Radicalche?

Il blog di Yossarian e’ una minera inesauribile di stimoli per evidenziare bachi della cultura mainstream. Uno di questi stimoli e’ rappresentato dal momento in cui Yossarian posta un filmato divertente (l’attore che impersona il capitano Kirk suona una canzone divertente contro i radicalchic) e gia’ i radicalchic della situazione protestano per sentirsi bersagliati.

Innanzitutto, la cosa da notare e’ che in questo paese si possa bersagliare chiunque tranne loro. Per tutti gli anni ‘70 la “meglio gioventu” ha gridato “fuori tizio e caio dall’universita’”, ha gridato “fuori i cattolici dalla RAI”, ha gridato “fuori qualcuno da qualche posto”. Gli studenti delle minoranze durante le occupazioni venivano normalmente cacciati con le brutte , da facolta’, biblioteche, ogni posto ove i “collettivi” fossero abbastanza forti.

Oggi che qualcuno a destra grida “fuori Santoro dalla RAI ” si incazzano. Ragazzi, cerchiamo di capirci: quando eri all’universita’ non hai potuto dare esami perdendo tempo perche’ la facolta’ era “okkupata” e loro dicevano “fuori i ciellini dall’universita’”. Poi diventi grande, i rapporti di forza cambiano, e tu dici “fuori i rossi dalla RAI”, e questi si incazzano. Beh, scusate, perche’ i ciellini  non possono fare la “rai okkupata” e buttare fuori chi non gli piace? Dopotutto, RAI e’ un bene pubblico quanto un’universita’: se la potevate “okkupare” voi, possono “okkupare” anche loro: si stanno applicando le stesse regole, cambia solo il risultato della partita.

Ma il problema non e’ tanto questo, il vero problema e’ “che cosa nel concetto di radicalchic e’ cosi’ disprezzabile”. Lo dico perche’ tutte le volte che il radicalchic di turno si incazza per essere nel mirino non capisce quale terribile minchia cosmica la sua esistenza rappresenti. Nel senso che non capisce quanto danno possa causare la sua farloccheide , e quindi non capisce che dietro l’odio che gli si riserva ci sono ragioni piu’ che legittime.

 

Prendiamo come esempio una delle piu’ famose frasi che vengono usate per indicare il radicalchic, attribuita erroneamente a Madame de Pompadour: “se il popolo non ha il pane, che mangino brioches”. Ci sono principalmente tre elementi di questa frase che irritano, e di solito si percepisce solo il primo.

  1. Il primo elemento e’ l’ovvio errore, ovvero il fatto che le brioches sono piu’ costose del pane, e solo chi non percepisce il problema del costo puo’ pensare una soluzione del genere.
  2. Il secondo problema, piu’ grave, e’ il fatto che chi pronuncia questa frase non si dichiara incompetente per ragioni di ceto sociale. Questo e’ il primo punto offensivo della frase in questione. Se sei nato tra i fortunati del mondo, non sei maledetto da Dio per questo, quello che ti si chiede e’ la decenza di farsi da parte quando si discutono i problemi di altri.
  3. Il terzo problema, come se non bastasse, e’ la presunzione di poter trovare una soluzione, che e’ anche una banalizzazione del problema. Chi pronuncia la frase dice, essenzialmente, “il problema non e’ cosi’ grave”, e aggiunge “e basta poco per risolverlo”.

Sul piano politico, ovviamente i problema si trascrive in due punti piuttosto dolorosi. Il primo e’ la rappresentanza: chi rappresenta chi? I partiti moderni , a sinistra, si sono trincerati dietro la generica affermazione di rappresentare “delle idee”. Questo corrisponde ad un richiamo a chi “condivide quelle idee”, ma tradisce un principio fondamentale della democrazia rappresentativa: il partito DEVE rappresentare un gruppo di persone alle quali si rivolge. E si rivolge a loro , in qualche modo, esplicitamente.

Non fosse altro che ” il movimento dell’uomo qualunque” del partito fondato da Guglielmo Giannini (da cui il termine qualunquismo) , un partito deve scegliere inizialmente un gruppo umano. Esso deve essere identificato da un qualche attributo che ne rappresenti in qualche modo i bisogni materiali. Cosi’, “uomo qualunque” e’ efficace nella misura in cui riteniamo di conoscere i bisogni materiali dell’uomo comune (nel caso specifico, all’epoca furono definiti con “Questo è il giornale dell’uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio, è che nessuno gli rompa le scatole”) .

Non e’ possibile usare attributi come  “intelligente”, perche’ nessuno conosce i bisogni materiali della persona intelligente: se sei intelligente e ricco, probabilmente non hai nemmeno bisogno del governo. Se sei Hawkins, probabilmente tra i tuoi bisogni c’e’ una sanita’ migliore, e magari meno barriere architettoniche; nessuno di questi due bisogni nasce pero’ dal fatto di essere intelligente, e sarebbe altrettanto efficace un partito che parlasse ipoteticamente di “handicappati” per rappresentare gli stessi bisogni.(1)

In definitiva, quindi, un partito e’ efficace quando rappresenta una classe di persone che trova immediato collegamento con una classe di bisogni; non ha senso un partito “delle persone oneste”, dal momento che i bisogni di una persona onesta non sono univocamente identificati dal fatto di essere onesto: persino un delinquente puo’ desiderare una giustizia che funzioni, specialmente nel caso entri in casa mia e io lo leghi abbracciato  ad una stufa in ghisa, prima di accendere il fuoco dentro la stufa  e tenerlo sveglio a secchiate d’acqua.(2)

Cosi’, non c’e’ proprio scelta: un partito si identifica con l’elettore mediante un determinato tipo umano dai bisogni definiti per il solo fatto di appartenervi. E’ possibile addirittura definire un partito SENZA definire il tipo umano, ma semplicemente specificando i bisogni in questione. Anche senza arrivare al partito “della birra e delle salsicce” nato in Polonia (3) subito dopo il crollo del regime, e’ indispensabile che un partito identifichi un bisogno materiale, che questo si faccia direttamente sollevando un tema come la sicurezza, o che questo si faccia indirettamente, identificando un gruppo che ha intrinsecamente certi bisogni, come “i proletari”, o qualsiasi altro gruppo.

Il problema e’  che se un partito si propone di rappresentare un determinato bisogno, corre immediatamente dei rischi.

  • La mancanza di carisma, nel senso etimologico del termine.  Il bisogno non viene rappresentato con la forza e la frequenza con cui esso si manifesta materialmente. Se la gente non arriva a fine mese, il problema si pone OGNI fine mese. Questo significa che almeno ogni fine mese il problema va sollevato. Esso quindi non ha carisma, cioe’ non sembra che il rappresentante riceva davvero dall’alto del popolo sofferente le parole che pronuncia, non sembra evidente che sia la voce di qualcun altro di piu’ importante, cioe’ il popolo.
  • L’understatement. Il problema viene collocato in una scala di priorita’ che non ha nulla a che vedere con la scala di priorita’ della persona cui si richiede il voto. Se io sono in trasferta in Germania e Lady Uriel e’ a casa da sola, secondo voi ho piu’ paura che Berlusconi faccia un falso in bilancio a Lady Uriel, o che quattro malavitosi sfondino la porta ed entrino in casa durante la notte? Sicuramente vorrei che il falso in bilancio venisse punito di piu’, anche per dare un qualche senso a Basilea II(4), ma in una scala di priorita’ non posso metterlo prima della sicurezza di casa mia. Cosi’, il troiame infame di Berlusconi preferirei non vederlo, ma non puo’ venire prima del fatto che non ci sara’ un altro “indulto”.(5)  In definitiva, quindi, anche condvidendo le istanze di un partito, la scala di priorita’ che il partito vi assegna puo’ diventare sintomo di “radicalchicness”: se ti importa piu’ delle troie di berlusconi che del fatto che non ci siano stati indulti, beh, evidentemente vivi in qualche quartiere che non soffre il crimine perche’ la vigilanza pagata dal condominio passa ogni 15 minuti. C’e’ gente che non ha queste fortune.(6)

Il problema che viene spesso percepito poco e’ che la presenza massiva di questi radicalchic e’ considerata come una vera prepotenza: se io non arrivo a fine mese e tu badi alle dieci domande di repubblica, o a Santoro, il mio problema e’ capire per quale motivo tu arrivi a ripetere per OTTO MESI che Berlusconi va a troie, e solo ogni tanto gridi che non si arriva a fine mese. Evidentemente la tua presenza ottusa e prepotente sta mettendo a tacere le mie istanze: durante il 1968 milanese, ad un certo punto ad un corteo c’erano gli operai che manifestavano contro la cassa integrazione, dicendo “vogliamo lo stipendio”, e incrociarono un bel corteo di studendi “colorato e giocoso”, come si direbbe oggi, che esponeva cartelli con “vogliamo tutto”. Non si arrivo’ alle mani col servizio d’ordine della CGIL perche’ i celerini si misero a fare cordone.

Cosi’, il primo motivo di rabbia contro il radical chic e’ quello di occupare la scena mediatica gridando “berlusconi va a troie” e non “non so che cosa dare da mangiare ai miei figli”.  L’odio verso il radicalchic ce l’ho non quando vedo di cosa parli, ma di cosa NON parli. Faccio un esempio: qui in Germania devo discutere il mio stipendio annuale lordo. Lo devo discutere lordo perche’ la tassazione dipende dalla composizione della mia famiglia. Se anche mia moglie lavora e siamo senza figli, allora sono in prima classe (se lo stipendio e’ come il mio) e devo pagare tutto, circa il 48% di tasse.

Se la moglie NON lavora, gia’ scendo di categoria fiscale, e se ho un figlio scendo ancora. Ognuno di questi gradini mi lascia un netto maggiore in busta, ed e’ uno scatto che si sente: di fatto, con un figlio e la moglie disoccupata/casalinga, e’ come se portassi a casa (contando anche i soldi che lo stato ti da’, fino ai 18 anni del pargolo/a, nonche’ le facilitazioni su trasporti, scuola e sanita’ ) un altro stipendio.

Ora, chi ha avuto figli in Italia sa come vadano le cose , e il problema e’:  il fatto che qui l’asilo costi cosi’ poco secondo voi e’ piu’ importante del conflitto di interessi di Berlusconi? Questo e’ il problema: posso pensare che il conflitto di interessi sia un problema , ma non quanto i soldi che sborso per l’asilo di mia figlia. Dunque?

Dunque, ne deduco che un certo partito NON rappresenti i miei bisogni. Per la precisione, nessun partito. Punto. Perche’ se anche a sinistra si pensasse a politiche di questo tipo, esse vengono menzionate troppo poco rispetto alla priorita’ che hanno per me. E questo non perche’ il partito non le menzioni, ma perche’ un branco di radicalchic passa il tempo a gridare altro. DEl resto, da bravi radicalchic, non conoscono nemmeno l’esistenza dei problemi in questione: per loro i problemi piu’ urgenti del paese sono DAVVERO la figura di Berlusconi sui giornali stranieri, il conflitto di interessi, e cosi’ via. E siccome occupano tutta la scena con il loro continuo strillare, oscurano i bisogni veri. Che non conoscono, essendo persone mediamente ricche. Poiche’ pero’ non hanno il coraggio di tirarsi indietro , accettare di non essere competenti,  rispetto a chi il problema ce l’ha?(7)

Cosi’ non solo si pone un problema di rappresentanza, ma si pone un problema di distorsione: il partito viene visto come “occupato” da questa massa urlante che continua a coprire le voci di chi ha dei veri problemi. E’ come se qualcuno volesse gridare “voglio il pane!” ma qualcuno arriva li’ con giganteschi altoparlanti gridando “vogliamo le rose!”.

Cosi’, si genera un odio tremendo per questi radicalchic, che vengono visti come se stessero usurpando un palco ove ci si aspettavano alcuni discorsi e invece, per colpa della loro insistente e lagnosa presenza si continua a discutere di cazzate.

Per come la vedo io, una persona che e’ stata costretta ad emigrare perche’ nel suo paese non c’erano le condizioni di sussistenza minime ha tutte le ragioni di incazzarsi verso coloro che tuonano perche’ Santoro non e’ in TV mentre migliaia di persone fanno lavori precari. Onestamente, se io fossi un precario semplicemente mi incazzerei di vedere tutti questi figoni che firmano per avere Travaglio in TV e non per avere un fottuto lavoro migliore.

E questa e’ la conclusione: il radicalchic si guadagna un odio forsennato da parte di chiunque abbia un problema reale, per la semplice ragione che occupando la scena con le proprie rivendicazioni toglie voce a chi ha rivendicazioni che considera piu’ urgenti.

Quello che i radicalchic dovrebbero fare e’ di riconoscere la propria natura di fortunati del mondo e tenersi in disparte, lasciando la scena ad altri , che hanno problemi di ordine superiore, come i precari, i disoccupati , i poveri in generale, eccetera. Quello che dovrebbero iniziare a capire e’ che dalla loro posizione possono SOLO vedere il problema “delle rose”, ma non possono(=possiamo, perche’ mi ci metto anche io) interpretare i problemi capire nel dettaglio e nell’urgenza i problemi del “pane”.

Quindi, sarebbe ora di smettere di occupare un palco che dovrebbe essere occupato da altri, smetterla di tuonare contro bagasce e per Santoro, e lasciare spazio, dare spazio, fornire spazio a chi va avanti con rivendicazioni materiali pesanti.

Le dieci domande che IO porrei a Berlusconi sono le seguenti:

  1. Nel nostro paese ci sono 7 milioni di persone sotto la soglia della poverta’. Per quando ne usciranno?
  2. Nel nostro paese il precariato sta devastando le speranze di una generazione. Quando finisce quella merda?
  3. Nel nostro paese molte cure sono possibili solo “a pagamento” e costano troppo. Quando finisce quella merda?
  4. Nel nostro paese una donna con figli viene vista con sospetto dal datore di lavoro. Quando finisce questa merda?
  5. Nel nostro paese gli asili sembrano indifferenti alle esigenze temporali e lavorative delle famiglie. Quando finisce questa merda?
  6. Nel nostro paese il credito ha condizioni troppo ardue,  e diverse da nord a sud. Quando finisce questa merda?
  7. Nel nostro paese non c’e’ modo di difendersi da un cliente che non paga o fallisce. Quando finisce questa merda?
  8. Nel nostro paese non c’e’ modo di difendersi contro i comportamenti scorretti di una banca. Quando finisce questa merda?
  9. Nel nostro paese non c’e’ modo di difendersi contro i soprusi del proprio datore di lavoro. Quando finisce questa merda?
  10. Nel nostro paese non c’e’ modo di proteggere la propria casa in maniera efficace senza subire processi e relative spese, l’uso di armi da fuoco contro intrusi e’ ancora limitato e l’uso di dispositivi automatici offensivi (trappole, sistemi di allarme attivi) e’ vietato. Quando finisce questa merda?

Ecco, questi sono gia’ domande “radicalchic”, perche’ vengono da me, e come tale vengono da una persona che sa di essere tra i fortunati.

E se a voi fichetti che credono che il “conflitto di interesse” sia un problema del paese sembrano troppo “terra terra”, immaginate come vi sembreranno i problemi delle persone che ne hanno davvero.

Quelli che non lasciate parlare perche’ strillate contro le troie di Berlusconi. Borghesotti prepotenti di merda.

Uriel

(1) Esiste tutta una diatriba sul fatto che un handicappato sia un “diversamente abile”, un “superuomo di segno negativo”, un “quaternione a tre dimensioni” , o non so che cazzo di altra interiezione si debba usare per indicarli. Secondo me, e’ un fatto che una persona sulla sedia a rotelle abbia degli handicap rispetto a chi cammina. Quindi handicappato va benone. Se devo chiamare “diversamente abile” un handicappato, allora la Montalcini e’ “diversamente pirla”, tanto per chiarire quanto idiota diversamente geniale io trovi questo modo di parlare.

(2) Era una tortura della Kripo tedesca del periodo nazista.

(3) I primi mesi di un paese che esce da una lunga dittatura sono molto rappresentativi, in questo senso. Nella misura in cui i concetti di base della democrazia si palesano con evidenza quasi ingenua, non ancora travisati da una sofisticata dialettica.

(4) Non si e’ mai riflettuto abbastanza sul fatto che i bilanci meno credibili di fatto siano un pericolo maggiore per le banche, e come tale esso impatti sui tassi al prestito. Ci si chiede poco, cioe’, se il fatto di poter contare su bilanci parziali o finali potenzialmente contraffattibili sia o meno un fattore di rischio, da compensare con adeguati interessi, e quindi se l’impunita’ sul falso in bilancio di fatto non abbia peggiorato la situazione del credito.

(5) Come da accademia, i criminali liberati con l’indulto sono tornati tutti in carcere, fenomeno noto e arcinoto dopo ogni amnistia. Ma per tornarci, hanno fatto qualcosa di male. 26.000 reati in piu’, per merito di Mastella. Andatelo a dire alle vittime di tali reati, che bisognava farlo.

(6) le polizie piu’ efficienti sono quelle piu’ violente coi delinquenti. Qui in Germania vivo al primo piano, ho solo dei vetri che danno sulla strada, e la porta di casa mia e’ una porta che in Italia usiamo per gli interni. Eppure, non mi capita niente, e neanche ai vicini. In compenso, se sgarrate la polizei vi mena come delle bestie. Solo se sgarrate. Ma se sgarrate, sono cazzi acidi. E violenti.

(7) Io non passo cosi’ tanto tempo a tuonare contro queste cose proprio per questo: riesco ad intuire i miei problemi, come la sicurezza e i costi di una famiglia con figli, ma non riesco ad immaginare come facciano le famiglie piu’ povere che non possono pagare i costi che io posso permettermi. So che avranno problemi peggiori dei miei, ma mi guardo bene dal pontificare soluzioni come fanno i radicalchic vari, tipo le “cooperative di madri” , o i “gruppi di acquisto”: quando non ti restano i soldi per acquistare, che cazzo fai, un gruppo di NON acquisto?

(8) Che minchiate, poi. MTV era una TV beceramente berlusconiana nei contenuti. Figlioli, “pimp” vuol dire “magnaccio”, e il “gusto” mostrato dai signori di “pimp my car” e’ lo stesso di Berlusconi in bandana con due troie siliconate a fianco  e una minorenne che gli carezza il pacco. Se proprio si dovesse accusare qualcuno di aver portato la cultura dell’immagine berlusconiana tra i giovani, MTV ha un repertorio di tetteculi/pimp-style/puttanelleincarriera/scosciatevarie da far paura.

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