Quei diecimila barbari.

Nel post sull’anoressia intellettuale femminile italiana (AIFI, da ora in poi) , ho nominato diecimila facinorosi con cui calare in Italia. Ho ricevuto alcune email divertenti a riguardo, nelle quali mi si chiedeva se io stessi organizzando qualcosa del genere tra gli expat. Finito il divertimento, la mente mi e’ andata alla storia di Roma, e ho pensato “no, ma e’ l’unica cosa che potrebbe salvarvi”.

In realta’ la situazione italiana e’ abbastanza simile a quella della Roma invasa da Alarico. Una citta’ ove la corruzione e’ sistema, ovvero un posto dal quale, anche con la piu’ grande buona volonta’, il potere e’ ormai cosi’ sofisticato e stratificato da saper neutralizzare con maestria chiunque si proponga di cambiare qualcosa.
E’ un impero in vasto disfacimento, per la stessa ragione per la quale e’ in disfacimento l’ Italia: si e’ creata una specie di classe sociale apposita il cui obiettivo e’ la carriera politica, e questa classe politica e’ cosi’ omogenea nei metodi e nella cultura che rende indistinguibili le fazioni.

Come se non bastasse, il declino economico riduce le risorse disponibili alla politica, cosi’ che le fazioni principali non arruolano piu’: il risultato e’ che i nuovi rampolli della classe sociale politica si specializzano nel riconoscere le nuove opportunita’.
La cosa ha un precedente: ad un certo punto la Balena Bianca, la DC, diventa cosi’ grande da non potersi espandere ancora. Tutti coloro che si potevano sistemare sono sistemati, e ovviamente tengono stretta la poltrona. Cosi’, siccome il PCI cresce, chi aspirava alla carriera politiva nella DC, ma non poteva perche’ le iscrizioni erano chiuse, la fece nel PCI: e’ il caso dei D’Alema, dei Bersani, e di tutti gli altri.
Per queste persone non importa in quale partito, e sono apparentemente “vergini”. Se potessero seguirebbero i padri nel partito di famiglia, ma sfortunatamente col tempo si stabiliscono meccanismi di quote, e per loro non c’e’ spazio.
Cosi’, ancora ad inizio carriera, ovvero ancora “vergini” in senso politico (ma gia’ educati alla politica peggiore) questi signori si aggirano alla ricerca di una qualsiasi opportunita’. Nel caso di D’Alema e Bersani il PCI (anche se d’Alema sarebbe stato meglio nella DC) , nel caso di Fini c’e’ MSI, quando lui sarebbe stato molto meglio nel PCI emiliano, e cosi’ via.
Anche a Roma era cosi’: anche quando un tribuno avesse costruito il consenso necessario a dare uno scossone, dalle miriadi di famiglie romane in attesa di un posto sarebbero accorsi a frotte giovani rampolli apparentemente vergini di politica, ma gia’ smaliziati dall’aria di casa, che avrebbero circondato il tribuno, e trasformato il suo gruppo in una delle tante fazioni accorse a procurarsi una fetta della torta.
Avrete riconosciuto l’epopea dell’ M5S. Forse Grillo e’ in buona fede, ma i partiti hanno gia’ chiuso gli arruolamenti da tempo, perche’ quel che c’e’ basta per loro e c’e’ un sistema di quote consolidato. Un partito che aprisse opportunita’ a 163 nuovi mantenuti del popolo era un’occasione troppo ghiotta; Grillo nella sua ingenuita’ credeva che bastasse chiedere giovinezza e prima esperienza politica per avere dei puri , ma non aveva capito quanti giovani – che altrimenti si sarebbero arruolati senza fiatare nel PDL, nel PD, o in qualsiasi altro posto – erano alla ricerca di un’opportunita’, dopo essere nati e cresciuti in famiglie (famiglie di sindacalisti, di piccoli funzionari pubblici) ove gia’ avevano respirato la casta sin dalla nascita.
Ci sono tanti di quei giovani parassiti (figli di piccoli sindacalisti, di piccoli funzionari di partito, di piccoli statali ) che non riescono, per via della crisi, a piazzarsi sulla scia di papa’, e cercano solo un’altra scia. M5S , con una scia da 25%, era un’occasione che Grillo non poteva lasciarsi scappare.
Se la destra romana non fosse stata in calo, la Lombardi adesso non sarebbe nell’ M5S ma con Storace,  se non fosse stato in crollo la destra in Sicilia non si sarebbero iscritti tutti all’ M5S. I figli dei professionisti, apparentemente vergini, ma gia’ spiritualmente preparati dalla nascita e dal seno di mamma, non aspettavano altro. Fiutavano l’aria.
Fiutavano l’aria anche ai tempi di Roma, e non appena un nuovo tribuno del popolo appariva  in una piazza, erano lesti a circondarlo e diventare fedelissimi; alcuni tribuni erano diventati addirittura imperatori, era un’occasione incredibile per qualsiasi giovane politicante che la famiglia non fosse riuscita a sistemare.
Ora, il concetto lo avrete capito: potete fondare tutti i partiti che volete, ma esistono decine o centinaia di migliaia di questi giovani figli di parassiti che la famiglia non ha potuto sistemare, che sono in ogni bar, in ogni riunione di partito, in ogni maledetto posto ove possiate raccogliere consenso, e non appena vi troverete a suscitare interesse, scoprirete questi bravissimi ragazzi, cosi’ entusiasti e capaci, in apparenza cosi’ vergini politicamente – sinche’ non si scava nel passato  e tra gli ascendenti – che si uniscono al vostro partito e ne scalano i vertici. Una volta arrivati al potere, scoprirete che sono della stessa pasta degli altri.
In queste situazioni, ne’ Roma poteva cambiare, ne’ puo’ farlo l’Italia di oggi. Se non arrivano i barbari.
Le invasioni barbariche sono sempre state dipinte come una piaga, eppure portarono aria nuova, sangue nuovo, e destabilizzarono il sistema di corruzione cosi’ tanto che il tessuto di sporcizia fatico’ a riorganizzarsi.
Sebbene se ne parli poco, le invasioni barbariche furono una fortuna per Roma, e le evitarono la sorte di Costantinopoli e di Gerusalemme, completamente cancellate.
Innanzitutto per lo choc culturale. Vedete, sino a quel momento i romani erano gli Dei della Guerra. Gli americani di oggi non sono niente in confronto. Le forze armate erano cosi’ organizzate e sofisticate, e specializzate, che non esisteva nessuna forza armata al mondo capace di sfidarle in condizioni di uguaglianza numerica.
I romani si sentivano cosi’ sicuri a Roma che pensavano di poter indebolire la politica dello stato, perche’ in ogni caso ” le cose non sarebbero mai cambiate”. Il sistema di potere era cosi’ convinto della propria eternita’ che non si preoccupava del fatto che i militari adassero comandati da politici strategicamente coscienti ed efficaci.
Cosi’, Roma inizio’ a non reagire alle minacce, a non capirle, a reagire in ritardo o male. Al punto che Alarico , un cristiano ariano (cioe’ un eretico ) riusci’ a calare a Roma e a saccheggiarla.
Deve essere chiaro che con una adeguata politica, le forze di Roma avrebbero potuto cancellare Alarico dalla faccia della terra : ma l’imperatore era cosi’ incompetente che per ragioni politiche intervenne personalmente contro il barbaro, e nel farlo cadette in un’imboscata. Resosi conto del disastro, un generale romano del luogo (peraltro un generale mediocre) chiuse Alarico e i suoi in un angolo senza troppi sforzi (l’organizzazione della fanteria romana era anni luce avanti) , e stava per  sterminarli, quando l’imperatore – che pure per poco non ci lasciava le penne – per ragioni politiche non decise… di perdonare Alarico e le sue tribu’ anziche’ sterminarli – come era di sana tradizione romana.
Gli errori di Roma furono tutti politici: i romani pensavano di essere invulnerabili a Roma, e di avere un esercito praticamente invincibile , che era vero, ma dimenticavano che dei leoni comandati da asini possono far poco, anche contro asini comandati da leoni.
Il sistema di potere di Roma , quello di oggi, e’ circa uguale. E’ convinto della propria invulnerabilita’, e per questo non sa reagire a minacce anche banali come quella di Grillo. E’ vero che DOPO la vittoria di Grillo hanno reagito e lo hanno neutralizzato – gli resta solo l’ aventino , e se non si sbriga nemmeno quello – ma sono comunque arrivati DOPO.
Se Grillo fosse stato un pelo, diciamo, piu’ “assertivo”, diciamo assertivo quanto un capo della FIOM, oggi il parlamento sarebbe un cumulo di macerie, tanto e’ stato il ritardo con cui i partiti si sono accorti di lui.
Ma tanto, pensano i politici, appena un nuovo movimento si forma, i figli dei professionisti della politica, quelli troppo piccoli o laterali per poter sistemare la prole, si accalcano alle sue porte e lo scalano, rendendolo simile agli altri. In questo, ed anche in questo, consiste la sensazione di invulnerabilita’ della classe politica odierna, ed e’ identica alla presunzione dei romani.
Quello che i romani antichi non avevano considerato era che Alarico volesse andare aRoma per unirsi a Roma, e che fu il rifiuto di Roma ad accoglierli a scatenare la sua ira (se gli avessero concesso le terre che chiedeva  -peraltro vuote- sarebbero semplicemente immigrati e sarebbero diventati stanziali) .
Ma specialmente la politica di Roma non capiva che le famiglie romane non potevano inquinare coi loro pargoli delle tribu’ di barbari calati dal nord, e che se l’invulnerabilita’ delle legioni di Roma non corrispondeva ad una competenza nel comandarle sullo scenario, anche un barbaro poteva saccheggiare la capitale.
Cosi’, torniamo all’inizio del post.
In un momento di rabbia ho scritto che se trovassi diecimila facinorosi scenderei volentieri in Italia a fare piazza pulita. Questa sparata in un momento di ira non sembrava storicamente sensata, se non pensando ad Alarico.
In effetti, se diecimila facinorosi disposti a menare le mani si organizzassero all’estero, diciamo diecimila expat italiani disposti a menare le mani, se come i Barbari di Alarico non fossero mai stati in Italia, se fossero armati con un’arma da fuoco ed una motocicletta, e lo facessero senza far rumore, difficilmente la polizia se ne accorgerebbe.
Se calassero in Italia (in moto sono al massimo due giorni di viaggio) all’improvviso, senza darne notizia alla stampa, in un momento in cui il parlamento e’ pieno e tutti i ministri sono nei palazzi, potrebbero materializzarsi sotto due-tre palazzi del potere in pochi minuti. E da qui, anche se ci scapperebbe qualche morto , puntando al centro neutralizzare qualche corazziere e poche decine di uomini a guardia non e’ difficilissimo per diecimila persone che sparano il primo colpo.
Ovviamente si tratterebbe di barbari. Nel senso che stiamo parlando di gente che prende un’arma da fuoco ed una moto e scende in Italia al  preciso scopo di assalire i palazzi del potere con un blitz, quando a guardia ci sono ancora poche decine di persone, e liquidare parlamentari e ministri e presidente nella prima mezz’ora di assalto. Specialmente se, come ai tempi di Alarico, una porta si aprisse perche’ dentro c’e’ un traditore, non sarebbe tanto difficile.
Non stiamo quindi parlando di persone “portate per i lavori parlamentari”, al massimo dopo il blitz diventerebbero dei pretoriani del nuovo boss, se tra loro c’e’ qualcuno con piu’ cervello di quel che serve a sparare.
Auspico una cosa simile? Nel senso storico si’, cosi’ come era auspicabile che un Barbaro quale Alarico calasse su Roma e la saccheggiasse. Serviva a scuotere la citta’ dal bizantinismo, a devastare le certezza di una classe politica ormai non riformabile, e storicamente parlando fu sicuramente un BENE.
Allo stesso modo, una simile invasione fu un bene per Roma. Sebbene saccheggiata e devastata, in soli otto anni Roma seppe riprendersi dal caos totale e riconquistare Spagna e a tornare agli antichi fasti. Tuttavia, lo fece con una classe politica tutta nuova, mista anche a barbari che nelle infinite trattative erano stati assoldati da Roma per proteggerla (come, in definitiva, avrebbe voluto essere Alarico, btw) e in ultima analisi lo scossone porto’, anche se per poco, una ventata di consapevolezza tra i romani: Roma doveva essere governata bene, perche’ nessuna protezione divina la rendeva invulnerabile come si credeva, e la fine di ogni cosa, che sembrava impossibile alla classe romana – per quanti errori commettesse – era possibile.
Quindi si, credo che nella mia estemporanea e rabbiosa scrittura si nasconda in realta’ quella che e’ l’unica speranza -storicamente nota per funzionare – dell’ Italia. La speranza che qualcuno, cosi’ straniero da non essere contaminato dalla malavita italiana ma abbastanza italiano da poter calare sul paese e conquistarne il centro, si organizzi lontano dalle orecchie di Roma e da Roma sopravvalutato, per poi materializzarsi quando ormai e’ troppo tardi, e devastare l’infrastruttura stratificata e consolidata della corruzione italiana.
Credo che quei diecimila barbari siano, oggi, la vostra unica speranza di cambiamento.
Anche se no, non sto facendo niente del genere. Sono troppo vecchio, e come se non bastasse, non ho ragioni per rischiare la vita.
Non volendolo, pero’, penso di aver azzeccato l’unica soluzione oggi possibile.
Quei diecimila barbari sono la vostra unica speranza, anche se nessuno di voi puo’ essere certo di venire risparmiato dalla loro violenza. Sono, cioe’, una speranza in senso storico.
Uriel

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