Poujadismo

E’ assolutamente assurdo che sia io a parlare di Poujadismo. Cioe’, io sarei un tecnico. L’ Italia e’ stracolma di umanisti: gente che dice di conoscere, appunto, le materie umanistiche quali la storia, le scienze politiche, la filosofia e il pensiero. Dunque, se succede che quando io menziono il Poujadismo la gente dice che NON ne ha MAI sentito parlare, gli umanisti italiani sono evidentemente degli impostori, ovvero dicono di essere umanisti ma non sono NULLA. Altrimenti avrebbero gia’ riconosciuto alcuni fenomeni da anni, perche’ sono avvenuti 40 anni fa IDENTICI in Francia.

 Stabilito che il fatto che io parli di questo fenomeno – di cui quasi nessun “intellettuale” parla-  testimonia il fallimento degli umanisti italiani, faccio qualche premessa.

La Costituzione Italiana fu fatta dopo la seconda guerra mondiale per sostituire lo statuto albertino, o meglio quanto ne rimaneva dopo lo stravolgimento mussoliniano. Sebbene i “padri della patria” dicano di aver fatto chissa’ quale lavoro di inventiva, di fatto la costituzione italiana era praticamente un copia-incolla di quella francese. Ovviamente, di quella francese DI QUEL PERIODO.

In seguito la Francia si scontro’ coi penosi limiti della costituzione in questione, e con De Gaulle la riformo’, producendo la Quinta Repubblica Francese. Insomma, chi dice che la nostra costituzione e’ “moderna” e non necessita di modifiche MENTE sapendo di mentire, dal momento che la storia francese mostra il contrario.

Peraltro, il motivo per cui in Francia riformarono la costituzione efu IDENTICO ai mali dell’ Italia: se andate a leggere che cosa stava succedendo in Francia quando De Gaulle fece il suo lavoro, scoprirete che i francesi avevano ESATTAMENTE gli stessi problemi che l’ Italia NON risolve da 50 anni in qua. Ovviamente, la ragione e’ semplice: l’ Italia non puoi risolvere quei problemi tenendo la costituzione attuale, per la semplice ragione che la radice del male e’ proprio quella costituzione, che e’ gia’ fallita in Francia per essere riformata.

All’ italiano sono quindi raccontate due grandi palle:

  • Che la Costituzione italiana sia un prodotto “ad hoc” scritto per le particolarissime condizioni italiane, da zero, da un gruppo di raffinati politici esperti di diritto. Palle. E’ una scopiazzatura di quella francese del periodo.
  • Che la Costituzione italiana sia attuale e moderna, e che non siano evidenti i suoi limiti. Palle, ancora palle: una ordinamento praticamente identico ha iniziato ad andare in merda ai tempi di De Gaulle mostrando ESATTAMENTE gli stessi problemi italiani, e per questo e’ stata riformata.

Detto questo, passiamo al Poujadismo.

Il Poujadismo e’ un’ideologia che -economicamente e socialmente-  ricalca praticamente quella della Lega Nord, soltanto e’ priva della componente secessionista (lo stato francese e’ molto antico, quindi tali pulsioni sono praticamente scomparse) : uno dei seguaci di Poujade fu Jean Marie Le Pen, che poi litigo’ e fondo’ il suo partito. Per questo Le Pen era tanto amico di vari leghisti. Era noto come il partito “dei negozianti , dei piccoli imprenditori di provincia, dei piccoli professionisti”.

Quali sono le premesse del Poujadismo?

Ad un certo punto arriva (in quel caso dagli USA) una ondata di modernita’ che rende obsoleti piccoli negozi, piccoli imprenditori e piccoli professionisti. I sarti diventarono desueti perche’ le nuove mode volevano vestiti piu’ economici , fatti in fabbrica. Se un paio di pantaloni su misura sono meglio dei Jeans, per il sarto produrre Jeans e’ difficile, costoso, e non segue la moda: il branding (la marca) butta fuori dal mercato l’artigiano.

Tutta una serie di artigiani, con tutta l’economia che ne deriva, improvvisamente diventano obsoleti. Contemporaneamente, arriva in Francia il fisco moderno, il quale parte dall’assunzione che il piccolo professionista sia incontrollabile, e dunque vada tassato a forfait, qualsiasi cosa dichiari.

Inoltre nascono le grandi corporate, che possono godere di sconti sugli acquisti , costruire canali di distribuzione enormi e pagare molta pubblicita’ sui mass media, a loro volta nascenti.

Sono quindi tre le spinte del Pujaidismo:

  • Il mondo cambia, il cambiamento impatta nell’economia locale, l’economia locale si trova obsoleta e inutile, sia per i costi, sia perche’ fa prodotti che non piacciono piu’ a nessuno.(ho fatto l’esempio del sarto apposta).
  • Il mondo cambia, nascono gigantesche catene di distribuzione che vendono di piu’ , a prezzi minori, e specialmente prodotti migliori e piu’ moderni.
  • Il fisco cambia, diventa piu’ moderno, e non lascia piu’ scampo a quella fascia di evasione che flagellava la Francia a quei tempi, imponendo dei forfettari ai piccoli imprenditori.

Cosi’, nasce un movimento di reazione, che predica:

  • La tradizione come scusa per non produrre cose diverse in modo diverso. Tutto va fatto come si e’ sempre fatto, consumato come e quanto si e’ sempre fatto. La francesita’ e’ un bene assolutamente unico e imperdibile.Bisogna chiudere i confini e tener fuori il resto del mondo e i suoi cambiamenti.
  • Le grandi catene di distribuzione vanno fermate, perche’ schiacciano i piccoli negozianti. Sebbene questo sia un VANTAGGIO per i consumatori, che comprano piu’ merci a prezzo inferiore e qualita’ verificabile, e’ necessario mantenere in vita negozietti dalla merceologia limitata, prezzo superiore e qualita’ fuori controllo per via del grande numero di operatori. Perche’? Perche’ si.
  • Il fisco e’ male, il male assoluto. Piccoli imprenditori, bottegai e piccoli artigiani non saranno mai ringraziati abbastanza del solo fatto di esistere, per il quale non dovrebbero affatto pagare tasse, e i dipendenti dovrebbero lavorarci gratis per imparare un mestiere. Per poi mettersi in proprio.

Questa era la forza che spingeva i partiti di Poujade: un forsennato isolazionismo tradizionalista e conservatore in senso economico.

Non occorre un genio nel capire che tutto cio’ che oggi viene spacciato per “liberismo”, il mito della PMI, la ribellione al fisco, l’odio verso la globalizzazione e la grande distribuzione, di fatto non sono altro che una riedizione dell’ideologia di Poujade.  Potrei andare nei dettagli ancora di piu’, e tutto quello che vedreste e’ uno spaccato della cultura politica attuale, delle sue parole chiave, delle sue promesse.

Per questa ragione, il solo fatto  che NESSUN intellettuale italiano riconosca l’ ideologia Poujadista nei tempi attuali non fa altro che testimoniare la loro INCOMPETENZA nella materia specifica che pretendono di conoscere. Se un architetto di sistemi Unix lo menziona ad una popolazione che non ne aveva mai sentito parlare, qualcuno ha clamorosamente fallito.

Esaurito il fatto sociale ed economico, andiamo alla storia politica.

I poujadisti si schierarono immediatamente all’estrema destra per una ragione semplice, che non risiedeva tanto nel nazionalismo, quanto nell’identificare nel parlamento l’origine dei loro mali. E avevano ragione, dal momento che la riforma elettorale di De Gaulle sostanzialmente cambio’ il parlamento stesso, collassando il movimento Poujadista, che e’ scomparso in pochi anni. (1)

Avevano ragione i Poujadisti nel fare questa operazione? Diciamo che nascondevano il loro aver torto dietro ad un’ottima ragione. Il parlamento francese del periodo era una merda, esattamente come quello italiano di oggi. Cosi’, i Poujadisti avevano agio a distrarre il pubblico delle campagne dall’assurdita’ delle loro richiesta (zero tasse a PMI e bottegai, chiusura dei confini alle merci straniere, divieto alla grande distribuzione di aprire fuori Parigi) parlando e parlando dei mali del parlamento.

Il parlamento, poi, era praticamente servo delle varie lobbies, come sindacati e grandi industrie, per cui i piccoli negozianti e le provincie si sentivano poco rappresentate e vedevano uno spettacolo di UN ALTRO conservatorismo, quello delle lobbies, di fronte al quale il conservatorismo della tradizione non aveva di fatto un avversario progressista.

Il dibattito politico, cioe’, si era stabilizzato su due differenti conservatorismi:

  • In parlamento c’era il conservatorismo delle lobbies, che volevano che nessun cambiamento avvenisse. Era agio dei Poujadisti accusare il parlamento di immobilismo e corruzione, per vendere da “riforma” il loro conservatorismo tradizionalista e isolazionista.
  • I poujadisti propagandavano un conservatorismo isolazionista e tradizionalista, estremamente nazionalista e protezionista, spacciandolo per innovazione, quale appariva per via dell’immobilismo parlamentare.

Entrambe le posizioni erano, dunque , conservatrici. Se usiamo un modello di tipo “destra=conservatori, sinistra=progressisti”, tutto quello che si vedeva era un parlamento conservatore perche’ immobilista, e un Poujadismo conservatore perche’ tradizionalista. Non esistevano posizioni progressiste. Di conseguenza, nello schema di cui sopra, esisteva solo la destra.

Ricorda qualcosa?

Ora, tutto questo e’ gia’ accaduto. Spetta agli umanisti, che dovrebbero aver studiato storia E filosofia (ma nella media NON lo hanno fatto) , spiegarlo alle persone. Spetta a loro, e non ai consulenti IT, spiegare alla gente che tutto questo si e’ gia’ visto 45 anni fa e la soluzione furono le riforme di De Gaulle, che portarono il potere verso il governo eletto anziche’ decentralizzarlo, anziche’ mantenerlo sul parlamento e/o anziche’ diluirlo sugli enti locali come volevano i Poujadisti.

Spetta agli umanisti spiegare queste cose, e non ai tecnici IT.

Quindi, se siamo al punto che la parola “Poujadismo” e’ poco usata o sconosciuta ai piu’, quando il problema si sta ripetendo ESATTAMENTE nella stessa forma per via degli STESSI IDENTICI vizi alla base, (potere troppo sensibile alle istanze dei vari gruppi di interessi) , e specialmente sembra necessitare della STESSA identica soluzione, allora qualcuno sta mancando al proprio dovere. E non sono dei tecnici IT.

Lo state vedendo col governo Monti: potete credere o meno a quel che dice o meno, ma il punto e’ che una legge che entri in parlamento esce come brodino, che le trattative con le parti sociali sono sfiancanti e portano all’immobilismo, e la politica e’ concentrata tra destra e destra, con la sola variazione riguardante il tipo specifico di conservatorismo: corporativista o nazionalista. E solo quando un’emergenza o una condizione speciale arrivano, il governo riesce -e solo a colpi di fiducia- a strappare delle norme che il parlamento non demolisce. E sono sempre e solo a sfavore dei soliti.

Ripeto: spetta agli umanisti ricordare questa cosa. Spetta a loro sapere, capire e ricordare che la cosa e’ gia’ successa e che la soluzione che si uso’, e ricordare anche come la soluzione, una volta annacquata, abbia riportato in essere i problemi anche in Francia (creazione di nuovi enti locali inutili, inutile protezionismo agricolo ed industriale, etc).

Ma, ripeto, spetta agli umanisti. Io dovrei fare un blog e parlare di IT. Se loro non lo fanno (e peraltro straparlano di IT come “early users”, dicendo le peggio cazzate in stile wired) , e’ la misura del LORO fallimento.

Umanisti ignoranti e smemorati, cioe’ incompetenti, stanno semplicemente ignorando il problema. Perche’ non hanno studiato abbastanza storia.

Il fallimento della politica attuale non e’ altro che il fallimento di una classe di umanisti che parlano di Piazza Fontana anziche’ di Poujade. Ad un mondo che ha piu’ bisogno di sapere di Poujade.

Anche perche’ sappiamo cosa fece De Gaulle per risolvere il problema, ma non sappiamo una cosa: come sarebbe andata senza De Gaulle. Quindi, forse sarebbe meglio che qualche intellettuale prendesse in mano -per la prima volta- un libro di storia.

Senza aspettare che esca come inserto sull’ Unita’, intendo.

Comunque, se volete saperne di piu’:

http://en.wikipedia.org/wiki/Pierre_Poujade  qui il problema.

http://en.wikipedia.org/wiki/French_Fifth_Republic qui la soluzione di de Gaulle.

Uriel

(1) Esso torna di nuovo con Marine le Pen, ma questo e’ dovuto al ritorno di vecchi mali francesi -nonostante il nuovo ordinamento- e ad una nuova ondata di cambiamenti che stravolgono le PMI del luogo.

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