Ritiri.

Il presidente piu’ fallimentare della storia americana, Obama , ha deciso di far rientrare prima del tempo i suoi soldati, lasciando solo 50.000 uomini (in gran parte contractors) ad addestrare le truppe locali. A parte considerazioni tattiche (durante una ritirata gli eserciti diventano vulnerabili), il problema e’ che se ne stanno andando in tutta fretta. E c’e’ un motivo.

 

Il motivo e’ che riguardo all’ Iran si e’ sbagliato tutto, ma troppo tutto. Contemporaneamente, si e’ sbagliato tutto in Ukraina, in Georgia, e in tutta la zona. E specialmente, si e’ sbagliato tutto con la Turchia.

 

Se dovessi descrivere gli ultimi 5 anni di diplomazia angloamericana nella zona direi “dilettantismo ed improvvisazione”. La diplomazia americana e’ diventata una specie di multinazionale corrotta e inefficace, succube degli interessi commerciali, e il risultato e’ che la zona sta per esplodere.

 

Non saprei da dove iniziare a descrivere il disastro che hanno prodotto. Se pensate che il disastro sia stato l’invasione dell’ IRAQ, beh, quello e’ stato l’unico atto che invece avesse senso. Il problema e’ che si e’ dimenticato tutto quello che circonda l’ IRAQ, con il risultato catastrofico , e molto paradossale, di lasciare mano libera all’ IRAN.

 

Fino a qualche anno fa, l’idea di un dissolvimento dell’ IRAQ era inconcepibile da tutti, dal momento che non era chiaro il futuro della zona, e nessuno dei contendenti di zona era disposto a lasciare agli altri qualche pezzo di terra. E le cose sarebbero andate ancora cosi’ , se l’amministrazione americana non fosse riuscita a:

 

  1. Portare i rapporti con la Turchia ai livelli minimi, portandosi fino alla Georgia russa e iniziando a rompere le scatole in Ukraina, vaneggiando di poterla portare dentro la NATO. Adesso c’e’ una nuova contesa riguardante la vendita di armamenti, nella quale Obama sta irritando i turchi ancora di piu’. Risultato: la Turchia ha riallacciato i rapporti con l’ IRan, e reso piu’ stabili quelli con la Siria. Il risultato e’ che i turchi sarebbero disposti ad accettare un attacco di massa iraniano contro l’ iraq.
  2. Sostenere un sarcofago saudita, col risultato di comprimere le ambizioni di modernita’ del paese. Il risultato e’ che l’ Arabia saudita e’ un pentolone sociale ribollente, assolutamente instabile, e come se non bastasse economicamente critico. Il mondo arabo non vedrebbe di buon occhio un’espansione iraniana, ma con ogni probabilita’ il regime saudita crollerebbe non appena avesse gli iraniani a 30 km dal confine.
  3. Deteriorare anche i rapporti con il Pakistan, esercitando una prepotenza economica basata sul potere economico. Trattare il loro governo come se fosse una colonia.
  4. Isolare politicamente un paese, come l’ Iran, che ha i mezzi militari per attaccare i vicini. Questo e’ un errore che non bisogna MAI fare. L’ Iran, nella condizione in cui si trova, puo’ fare solo una cosa: iniziare una guerra. Non ha alcuna scelta, e tutta la prassi storica dice che una nazione con un forte connotato identitario, se militarmente puo’ attaccare un vicino, se viene isolata politicamente attacchera’ proprio quel vicino.
Non ci sono dubbi sul fatto che l’ Iran sia nelle condizioni nelle quali  iniziare una guerra e scompigliare le carte  ha tutto di guadagnato. E adesso chiediamoci: chi puo’ attaccare l’ Iran?

 

Non puo’ certo attaccare la Turchia: i turchi li farebbero a pezzi in pochissimi giorni di conlitto, peraltro estremamente brutali.
Stessa cosa dicasi per la Siria: il vicino di casa e’ piu’ piccolo, ma se decide di difendersi non e’ un avversario malleabile: l’ Iran rischia la ripetizione delle mostruose perdite avute nella guerra contro l’ Iraq, senza avanzare di un metro. L’esercito siriano e’ un esercito roccioso, infido, molto ben addestrato, e piuttosto moderno sul piano sistemico.

 

Guardare ad est, con la Cina come unico compratore del suo petrolio, sarebbe un suicidio. E poi, neanche ad Est dell’ Iran c’e’ da stare tanto allegri. Attaccare il Pakistan non sarebbe un’idea geniale. Attaccare l’ Afghanistan sarebbe inutile e si finirebbe col confinare con la Cina. Certo, la cina compra molto petrolio dagli Iraniani, e col benestare cinese si potrebbe anche provare, ma si rischierebbe un ingresso dei russi nel conflitto.

 

Attaccare qualcuna delle repubbliche russe? Lo ice Debka, ma e’ troppo rischioso. Ci sono diversi scenari terrificanti che l’ Iran non vuole , per cui e’ difficile che lo facciano.

 

  1. Le repubbliche russe chiedono aiuto a mamma Russia, e corrono tra le sue braccia. Questo significa di fatto un consolidamento del potere russo , che ristabilirebbe sue basi militari dirette nel luogo.
  2. Le repubbliche russe chiedono aiuto ma i Russi se ne fregano, e la zona va in merda. In tal caso, molto improbabile, ci guadagnerebbero i turchi, che estenderebbero immediatamente la loro influenza ad oriente. Si tratta di popoli abbastanza affini, del resto.
  3. I russi se la prendono sul serio, e mandano un confettino nucleare agli iraniani, con la scusa che l’ Iran ha l’atomica. In tal caso, il mondo starebbe a guardare.
Non vedo, onestamente, altra scelta razionale per gli iraniani, che non un attacco rapido, in massa, contro l’ Iraq.

 

L’iraq e’ un paese poco armato, sfinito da un ventennio di guerre e di embarghi, devastato da anni di guerra civile, con un’economia al lumicino, delle forze armate dilettantistiche.

 

I 170.000 americani sul posto non possono difendere l’ Iraq da un attacco in massa iraniano, se non per pochi giorni, e ritirandosi in continuazione. Sono troppo pochi, e non e’ possibile pianificare una reazione con la stessa rapidita’ con la quale gli iraniani possono muovere le loro truppe.

 

Invadendo l’ Iraq, gli iraniani otterebbero che:

 

  1. Collasserebbe il regime saudita in pochissimo tempo. Forse , per effetto domino, anche l’ Egitto seguirebbe, vista l’eta’ e la scarsa credibilita’ del suo presidente. Una vittoria in nome dell’ Islam di un paese come l’ Iran darebbe la spallata finale a due governi fantoccio filoamericani.
  2. Avendo anche il petrolio iracheno, sarebbero piu’ interessanti per la Cina, che e’ il principale acquirente di petrolio iraniano, in barba all’embargo.
  3. Una volta chiarito che loro invadono l’ Iraq e nessuno gli dice niente, nasce una spartizione di fatto della zona tra Iran, Siria e Turchia. Tutti e tre insieme, bilanciano e superano vastamente Israele.
Voi direte: ma anche gli Americani potrebbero reagire furiosamente. Non del tutto, per via di questioni di politica interna: Obama e’ gia’ inviso agli americani, e una nuova guerra non li convincerebbe. Ma c’e’ un altro problema molto fetente: l’ Iran confina sia con l’ Iraq che con l’ Afghanistan, e puo’ (sebbene per breve tempo) tenere aperti due fronti. Gli USA non possono, neanche per un mese, tenere aperto sia il fronte iracheno che quello afgano. Fine della fiera: l’ Iran confina con entrambi.

 

Gli iraniani potrebbero, se riuscissero a ripianare le inimicizie passate coi talebani e a  farsi aiutare, prendere almeno la meta’ dell’afghanistan ove gli americani non osano piu’ mettere piedi, senza che le forze NATO in loco possano fare qualcosa (non sarebbe nemmeno nel loro mandato, btw). Inoltre, per rafforzarsi sul posto, le forze nato hanno bisogno di appoggio logistico negli emirati (per i paesi come l’ Italia che arrivano da li’) oppure in qualche repubblica russa, come fanno le truppe USA. E difficilmente verrebbe loro consentito, in caso di guerra con l’ Iran, un simile rafforzamento.

 

Cosi’, gli americani se la battono prima che succeda il casino. E’ chiaro che tra Afghanistan e Iraq gli iraniani preferiranno attaccare l’ Iraq (a meno che non riescano a portare i Talebani al potere, ma e’ difficile) , ma la seconda opzione rimarrebbe possibile, e sarebbe una ritorsione tremenda nel caso gli USA reagissero troppo forte.

 

I russi hanno gia’ iniziato a spostare batterie missilistiche, segno che sta per accadere qualcosa. Il fatto che si tratti di batterie missilistiche e non di aereonautica significa che sta per succedere un casino, ma i russi non temono un’invasione di terra, altrimenti starebbero fortificando e si preparerebbero piuttosto ad un’attacco rapido e violento. Le carenze tecniche dell’esercito russo, pure minori rispetto ad anni fa, danno poche opzioni ai russi. Ma non sembrano pensarci troppo, e si sono limitati a spostare missili.

 

Come ho gia’ detto, questo e’ frutto del dilettantismo , simile a quello che precedette la seconda guerra mondiale, con il quale gli americani hanno gestito i rapporti nella zona. Dal deterioramento dei rapporti con la Turchia, al mantenimento al potere di fantocci dittatoriali in Arabia ed Egitto , al freddo continuato dei rapporti con la Siria, fino alle gaffes tremende in Georgia ed Ucraina.

 

Ma , specialmente, l’errore di isolare politicamente una nazione militarmente abbastanza forte da attaccare i vicini, errore che porta quasi sempre ad un attacco.

 

E’ possibile isolare una nazione come la Libia, che non puo’ attaccare nessuno dei vicini. Ma non e’ possibile isolare politicamente un paese come l’ Iran, perche’ puo’ attaccare almeno due dei propri vicini, ed entrambi sono deboli, e su entrambi si gioca molto del futuro politico americano.

 

Insomma , credo che non sia il momento migliore per fare turismo da quelle parti: dal punto di vista iraniano, infatti, prima si attacca e meglio e’. Qualsiasi cosa risulti da questa guerra, quasi sicuramente NON sara’ una sconfitta iraniana, e in ogni caso per l’ Iran sara’ una situazione migliore di quella odierna. Non c’e’ , grazie alla brillante diplomazia occidentale (1), una sola ragione per la quale gli iraniani NON dovrebbero attaccare l’ Iraq, e se gli americani reagissero, anche l’Aghanistan.

 

Cosi’ gli USA se la battono, vittime dei loro terribili errori strategici, diplomatici e culturali.

 

Un tempo la Turchia si sarebbe incazzata, se l’ Iran avesse invaso l’ Iraq. Ma grazie al genio americano, i due paesi oggi hanno stretto rapporti sempre piu’ forti. Un tempo la Siria si sarebbe incazzata, ma grazie agli errori americani, Siria e Iran adesso vanno d’accordo. Un tempo l’autorita’ del paese della Mecca sarebbe stata un problema per gli sciiti, ma oggi si tratta di un regimetto patetico , un burattino degli USA. E cosi’, l’incompetenza USA ha reso possibile per l’ Iran quello che fino a qualche anno fa era geopoliticamente impossibile: invadere l’ Iraq. E quindi, gli americani se ne vanno: sanno bene che si tratterebbe di un attacco-fiume, al quale 170.000 uomini gia’ stremati e demoralizzati non potrebbero resistere, ne’ contrattaccare. Non c’e’ altra soluzione che togliersi di mezzo.

 

Fossi nel governo italiano, per sicurezza ritirerei anche i soldati italiani dall’ Afghanistan. Non si sa mai, che accordi abbia AhmadNejad con i cinesi.

 

Uriel

(1) L’ Italia ha chiesto diverse volte di entrare in trattativa, perche’ avevamo rapporti discreti con gli iraniani, un tempo. Ma gli ariani del mondo hanno sempre storto il nasino. Bene, signori: adesso prendete il cucchiaio e mangiate un poco della vostra merda, perche’ ce n’e’ tanta.

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