Ritorniamo su Bove’.

Di Levoivoddin aka Uriel Fanelli mercoledì, luglio 02, 2003

(visto che la gente mi ha scritto cosi’ tanto)

Dunque, parliamo di OGM.

Ho voglia di scriverne perche’ sento dire in giro un sacco di cazzate, specialmente da quelli che ne sono entusiasti.

Allora, punto primo: l’organismo geneticamente controllato NON e’ migliore di quello naturale. In niente. In esattamente niente. Questo essenzialmente perche’ gli organismi naturali hanno un genoma che ha resistito a migliaia, se non milioni, di anni di evoluzione. Cara signora che leggi, magari stai maledicendo il tuo genoma perche’ non hai il nasino all’insu’ o le gambine affusolate. Bene, sappi che il tuo genoma e’ sopravvissuto (e se sei qui eevidentemente e’ sopravvissuto) alla peste del 1600, alle guerre puniche, alla spagnola, alle carestie, alla fame, a migliaia di anni di indigenza.

Sul piano biologico, sei un vero e proprio carro armato. Certo, un carro armato non ha la bellezza e lo stile di una bentley, ma ti assicuro che se si parla di sopravvivere in una competizione mortale, con la bentley ci fai poco.

E la natura e’ una competizione mortale. I genomi meno adatti sono scomparsi. Scomparsi significa che le persone che li incarnavano sono morte senza potersi riprodurre quanto le altre.

Insomma, il solo fatto di essere qui implica che noi siamo i vincenti , figli di vincenti, nipoti di vincenti, pronipoti di genomi vincenti. E questo per migliaia di anni. E i nostri antenati mica avevano lo Jacuzzi. Era gente la cui pelle resisteva ai funghi e alle malattie dopo tutto l’inverno passato senza lavarsi spalmandosi burro rancido addosso. Erano dei tirannosauri incazzati, e per questo sono sopravvissuti.

Se i nostri antenati avessero modificato il loro genoma per avere la pelle piu’ vellutata, probabilmente oggi noi non saremmo piu’ qui. I nostri antenati sarebbero morti con una gran bella pelle. Un po’ infestata da micosi varie, forse.

Insomma, l’ organismo ogm e’ sfigato. Dopo solo qualche mese di test viene messo in competizione con gli altri, e chi coltiva ogm dovra’ prendere tutta una serie di precauzioni perche’ gli organismi veri, quelli cazzuti, con esperienza di vita competitiva, non li surclassino.

Allora perche’ vengono prodotti gli ogm?

E’ un problema di brevetti. Si, proprio cosi’, di brevetti.

Innanzitutto, gli ogm vegetali non si riproducono, o sono sterili. Questo implica un semplice fatto: che dovrete ricomprare le sementi. A che prezzo? Al prezzo che decidono loro. Il meccanismo e’ che la multinazionale che compra i prodotti dal contadino vuole quell’ ogm li’ e proprio quello, e di conseguenza il contadino e’ tenuto a seminarlo. Ma mentre con le piante normali il contadino puo’ tenersi i semi, per gli ogm in media deve ricomprarli. Al prezzo che decidono altri.

Quindi, non e’ vero che con gli ogm sfameremo chissa’ chi. Anzi, probabilmente produrremo contadini a basso reddito.

Ma il concetto di ogm va molto oltre.

Prendiamo il mio albero di rusticano. Qualche mese fa ho tagliato dei rametti e ho fatto una “talea”. Una talea significa che con quei rami ho fatto altri alberi piantandoli con le dovute precauzioni.

Non essendo il genoma del mio albero brevettato, io non ho commesso alcun reato. Se il mio albero fosse stato un OGM, averlo duplicato sarebbe un reato del tutto simile alla duplicazione di un CDROM musicale, o di un software piratato.

Avendo le case produttrici i DIRITTI su quel genoma, io per fare una talea dovrei pagare chi mi ha venduto la pianta!

Con le piante, appare difficile applicare questa legge. Voglio dire, comunque di rusticani se ne trovano ovunque allo stato brado, per cui non sono obbligato a comprare un rusticano ogm. E siccome i rusticani “naturali” si riproducono anche, non saro’ mai ricattabile in questo senso. L’agricoltore che vende i rusticani all’azienda che fa le conserve, invece, e’ ricattabile.

Applicato agli animali diviene una cosa mostruosa. Se ad essere modificato e’ un coniglio, beh, in natura esistono molti conigli allo stato brado, per cui in definitiva si potrebbe sempre a livello locale allevare conigli aturali, senza alcuna licenza. Pero’, potrebbe essere successo che uno di questi conigli si sia accoppiato in passato con un coniglio ogm. E se il genoma e’ proprietario, qualcuno potrebbe far analizzarei vostri conigli e dirvi “dentro questo coniglio c’e’ un pezzo di genoma brevettato da me, paga”.

E qui le cose vanno ancora bene. Pensando ai gatti, ad esempio, e’ vero che l’azienda puo’ produrre gatti senza unghie perche’ non graffino le poltrone. E’ altrettanto vero che tra selvatici e randagi nei gattili, non avro’ certo la mancanza di gatti “naturali” da adottare.

Passiamo alle mucche. Quante mucche randage avete visto? E quante mucche allo stato brado?

Veramente pochine. Stabilito che il contadino non puo’ farle riprodurre perche’ gli vengono vendute solo femmine, e comunque dovrebbe pagare diritti su ogni vitello, cosa avviene in quel caso?

Avviene che una volta sostituite tutte le mucche naturali con mucche ogm, il contadino non puo’ piu’ riprodurre mucche, farle accoppiare, eccetera. DEVE comprare quelle delle aziende che fanno le mucche ogm.

A che prezzo?

Quello che vogliono. Voi mangiate? Io si.

Potete stare senza? Io no.

Bene, il prezzo potrebbe essere un prezzo comunque alto: ne avete bisogno. Ne abbiamo bisogno.

Una volta tolte di mezzo le mucche naturali, non brevettate, le aziende avranno il brevetto, la mucca o il maiale saranno come automobili, e le fiat le puo’ produrre solo la fiat. Se vuoi una fiat, la compri dalla fiat. Ma senza macchina si vive.

Senza mangiare no.

Quanto in alto puo’ salire il prezzo di una cosa NECESSARIA come il cibo, se qualcuno riesce ad impedirvi di avere un’orto (non avete la licenza d’uso del genoma per cui non potete fare sementi), di tenere un pollaio, insomma se qualcuno riesce a prendere il controllo della produzione di CIBO?

Credo che nel futuro molti mangeranno pillole come si vede nei film. Ma non perche’ non ci sara’ cibo. Perche’ costera’ troppo caro.

Continuo a stare dalla parte di Bove’: ogni volta che tento di immaginare il futuro, vedo un’incubo.

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