Questione di priorita’

Questione di priorita'

Questione di priorita'

In questi giorni criticare il capitalismo e’ comodo. Anche perche’ tutti i partiti populisti cercano di apparire “rivoluzionari” e l’unico modo di farlo e’ di ripetere a pappagallo delle stronzate sentite dire in qualche film sui comunisti. Quindi alla fine tutti questi ignoranti pappagalli continuano a blaterare di “disuguaglianze che crescono” e di “lavoratori sfruttati” senza sapere di cosa parlino. Perche’ una cosa e’ certa: il “capitalismo” non crollera’ ne’ per le disuguaglianze (che si sono solo spostate geograficamente) ne’ per lo sfruttamento (che, ancora una volta, si e’ solo ridistribuito geograficamente).

Possiamo riassumere le cose in questo modo: un sistema stabile, che rimanga stabile, e ha bisogno che il 90% della popolazione sia sottopagato, di fronte alla crescita di un paese reagira’ spostando i sottopagati in altri paesi. Quindi se oggi il sistema si regge su 700 milioni di cinesi sottopagati e la Cina toglie dalla poverta’ 700 milioni di persone, se il sistema rimane in equilibrio i 700 milioni di sottopagati si sposteranno altrove.

E’ vero che le diseguaglianze in USA e EU sono cresciute, ma sono convito che se infilassimo nel computo anche lo stato dell’intero pianeta, scopriremmo che e’ vero, i lavoratori occidentali hanno perso reddito, ma lo hanno fatto a favore di altri che ora stanno meglio. Morale della storia: in realta’ diseguaglianze e sfruttamento si spostano in giro per il mondo. Quindi, se India e Cina prima entrano nel circolo capitalista e poi tirano fuori dalla poverta’ quasi un miliardo di persone, da qualche parte nel mondo devono saltare fuori un miliardo di poveri e di sfruttati.

Ma questo non succede perche’ qualcuno abbia rubato qualcosa a qualcun altro: questo succede semplicemente perche’ qualsiasi sistema molto complesso passa da uno stato di equilibrio all’altro, e se un sistema capitalista rimane in equilibrio (e non si passa ad un equilibrio che non chiameremmo “capitalismo”) allora i presupposti sono mantenuti.

E’ come il secondo principio della termodinamica: alla fine se in un sistema adiabatico pressione e volume rimangono quelli, se raffreddate una parte si riscalda qualche altra parte. Non c’e’ modo di sfuggire. Stirling docet.

In questo senso, diseguaglianze e sfruttamento non sono “prodotti collaterali” o “scorie” o “problemi da risolvere” : sono semplicemente il modo in cui il capitalismo funziona. Prima di ora non ci importava molto del problema perche’ le disuguaglianze erano ripartite geograficamente a favorire USA ed Europa. Oggi che esse si sono distribuite diciamo “cross-borders”, per classi sociali anziche’ per confini nazionali, la cosa e’ diventata un problema anche in questo angolo del mondo.

Che gli africani poveri emigrino in europa o che i soldi europei emigrino in Africa, in ogni caso le diseguaglianze e lo sfruttamento si sposteranno: se gli africani non fossero sfruttati ad inizio filiera nella raccolta dei pomodori, verranno sfruttati a mezza filiera nell’inscatolamento (magari facendolo in Africa) o nella consegna a domicilio. Ma questo e’ il “design” del capitalismo, e questo rimane. Ed essendo il design del capitalismo, esso non e’ una sua debolezza.

Le debolezze di un sistema prima stabile non vengono MAI dal suo design. Se un sistema raggiunge l’equilibrio e lo mantiene, il design e’ corretto. I problemi fatali vengono sempre da fattori che NON erano compresi o previsti dal design.

Quelli che si sforzano di capire quale debolezza produrra’ la fine del capitalismo e il suo passaggio ad un altro sistema non devono cercare tra le caratteristiche del capitalismo. E’ come dire che i mammiferi si estingueranno perche’ il loro corpo si comporta male. No, si comporta benissimo: semmai avverra’ un’estinzione come per i dinosauri sara’ qualcosa di esterno.

Allo stesso modo, se si vuole individuare il difetto sistemico del capitalismo e del libero mercato in generale, esso va cercato tra le cose che il capitalismo non e’ disegnato per fare. Ovvero: la scelta delle priorita’.

Prendiamo un esempio: quando in Cina c’erano 700 milioni di poveri, per il capitalismo non era un problema. Non era urgente tirarli fuori dal loro stato, o fare della Cina un paese sviluppato. E allora dobbiamo chiederci come mai sia successo. E la risposta e’ semplice: questa era la priorita’ del governo cinese.

E’ stato il governo cinese a porre delle priorita’: per il sistema capitalista la Cina poteva tranquillamente rimanere un paese del terzo mondo che forniva schiavi. MA ad un certo punto, il governo cinese ha deciso che la sua priorita’ era di togliere dalla poverta’ 700 milioni di poveri in 30 anni, e lo hanno fatto. Per fare questo hanno sacrificato una generazione di lavoratori , hanno sacrificato la sicurezza ambientale del proprio paese e diverse altre cose, che eventualmente avevano una priorita’ inferiore.

Ed e’ qui il punto: ad un certo punto in 30 anni il governo cinese tira fuori dalla poverta’ 700 milioni di persone. Un’impresa titanica, mai riuscita a nessuna classe dirigente occidentale, possibile soltanto per una proprieta’ del governo cinese:

Il governo puo’ decidere quali siano le priorita’ per una data popolazione. Ne’ “il mercato” ne’ il “capitalismo” sono in grado di farlo.

Qualche idiota dira’ che la priorita’ del capitalismo e’ di “produrre valore agli azionisti” o cazzate del genere, ma si tratta di inutili tautologie. Siccome il capitalismo e’ un sistema che definisce sia il valore che gli azionisti, e’ come dire che la mia priorita’ di oggi e’ di rispettare la Legge di Maxwell. Perche’, ho scelta?

Questo e’ l’ambito , esterno al design del capitalismo, che ne produrra’ il collasso.

Prendiamo delle notizie recenti. Arriva Apple e investe in qualche zona disastrata, assumendo gli ingegneri piu’ brillanti. Ok. Quindi adesso abbiamo una nazione che fatica a portare l’acqua corrente e a smaltire i rifiuti dalle strade che impiega il meglio delle risorse umane per scrivere la prossima “App Scorreggiona per Iphone”.

Vediamola in termini di priorita’:

  • Smaltire i rifiuti dalle strade evitando epidemie.
  • Portare vera acqua corrente nelle case.
  • Fare la App Alzatette per Iphone che con la AI fotografa la tardona con le tette sedicenni.

Se foste il governo della nazione X, e aveste solo, diciamo, 100 ingegneri, dove li mettereste a lavorare? La risposta e’ che onestamente ve ne sbattereste la minchia delle tardone americane che vogliono i selfie con le tette sedicenni, e impieghereste le migliori menti del paese nelle cose che hanno priorita’ maggiore.

Facciamo un esempio: sta bruciando una casa. Il padrone di casa ha assicurato la casa per seicentomila euro, mentre gli affittuari non hanno assicurazioni sulla vita. I pompieri possono usare Co2 o Xeno (un gas neutro) per spegnere l’incendio, a costo di uccidere gli occupanti. Oppure possono salvare gli occupanti, a spese della casa.

Se mettete un assicuratore a fare la scelta seguendo un criterio economico, egli non prendera’ in considerazione delle priorita’, ma solo dei costi. E ordinera’ di salvare l’edificio uccidendo gli abitanti. Al contrario, per i pompieri la priorita’ e’ di salvare gli occupanti a prescindere.

Si potra’ obiettare che la priorita’ dell’assicuratore e’ diminuire i costi, ma le cose non stanno in questo modo: quando parlo di priorita’ mi riferisco ad una decisione presa PRIMA di valutare pro e contro in una situazione specifica, mentre l’assicuratore deve valutare pro e contro, costi e benefici, e poi prendere la decisione.

Una priorita’ come “pensare prima agli esseri umani da salvare” e’ stata data ai pompieri PRIMA di conoscere costi e benefici. Mentre la priorita’ “minimizza i costi” richiede di volta in volta una valutazione prima di decidere sul da farsi. Allo stesso modo, “evitare le epidemie viene prima di programmare la nuova App Alzatette di Apple” e’ qualcosa che il governo puo’ decidere PRIMA di conoscere costi e benefici.

Quando si decide una priorita’ non si conoscono ancora i benefici e i costi della sua implementazione. Essa e’ generale e astratta. Il capitalismo e’ incapace, data una popolazione qualsiasi, di decidere delle priorita’. Se chiedete ad un assicuratore di dirvi se nel caso dell’incendio si debba sacrificare la casa o si debbano sacrificare le persone, dira’ che “se la casa e’ assicurata e lo e’ per una cifra maggiore, allora si salva la casa. Nel caso contrario si salvano gli occupanti. Se nessuno dei due enti e’ assicurato (o sono assicurati per la stessa cifra), allora e’ indifferente chi salvare”.

Ma questo richiede una decisione caso per caso, mentre una priorita’ e’, appunto, aprioristica.

Ed e’ questo che il capitalismo non sa fare: fissare le priorita’ per una popolazione. Esso sa fissare qualche criterio decisionale per gli enti economici, ma non lo sa fare per intere popolazioni. Tuttavia, il capitalismo deve coinvolgere interamente intere popolazioni per sopravvivere.

E quindi possiamo riassumere:

  • Il capitalismo sa fissare solo criteri decisionali , e solo per enti economici dotati di capitale.
  • Il capitalismo per sopravvivere deve coinvolgere anche la popolazione che non ha capitale.
  • Il capitalismo non sa fissare le priorita’ di una popolazione.

LA terza voce e’ esattamente il punto debole ed e’ il punto di crollo. Prendete per esempio Trump. Potete dire che le sue priorita’ siano discutibili, ma quando dice che se ne impippa di quanti soldi le aziende facciano in Messico, perche’ la priorita’ sono i lavoratori (elettori della white trash) americana, sta fissando delle priorita’. Non ha probabilmente valutato l’impatto, il costo, le conseguenze o i problemi che deriveranno da questa scaletta (ed e’ evidente a tutti che non lo abia fatto) ma il punto e’ che Trump sta colpendo il capitalismo americano dal lato ove esso non puo’ produrre risposte.

Se anche qualche capitalista volesse controbattere e dire “no, le priorita’ sono altre”; Trump potrebbe anche fotterlo chiedendogli “ecco, dimmi quali sono le priorita’ del popolo americano” e nessun capitalista sapra’ rispondere. Il capitalismo in se’ non fornisce alcuna risposta a questa domanda. Vi potranno dire quali sono gli obiettivi dei capitalisti, ma le priorita’ di una popolazione vanno oltre il design del capitalismo in se’.

Questo e’ il motivo per il quale i governo cinese e’ cosi’ difficile da criticare per i capitalisti. BAdate bene: sta bloccando Facebook e Google dallo sbarcare in Cina. Tutto il nazionalizzabile e’ nazionalizzato, e il resto e’ sotto il controllo del partito. Ma se provano ad aprire bocca, il governo cinese dira’ “la nostra priorita’ era di tirar fuori 700 milioni di persone dalla miseria, e per il futuro la priorita’ e’ di fare lo stesso nell’ovest cinese, e fare lo stesso per altri 700 milioni. Le vostre priorita’ per la CIna quali sono?”.

E chiaramente il problema non si porrebbe: i capitalisti non saprebbero rispondere alla domanda. Farfuglierebbero di sviluppo e cazzi buffi, ma alla fine il problema rimarrebbe quello: per la popolazione, nulla.

Come evolve il problema?

Il problema e’ che la popolazione fa politica, ed e’ sempre un problema politico, democrazia o dittatura. Quando ad un certo punto la popolazione nota di non essere piu’ una priorita’ per il governo, puo’ fare due cose. La prima e’ ribellarsi, la seconda e’ di seguire un leader che abbia delle priorita’. Putin, per esempio, non e’ un leader particolarmente brillante e non e’ nemmeno il fautore di alcun miracolo economico: la Russia si e’ stabilizzata dopo il crollo del comunismo e lo arebbe fatto comunque. L’equilibrio che ha raggiunto, comunque, non e’ dei migliori: in gran parte della Russia (escluse le citta’ principali) la vita dei piu’  sarebbe considerata inaccettabile per noi occidentali. Il PIL procapite e’ basso anche rispetto al costo della vita, e la durata della vita e’ terribilmente corta rispetto a noi.

Tuttavia Putin piace, per una ragione: fa quello che un sistema capitalista non sa fare. Fissa delle priorita’.

Per ora i populisti hanno solo una percezione fumosa del problema. Sputano frasi a casaccio tipo “prima i connazionali”, ma si appoggiano a categorie obsolete come “nazionalismo”. Ma il problema non e’ la nazione o l’identita’. Il problema sono le priorita’.

In questo preciso momento, in maniera piu’ o meno chiara, la popolazione ha capito che cosa non potra’ mai avere da un sistema dominato dal capitalismo: una lista chiara di priorita’ sulle quali pianificare. In una nazione che ha la priorita’ di favorire l’industria il vostro pargolo potra’ ben scegliere che scuola fare e per quale lavoro prepararsi. Ma se togliete questa prorita’ e lasciate fare il mercato, esso vi dira’ “i lavori del prossimo decennio non esistono ancora”. Aha. Bella frase. Ma per il ragazzo che deve scegliere la propria scuola superiore, che cazzo vuol dire? Niente.

Una frase del tipo “le nostrie priorita’ sono industria chimica, tessile, e agroalimentare” potrebbe aiutare nella scelta su come investire le risorse, che non sono rinnovabili: il ragazzo ha una sola gioventu’. Il capitalismo non harisposte a questo: gli dice “prova, se scegli l’indirizzo sbagliato ti scarteremo e ti getteremo via come una merda e ne prenderemo un altro”. Non e’ decisamente abbastanza per guidare una scelta.

Questo e’ il punto di crollo: alle classi dirigenti e’ chiesto di stabilire una lista di priorita che siano astratte, generali e aprioristiche, cioe’ che non dipendano dalla contingenza o dalla congiuntura. Se i pompieri hanno la priorita’ di salvare le vite umane, essa non dipende dalla contingenza o dalla congiuntura: rimane quella. Chi chiama i pompieri sa che cercheranno di salvare prima le persone e poi le cose. Fine.

Se chiamo il capitalismo mi dira’ “decidiamo al momento , dopo aver analizzato pro e contro”: quindi non sai se chiamando i Pompieri, essi cercheranno di salvarti o meno.

Se osservate la direzione che la politica ha preso nel corso degli anni scorsi, scoprite sempre la stessa cosa: ai dirigenti viene chiesto sempre piu’ spesso di chiarire delle priorita’ astratte e generali, le Costituzioni sono sempre piu’ citate perche’ sembrano stabilire una lista di priorita’, e vincono quei partiti che pur farfugliando minchiate sembrano dare proprio una lista di priorita’, e persino una ragazzina autistica riesce ad avere successo semplicemente perche’ indica una priorita’ come tale.

A tutto questo il sistema capitalista non sa come rispondere.

Prima o poi qualche intellettuale si rendera’ conto di come il centro di tutto sia stabilire quali siano le priorita’ per una certa popolazione. Una volta che il problema delle priorita diverra’ chiaro, tutti i partiti per vivere dovranno dare priorita’  come risposta. Siccome il capitalismo/mercatismo non ha, nel proprio design, quello di stabilire  le priorita’ di una data popolazione , esso non sapra’ mantenere il consenso.

E da li’, la fine e’ segnata. Nessun sistema umano sopravvive senza consenso diffuso.

Ma se vi illudete, come fanno i veterocomunisti, che il capitalismo crollera’ per iseguaglianze o per lo sfruttamento, vi sfugge il punto. Il capitalismo su queste cose si fonda. Nessun edificio  crolla perche’ ha fondamenta troppo robuste.

Crollano sempre dal lato dove non sono robusti.

 

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