Il problema percettivo dietro a Conchita Wurst.

Credevo di fare un post poco interessante quando ho scritto di Conchita Wurst, ma alla fine credo non si sia individuato bene per quale motivo la sua presenza risulti disturbante , ovvero non e’ chiaro il meccanismo percettivo che porta gli individui eterosessuali di sesso maschile a chiamare “donna” cio’ che hanno di fronte.
Facciamo un esempio e parliamo di “cibo”: prendiamo un pollo e cuociamolo in un letto di dadi per bulloni di acciaio inox. Ovviamente cuocerta’ abbastanza bene in forno per via dell’altissima capacita’ calorica dei bulloni , e il grasso scivolera via attraverso i buchi. Ovviamente useremo dadi per bulloni perfettamente lavati, e quindi del dado per bullone useremo solo la capacita’ termica ed il fatto di essere bucato, cioe’ facilmente attraversabile dai liquidi che colano.

In un altro forno prendiamo un pollo identico e lo mettiamo a cuocere nel sale grosso a grosse scaglie. Il sale di per se’ ha esattamente la stessa funzione, sia per via della grana che lascia passare i succhi, che per la capcita’ termica. Lo estraiamo cotto, e l’effetto e’ molto simile.
Adesso estraiamo dal forno il nostro pollo cotto nei dadi da bullone, quello cotto col sale,  e li guardiamo. C’e’ qualcosa di disturbante: la cosa disturbante e’ che classifichiamo come “cibo” qualcosa che stimola il nostro appetito, e che il nostro appetito e’ addestrato da nozioni come “il pollo si mangia”, “il sale va sui cibi”, “il bullone non si mangia”.
Sebbene sia possibile dimostrare che un dado da bullone in acciaio inox sia piu’ neutro rispetto al sale grosso, almeno chimicamente ed organoletticamente, voi sarete portati a pensare che il pollo cotto nei bulloni sia in qualche modo “rovinato”.
La ragione e’ che avete di fronte una serie di proposizioni logiche:
  • Se stimola il mio appetito e’ cibo.
  • Il pollo stimola il mio appetito.
  • Il bullone NON stimola il mio appetito e lo respinge.
  • Il sale e’ neutrale rispetto al mio appetito.
ora, il succo e’ semplice, e sta tutto nella definizione di cibo: a decidere se qualcosa sia cibo o meno e’ un effetto specifico: stimola il mio appetito.
Il meccanismo che porta il cibo ad essere riconosciuto come tale e stimolare l’appetito e’ complesso, ma sicuramente, mescolare cio’ che viene riconosciuto come cibo e cio’ che NON viene riconosciuto come “cibo” produce un effetto sgradevole.
Adesso andiamo a “donna”. La verita’ e’ che per la stragrande maggioranza dei maschi eterosessuali “donna” in termini di immagine e’ definita nel seguente modo: “e’ una donna qualsiasi cosa stimoli il mio appetito sessuale”.
Data questa definizione, e osservato che parliamo di immagini televisive, e’ “donna” qualsiasi cosa contenga dei simboli che sono associati dalla libido maschile ad un richiamo erotico. Un vestito femminile, scarpe col tacco, capelli lunghi gonfi e lucidi, unghie smaltate, eccetera.
Chiunque indossi queste cose va a stimolare questa classificazione, e quindi viene classificato come donna.
La prova me la diede involontariamente mia figlia, che vide Conchita Wurst e la classifico’ come “uomo vestito da donna”. Lei non ha una percezione erotizzata della donna, quindi  ha semplicemente seguito un ordine naturale abbastanza logico:
  • Caratteri sessuali primari: maschili.
  • Caratteri sessuali secondari: maschili.
  • Abbigliamento e trucco: femminile.
da cui, appunto, “uomo vestito come una donna”. Se chiedeste a mia figlia cosa c’e’ di “incoerente” in Conchita, non vi indica la barba. Vi indica il vestito. Essendo un uomo vestito da donna, e’ ovvio che abbia la barba.
Ma il maschio eterosessuale fa una pattern recognition molto diversa:
  • scarpe col tacco => mi stuzzica => donna.
  • vestito scollato lungo => mi stuzzica  => donna
  • capelli lunghi lucidi => mi stuzzica => donna
  • smalto per unghie => mi stuzzica => donna
fatto questo, Conchita viene classificata come “donna”, ma ad un certo punto succede che :
  • scarpe col tacco => mi stuzzica => donna.
  • vestito scollato lungo => mi stuzzica  => donna
  • capelli lunghi lucidi => mi stuzzica => donna
  • smalto per unghie => mi stuzzica => donna
  • barba => non mi stuzzica/mi repelle => uomo
ecco il punto. Dopo aver classificato a maggioranza Conchita Wurst come “donna” , i neuroni del sistema nervoso del maschio etero si trovano ad avere a che fare con un gruppetto di neuroni rompicoglioni che dicono “la barba non e’ per un cazzo sexy!”.
A questo punto aggiungiamo la definizione iniziale:
  • Chiamo “donna” l’immagine che mi stuzzica alla vista.
  • scarpe col tacco => mi stuzzica => donna.
  • vestito scollato lungo => mi stuzzica  => donna
  • capelli lunghi lucidi => mi stuzzica => donna
  • smalto per unghie => mi stuzzica => donna
  • barba => non mi stuzzica/mi repelle => uomo
il motivo per il quale Conchita Wurst  e’ “disturbante” per il sistema nervoso maschile, e solo per alcuni e non altri, ovvero per gli eterosessuali piu’ repressi, e’ che l’eterosessuale represso (quello che non scopa da Triassico) e’ abituato a valutare come possibile partner sessuale OGNI essere che riconosca come “donna”.
Il secondo punto e’ che il loro sistema nervoso si eccita per feticismi:
ogni simbolo associato al sesso (reggicalze, tacchi a spillo, biancheria intima, etc) viene aggiunto alla lista del “mi attizza”.
Il problema e’ che “riconosca come donna” consiste in una strana query , ove il cervello chiama la minchia e dice:
  • te la faresti quella?
  • E che ne so? Mica la vedo. Parlami di lei.
  • tacchi a spillo.
  • Good.
  • vestito lungo scollato.
  • Fine.
  • Unghie laccate.
  • Excellent.
  • Capelli lucidi , gonfi e lunghi.
  • Great!
  • Rossetto rosso pompiere.
  • Wonderful!
  • Barba.
  • WTF?

 

 quel WTF e’ il WTF di una “eccitazione tradita”. Nei passaggi precedenti il sistema “cervello, minchia” era andato su di giri, si era eccitato, e ad un certo punto e’ arrivato un bel platano in mezzo alla strada.

 

Tutto il problema, quindi, deriva dal fatto che l’uomo eterosessuale represso identifica come donna OGNI plausibile bersaglio sessuale, identificandolo mediante i propri feticismi.
Le stesse persone sono disturbate da QUALSIASI incoerenza e mancanza di feticismi in un plausibile bersaglio sessuale. Se prendiamo una donna musulmana con un vestito molto coprente, scopriremo che e’ un plausibile oggetto sessuale, ma e’ privo di feticismi, ed e’ disturbante quanto Conchita Wurst.
 Se torniamo a descrivere il processo disturbante
  • Chiamo “donna” l’immagine che mi stuzzica alla vista.
  • Mi stuzzicano dei feticismi: scarpe, vestiti, acconciature, smalto , suoni, gesti, etc.
  • scarpe col tacco => mi stuzzica => donna.
  • vestito scollato lungo => mi stuzzica  => donna
  • capelli lunghi lucidi => mi stuzzica => donna
  • smalto per unghie => mi stuzzica => donna
  • barba => non mi stuzzica/mi repelle => uomo
allora, adesso capiamo che in questo modello percettivo qualsiasi cosa venga prima identificato come femmina e poi contenga simboli che la identificano come NON-bersaglio produce repulsione. Al nostro modello mancano pero’ due ultimi elementi. La disponibilita’ e la reazione aggressiva.
Il modello completo e’:
  • Chiamo “donna” l’immagine che mi stuzzica alla vista.
  • Mi stuzzicano dei feticismi: scarpe, vestiti, acconciature, smalto , suoni, gesti, etc.
  • La disponibilita’ aumenta la libido, dunque la “femminilita”.
  • scarpe col tacco => mi stuzzica => donna.
  • vestito scollato lungo => mi stuzzica  => donna
  • capelli lunghi lucidi => mi stuzzica => donna
  • smalto per unghie => mi stuzzica => donna
  • si comporta come una donna disponibile => mi stuzzica => MOLTO donna
  • barba => non mi stuzzica/mi repelle => uomo
  • libido frustrata => sfogo => violenza, intolleranza, fastidio.
questa e’ la ragione per la quale una trans che sia molto bella e si comporti puttaneggiando viene immediatamente classificata come “donna”. In un ambiente maschilista, non avra’ MAI alcun problema di inserimento.
E questa e’ la ragione per la quale una trans che non sia molto bella o non sia molto disponibile avra’ sempre problemi ad essere riconosciuta come donna.
Lo stesso vale anche per le donne: se prendiamo la donna musulmana completamente coperta, e’ riconoscibile come donna, ma non ha feticismi addosso (almeno per i maschi occidentali) e non si mostra disponibile. Ottenendo cosi’ di essere riconosciuta come donna, magari dalla voce, ma di frustrare il maschio arrapato.
In questo senso, persone come Conchita Wurst sono assolutamente utili, come una cartina tornasole, nell’individuare il maschio etero che non scopa dal triassico: se prova fastidio e reagisce con violenza (insulti, etc) ma senza un raziocinio , e’ semplicemente un maschio eterosessuale che non scopa dal triassico e si trova a gestire dei feticismi forti ed una libido repressa dall’astinenza.
Se siete bambini o maschi non frustrati, o bisessuali ,  Conchita Wurst vi appare semplicemente come un uomo con addosso vestiti da donna e non come “una donna con la barba”. Il motivo e’ semplice: non ha caratteri sessuali femminili, ne’ primari ne’ secondari, la sua “femminilita” viene TUTTA dall’abbigliamento, ovvero deriva da una serie di feticismi.
Il motivo per cui la trovo interessante, quindi, e’ proprio questo: e’ una cartina tornasole per caproni arrapati.
Se conoscete uomini che provano fastidio nel guardare Conchita Wurst, e siete donne, vi consiglio di non rimanere da sole con loro in una strada buia, insomma.
E ve lo consiglio da uomo.

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