Quel che non dicono i privatizzatori.

Quel che non dicono i privatizzatori.

Quel che non dicono i privatizzatori.

Ieri avevo postato una simulazione, che ho tolto quando mi sono reso conto del fatto che la maggior parte delle persone non e’ in grado di calcolare una percentuale, ovvero non “vede” che 65 milioni e’ meno dell 1% di otto miliardi. Credo che la mancanza di cultura numerica sia uno dei motivi per il quale siete nel panico.

Ma andiamo avanti.

Apparentemente, il vero problema del coronavirus e’ quello di “rallentarlo”, perche’ se esplodesse , ovvero se procedesse con un coefficiente di crescita di 2.5 , la sanita’ non avrebbe abbastanza forze per aiutare tutti.

Quindi, tutte le misure estreme (per ora le zone rosse, poi arriverete ad avere il coprifuoco e presto le fucilazioni per la strada con la legge marziale) servono semplicemente ad impedire che affiorino le conseguenze di una disastrosa politica sanitaria degli anni passati.

Allora, se il problema fosse quello di curare le persone malate e basta, un sistema completamente privatizzato con un lieve supporto statale per i non abbienti basterebbe. Perche’ allora i paesi europei hanno costruito dei welfare immensi e dei sistemi sanitari imponenti (e costosi?). La risposta e’ che applicare sistematicamente e su vasta scala misure profilattiche, unito all’economia di scala, consente allo stato di agire anche contro eventi epidemici.

Il primo sistema sanitario moderno nacque in Inghilterra, e non e’ un caso che sia nato dopo una catastrofica epidemia.

Lo scopo principale di un sistema sanitario pubblico e’ quello di avere i mezzi per far fronte ad eventi epidemici. Per la normale amministrazione, un sistema privato e’ piu’ che sufficiente.

Qui siamo al punto: siamo al punto nel quale stiamo bloccando intere economie, devastando il tessuto sociale e facendo vivere nel panico milioni di persone, semplicemente per nascondere IL CATASTROFICO FALLIMENTO della politica sanitaria degli ultimi decenni.

Non serve l’appello di una rianimatrice per sapere quale sia il problema: non ci sono abbastanza posti letto, nonostante il sistema sanitario italiano (come altri in Europa) si occupi di quantita’ maestose di persone. (viene a questo punto il dubbio, mi chiedo se i dati del ministero siano corretti. Non potete sostenere che il sistema sanitario sia capace di gestire 20 milioni di ricoverati ogni anno, e poi uscirvene che con decine di migliaia di infetti siete al collasso. I conti non tornano).

Innanzitutto, c’e’ stato quasi un mese per prepararsi. Il virus e’ esploso in Cina un mese prima che arrivasse l’emergenza qui. Che cosa e’ stato fatto in quel mese? Uhm.

Il secondo punto e’: come mai non ci sono risorse? Beh, tagli. Un progressivo smantellamento della sanita’, che ha portato ad un regime semiprivato (specialmente al nord, emilia compresa), smantellamento che ha ridotto i servizi all’ordinaria amministrazione.

Ma ridurre la sanita’ all’ordinaria amministrazione significa essere impreparati contro QUALSIASI epidemia. D’altro canto, nessun privato (per motivi di efficienza) terra’ mai a stock materiali e attrezzature per una EVENTUALE epidemia. Ancora peggio, nessun privato assumera’ mai piu’ personale di quel che serve.

Sia chiaro: siamo fortunati. Perche’ se fosse Ebola, la stessa carenza di persone e attrezzature avrebbe gia’ ucciso milioni di persone. Il coronavirus, dopotutto, e’ una catastrofe da primo mondo.

Dove sono oggi i “liberisti” che si lamentavano per lo spreco di ospedali pubblici usati solo al 10%, con quindici infermieri per ogni due pazienti? Lo chiamavano spreco. Ma oggi sarebbe una benedizione.

Sarebbe ora che qualcuno si ponesse la “vera” domanda”: “a cosa serve la sanita’ pubblica?”.

Se per caso la risposta e’ che dovrebbe proteggere la popolazione dalle epidemie, allora si: occorre che , in tempi “non epidemici”, ci siano quindici infermieri per paziente. Che saranno uno ogni tre, magari dieci pazienti durante l’epidemia. E no, non e’ uno spreco.

Del resto, pensate alle forze armate: stanno sempre in caserma, tranne quando c’e’ da menare le mani. Che non capita spesso, ma capita. Allora, se dovessimo seguire una logica privatistica, non dovremmo avere forze armate. Ma le abbiamo, nel caso che.

Allora, il punto e’ semplice: nel caso che.

Ripeto: a che cosa serve il sistema sanitario? Se la risposta e’ che deve far fronte alle epidemie, i privati SONO INUTILI. Perche’ il privato NON assumera’ MAI piu’ personale di quel che serve in ordinaria amministrazione, perche’ il privato NON terra’ mai a stock piu” attrezzature di quelle che servono.

Questo e’ il punto che non si vuole dire. Quello che non si deve discutere. E so benissimo cosa succedera’ ora: le nazioni che avevano un sistema sanitario MENO distrutto dalla MODA delle privatizzazioni nella sanita’ se la caveranno meglio, le altre peggio. (aspetto ancora di vedere il mitologico sistema americano far fronte all’epidemia. Allo stato attuale non sono nemmeno in grado di rilevarla prima che arrivi il bilancio dei morti. )

Ovviamente in Lombardia stanno per arrivare al collasso , per mancanza di medici. La storia delle zone rosse in realta’ AIUTA a spargere il contagio, perche’ non appena c’e’ il dubbio che una zona diventi “rossa”, le persone fuggono via. Sta succedendo coi meridionali: non appena sui giornali si e’ detto che il governo valutava di estendere la zona rossa, sono fuggiti. Risultato: l’epidemia e’ arrivata, in quantita’ massive , al sud. E registrarli non serve a NULLA: quando una persona infetta ha fatto Milano-Messina, ha incrociato quelli saliti a Firenze e scesi a Roma e Napoli. I quali hanno contratto il virus sul treno, ma NON verranno censiti, perche’ NON vengono da una zona rossa. Serve un disegnino?

Questo ha risolto il problema della sanita’ lombarda? Assolutamente no: depredata da anni di privatizzazioni, che hanno creato aziende efficienti per le figure di traffico della normale amministrazione, sono completamente impreparati ad un’epidemia. Del resto, in una logica di business, nessuno tiene 15, 20 volte il personale che serve normalmente.

Del resto, mancando economia di scala, se si desse come condizione per la convenzione (tra stato e privati) che il privato deve essere in grado di resistere ad un’epidemia, i prezzi crescerebbero a tal punto che i costi della sanita’ pubblica vi sembrerebbero paradisiaci. E la smettereste di lamentarvi degli sprechi (che, peraltro, nessuno controlla veramente dentro le aziende private: si presume che ci pensi “la mano invisibile del mercato”).

Molto di questo panico, oltre che a tenere in piedi governi moribondi, serve anche a sviare un dibattito che oggi sarebbe doveroso: perche’ la sanita’ pubblica non e’ in grado di fermare un’epidemia, DAL MOMENTO CHE E’ IL MOTIVO PER CUI ESISTE?

E la risposta e’: sono stati chiusi gli ospedali “superflui”, cioe’ quelli che oggi potrebbero offrire i posti letto necessari, e sono stati licenziati (o pensionati senza sostituzioni) i medici che oggi servirebbero. Sono stati tagliati gli sprechi, cioe’ gli acquisti sproporzionati all’uso normale (cioe’, tutte le attrezzature che ora vi servirebbero), e oggi arriva la resa dei conti.

Certo, non arriva sempre.

Ma con le figure di mortalita’ che conosciamo, una nazione relativamente vecchia come l’Italia rischia due milioni e mezzo di morti, tutti nella fascia degli anziani, con una prevalenza di donne.

Quel che non dicono i privatizzatori.

Allora, avete tagliato gli “sprechi”. Avete detto che il privato “e’ piu’ efficiente”. Bene.

Adesso dove sono, i vostri “PRIVATI?”.

Dov’e’ la loro proverbiale efficienza, ora che serve? (vi sfido a trovare un solo proverbio che parli dell’efficienza dei privati, ma non so perche’ occorre mettere “proverbiale” di fronte all’efficienza dei privati. Secondo me “mitologica” si adatta meglio). Dov’e’ la loro incredibile elasticita’, contro la grigia burocrazia dello stato, adesso che pendete letteralmente dalle labbra dei ministri?

L’idea di privatizzare la sanita’ e di renderla efficiente per l’ordinaria amministrazione e’ stata una cattiva idea. Oggi il problema e’ sotto gli occhi di tutti.

Invece di terrorizzare la popolazione sperando che non ci pensi, sarebbe ora di rendersi conto di una cosa. Che sono tutti a casa. Hanno tempo per pensare. Sono collegati ad internet.

E prima o poi, qualcuno dira’ loro che

LA SANITA’ PRIVATA E’ UNA CAGATA PAZZESCA.

E ancora non sappiamo per quanto tempo ancora la conta dei morti in USA potra’ essere nascosta. Visto il loro “livello di preparazione”, quando la verita’ esplodera’ in faccia a Trump, ci sara’ da ridere.

Perche’ niente aiuta Sanders, quanto milioni di persone che chiedono una sanita’ pubblica, durante un’epidemia.

Ma questo lo vedremo. Per ora, sarebbe bene che in Europa si riflettesse un attimo su questo fatto: nel campo della sanita’, i privati fanno risparmiare solo nei “giorni di sole”. Nei giorni di pioggia, quando arriva l’epidemia, il prezzo e’ cosi’ alto da mangiarsi tutti i risparmi passati.

Quando finira’, tra circa 18 mesi , conterete un’economia devastata e due milioni di morti. E allora vi chiederete se i “risparmiosi” privati vi siano davvero serviti tanto.

Fonte: https://keinpfusch.net/quel-che-non-dicono-i-privatizzatori/

Commenti

  1. Alcoor26 .

    Fanelli, ti leggo quindi penso che scrivi cose intelligenti e interessanti. Spesso. Però non sempre.

    Volevo farti qualche appunto:
    -Primo: avevi scritto che non ci sarebbero più state recessioni grazie ai bot e agli algoritmi, solo 2/ 3 mesetti fa. era una pia utopia. adesso scrivi che tutti stavano aspettando la scusa per scaricare titoli??
    -Secondo: i mercati non aspettano il cigno nero per scaricare, se sanno che devono scaricare merda. I mercati anticipano. Vivono sulle novità, il prezzo saputa la novità, varia e la sconta.
    -Sulla sanità in italia privata… Beh… A me non mi sembra proprio privata, con numero medici chiuso, ospedali che non possono nascere a piacimento, etc etc etc.

    Beh, sei forte in informatica, e hai una bella razionalità che ti porta a vedere cose interessanti fuori dal pensiero comune. Ma per quanto riguarda l’economia, hai abbastanza lacune.

    Ciao!

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