Previsioni del tempo….

Mi sono divertito un pochino a leggere degli outlook finanziari, e devo dire che combinando insieme tutti i dati, i prossimi tempi saranno abbastanza divertenti per noi italiani, e abbastanza cazzuti per alcuni mercati. Andiamo con ordine.

Le aziende specializzate in junk-bonds europei hanno rivisto tutti i forecast del primo e del secondo quarter del 2010 al ribasso. Ora, voi direte: e che cazzo significa? Significa che prevedono dei botti forti in qualche SpA che ha lasciato molti bond.

Gran parte di questo mercato e’, attualmente, concentrato sui mercati britannici e francesi, ma anche in Germania la cosa non scherza. In Italia, se escludiamo una nota azienda di telefonia e alcune grosse industrie ex statali, non si vedono particolari problemi di junk bonds, niente che un oculato intervento statale (as usual) non possa risolvere.

Il concetto di base, pero’, e’ che il mercato dei junk bonds e’ piuttosto pericoloso, ma contemporaneamente molto redditizio: se, nonostante la crisi, avete uno di quei “panieri” che sembrano rendere bene, beh: e’ il momento di chiedere alla vostra banca “senti, ma che roba c’e’, dentro quel paniere?”. Insomma, siete a “rischio Parmalat”.

Del resto, la cosa si poteva intuire osservando che i titoli di stato italiani siano stati comprati anche se hanno una resa praticamente NEGATIVA: se qualcuno compra 2000 miliardi di euro di titoli che si svalutano DI CERTO, e’ perche’ prevede una tale bufera che persino un investimento che svaluta poco e’ conveniente. Cioe’, si pensa che ci sia un tale rischio da preferire perderci qualcosina che rischiare molto di piu’.

La combinazione di questi due dati ci dice anche un’altra cosa: che i bond sull’industria caleranno di resa, e contemporaneamente che i pacchetti azionari sono previsti essere piuttosto stabili. Voglio dire: supponete che esistano davvero indizi di ripresa(1), e che l’industria punti ad una risalita. Perche’ mai dovreste comprare debito pubblico  a resa negativa, quando potreste comprare azioni di industrie in risalita?

Allora, le ragioni sono due: se le industrie hanno buona liquidita’ di cassa, le emissioni di bond si fanno meno redditizie. Ed in secondo luogo, se gli azionariati sono stabili, e molto persistenti, e’ difficile anche comprare azioni. Questo ovviamente significa che i margini di gioco per i “piccoli” azionisti sono ristretti: tutti i posti buoni sono gia’ presi. Il fatto pero’ che la resa dei bond si abbassi, pero’, significa anche che non ci sono grandi investimenti in vista , il che e’ una brutta notizia.

In definitiva, sembra che mentre l’industria si consolida ma bada a rimettere in sesto le casse, ci sia molta preoccupazione per le industrie che tengono i loro bond ad una resa alta, perche’ non riescono a consolidarsi. Il che , per i piccoli, significa:

  1. Nuovo scossone in arrivo. E nuova tosata al parco buoi. Al largo da azionario e bond.
  2. La situazione di resa bassissima o negativa dei titoli italiani e’ destinata a perdurare sino a meta’ del 2010.
  3. Evitate come la peste il venture capital in ogni forma: difficilmente gli operatori del mondo junk-bond si terranno le perdite.

Andiamo avanti.

Sul versante dell’occupazione i dati sulla produzione industriale italiana fanno ben sperare, ma non credo produrranno lavoro fino al primo quarter del 2010. Per vedere qualche cosa dovrete aspettare aprile 2010. I fattori in gioco sono diversi.

Per prima cosa, il mercato italiano soffre, storicamente, di una miriade di PMI decotte da anni, che tirano a campare perche’ campare sull’orlo del baratro e’ sempre meglio che chiudere rientrando dei debiti. Queste aziende hanno una redditivita’ bassissima, e vivono del movimento di cassa. La loro chiusura e’ un bene.

La selezione operata dal taglio del credito bancario, in altre parole, e’ un fattore anticiclico. Gli “indizi di ripresa” e le buone notizie che ci vengono dal mercato italiano sono dovuti proprio a questo: tantissimi “galleggianti” sono affondati. E questo, sul mercato italiano, e’ anticiclico perche’ introduce un principio di selezione che una concorrenza finta e drogata non riesce ad introdurre.

Oggi sono falliti tanti che galleggiavano togliendo mercato ad altri che potevano usarlo per crescere, e qualche risultato si vede. Occorrera’ il consolidamento e l’inizio di qualche investimento per veder calare la disoccupazione: da marzo 2010 direi che dovremmo esserci. Appare strano che in italia si debba pregare per una crisi onde veder qualche miglioramento, ma il problema sta nel rapporto morboso che c’e’ tra  le PMI e i direttori delle piccole filiali, che continuano a “chiudere un occhio” sulla catastrofica situazione finanziaria dei loro clienti per paura di restare con un pugno di mosche, guadagnando invece di commissioni.

Questo soffoca il mercato con aziende che vivono di movimenti di cassa a bassissimo margine di contribuzione, distruggendo la vera competizione intesa come elemento di selezione dei migliori. Con la crisi e la stretta sul credito, finalmente si e’ introdotto un qualche meccanismo di selezione, ed i peggiori sono stati tagliati fuori. Spetta alle aziende migliori adesso prendere i loro clienti e sfruttarli per fare vero reddito.

Brutte notizie per chi vive oltremanica: sebbene il “buon giornalismo” britannico non ne faccia cenno, non solo l’Irlanda ma anche le casse di sua maesta’ di tutte le britannie non stanno tanto bene. Brown sta cercando di fare i salti mortali, ma la coperta e’ davvero troppo corta. Questo prelude ad una certa quantita’ di svendite di beni statali e di “ritocchini” al welfare. Il che significa una bella mazzata, mediamente, al “ceto medio” che scivolera’ indietro di qualche . Se volevate mettere in piedi un’azienda il cui business sia di indicare alla gente il cesso per barboncini piu’ vicino, beh: non fatelo in UK, o almeno aggiungete qualche ricetta cinese per il barboncino arrosto. Qualche ex-ceto medio da quelle parti ne avra’ bisogno molto presto.

La situazione in UK e’ un misto di inettitudine governativa e di truffa quasi allo scoperto: per evitare la stretta del governo, moltissime finanziarie si sono date al piu’ bieco gioco al ribasso pur di annunciare utili e restituire eventuali prestiti . Una volta fatti degli utili, almeno sulla carta, (sostenendo quelle junk-bond companies che presenteranno il conto nel primo semestre 2010) nessuno potra’ piu’ dire che i manager non meritano il loro premio. Come hanno fatto a fare utili? Spingendo le aziende con titoli junk, ovvero finanziandole in cambio di rese alte. Cosi’ facendo hanno tenuto in vita delle aziende “zombie”, che la crisi aveva stroncato. Con questi bond ad alta resa (e non solo, ma in gran parte) hanno fatto utili, quel tanto che basta per pagare i bonus ai manager. Ovviamente, il conto e’ gia’ preannunciato nel primo semestre 2010.  Se tanto mi da’ tanto, nella City sta per arrivare un’altra tosata.

Stesso discorso vale per il mercato USA: con il ribasso del potere d’acquisto delle famiglie americane, e con l’aumento della disoccupazione, le importazioni non riescono a tenere fuori dalla porta abbastanza dollari. Il risultato e’ un progressivo indebolimento della moneta americana verso l’euro. Non si vedono segni positivi , ne’ come disoccupazione , ne’ come crescita industriale: anzi, negli USA e’ ancora piu’ diffuso il malcostume dei manager.

Molti manager hanno dato una ripulita ai bilanci limitandosi a spostare le perdite , in modo da arrivare a risultati apparentemente buoni. Alcune finanziarie, pur senza spiegare da dove vengano quei guadagni, sostengono di essere messe cosi’ bene da poter restituire il prestito governativo, cosicche’ se vogliono pagare i dividendi sono cavoli loro ed il presidente non puo’ metterci becco.

Quello che non si spiega e’ da dove saltino fuori quei dividendi, in un’economia depressa. Avrei da far notare la strana correlazione tra crescita dei dividendi e crescita della disoccupazione negli USA, ma lasciamo perdere per ora.

Del resto, nessun politico ha interesse  a vederci meglio in questa “crescita” ed in queste “buone notizie”: annunciare risultati spettacolari fa comodo a tutti. Fino a quando, si intende, qualcuno non si chiedera’ per “quale motivo tutto va bene ma io vivo in una tenda?”. Certo, le indennita’ di disoccupazione sono in calo: ma questo e’ perche’ stanno scadendo i termini , e le indennita’ stesse non sono eterne. Inoltre, alcune amministrazioni locali, che di fatto le pagano, hanno deciso per dei tagli.

Cosi’, abbiamo questo fronte che rimarra’ aperto, e probabilmente sara’ anche la sede di quei botti che i professionisti del junk-bond temono, dal momento che moltissime zombie-companies sono state tenute a galla proprio per venire spolpate e realizzare i malsani rendimenti che permetteranno ai manager di ricevere i loro premi annuali.

Ah, si: anche negli USA , il cosiddetto “ceto medio” sta per ricevere una certa batosta. Come Brown, anche Obama ha annunciato che vi sara’ una politica di bilancio per la quale il bilancio americano tornera’ in pareggio entro un lustro. Brown lo ha promesso entro il 2013 e Obama sta lottando per fingere di avere una seconda chance dagli elettori. Ma questo significa che tutto il buco generato per pagare i danni della finanza sta per tornare indietro sotto forma di tasse. Poiche’ i ricchi sono polposi ma pochini rispetto alla cifra in gioco, saranno “colpitini” i signori della “middle class”, con tutto cio’ che ne deriva.

Per il resto, non si sono viste le leggi promesse da Obama per controllare la finanza, e la sua riforma sanitaria (che poteva sostenere un minimo il ceto medio) e’ ferma per verifiche al bilancio. E se continua cosi’, difficilmente potranno vedere la luce.

Altra area sospetta e’ la Spagna, che non sta riuscendo a risollevarsi dai risultati terribili dell’amministrazione economica di Zapatero, e dai cali immobiliari del’ultimo anno, alcuni dei quali risolti in veri e propri fallimenti. Il risultato e’ che Zapatero sta cercando di fare qualcosa di sinistra per spostare l’attenzione sul piano ideologico, tipo legalizzare il matrimonio tra paracarri e scrivanie Luigi XVII, o dare i diritto d’aborto ai pergolati di glicine rivolti ad est (non ricordo bene, ma tanto e’ solo fuffa che serve a distrarre la gente dai disastri economici della sua amministrazione, ed e’ roba che fara’ piu’ danno che altro alla causa che sembra servire) . Dietro alla fuffa, rimane il dato catastrofico della gestione della crisi (di fatto, una non-gestione) e della cattivissima politica economica di Zapatero. Anche in Spagna c’e’ da aspettarsi qualche botto, ma nel settore della Real Estate.

In ultima analisi, le cose che possono impattare il pinco pallino sono la possibilita’ di venire coinvolti in qualche grosso patatrack mediante fondi gestiti/panieri/investimenti vari, e il fatto che per avere un pochino di calo della disoccupazione occorre aspettare ancora fino a marzo del 2010.

Uriel

(1) Ad onor del vero, in alcuni paesi ed in alcune aree del mondo ci sono. Italia compresa, per quanto sembri strano.

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