fine. Non offrono nessuno dei servizi , per esempio di GEMA, ovvero server per identificare il fingerprint di un brano in modo da collegarlo agli shop musicali e pagare i diritti automaticamente, e tutto quanto viene offerto normalmente. SIAE costa un sacco e onestamente, per quel che costa, un software potrebbe fare lo stesso a molto meno.
  2. La musica italiana e’ letteralmente morente. Se non compete piu’ negli USA , che non sentono un brano scritto in italia nella top 10 ormai da tempo, anche in Europa la musica sta diventando una cosa diversa. L’ultima canzone italiana conosciuta ormai e’ Azzurro, e spesso e’ la versione dei Toten Hosen. Con buona pace dei Subsonica, l’ EBM oggi e’ una cosa diversa.
come tutti gli ambienti morenti, quel che si fa e’ attaccarsi al passato e alle tasse. Si fa come si e’ sempre fatto prendendo l’arretratezza e fingendo che sia tradizione, si prende il provincialismo e si finge che sia nazionalismo, e si piazzano tasse pretendendo che “tutelino diritti”.

Niente di nuovo sotto il sole.

Ah, gusto, a proposito di Subsonica e di Olanda: questo e’ come dovrebbero essere per stare sulle piste OGGI:

e i Grendel sono gia’ vecchi. Figuriamoci quei Righeira dipinti di nero

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