Senza distruggere una lingua che non mi ha fatto niente

Sono piuttosto incazzato. Non vedo futuro in un paese ove si scrivono commenti come quelli che ho letto,  e ci si ritiene intelligenti per questo. Ho aperto il primo blog nel 2003. Dal 2003 ricevo i commenti dei soliti “intelligenti”, e ormai credo di avere il polso della situazione italiana. E la sensazione che ho e’ che la popolazione italiana si stia arroccando in un atteggiamento di proterva stupidita’, che consiste nel coprire il paese con una coltre di merda ideologica tale da fargli fare SEMPRE le scelte sbagliate. Ed era questo che ho cercato di dire – in un tedesco per principianti quale e’ il mio (1) – nello scorso post, che forse – ci sto riflettendo, ma non voglio discuterne nei commenti , e’ anche l’ultimo.

 

Tutto quello che vedo in Italia e’ la sostituzione di una montagna di merda ideologica con un’altra montagna di merda, di moda in moda. E appena provi a contestarla con delle ragioni, semplicemente dicendo quello che intendi dire, tutto quello che succede e’ di ottenere che i propugnatori di tale montagna di merda cercano di scrivertela sul blog.

 

Il perche’ vengano su un blog che non li sopporta e li odia a scrivere cio’ che potrebbero scrivere nel LORO blog e’ gia’ esemplificativo della loro forma mentis: a loro non basta marcire nel veleno della loro stupidita’, loro vogliono che si diffonda. Essi tuttavia non si fanno il loro blog -segno che la loro mente non concepisce l’idea di fare qualcosa che prima non c’era – ma si limitano a sporcare con la loro stupidita’ il blog altrui. Loro vogliano che non si dica altro che non sia l’ammasso di informi cazzate da umanisti che hanno in mente, perche’ se qualcun altro dicesse qualcosa di diverso potrebbe anche succedere che si noti la differenza.

 

Prendiamo per esempio la CAZZATA del kilometro zero. Anche tralasciando l’evidenza che se compri carote fresche a dicembre DIFFICILMENTE saranno a Kilometro zero (lascio come compito a casa stabilire cosa si raccolga nei campi dell’italia settentrionale a Dicembre) , si tratta di un’ideologia farlocca di portata tale da lasciare interdetti.

 

Allora, diciamo pure che un agricoltore, dalle parti di Vergato (BO) venda agli abitanti della citta’ (Bologna) la sua frutta e la sua verdura. Quella che appunto sta raccogliendo in questo istante, tra le zolle innevate. Ne sono certo. Diciamo che 100.000 abitanti di Bologna (mi si conceda la speranza che a Bologna gli idioti siano una minoranza) vanno a Vergato (dove effettivamente esiste una macchina spennapolli a kilometro zero) e comprano. Diciamo che non vengano solo da Bologna, e la distanza media sia di 25 KM.

 

Ora, anche se comprassero 3 kg di verdure a testa  – tra quelle che notoriamente si raccolgono qui a Dicembre – avremmo ottenuto 2.500.000 km di automobile per 300 tonnellate di verdure. Facciamo un passo indietro e supponiamo che invece le verdure “a km zero” arrivino nei negozi di Bologna. Siccome difficilmente un contadino ha 300 tonnellate di verdura alla volta, altrimenti farebbe agricoltura intensiva, QUEL MALVAGIO, e siccome e’ un simpatico vecchietto che coltiva la terra coi metodi del nonno, e’ pensabile che ne porti circa un quintale alla volta. Cosi’ facendo, pero’, trasportare quella roba costa ancora 25.000 km di veicolo.

 

Ora, sapete qual’e’ il problema? Supponiamo che invece ci sia una piantagione intensiva in Marocco. Supponiamo che un cargo porti 300 tonnellate di verdura sino a qui: beh, sono circa 3000 km. Se anche sbarcassero a porto Garibaldi, diciamo 4000. Se poi ci mettiamo tre TIR per portarle in qualche centro di distribuzione, e il percorso urbano per arrivare ai negozi, arriveremo circa a 5000.  Mica male, come risparmio, se consideriamo che un cargo puo’ portare ben piu’ di 300 tonnellate alla volta.

 

Che cosa significa questo? Sto dicendo che conviene portare verdura dal Marocco? I farlocchi capiranno questo e verranno bannati non appena provano a discutere gli esempi anziche’ il concetto. Qual’e’ il concetto?

 

Il concetto e’ che il percorso che fa un chilo di merci non e’ un problema strettamente geometrico, ma dipende MOLTO DI PIU’ da come e’ gestita la logistica. E la logistica del “vado a comprare direttamente dal contadino” o “compro dal singolo negozietto che si rifornisce direttamente dal contadino” e’ una LOGISTICA DI MERDA SOTTO OGNI PUNTO DI VISTA.

 

Ovviamente questo concetto l’italiano non lo puo’ capire. Non lo VUOLE capire, perche’ capire “logistica” e’ qualcosa che richiede disciplina mentale, studio, fatica. Metterci i numeri facendo un esempio con assunzioni di massima e’ questione di disciplina, di attitudine, di una serie di cose che si conquistano CON LA FATICA. Il nostro farlocco, invece, di tutto questo non vuole saperne: a malapena domina le sue scadenti emozioni.

 

A lui sembra ragionevole che andare in auto a comprare coi soldi alla mano della verdura da uno che sembra proprio come il negozio dove andava il nonno sia fare come il nonno, e se lo facevano i nonni allora era “naturale”. Anche il fascismo lo faceva il nonno, quindi suppongo che tra un pochino diventera’ una moda parte della filosofia slow food.

 

Cosi’ mi dispiace: PENSO che qualsiasi idiota possa capire che la logistica e’ la logistica, le distanze sono solo distanze, e no, non e’ affatto scontato che diminuendo le distanze nell’ultimo tratto di un grafo SI OTTENGANO PERCORSI PIU’ BREVI. Non sapete che cazzo sia un grafo? Bene: Darwin e’ li’ per voi.

 

Altra CAZZATA catastrofica e’ che se compro verdura da un contadino che non usa agricoltura intensiva allora sara’ piu’ buona. Sono cazzate. Sapete come si distingue la verdura buona e pura da quella cattiva ed inquinata? Si prende un campione di una, si prende  un campione dell’altra, li analizza in un laboratorio e li si confronta!

 

E questo per una ragione: il fatto che l’agricoltore somigli a vostro nonno, faccia come vostro nonno, parli come vostro nonno, SIA vostro nonno, e’ una cosa. Che la verdura sia buona e’ un’altra. E no, non c’e’ NESSUNA CAZZO DI RELAZIONE TRA LE DUE COSE.

 

Nel nord italia la densita’ di popolazione e’ altissima. Peraltro e’ altissima la concentrazione di PMI. E come se non bastasse il traffico obbliga le citta’ a prendere provvedimenti contro polveri sottili ed inquinamento. Tutta questa roba non rimane in citta: non esiste una barriera magica che divide la cattiva citta’ inquinata dalla buona campagna pulita. Mi spiace, ma se osservaste all’infrarosso l’atmosfera vedreste una colonna di gas e polveri che si sollevano dalla citta’, salgono in cielo in una colonna vorticante (per via della spinta di coriolis) , arrivano ad un punto di equilibrio, e si spargono su tutta la zona, RICADENDO.

 

Quindi mi spiace, ma con ogni probabilita’ TUTTA la verdura che mangiate , se coltivata a poche decine di  km dalle citta’ , e’ inquinatissima. Per avere verdura decente probabilmente dovreste coltivarla in zone a bassa urbanizzazione ed a bassa industrializzazione , e avreste alla fine la verdura del nonno: Libia, Marocco, Algeria , nelle zone profonde potrebbero andare. Si puo’ portare questa verdura qui ad un costo ambientale ragionevole? CERTO.

 

Con una buona LOGISTICA, e considerando che da quelle parti per via del clima con la stessa terra potete fare PIU’ di un raccolto , e un raccolto piu’ abbondante rispetto a qualche zona pedemontana del nord italia, si puo’ . Si puo’ fare con MENO carburante/kg che il vostro idiotico “kilometro zero”.

 

Ma il risultato non e’ questo: il punto e’ che voi pensate DAVVERO che se il negoziante somiglia a vostro nonno e il contadino coltiva come vostro nonno allora otterra’ la stessa verdura di vostro nonno! Ma questo non e’ vero per un cazzo:  la qualita’ e’ qualita’, l’aspetto del fruttivendolo e’ l’aspetto del fruttivendolo. Non c’e’ nessuna relazione tra le due cose.

 

Ma per fare logistica occorre scienza. Occorre studio, occorre lavoro, occorre fatica. Per prendere l’auto e andare da qualche contadino a comprare verdura sporca (che non e’ sporca perche’ e’ buona, e’ sporca perche’ nessuno l’ha lavata!) e’ alla portata di qualsiasi coglione senza cervello. Lo stesso dicasi per scendere al mercatino sotto casa. Non serve logistica, non serve sforzo, non servono test di laboratorio a campione per sapere se davvero la verdura e’ buona: basta credere che la faccia del contadino generi la qualita’ della verdura , ed e’ fatta.

 

Un’altra genialata , detta da uno che probabilmente si crede intelligente (non tornare qui, non scrivo per i fessi come te) e’ che tutta la ricerca la deve finanziare lo stato. Geniale. Insomma, se voi confezionate caramelle e volete una macchina che le incarti in 0.9 secondi anziche’ in 1 secondo, dovete andare al CNR e aspettare che vi diano la grande scoperta. Volete una confezione piu’ robusta per il latte che inscatolate? Ma Tetrapak andra’ dai geniacci del CNR a chiederlo. Volete un preservativo che si rompa una volta su diecimila in meno? Andrete al CNR ad aspettare che un ricercatore se ne occupi. E’ successo da qualche parte? Si, in unione sovietica. Non che sia andato benissimo, c’e’ da dire.

 

Ovviamente il nostro farlocco non crede che questa sia ricerca: stiamo scherzando? Quella roba li’ e’ una cosa che devi produrre dei risultati UTILI, e come se non bastasse qualcuno puo’ distinguere il ricercatore bravo (quello che trova la soluzione) da quello meno bravo. Vade RETRO, SATANA! Vogliono il CNR, dove si produceva merda priva di utilita’, senza che nessuno andasse a controllare chi faceva bene e chi male, e i soldi piovevano su tutto.

 

Questo e’ esemplificativo di come la pensino i giovani italiani: essi vogliono semplicemente il lavoro statale. Essi sognano che tutta la ricerca la faccia lo stato perche’ dopo una laurea inutile vogliono un posto di lavoro dalla scuola alla tomba. MERDA. Essi vogliono semplicemente essere assunti dallo stato a vita, ed e’ per questo che non vogliono una comoda poltrona da ricercatore statale: nessuno andra’ mai a vedere se fanno cose utili o meno. Il sogno del farlocco italiano.

 

Del resto, lo stesso genio se ne esce dicendo che le piccole e medie imprese stanno venendo schiacciate dalle multinazionali. OVVOVE! OVVOVE! Io la penso diversamente: aziende piu’ grandi, meglio organizzate, meglio finanziate, fanno prodotti migliorie piu’ economici, e quindi vincono. E’ semplice. In qualsiasi altro posto del mondo si direbbe che e’ giusto che se faccio un prodotto migliore che costa meno devo schiacciare chi non lo fa. E’ ovvio. Invece no, in Italia se un’azienda che e’ diventata grande perche’ evidentemente qualcuno ha SAPUTO crescere e quindi fa meglio dei piccoli… fa male!

 

Sapete perche’ si dice questo? Sapete perche’ e’ cosi’ diffusa questa diceria? Perche’ gran parte dei giovani italiani ASPETTA DI EREDITARE UNA PICCOLA ATTIVITA’ DALLA FAMIGLIA!

 

La pura e semplice verita’ e’ che questo amore per le PMI che c’e’ tra i giovani italiani e’ dovuta al fatto che questi principini, senza MAI essersi misurati col vero mercato, senza MAI aver dovuto fare un minimo di innovazione, senza MAI aver mai conosciuto la concorrenza, aspetta il momento in cui ereditera’ un business “sicuro” da paparino.

Allora tiriamo le somme: come cliente, l’ italiano sogna un mondo nel quale abbia il calzolaio che gli ripara le scarpe – come il nonno – il negoziante di frutta e verdura che e’ anche ortolano – miracoloso, capace di raccogliere carote a Dicembre, a kilometro zero e senza agricoltura intensiva! –  come il nonno . Quando studia, vuole essere assunto dallo stato per fare il ricercatore -come succedeva in passato- dalla scuola alla pensione, senza fare nulla di utile , e quando lavora vuole ereditare il business di paparino, che resti sicuro sicuro e al riparo dalle malvage  multinazionali che potrebbero anche fargli concorrenza!

 

Tutto quello che vedo nei commenti non e’ un’Italia che sogna un futuro migliore. Vedo solo un paese che sogna DI RIAVERE IL PASSATO! E non si rendono nemmeno conto che e’ stato proprio QUEL PASSATO a distruggere SIA il PRESENTE CHE IL FUTURO!

 No, con gente cosi’ il paese non si rialzera’ MAI. Non puo’ avere nessun futuro un paese ove il sogno piu’ diffuso e’ di tornare al passato. Dove la gente sogna di avere gli stessi negozi del nonno , lo stesso lavoro di suo padre, e poi si lamenta PERCHE NON C’E’ FUTURO! E’ ovvio che non ci sia futuro, se passate il vostro tempo a RICOSTRUIRE IL PASSATO!
E che cazzo di futuro pensate che venga, ripetendo il passato?

 

Fanno bene i pubblicitari che vi vomitano addosso della merda tipo “la tradizione e la modernita’”. Fanno bene perche’ e’ la stessa MERDA che avete nel cervello. La merda che vi spinge ad aspettare che tutto crolli perche’ sperate CHE TORNI IL MONDO DEL NONNO CON LA FINE DI QUELLO MODERNO. Voi leggete di disastri economici perche’ sperate che col crollo di qualcosa che associate alla modernita’, allora crolli il mondo moderno e torni quello antico! Volete la fine del mondo solo perche’ non avete mai voluto studiare e lavorare abbastanza da sopravvivere in questo mondo, e sperate che il crollo del mondo di oggi riporti quello di ieri!

 

No, coglioni, col crollo del mondo moderno ne nascera’ uno ancora piu’ moderno. Dal crollo del mondo di oggi ne esce quello di domani. Non e’ MAI successo che si sia tornati “come prima”. La storia va in una direzione sola. E se vi sembra che tutti nella storia moderna vadano contromano, beh, ho brutte notizie per voi:

 

Siete voi che siete contromano, COGLIONI, e non la storia!

 

Uriel

 

(1) Non penso in tedesco, e senza pensare in tedesco (e lavorando in un ambiente completamente anglofono) mi torna assai difficile.

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