Seminare venti, raccogliere tempesta.

In questi giorni, complice l’esultanza dello stato per la cattura di quattro pivellini che non sarebbero stati capaci di sfuggire ad Alvaro Vitali, ci si sente chiamati a rispondere come “ambienti” della genesi della violenza armata.

In particolare, essendomi io dichiarato anarchico, e poiche’ questa bandiera e’ usata ed abusata dai marxisti leninisti dei centri sociali, spesso noto intorno a me la diffidenza riservata a colui che e’ “contiguo” ad un fenomeno, se non “nuota nella stessa acqua dove nuotano altri pesci”.

Vorrei chiarire un paio di cosette.

La prima e’ che io penso, come scrive Thoreau, di non essere su questo pianeta per creare le condizioni necessarie a viverci, ma solo per viverci. Dunque, io non sono e non saro’ mai una di quelle persone che sprecano la propria vita a lottare per cambiare le cose, dove per cambiare le cose si intende cambiare i grossi sistemi che alla fine regolano la vita di tutti.

Al massimo, poiche’ il mio sforzo e’ proteso SOLO a vivere, lottero’ per cambiare quel tanto che basta intorno a me.
E questo sia perche’ non intendo gettare la mia vita, sia perche’ non penso che “tutti” meritino che io lo faccia. Ci sono volte nelle quali vale la pena sacrificare la propria vita per qualcosa. Ci sono COSE per le quali vale la pena. Ci sono PERSONE per cui vale la pena.

Gli italiani ( o forse anche gli occidentali in genere) non ne valgono a mio avviso la pena. I terroristi delle BR trovano necessario lottare a favore del “proletariato”, mentre io penso che se il “proletariato” non sa lottare da se’, merita le condizioni nelle quali versa.

E quando dico merita, non intendo: fa piu’ male a me che a te vederti cosi’. Non intendo dire che “mi dispiace ma lo trovo giusto”. No, intendo dire che mi fa proprio piacere! E spero che ogni fottuto proletario che viene sfruttato senza reagire debba vendere la figlia a qualche presentatore manolunga di “non e’ la rai”.

Dunque, io non nuoto nello stesso mare dove nuotano loro. Agli anarchici che conosco di ammazzare gente interessa assai poco. Come mi disse uno di loro:

“finche’ quei fessi lavorano 14 ore al giorno, io posso abbassare i miei consumi e mi basta un part-time”.

Sebbene istintivo, quel discorso e’ sensato: se indichiamo con un punteggio il nostro stile di vita, e diciamo che in occidente esso sia a 1000, lavorando ciascuno 40 ore/settimana, e’ chiaro che se ti accontenti di uno stile di vita a 500 , di ore te ne bastano 20. Questo pero’ fino a quando il livello occidentale rimane a 1000.
Quindi, i polli sgobbano per tenere a 1000 il livello medio di stile di vita, e i furbi non comprano la seconda macchina, la terza playstation e le vacenze estive e lavorano la meta’.

Probabilmente si tratta di un punto di vista misantropo, ma tutto sommato condivisibile.

Quanto alla violenza, trovo assolutamente difficile pensarla senza connessioni.

Nella nostra costituzione si dice che lo stato avrebbe il monopolio dell’uso della forza. Non si specifica il fatto che l’uso della forza debba essere, almeno nelle intenzioni, ridotto al minimo. Ne’ lo stato si e’ mai posto il problema di scegliere la strada meno violenta.

E questo perche’ di fatto la dialettica del potere italiana e’ una dialettica della forza.

La dialettica del potere italiana dice cosi’:

1)Esistono le leggi.
1.1) Se sei nessuno, devi seguirle.
1.2) Se sei qualcuno, puoi anche non seguirle.

O meglio, dice cosi’:

1)Esiste la forza dello stato, che viene legittimata con le leggi a parole, ma si applica sia mediante le leggi, che violando le leggi.

1.1) Esse sono violate o attuate a seconda della volonta’ di chi le fa applicare: non esiste una regola fissa circa l’applicazione delle leggi. Semplicemente chi detiene la forza avra’ sempre tali leggi dalla sua. Gli uomini dello stato in primis.

2) le leggi vengono fatte applicare da uomini in divisa, oppure violate dagli stessi: questo produrra’ effetti benefici o malefici su di te.

2.1) Se sei piu’ forte degli uomini in divisa, o riesci solo a spaventarli, essi applicheranno o violeranno le leggi nella maniera a te favorevole.

2.2) Se sei piu’ debole di loro, o non riesci a spaventarli, essi applicheranno o violeranno le leggi in maniera a te sfavorevole.

Ovviamente, bisogna tener conto del fatto che gli uomini dello stato rispettano la legge anche quando la violano, dal momento che un’altro uomo dello stato non li punirebbe MAI per averle violate, anzi si adoperera’ onde la facciano franca comunque.

Va da se’ che, essendo la legge non piu’ una regola, ma un’eccezione che riguarda solo i deboli, essa stessa venga vissuta come una sopraffazione, cioe’ come un’uso della forza.

E poiche’ per i deboli, e solo per loro, il mancato rispetto delle leggi implica un’azione DI FORZA, ecco che poiche’ tale forza non e’ piu’ legittimata diviene violenza.

Ci si trova nella situazione nella quale si viene puniti perche’ NON si e’ veri delinquenti. Toto’ Riina e’ rimasto latitante per tutto il tempo in cui era POTENTE. Solo dopo la caduta del suo clan, si e’ potuto prenderlo.

Ma attenzione: il manifestante anarchico che viene preso dai celerini viene massacrato di botte sul cellulare, e riceve altre botte in caserma, in maniera del tutto illegale. E se protesta, il suo stesso avvocato gli dice che non gli conviene perche’ altrimenti i poliziotti (che lo picchiavano da ammanettato, strafatti di anfetamine e cocaina) lo denunceranno per resistenza, aggressione, eccetera.

Sono pero’ convinto che quando Toto’ Riina e’ entrato in carcere, NESSUNO si sia arrischiato a torcergli un solo capello. Sono altresi’ convinto che nessun cuoco della prigione si sia mai permesso di mettere merda nel cibo di Riina , come viene fatto con gli altri detenuti, allo scopo di costringerli a pagare un secondino per comprargli fuori un po’ di cibo.

E questo perche’, essendo Riina in grado di spaventare i secondini mediante la sua organizzazione, essi avranno sempre violato o applicato le leggi in modo da favorirlo.

Diversa e’ la situazione dell’anarchico.

Quando l’anarchico entra in carcere per aver manifestato, trova di fronte a se’ una stravagante situazione:

-Sei stato arrestato senza aver violato la legge, anzi forse chi ti ha arrestato lo ha fatto violando la legge, benche’ in modo che apparentemente lui avesse ragione.

-Considerato colpevole anche da chi sa bene che sarai assolto e il tuo caso archiviato, vieni picchiato VIOLANDO LA LEGGE.

-Altri colpevoli, giudicati colpevoli, essendo riusciti ad essere POTENTEMENTE compevoli, vengono trattati MEGLIO.

Ovvero: il pappone slavo dal sorriso terrificante puo’ dire chiaramente ad un secondino di portargli cibo buono, perche’ se non lo fa una sera il secondino torna a casa e trova la casa vuota. Il mafioso, idem. E anche il terrorista.

Solo i deboli e gli innocenti , vedono la legge violata od applicata sempre e solo contro di loro.

Per l’anarchico consumato, questo e’ solo un’ esempio di come lo stato sia un’istituzione nata per organizzare la preopotenza. Egli trovera’ in tutto questo ulteriori ragioni a sostegno delle proprie tesi, e tanto gli basta.

Per il ragazzino dei centri sociali che straparla di rivoluzione, ed e’ portato al fondamentalismo politico , tutto questo e’ semplicemente una forza che lo spinge ad andare oltre. Vedete, le persone arrestate in questi giorni, in carcere non si vedranno torcere un capello. Non se lo vedranno torcere perche’ essendovi il dubbio che parte dell’organizzazione sia fuori , il secondino vigliacco si guarda bene dall’esporsi alla vendetta.

“Forte o debole” prevale su “colpevole o innocente”.

GLi amici anarchici che hanno vissuto la carcerazione preventiva raccontano del carcere tutti le stesse cose: chi e’ parte di organizzazioni armate, violente ,pericolose, e non del tutto sconfitte, in carcere viene trattato coi guanti.

Se invece sei un’anarchico, o un marxista, o qualcuno che manifestava , vieni picchiato, vessato, umiliato in continuazione.

E cosi’, specialmente i piu’ giovani, finiscono col pensare che in fondo (parole di Himmler) “a noi non importa di essere temuti, purche’ si sia rispettati. E se per essere rispettati dovremo farci temere, il mondo si aspetti un grande spavento”.

Durante un’irruzione in casa di pericolosi trafficanti di droga NON si vedra’ mai NEMMENO UN MINIMO della violenza che si e’ vista durante l’irruzione alle scuole DIAZ. Perche’ questo? Perche’ dei trafficanti l’ Agente Gargiulo ha paura!

Ora, finche’ la cosa viene riferita al sistema carcerario, essendo questi un sistema chiuso in un cono d’ombra, possiamo dire che la violenza nascera’ comunque tra “i frequentatori meno adulti”.

Ma quando la stessa cosa viene applicata nella vita quotidiana, allora tutto cambia.

Quando la mia azienda viene ispezionata A MENO CHE io non sia iscritto ad una certa lega coop, quando nel negozio vicino entrano uomini indivisa che escono senza pagare, A MENO CHE TU NON SIA AMICO DEGLI AMICI, io vado convincendomi sempre di piu’ che l’appartenenza o l’amicizia di una qualche banda armata in grado di spaventare gli uomini dello stato sia non solo utile, ma anche una ragionevole forma di giustizia.

E questo , in futuro, fara’ sempre piu’ si che la banda armata venga vissuta come una necessita’: devi avere l’assicurazione , devi avere il vaccino, devi avere qualcuno che ti fa rispettare dagli uomini dello stato, ovvero che ti fa temere.

A generare le bande armate e’ la tremenda evidenza di come per coloro che ne fanno parte si apra un destino di rispetto di cui altri non godono.
E’ vero che questi signori passeranno gran parte della vita in carcere.

Ma e’ anche vero che gli uomini in divisa porteranno loro un rispetto, che viene dal terrore, che a tutti gli altri cittadini e’ negato.

Ai tempi degli anni di piombo, di caricare una manifestazione come fanno adesso se lo sognavano. E dentro qualsiasi stadio, quando si trovano di fronte ad un gruppo di violenti facinorosi, gli eroi delle scuole diaz fuggono…abbiamo visto tutti le immagini in tv.

Tempo fa, in vacanza in una citta’ del sud, venni perquisito da alcuni poliziotti. I quali tirarono quasi un sospiro di sollievo a sapere della mia provenienza. Nelle case intorno a noi, tutte le finestre avevano le luci spente, e si intravedevano persone dietro le tende. A fissarle troppo, veniva abbassata la tapparella. I poliziotti erano visibilmente spaventati. Anche quelli piu’ vecchi, si vedeva che non erano a disagio.

Pensai, urtato dal tono con cui mi apostrofavano, che se ad essere onesti si viene apostrofati in quel modo, invidiavo quel popolo cui basta spegnere una luce dietro la finestra per far loro paura.

Ho invidiato quel popolo che terrorizza i poliziotti.

Se quei poliziotti fossero stati un pelo piu’ gentili, forse li avrei invidiati meno.

Ecco come nasce la violenza

Essa pesca in una precisa fascia sociale:
“le vittime della prepotenza degli uomini dello stato.”

Ecco, quando si inizia ad invidiare quel popolo che sa farsi temere dagli uomini in divisa, le bande armate salteranno fuori come funghi.

Ma questa , e’ accademia.

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