Saman

Saman

Saman

Visto che tutti stanno scrivendo sulla ragazza che sembra sia stata uccisa perche’ non accettava di sposare un cugino, mi viene da parlare non di quello che si dice, ma di quello che NON si dice. Perche’ spesso e’ li’ che si nasconde tutta la merda ipocrita.

Non sto a commentare il fatto che nel mondo tribale pakistano sia cosi’ comune sposare un cugino. E non mi chiedo cosa succeda al pool genetico dopo migliaia di anni a sposare cugini. Suppongo che da quelle parti quando uno riesce ad accendere una lampadina usando l’interruttore , gli diano un dottorato.  Come minimo.

E il problema non e’ nemmeno un problema di “integrazione”. Quella roba non e’ legale, punto e basta. Un criminale non ha “problemi di integrazione”, cosi’ come Hitler non aveva “problemi con la cucina ebraica”. Chi commette un crimine ha problemi con la legge, e siccome la legge non processa le intenzioni e gli eventi psichici, il fatto che per lui “sia normale” non ha alcun significato.

Non commento neppure il fatto che un’intera inchiesta sia nata senza una sola denuncia, senza il cadavere, senza l’arma del delitto , semplicemente con un’immagine che mostra dei contadini che hanno un badile in mano. La magistratura ha le sue vie misteriose.

Non commento la comunita’ islamica che dice “non dovete uccidere cosi’ le donne perche’ non e’ islamico”. E da quando chiediamo alla comunita’ islamica cosa dovremmo fare? Se per caso fosse il contrario , sarebbe lecito? Se per l’Islam fosse ammmesso uccidere in queste condizioni, dovremmo accettarlo? Qualcuno spiega a quei caproni che esiste la legge dello stato, e di quello che dice l’Islam in proposito ce ne sciacquiamo vastamente i nostri pelosi coglioni? Ma non spetta a me, quindi non scrivero’ un intero articolo su questo. Con quello che dice l’ Islam mi ci sciacquo i coglioni in privato, come si fa in un paese secolarizzato.

Al contrario, quello che voglio commentare e’ quello che NON vedo. Perche’ io vedo, almeno dai giornali, che c’e’ un’inchiesta per “omicidio” aperta. Ma la legge italiana prevede l’omicidio di genere, detto “femminicidio”. La cosa molto interessante e’ che non solo l’inchiesta non e’ per “femminicidio”, ma nessun giornale “woke” in Italia usa questo termine.

Il femminicidio doveva essere la fattispecie nata per indicare gli omidici di donne, qualora avvengano per motivi di genere, di disprezzo per il genere femminile, di odio verso il genere femminile. “Omicidio di genere”.

L’omicidio di Saman, se e’ avvenuto, rientra in tutto e per tutto in questa definizione. Non c’e’ alcun dubbio che uccidere una donna perche’ una “tradizione” dice che le donne devono sposare chi vuole la famiglia perche’ sono donne, e se si ribellano vanno uccise, sia un caso evidente, palese, chiaro di “femminicidio”.

Stranamente, questo e’ l’omicidio di una donna nel quale la parola “femminicidio” viene menzionata di meno. Non e’ questione di big data, si vede ad occhio. Si e’ parlato di “femminicidio” persino quando Luana e’ morta sul lavoro. Ma guai al mondo a parlarne adesso.

E c’e’ una ragione per questo:

la vera definizione di femminicidio non e’ “omicidio di genere”, ma “omicidio di razza”. Per “femminicidio” non si intende “un uomo che uccide una donna perche’ e’ una donna”, ma un uomo BIANCO che uccide una donna perche’ e’ una donna. Gli altri non commettono “femminicidio”: pare sia un normale omicidio.

C’e’ una ragione precisa di questo silenzio. Il concetto di femminicidio non differisce da quello di omicidio per dei fattori materiali quali per esempio “si usa uno strumento disumano” , ma perche’ si suppone che il femminicidio sia un omicidio che alle fondamenta ha una precisa cultura. Si mescola, cioe’ , il fatto materiale con una “cultura” che lo rende possibile. Si giudica, insieme all’uccisione, anche la cultura che sottende all’uccisione.

Il femminicidio come accusa processa, insieme all’atto di uccidere una donna, la cultura che porta all’omicidio di una donna.

Il problema e’ che le sponsor di questa idea sono anche vastamente antioccidentali. E hanno creato una trappola mortale, perche’ una volta deciso che l’accusa di femminicidio processa il reato INSIEME alla cultura che lo sottende, allora diventa un processo (anche) contro la cultura tribale pakistana.

Questa e’ la trappola in cui si cade quando si mescola un processo contro un atto materiale ad un processo contro un concetto: il “concetto” e’ un calderone nel quale puo’ cadere di tutto, comprese le tradizioni pakistane, compreso l’intero Islam.

Abbiamo costruito una fattispecie di reato che indica come aggravante la cultura che sottende ad un omicidio. Essa puo’ chiamarsi “patriarcato” , come vogliono le femministe, oppure “tribalismo pakistano”, e prima o poi succedera’ che questa cultura verra’ chiamata “islam”. E’ solo questione di tempo e probabilita’.

E sia chiaro, non tutte le culture tribali sono uguali. Se io uccidessi una donna perche’ non sa fare la piadina, o perche’ mette il vino rosso nel brodo dei tortellini (ottenendo la materia oscura che la scienza cerca da anni) , la mia cultura tribale direbbe che ho fatto bene. Stranamente, la cultura tribale dell’ Emilia Romagna non viene presa in considerazione quanto quella pakistana. Forse la cultura tribale romagnola e’ meno autentica? Si, perche’ loro in pakistan sono kinda negri, e quindi la loro cultura tribale e’ autentica: ma non siamo razzisti se lo diciamo.

Sia chiaro, non serve il big data per paragonare il numero di apparizioni del termine “femminicidio” negli omicidi di genere commessi da italiani,  e quelli commessi da persone che vengono da culture non occidentali. La differenza e’ imbarazzante, e si vede ad occhio.

Avevano cosi’ tanta fretta di sbattere sul banco degli imputati il patriarcato occidentale, che non si sono chieste cosa sarebbe successo al primo contatto con altri patriarcati. Quelli che esistono davvero, per esempio.

Del resto, anche il termine “partiarcale” o “patriarcato” , “maschilista” o “maschilismo” segue la stessa legge. Potete cercarle, le notizie, e lo noterete: queste parole compaiono spessissimo quando e’ un europeo/italiano a picchiare o uccidere la compagna, ma raramente vengono menzionate quando a farlo e’ uno straniero.

E il motivo e’ ovvio:

se dovessimo misurare il “patriarcato” su una scala da uno a dieci, e come fanno le femministe dessimo il voto 10 alla societa’ occidentale (che secondo quelle signore e’ il top dello schifo), alla societa’ pakistana dovremmo dare, circa, 70.000 punti, e alla religione islamica qualcosa come 100.000 punti.

E se facciamo leggi che insieme ad un reato processano anche questa cultura, lo scontro con le culture piu’ patriarcali del pianeta (quelle DAVVERO patriarcali, intendo) , e’ imminente. Non e’ questione di “se”, ma di “quando”.

Il fatto e’ che una valutazione di merito sul maschilismo, sul patriarcato o sulla misoginia e’ stata inserita in una legge, che adesso dovra’ entrare nel merito di TUTTI questi reati, anche quando si dovra’ valutare il maschilismo e la misoginia della cultura indiana, di quella dei paesi islamici, della cultura cinese, di quella giapponese.

Cosa potrebbe mai andare storto?

In ogni caso, la morte di Saman ci fa capire una cosa:

se non volete l’accusa del reato di genere, e volete ugualmente uccidere vostra moglie, convertitevi all’islam e cambiate nome tipo Mohammed al Salam. In questo modo, l’aggravante del reato di genere vi sara’ tolta, perche’ altrimenti sarebbe a dire che l’Islam e’ una cultura maschilista e femminicida.

E il femminicidio non e’ piu’ definibile come reato di genere, ma come reato DI RAZZA. E’ tale soltanto se l’omicida e’ un bianco.

Cosa potrebbe mai andare storto?

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