Premessa: Disqus sta funzionando ad muzzum, quindi sono costretto a riabilitare i commenti di Google. I vecchi commenti saranno migrati appena possibile , non sono persi.Avevo sentito parlare di questo progetto in preparazione quando si inizio’ a studiarne la fattibilita’, qualche anno fa. A quanto vedo e’ stato portato a termine, e sta vedendo il primo lancio commerciale. Mi riferisco a “Premium Net TV”, il servizio allegato al servizio mediaset premium.
Ho scritto mesi fa che uno dei problemi che causano il digital divide sia il fatto che sui cavi non passano abbastanza servizi da ripagarne i costi. Qui in GErmania la mia ADSL e’ fornita da UnityMedia, per dire, che fa passare TV (pay e non) , telefono IP e internet per lo stesso doppino.(1)
Questo permette ai provider di finanziare gli apparati, dal momento che una famiglia solo per abilitare due o tre servizi per i ragazzi (intendo servizi per i quali non ci siano password ma ci sia la certezza di non avere contenuti inadatti all’eta’) e godersi una tv-cinema paga , alla fine, quasi quanto un canone RAI. Ma il canone TV, in tal caso, finisce nel finanziare la rete, internet compreso.
Rimango un sostenitore convinto di questo modello: se la RAI anziche’ usare il digitale terrestre fosse passata via cavo, il soldi del canone avrebbero finanziato anche la diffusione di internet e la diffusione della TV avrebbe “spinto” quella della rete.
Il digitale terrestre, cioe’, e’ una scelta tecnicamente sbagliata perche’ la sua crescita non finanzia altro che se’ stesso, ovvero il digitale terrestre in se’, mentre usando un digitale via cavo si sarebbe finanziato il cavo, lo stesso cavo su cui passa internet. Ne ho gia’ parlato in passato, e rimango convinto di quel che dico. Anche perche’ ce l’ho in casa qui a Dusseldorf, quindi VEDO che funziona.
In questi mesi, Telecom Italia e altri hanno offerto diversi servizi (il “cubo” per la TV e a quanto sento anche un servizio di streaming audio per la musica) , e per quanto io possa provare simpatia o antipatia per i singoli operatori devo dire che APPROVO PIENAMENTE la scelta. Se Telecom non riesce a trovare la convenienza a portarvi il cavo a casa per il solo costo dell’abbonamento, e’ piu’ facile che ci escano i soldini se all’abbonamento si unisce qualche altro servizio che voi pagate.
I paesi ove la banda larga e’ piu’ diffusa sono i paesi ove sul cavo passano piu’ servizi. Se infatti aumenta la quantita’ di spesa per utente , e’ possibile persino regalare l’ ADSL. Voglio dire che una persona che usi i servizi di cinema on demand (diciamo due film/mese) puo’ tranquillamente far rientrare Telecom dei soldi della linea.
E’ sbagliato, dunque, pensare ad una “rete degli utenti”: finche’ la rete non veicolera’ contenuti a pagamento, difficilmente il digital divide sara’ superato: solo mettendo piu’ valore sulla linea si creano gli investimenti che pagano la linea.
Ancora meglio, pero’, e’ se i servizio non vengono dal provider che butta il cavo, per una questione di responsabilita’ sociale. Qui mi spiego meglio.
Prendiamo come esempio il cubo di Telecom italia. Si tratta di un’iniziativa da applaudire, che sul piano ingegneristico e’ pero’ esclusiva, ovvero fornisce un vantaggio illegittimo, o se preferite una posizione di incumbent.
Telecom italia, infatti, possiede la propria rete (sulla quale veicola i contenuti tel cubo) e puo’ fare cose che eventuali concorrenti non possono fare:
- QoS: telecom italia puo’ configurare i propri apparati per garantire la qualita’ video. Puo’ decidere, cioe’, che i pacchetti IP del proprio servizio TV abbiano la precedenza sui pacchetti da e per una internet generica, in modo da garantire la qualita’ video.
- IP Multicast: L’ IP Multicast e’ una tecnica con la quale e’ possibile mandare milioni di streaming contemporaneamente avendo un un solo stream in uscita da un server centrale (anziche’uno per utente): ci pensano i vari dispositivi di rete lungo il cammino, poi, a “moltiplicare” gli stream verso i sottoscrittori. Questa tecnica e’ valida se gli utenti vedono tutti lo stessi film alla stessa ora, ovviamente.
Operando in questo modo, ovviamente, e’ possibile ingegnerizzare molto meglio la fornitura di multimedia via internet, con un piccolo problemino: che in questo modo sulla rete di telecom italia viaggia solo contenuto di telecom italia, su quella di wind viaggia solo contenuto wind, eccetera: ovviamente sara’ possibile far transitare i media come “normale contenuto internet”, ma esso avra’ sempre MENO precedenza rispetto al media veicolato dall’operatore che vi ha venduto il cavo.
E’ chiaro che, quindi, dal momento che attualmente Telecom Italia gestisce la rete cavo italiana, questo non rappresenti la condizione ideale per il mercato, e di conseguenza la condizione ideale per vincere il digital divide agendo sul ROI dei cavi e degli apparati.
Ed eccoci a Mediaset. Mediaset, che gia’ in passato si e’ resa conto del fatto di non poter subire la concorrenza di Youtube o di altre forme di cinema online , ha deciso di passare al contrattacco e di creare una piattaforma di streaming online. Tale streaming ovviamente deve passare sui cavi di Telecom Italia, che pero’ puo’ garantire ai PROPRI films degli standard di qualita’ superiori, possedendo la rete.
Se anziche’ il nome di Satana (Mediaset) ci fosse un altro nome, (che so io Murdoch, il cavaliere delle sinistre italiane) oppure Sky, di sicuro ci sarebbero fior di mobilitazioni a riguardo: ben sapendo che dando valore al cavo si vince il digital divide, sicuramente tutti pretenderebbero che tutte le reti godano di un accesso “fair” . In effetti, usando la tecnica del multicast, non sarebbe difficile dare accesso ai ripetitori multicast a tutti gli operatori registrati.
Rimane pero’ il problema degli operatori esteri, che non potrebbero facilmente fruire della ripetizione multicast, se non altro per un semplice problema di numero di enti.
Cosi’, non e’ difficile prevedere il futuro: se il servizio di Mediaset dovesse partire e dare risultati iniziali incoraggianti, il risultato sara’ che mediaset avra’ due strade di fronte a se’:
- Accordarsi con un altro operatore di ADSL mainstream per avere gli stessi vantaggi che ha Telecom Italia col proprio cubo.
- Diventare un operatore ADSL a sua volta: costruire una rete o comprarne una.
Quale scelta e’ ottimale? Dipende tutto dalla durata dell’offerta. Accordarsi con un altro operatore lo rende cruciale se il servizio ha successo , il che significa che nel lungo termine rompere il matrimonio sara’ sempre piu’ difficile, e specialmente l’operatore ADSL potra’ dettare le condizioni, cioe’ i prezzi. Nel lungo termine potrebbero scoprire molto facilmente che con le stesse cifre avrebbero potuto diventare operatore di ADSL a loro volta.
Nella scelta di lungo termine e’ ottimale invece diventare operatori di ADSL. Comprando un operatore in difficolta’, per esempio, oppure costruendone uno da zero.
Ora, non so quale scelta faranno (se si limiteranno ad un accordo con un operatore gia’ esistente significa che non ci credono troppo nel medio e lungo termine) , ma il punto diventa questo: in futuro, sempre piu’ “business” vero e proprio si riversera’ sulla rete. Adesso c’e’ Mediaset , perche’ come management e’ superiore di varie lunghezze al resto del paese e riesce a vedere chiaro nel futuro del media, ma in futuro dovra’ fare qualcosa di simile anche RAI (che ha una teca impressionante di film e video di ogni genere: potrebbe diventare concorrente di YouTube con una facilita’ estrema) , e probabilmente tutti gli altri operatori TV.
Ma concentriamoci su Mediaset come caso limite: se il Business (McDonald’s, Nike, Monsanto) e’ gia’ malvagio per gli sbrocchers, immaginiamo cosa succederebbe se Mediaset diventasse provider di ADSL. Gia’ adesso il mondo sbroc non ha ben capito la mossa (fortunatamente e’ fatto da early users di internet che si atteggiano a tecnici, quindi capiranno il problema solo quando lo avranno addosso) , ma cosa succedera’ quando si troveranno internet che invece di essere uno “strumento di lotta” e’ diventato uno strumento del demonio?
Oggi tutti questi sbrocchers continuano a dire che Internet e’ uno strumento di lotta contro i regimi (sebbene i regimi stessi lo blocchino con estrema facilita’) e che solo su internet ci sta la vera verissima verita’, ovvero una caterva di insulti contro i politici della fazione avversa.
Che cosa succede se invece internet diventa uno degli strumenti attraverso il quale il loro Grande Satana (in questo caso Mediaset) fa business? Ne chiederanno la censura?
Questi signori accusano Berlusconi di aver “cambiato la cultura italiana a suo uso e consumo” (in realta’ Mediaset ha portato in italia la TV pop dei paesi anglosassoni, non ha inventato proprio nulla) grazie alle TV. Chi sbrocca in questo modo ama pensare che internet sia un covo di partigiani della liberta’ , concentrati nel battersi senza macchia e senza paura contro il male, ovunque esso sia, per riportarci ai bei tempi quando non c’era Berlusconi e l’ Italia era il paese piu’ libero del mondo, un vero e proprio paradiso di liberta’, nel quale ben tre partiti possedevano ben tre televisioni e ci garantivano la possibilita’ di scegliere da chi farci lavare il cervello.
Ora, Internet rischia di fare anche in Italia quello che gia’ ha fatto all’estero, ovvero tingersi di Business. Di Business malvagio.
Ovvove! Ovvove! Mediaset vuole calpestare il sacro suolo partigiano di Internet per diffondere il Grande Fratello, cosa che trasformera’ quelle sante femministe core-di-Rosy che notoriamente sono le donne italiane in bbottane come Ruby! Jihad! Jihad! Jihaaaaaaaad! Passami un altro poco di couscous, giampi, che mi indigno di piu’ a pancia piena.
Qualche tempo fa, D’Alema fondo’una TV online che si sforzava di propagare i preziosi e bellissimi contenuti che la sinistra dice di avere a quella base di intelligentissimi fruitori che la base di sinistra dice di avere. Red Tv e’ fallita e i dipendenti sono a casa.
Nel digitale terrestre c’e’ “Repubblica TV”, a quanto mi dicono, che ha meno utenti di una televendita.
Allora lo streaming digitale e’ un fallimento? Guarda caso, Mediaset ci si ficca. Guardacaso, dopo aver fatto una serie di cause a Youtube per il copyright.
Mano a mano che si chiedera’ alla rete di essere piu’ veloce, per compensare i costi dovranno passarci piu’ servizi. Principalmente cinema e TV, che sono le attuali killer-app legali della banda larga. Ma questo significa che la rete e’ destinata a diventare mezzo televisivo, come gia’ e’ in diversi paesi. E questo implica la sua colonizzazione da parte delle TV, che sono viste come la malvagia propaganda, opposta alla santa purezza di Internet che sarebbe il sacro suolo dei partigiani dell’informazione.
Internet, signori, sta per diventare “malvagia”. Sta per diventare, anche in italia, un business. Su internet sta per avere la parola (e il video) anche Satana in persona, cioe’ Mediaset.
Sara’ divertente vedere, tra qualche anno, Beppe Grillo che spacca un video in diretta e dice che Internet e’ il male perche’ c’e’ Mediaset che lo usa per arrivare in milioni di case. Sara’ divertente quando TV e Internet inizieranno a convergere ANCHE in Italia, e si iniziera’ ad accusare Internet di propagare cultura berlusconiana.
Sara’ divertente vedere i difensori della liberta’ di internet chiedere la censura della rete.
Perche’ vedrete, questo faranno.
Per proteggere le vostre figlie, naturalmente.
Uriel
(1)In realta’ non e’ un doppino, ma ok, il concetto e’ quello.