#Polexit , ma secondo me no.

#Polexit , ma secondo me no.

#Polexit , ma secondo me no.

Ho letto qui e li’ del cosiddetto #polexit, che ha fatto eccitare tante persone, e devo dire che nessun giornale (sinora ho letto giornali italiani, tedeschi, angli di diverse nazioni ) ha ancora voluto mettere il punto sulla questione.

Allora, sappiamo che la UE deve dotarsi di autonomia strategica in diversi settori, che sono:

  • energetico (per avere un mercato unico e comprare come unico blocco, per stabilizzare i prezzi)
  • militare (per avere uno stato maggiore unico)

Qui il problema sembra solo quello di avere una volonta’ di farlo (ma non e’ vero, perche’ si fanno anche cose che non si volevano fare) ma c’e’ qualcosa che andrebbe detto e spiegato sulle sue implicazioni.

Ovvero sul perche’ Bruxelles sta andando ad uno scontro politico pubblico con Varsavia e Budapest, quando potrebbe risolvere la diatriba in maniera meno vistosa.Ovvero, sul perche’ la UE stia facendo escalare lo scontro.

Sinora la UE e’ stata un insieme di trattati piuttosto complessi, che potremmo sintetizzare cosi’:

#Polexit , ma secondo me no.

Se ci mettiamo anche le nazioni candidate:

#Polexit , ma secondo me no.

E questo va bene, se tutto quello che si vuole fare e’ un mercato unico. Il problema viene, per dire, quando vuoi (e ora si vuole) costruire una difesa comune, o una politica energetica comune?

Quale delle linee mostrate sono “il tuo confine”, cioe’ il confine che queste nuove “autonomie strategiche” intendono proteggere? Concentriamoci sulla difesa, perche’ e’ l’esempio piu’ semplice da capire: la prima cosa che i generali chiederanno sara’ “quali sono i confini da difendere?”.

Allora, scartiamo subito l’idea di difendere l’unione doganale (contiene la Turchia), di difendere Schengen, (andiamo a difendere la Norvegia e l’ Islanda?) , idem la EEA.

Rimane la contesa tra eurozona e EU. Bene. L’eurozona e’ quella dove si usa l’ Euro, la EU quella che ha la bandiera azzurra con le stelline gialle, insomma.

Adesso poniamo due dilemmi militari:

  • qualcuno attacca la Spagna. UE, Eurozona, Schengen.
  • qualcuno attacca la Romania . UE, Non Schengen, Non Eurozona.

Allora, nel momento in cui si attacca la Spagna, ci sono tre grossi “asset” a rischio: la moneta, il commercio e il territorio. Significa che se togliete la Spagna dall’ Euro occorre ricalcolare la composizione della BCE, ne cambia il valore (e quindi impatta tutti gli stati membri) , il commercio si allontana dall’africa occidentale, eccetera.

Se qualcuno attacca la Romania, la UE ci rimette del territorio, ma la composizione della BCE rimane quella, e l’Area schengen non e’ praticamente toccata.

E’ facile capire che mentre nel caso della Spagna questo ipotetico esercito andrebbe in fase Berserk, nel caso della Romania potrebbe decidere per una strategia difensiva (molto piu’ economica), lasciare un pezzo del paese come stato cuscinetto, o altre soluzioni.

Cosa voglio dire con questo esempio?

Sul piano della difesa, i membri della UE sono tutti uguali, ma alcuni sono piu’ uguali degli altri, cioe’ i paesi dell’ area euro.

La stessa cosa vale per la stabilita’ dei prezzi dell’energia. Se aumentano i prezzi in Francia o in Italia, cresce l’inflazione nell’intera eurozona, e questo diventa un problema della BCE che deve alzare i tassi.

Se invece crescono i prezzi in Ungheria, o in Svezia, non frega cosi’ tanto: hanno le loro banche centrali. Va da se’ che questa nuova autorita’ per un mercato unico magari lavorera’ per tutta la UE, ma entrera’ in allarme in termini diversi nel caso dell’ Eurozona.

Anche sul piano dell’autonomia energetica, insomma, tutti i paesi sono uguali ma alcuni sono piu’ uguali, cioe’ i paesi dell’ Area Euro.

Il problema e’ che quando si parla , per esempio, di difesa, i generali vogliono sapere quali benedetti confini difendere. Dove mettere le basi. E anche nel caso di autonomie energetiche, e’ importante sapere se stiamo parlando solo di eurozona (e quindi dell’aumento di prezzi nella zona euro) oppure no.

Qual’e’ la morale della storia?

La morale della storia e’ che, mano a mano che si costruiscono “autonomie strategiche”, sempre piu’ paesi dell’ EU verranno chiamati a scegliere, definitivamente, se entrare ORA nell’ Euro, o se uscire dalla EU.

Queste “chiamate” saranno piu’ o meno diplomatiche, piu’ o meno visibili, piu’ o meno dure. Alcuni paesi hanno gia’ una strada tracciata in direzione della porta (ricordiamo che Polonia e Ungheria sono entrate in EU per volonta’ degli inglesi, che volevano sabotarla rendendola ingovernabile).

D’altro canto, la Polonia non vuole uscire dalla EU. Non solo perche’ l’economia tedesca (e in generale EU) sono incombenti su quella polacca, ma perche’ mancano (ad una stima spannometrica) due o tre  anni alla dissoluzione ufficiale della NATO. E la Polonia sa bene che in queste condizioni difensive non puo’ che diventare uno stato cuscinetto (cioe’ uno stato nel quale nessuno investe piu’) tra UE e Russia, nella migliore delle ipotesi, oppure subire molto piu’ pesantemente l’influenza russa sino a livelli Ukraini.(un paese con una specie di guerra civile con le minoranze russofone).

E’ in questo quadro che va visto il tutto: mentre si vanno definendo delle “autonomie strategiche” in diversi settori, e’ sempre piu’ urgente stabilire dei confini coerenti per le diverse “zone di interessi”.

Una volta chiarito che per ovvie ragioni nessun governo vorra’ entrare nell’ Euro, il gioco di Bruxelles e’ quello di tentare di gettarli fuori. Il che, oggi come oggi, e’ semplice: basta non consultarli ne’ sulla costruzione del sistema difensivo, ne’ riguardo alla costruzione del sistema energetico europeo. (e per la cigliegina sulla torta, il Recovery fund la Polonia se lo scorda, ma questo credo sia noto alle cronache. Le condizioni sono ovunque, non per nulla l’Italia ha dovuto fare una riforma alla giustizia: proprio lo stesso tema di scontro con la Polonia. Significa che il recovery fund ha gli strumenti per tagliar fuori la Polonia e l’ Ungheria).

Dobbiamo aspettarci che, pulito, rumoroso o silenzioso, a nove nazioni arrivi un ultimatum:

  • Polonia
  • Repubblica Ceca
  • Ungheria
  • Danimarca
  • Svezia
  • Croazia
  • Romania
  • Bulgaria

Presto dovranno scegliere se entrare nella zona Euro oppure uscire dalla UE. Il prezzo e’, man mano che crescono le “autonomie strategiche” (sta per arrivare anche quella sulle armi e sulla tecnologia  – qualsiasi cosa voglia dire) , e’ di essere tra quelli che seminano (la UE) ma mai tra quelli che raccolgono (L’eurozona).

Allo stesso modo, ad Irlanda e Cipro verra’ chiesto di entrare in Schengen.

Cosa significa “verra’ chiesto” e’ difficile prevederlo: le nazioni che hanno una strada spianata verso l’uscita, come Polonia e Ungheria, probabilmente verranno spinte a lasciare approfittando di polemiche in corso. Per dire, anche Portogallo, Italia e Germania hanno sentenze che dicono “la Costituzione viene prima del trattato UE”, ma solo nel caso della Polonia si sta gonfiando il problema sino a diventare drammatico.

Non so nemmeno quali e quanti paesi accetteranno l’offerta, ma quando vediamo questi “scontri” ricordiamo che si tratta di un processo che sara’ drammatico e doloroso: tracciare, definitivamente, i confini di questa “Europa”, per poterli difendere ed amministrare.

Commenti

  1. Riccardo

    Ottima riflessione, as usual, che alza un po di nebbia e chiarisce alcuni avvenimenti che non riuscivo ad inquadrare.

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