Polyamory…

Polyamory...

Polyamory...

Vedo che alcune comunita’, sia di “scambisti” che di “polyamory” stanno facendo uso di alcuni miei scritti, che hanno trovato interessanti. Su queste cose ho opinioni abbastanza formate, per due motivi diversi. Se vedete link in giro, in ogni caso, meglio sappiate che non sono (piu’) parte di certi giri, e la mia uscita ha conciso con le mie scelte personali da un certo momento della mia vita in poi.

Per prima cosa ho avuto trascorsi di vita giovanili che definirei, eufemisticamente, “molto promiscui”. Molto, molto, molto, molto “eufemisticamente”.

Il secondo motivo e’ che negli anni ’90, quando erano di moda le mailing list, ho gestito una mailing list per coppie scambiste, (ero “the Mod”)  che poi ho chiuso quando qualcuno dei membri organizzo’, a Roma , un’orgia. Ma siccome non avevano idea del numero di membri romani della ML, arrivo’ molta piu’ gente del previsto (qualche centinaio in piu’, quando nelle intenzioni dovevano essere non piu’ di 10-15), l’orgia sconfino’ nei giardini del palazzo e dei palazzi vicini, e la polizia divette intervenire. Credo che troverete ancora dei riferimenti cercando sui giornali dell’epoca. Onde  non trovarmi la polizia in casa dovetti chiudere la mailing list.

Sul perche’ la mia vita internettiana sia costellata di eventi simili (questa cosa, la storia dell’ Olio di Colza nel Diesel, ed altri disastri che ho causato con altri nick) sto riflettendo. Per ora mi diverto ancora.

Comunque, tra vita personale e disastri internettiani direi di aver nuotato abbastanza bene in queste acque. E dello scambismo ho la stessa opinione che ho del polyamory.

Funziona solo in alcune condizioni sociali , CULTURALI ed ECONOMICHE, perche’ si tratta per forza di cose di ambienti ESCLUSIVI. E’, cioe’ , una questione riservata a classi medio-alte.

Da ora in poi raggruppero’ tutte le categorie (polyamory , scambismo, cruising gay, BDSM, etc) sotto la dicitura di “Edonismo sessuale” , sia perche’ ricordo gli “Hedonist Tours” (chi non c’era non ci sara’, LOL), e sia perche’ sono due aspetti della stessa tendenza di credere che dalla realizzazione pratica della libidine e del piacere  nasca un mondo migliore, e che il piacere in se’ sia una categoria morale positiva.

Questa cosa e’ fondamentale, perche’ tutte le distorsioni che ho visto avvenire nel mondo dell’edonismo sessuale arrivavano proprio quando la dimensione etica dei partecipanti non era allineata con l’ideale di piacere come categoria morale positiva.

Andiamo per gradi. E andiamo a vedere quali siano i limiti dell’edonismo sessuale e quali problemi affliggano gli ambienti relativi.

Per prima cosa, l’edonismo sessuale ha come limite l’esclusivita’ economica. Per praticarlo occorre avere tre cose che sono tipiche delle classi ricche:

  • Molto tempo a disposizione. L’edonismo sessuale richiede molto tempo da dedicare alla cura di se’, da dedicare alla ricerca dell’occasione giusta per realizzare le proprie fantasie erotiche, e alla ricerca delle persone giuste. Se avete molto tempo e andate in un sex club, per esempio, se una sera non trovate nulla che vi aggradi potete sempre prendere un drink al bar, fare due chiacchiere coi gestori, e poi andare via.
  • Molti soldi a disposizione. Organizzare eventi, come l’ Hedonism Tour del tempi, o viaggi come a Cap D’Adge, avere una vita di relazione complessa con molti partner come nel polyamory, richiede una certa agiatezza economica , o almeno una certa indipendenza economica, sia dalla societa’ che dal partner. Se avete pochi soldi e magari riuscite ad organizzare un viaggio in un hotel per scambisti, e avete solo quello a disposizione, e’ essenziale che funzioni. Ma questo trasforma tutto in un’esperienza che non definirei “moralmente positiva”: un bordello vi sarebbe costato di meno.
  • Un certo livello di scolarizzazione e un certo livello culturale. Che vi piaccia o meno, la casalinga di Voghera, che parla dialetto e ha una visione del piacere priva di qualsiasi sofisticazione, dentro un sex club e’ soltanto una persona che i titolari fanno entrare per fare numero. Poi ha tanti di quei problemi esistenziali nel fare le cose che l’esperienza con lei e’ contorta sino alla noia, oppure sbrigativa in maniera urtante. La casalinga di Voghera deve continuare con l’ idraulico, l’edonismo ha una dimensione intellettuale che non riuscira’ mai ad approcciare. Il rischio e’ di ottenere una “merdificazione” della cosa che posso riassumere con “50 sfumature di”.

Il problema del tempo libero e’ impattante perche’ se si vuole trasformare il piacere in un’esperienza edificante occorre tempo. Sia per aspettare di averne voglia davvero, cioe’ di avere un appetito coltivato , sia di aver trovato la persona giusta (o piu’).

Nei primi tempi dello scambismo italiano, per esempio, se le cose non andavano prendevi un drink nel club e te ne andavi.”Sara’ per la settimana prossima”. Ma quando arrivarono quelli “che domani lavoravano”, gli stressati senza tempo libero, BISOGNAVA “fare”. Ed erano scenate se dicevi di no.  Allo stesso modo , se coltivate relazioni “polyamory” con persone il cui stato economico non consente di avere tempo libero, vi trovate a DOVER “fare” quando non ne avete voglia, quando non era il momento, quando non c’era la situazione stimolante, perche’ “ti posso dedicare due ore sabato mattina”.

Questo e’ il punto: il piacere viene da tre cose: la quantita’, la tecnica’ e il contesto. Se avete a disposizione i partner adatti avete la quantita’. Se avete in mente qualche pratica (BDSM, DP, gangbang, qualsiasi cosa) allora avete anche la tecnica. Ma fin qui e’ uno di quei film porno che cominciano con l’anal. Occorre poi il contesto, cioe’ la situazione: trovarsi in un motel a scopare soddisfa quantita’ e tecnica, mentre toccare la passera della portinaia dietro alla reception mentre il postino sistema la posta e avete paura che vi veda e’ una situazione che rende la cosa molto piu’ “spicy”. Se volete questo genere di situazioni coi vostri “amici” dovete passarci molto tempo insieme, poi fantasia ed opportunita’ faranno il resto.

Ma il tempo libero a disposizione per lo svago e’ tipico delle classi economicamente agiate. Nemmeno i finti ricchi e i finti “imprenditori”, o il finto “ceto medio”, hanno il tempo che serve.

Al punto “economia” ricadono quasi tutti i problemi del polyamory. Il problema e’ che moltissime coppie o “famiglie” in realta’ sono aziende il cui contratto e’ scritto in camera da letto. Un commercialista le chiamerebbe “holding”, perche’ in assenza di reddito abbondante la coppia fa economia di scala sugli acquisti e condivide le proprieta’ per ottimizzare, unendo i redditi anche per ragioni fiscali. Questo e’ lo scopo dell’azienda chiamata “Holding”, appunto.  Quando il vostro compagno di giochi non fa parte di una holding pseudofamiliare, in realta’ (a meno che non sia ricco) non sogna altro che di averne una, e quindi esiste un’agenda nascosta.

Il risultato e’ che sia nel polyamory che nello scambismo aleggia sempre il fantasma della paura di perdere il partner. Quasi tutti i club prive’ di mia conoscenza, per dire, avrebbero pagato oro per avere delle “singole” che ci andavano per puro svago e non fossero prostitute. Ho conosciuto una di queste rare donne, ma nei club privee’ queste donne andavano quasi sempre in bianco , oppure trovavano solo “singoli”: quando trovavano delle “coppie” arrivava invariabilmente il momento in cui “ci scappava il bacino”, e la partner della situazione temeva di perdere la sua fetta di societa’ , la sua Holding era in pericolo. Ho visto diversi club chiudere su richiesta dei paesini vicini (fini’ sui giornali la storia di un sex club nel ferrarese)  , sotto la pressione delle mogli preoccupate.

Per molte donne, il maschio e’ solo una fonte di reddito, il matrimonio una forma di prostituzione legittima, e l’idea che il reddito scappi con un’altra e’ il loro incubo.

Lo stesso capita nel polyamory: se tutti sono single economicamente indipendenti, tutti se ne fottono di creare una pseudofamiglia-Holding e tutto funziona allegramente. Il problema viene se fate polyamory ma e’ cruciare per la vostra economia che la Holding sia solida e garantisca gli investimenti (mutuo, etc). In tal caso, non funziona piu’.

L’edonismo sessuale funziona solo in quelle classi sociali ove tutti sono economicamente autosufficienti e indipendenti.

Il fattore economico impatta anche sugli ambienti frequentati: nei casi del club privee, i “singoli” (cioe’ uomini senza una compagna) pagano un prezzo alto per entrare, allo scopo di non avere la coda di arrapati. Le coppie e le donne sole pagano molto meno, o entrano gratis: servono anche per attirare singoli disposti a pagare. Questo riempie i club privee di riccozzi provinciali che li usano come bordelli. D’altro canto, l’alternativa sarebbe di far pagare tutti i clienti, ma torniamo al punto di prima: il fattore economico. Un tempo, pagavano tutti i clienti per entrare.Ma non era un problema, perche’ erano ricchi.

Un altro aspetto del fattore economico e’ proprio il fatto di non potersi trovare in “situazioni” che davvero consentano di sperimentare, o come si usa nel gergo, di “giocare”. Potete essere “polyamory” quanto volete, ma se tutto quello che fate e’ vedervi in un parcheggio dell’autostrada durante la pausa pranzo in ufficio per un pompino in auto, onestamente siete piu’ “monotony” che “polyamory”.

Infine arriviamo alla questione culturale. E qui arrivano davvero i problemi.

Quando il mondo dell’edonismo sessuale era fatto da persone di livello culturale alto, capaci di capire e gestire la cosa, tutto funzionava abbastanza bene. Tutto era gestito in termini di esclusivita’, e sia il fattore economico (i club erano pochi e occorreva tempo e denaro per andarci) sia quello socioculturale “miglioravano la qualita’ del divertimento”.

Il guaio e’ che ad un certo punto la cosa si e’ “democratizzata”, e hanno iniziato ad arrivare persone che erano gli opportunisti del sesso. Di solito maschi. Perche’ avete da dire quel che volete sul fatto che le donne se la tirino, ma sino a quando girano personaggi il cui erotismo e’ a livello “maniaco dei cessi pubblici”, difficilmente il “sesso ludico” sara’ possibile.

Ad un certo punto la cosa dell’edonismo sessuale e’ collassata , perche’ una massa di persone completamente ineducata al piacere e’ piombata ad occupare tutto lo spazio con il loro immaginario erotico da porno di categoria scadente. Queste persone non avevano mai letto niente di letteratura erotica, per cui alla fine tutto quello che sapevano del piacere sessuale lo avevano imparato dal porno.

Se andavate nel mondo degli “scambisti” tutto quello che trovavate erano uomini nevrotici e generalmente guardoni, che si aspettavano di vedere un film porno, e donne che tentavano di imitare le attrici porno. Nel mondo del polyamory reale c’erano semplicemente dei personaggi che si tradivano, ma nulla come una vita erotica indirizzata a realizzare esperienze nuove , soddisfare curiosita’ oppure realizzare fantasie.

Le masse non capiscono cose come “novita’” oppure “intensita’ “: capiscono solo quantita’. Quando l’edonismo sessuale si e’ democratizzato, esso e’ stato vissuto come “fare le stesse cose con piu’ persone”, cioe’ come una mera realizzazione quantitativa. Non era ne’ “fare cose diverse”, ne’ “fare le cose meglio”.

Ho visto succedere questo in quasi tutti gli ambienti. Il BDSM si e’ riempito di “dominatrici” che credono basti un corpetto, il tacco  e una frusta per farlo, ma poi dovrebbero leggere “In Cucina con Suor Germana” per raddoppiare la loro attitudine. Gli “slave” di solito sono maschi disposti a farsi picchiare per sentire un vago odore di una figa vera.  Lo scambismo si e’ riempito di gente che deve per forza fare le stesse cose di sempre con piu’ persone, il polyamory di personaggi opportunisti che possono farsi la collega in ufficio ma non vogliono che la fidanzata si incazzi. Mediocrita’ assoluta, nessun immaginario sessuale, nessuna narrazione, la semplice voglia di fare le stesse cose di sempre con piu’ persone, credendo di ottenere qualcosa di diverso.

Inoltre, c’e’ sempre il problema del dualismo sociale: con l’amante fai le cose zozze, ma con la tua fidanzata/moglie le cose devono essere meno zozze di cosi’. Allo stesso modo posso capire se una donna ha la fantasia del maschio africano supercazzuto: ma mi e’ bastato capire il francese per sentire che disprezzano le donne che scopano , la vedono come rivalsa contro gli europei, eccetera. Quindi alla fine lei sta realizzando probabilmente un feticcio erotico, ma loro stanno facendo “hatefuck”. Esistono molti modi con cui si realizza questo dualismo sociale.

Un altro problema legato al livello culturale e’ che anche l’ambiente ci mette del suo. Un esempio di proletariato sessuale fu la maestra di scuola che fu scoperta dagli allievi essere un’amante del gangbang e della liberta’ sessuale. Immediatamente fu trasferita e perse il reddito, perche’ “i docenti delle scuole pubbliche devono essere asessuati anche nella vita privata”, o roba del genere. Il problema di classe si manifesta chiaramente, perche’ se questa donna fosse stata una donna di una classe sociale diversa, con un altro lavoro e una professione diversa, si sarebbero guardati bene dall’assalirla. Ci sono stati molti casi di club di ogni tipo chiusi dalla polizia, dalle saune gay ai club di scambisti ad altri luoghi di cruising: ma erano sempre luoghi proletari. I loro corrispondenti “di classe sociale elevata” sono intoccabili, e la polizia si guarda bene dal fare irruzione.

Allo stesso modo, ho conosciuto diverse coppie “di fatto” ove uno dei due era un transessuale: ma sino a quando si tratta di persone di una certa classe sociale, nessuno va a menzionare minchiate cattoliche, (nemmeno il vescovo locale, credetemi) , perche’ la persona ha attorno un ambiente che, interessato o meno, non le emarginera’ mai. Tutti “fingevano di non averlo capito, che lei fosse… “.

Anche nel mondo del polyamory,  il discorso e’ identico: ci sono ambienti (di solito benestanti) ove la promiscuita’ sessuale e’ la norma ed era la norma ben prima che si chiamasse “polyamory”. Ricordo di notti estive dalle parti di Siena, giardini, notte e gemiti. Ma da quando la cosa si e’ democratizzata, spiegare l’edonismo sessuale a gente che al massimo ha letto 50 sfumature e crede sia BDSM (e’ semplicemente la storia di una ragazza abusata, il BDSM e’ una cosa diversa) e’ risultato impossibile. E se mettete gente che ha  “il rapporto di coppia” come paradigma a far parte di gruppi poly, tutto quello che otterrete e’ di trovarvi alle 3 di notte ad asciugare lacrime di amiche in crisi e a consolare aspiranti fidanzati pieni di frustrazione.

La mia opinione quindi e’ semplice: perche’ l’edonismo sessuale si diffonda occorre che esista una ROBUSTA classe media fatta di gente che ha:

  1. tempo libero per il piacere.
  2. soldi a disposizione da investire nel piacere.
  3. cultura generale sufficiente a coltivare un VERO immaginario sessuale PERSONALE.

Ma anche quando si diffondesse perche’ una classe media  e’ molto numerosa, rimarra’ un fenomeno comunque esclusivo, dal momento che le classi inferiori sono tagliate fuori dal piu’ aristocratico dei gadget: il piacere.

Se non succede questo e l’edonismo non diventa elitario ed esclusivo, si pensera’ che fare piu’ sesso significhi fare le stesse cose con piu’ partner, e tutto si ridurra’ al solito problema “how much?”. Ma in tal caso, l’edonismo sessuale ha perso ogni qualita’ etica o morale, non si qualifica piu’ come dimensione moralmente positiva, e tutto quello che potrete raccontare e’ di aver scopato tante persone.

Poiche’  avete fatto con tanti sempre la stessa cosa che fate con uno, in realta’ avete solo generato un gigantesco overhead nella fase di dating, e niente di piu’.

E’ la scomparsa del ceto medio, unita con la pretesa di “democratizzare” delle pratiche destinate alle elites ricche e culturalmente evolute, ad aver reso INSERVIBILI questi ambienti.

Personalmente, oggi li trovo noiosi, velleitari e diciamolo: patetici.

 

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