Pipi, pipi, ipipi, pirippippi

Si fa un grande parlare della P3, e la cosa non mi stupisce, dal momento che per via del ricambio generazionale inevitabilmente non si potranno accusare i successori di Berlusconi di aver fatto parte della P2 (ammesso che sia mai esistita). Il problema vero, pero’, e’ la sicumera con la quale si afferma che sia esistita la P2, la cui esistenza non e’ un verbale di processo (ammesso che essi siano affidabili), bensi’ il parto (uno dei due) di una commissione parlamentare. Vorrei ricostruire un attimo questa leggenda, giusto per spiegare un secondo come mai l’esistenza della P2 non sia mai stata cosi’ certa, tanto che lo stesso Montanelli la considrava una bufala.
Il primo punto da capire e’ che la P2 arriva in un momento particolare per il paese, ovvero contemporaneamente alla sconfitta quasi totale del terrorismo rosso.

 

Finita l’esigenza di unita’ istituzionale per la lotta al terrorismo, si temeva molto che si sarebbe giunti ad una resa dei conti: quello che era emerso dalla lotta al terrorismo rosso era che il percorso tipico del terrorista era stato di due tipi : “sindacato -> extraparlamentari -> terroristi” oppure “PCI -> extraparlamentari -> terroristi”.

 

Quello che si temeva era una resa dei conti, cioe’ una situazione nella quale tutti , col senno di poi, si rivoltassero contro il PCI e la CGIL (allora ancora un blocco quasi unico) e chiedessero conto di questo fatto, di queste contiguita’ ,  nonche’ degli atteggiamenti ambigui avuti nei confronti del fenomeno della lotta armata.

 

La reazione del PCI, all’epoca, era semplicemente di tipo propagandistico: di fronte all’evidenza di aver rappresentato  un elemento di contiguita’ verso il maggiore pericolo eversivo della storia del dopoguerra, il mondo della sinistra reagi’ accusando gli accusatori, e dicendo loro “ma voi siete i veri stragisti, voi siete i veri sovversivi, voi siete quelli che vogliono abbattere la democrazia”.

 

Questo processo culmino’ in una diffusa, violentissima propaganda con la quale venivano inventate e/o ingigantite tutte le incongruenze nell’operato dei servizi segreti italiani, e/o degli ambienti fascisti. Lo scopo era evidentemente quello di far dimenticare alla popolazione il fatto che il fenomeno del terrorismo rosso aveva tenuto in scacco un intero paese, ucciso Aldo Moro, rapito un generale della NATO. Come se non bastasse, nonostante il PCI vantasse di essere democratico, pochi anni prima Berlinguer era stato a Mosca dichiarando che voleva un’Italia a socialismo reale, ma non allineata: un paese come la Jugoslavia o l’Albania, insomma, pur protetto dalla NATO per evitare ingerenze sovietiche.

 

Di fronte al fatto che la piu’ possente minaccia per la democrazia italiana venisse dal piu’ robusto partito comuniste dell’europa occidentale, ancora visibilmente affiliato all’ Internazionale Comunista e ancora visibilmente intenzionato a portare il socialismo reale in italia, l’operazione di contropropaganda fu di inventare di sana pianta un complotto che aveva le stesse finalita’, ovvero di accusare gli accusatori.

 

E’ in questo contesto che nasce la leggenda della P2. O meglio, e’ in questo contesto che un gruppo di massoni le cui responsabilita’ sono piuttosto fumose venne ingigantito dalla propaganda fino ad attribuirgli finalita’ e poteri inimmaginabili.

 

Lo scopo era quello di creare un ente che potesse bilanciare, in pericolosita’ , il vero fenomeno eversivo degli anni passati.

 

Per capire in poche righe il problema, possiamo  andare a ritroso e chiederci: chi dice che esisteva la P2, e chi dice che cosa fosse?

 

La risposta e’: una commissione parlamentare. Ovvero, l’organo politicamente meno credibile d’Italia: in tutta la storia del paese, le commissioni parlamentari hanno partorito sempre e solo documenti che erano un compromesso tra le esigenze dei partiti che ne facevano parte. Non fece eccezione la storia della P2.

 

Innanzitutto, cosa che pochi sanno, la commissione stessa non era affatto concorde sull’esistenza e la consistenza della P2. Infatti, furono emessi DUE documenti, uno di maggioranza ed uno di minoranza. Dei quali, normalmente si legge solo quello di maggioranza.

 

Ma il fatto che esistano due documenti distinti che non hanno potuto convergere e’ dovuto al fatto che la commissione era, appunto, una commissione POLITICA. Il suo scopo, essendo una commissione parlamentare, non era quello di accertare la verita’, ma di produrre una verita’ che tutti i partiti fossero disposti ad accettare. Esattamente come tutte le commissioni parlamentari nella storia di questo paese.

 

La commissione parlamentare se ne usci’ con affermazioni come quelle che seguono:

 

  1. giudicò la lista attendibile ma presumibilmente incompleta;
  2. giudicò la Loggia «responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici, quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale» della Strage dell’ Italicus
  3. giudicò la Loggia «un complotto permanente che si plasma in funzione dell’evoluzione della situazione politica ufficiale»;
  4. sottolineò l’«uso privato della funzione pubblica da parte di alcuni apparati dello stato» legati alla Loggia;
  5. sottolineò la divisione funzionale della Loggia e quindi che, benché tutti gli affiliati fossero consapevoli del fine surrettizio della Loggia, fosse necessario individuare il settore di appartenenza dei singoli affiliati per risalire alle responsabilità personali;
  6. sottolineò che la presenza di alcuni imprenditori si poteva spiegare con i benefici economici che il legame con alti dirigenti di imprese pubbliche e banche poteva potenzialmente portare loro, per esempio sotto forma di credito concesso in misura superiore a quanto consentito dalle caratteristiche dell’impresa da finanziare;
  7. sottolineò come ci fossero «poche ma inequivocabili prove documentali» che provavano l’esistenza della Loggia di Montecarlo (ora Massonic Executive Committee) e della più elitaria P1, considerandole entrambe creazioni di Licio Gelli
Possiamo esaminarle una ad una, per capire che cosa si stia dicendo:

 

  1. La lista era stata ripulita da alcuni nomi, ma non si sapeva quali. Si presumeva fosse incompleta, ma non si sapeva di quali nomi.
  2. Una responsabilita’ non giuridica e’, nel nostro ordinamento, una non responsabilita’. Essere il “retroterra economico”, se implica finanziamento, e’ un reato, ma se la responsabilita’ non e’ giuridica, allora che cosa e’ “retroterra economico”? E’ una dichiarazione politica, uscita da una riunione di una commissione parlamentare. Stessa cosa avere una responsabilita’ “storico-politica”: e’ sicuramente un compromesso politico se la prendiamo come dichiarazione, ma non significa nulla nel mondo reale. Una responsabilita’ “organizzativa” in una strage che non sia anche una responsabilita’ giuridica e’ un concetto contraddittorio: organizzare stragi e’ reato. Che cosa sia una responsabilita’ morale, fuori da una commissione parlamentare, non lo sapremo mai, essendo la morale fuori dagli obiettivi del diritto.
  3. Complotto permanente e’ un concetto assurdo: il complotto vuole arrivare ad un obiettivo, giunto il quale il complotto cessa. Il fatto e’ che non vi era traccia ne’ dell’obiettivo ne’ di fatti concreti atti a raggiungerlo, e quindi bisognava ipotizzare che il complotto ci fosse, ma non concludesse nulla, e quindi fosse permanente.
  4. L’uso privato di funzioni pubbliche era un fenomeno cosi’ diffuso (e lo e’ ancora), che attribuirlo ad una specialita’ della P2 era un assurdo. Si era scoperto semplicemente che la P2 faceva quel che facevano praticamente tutti i politici dell’epoca, cioe’ un uso privato di funzioni pubbliche.
  5. La loggia aveva una struttura, e solo conoscendo quella si poteva capirne il funzionamento. Ovvio. Ma il problema e’ che delle azioni della Loggia, a parte responsabilita’ “storico-politiche”, si scopri’ davvero poco. Il problema e’ che si scopri’ la loggia, si scoprirono i piani, ma non si scoprirono delle azioni penalmente rilevanti. Tantevvero che fu necessario vietare la loggia con una legge apposita.
  6. Si vide che gli imprenditori stavano li’ perche’ erano presenti dei banchieri che davano loro credito per vie speciali. Il che, da solo, basterebbe a classificare la loggia come gruppo d’affari, e non come fenomeno eversivo in se’.
  7. Esisteva, da prove insufficienti ma non ignorabili, e quindi forse esisteva, un secondo livello della loggia.
Del resto, la loggia non aveva commesso dei  grandi reati eversivi  in se’, tantevvero che per chiuderla fu necessaria una legge speciale. Se la Loggia avesse violato leggi, per chiuderla sarebbe stato sufficiente applicare le leggi del periodo. Il problema e’ che l’esistenza della loggia in se’ non violava leggi, ed il suo operato era riconducibile a singoli: fu quindi necessario creare una legge speciale che proibisse gruppi con tali finalita’. Finalita’ che prima non erano illegittime, tantevvero che furono rese illegittime con una legge ad hoc. In pratica la P2, sul piano politico, non aveva fatto nulla di vietato; il guaio e’ che i suoi piani non piacevano, e vennero messi fuorilegge con la legge Anselmi.

 

Tutto quanto si attribuiva alla P2, normalmente, e’ semplicemente un elaborato romanzo di fantasia, e del resto la sua provenienza (una commissione parlamentare , l’inutilita’ pelosa mista alla menzogna istituzionalizzata) bastava a squalificarla: tuttavia faceva troppo comodo a tutti.

Le ragioni, partito per partito, erano semplici:

  1. PCI: faceva credere che il fenomeno del terrorismo rosso non fosse grave quanto un maggiore e piu’ grande complotto , quello della P2. Se qualcuno avesse ancora sostenuto che il terrorismo degli anni di piombo fosse stato il pericolo maggiore degli ultimi dieci anni, una propaganda ancora maggiore avrebbe detto che era esistito un pericolo ancora maggiore. Evitava al PCI di essere messo sul banco degli imputati per gli avvenimenti passati. Inoltre, colpiva il Generale Dalla Chiesa, risultato iscritto alla P2 con atto autografo, responsabile delle indagini contro i terroristi rossi ed inviso per questo al PCI.
  2. DC: grazie a tutto questo, la DC pote’ far cadere il governo di Forlani, inviso al diverse correnti DC, compresa quella di Tina Anselmi. Inoltre, poterono eliminare diversi generali “in quota” a Francesco Cossiga, ivi compresi i vertici dei servizi segreti dell’epoca, quasi tutti nella quota del futuro picconatore.
  3. DC+PCI: la distruzione completa della credibilita’ del Corriere della Sera, il quale giornale era considerato il piu’ serio del paese, e non si era MAI allineato ne’ a sinistra ne’ a destra, insieme a quella del gruppo Rizzoli.
Qui siamo alla domanda principale: se i comportamenti di P2 erano davvero illegali, perche’ non si sanzionarono i comportamenti anziche’ gli obiettivi, peraltro mai raggiunti?

 

Andiamo pero’ al dunque dell’operato che viene piu’ spesso rinfacciato alla P2, ovvero il Piano di Rinascita.

 

Il piano di rinascita era un piano che si proponeva di dare al paese un assetto istituzionale conservatore, mediante un’operazione di lobby atta a piazzare persone aderenti al piano (non necessariamente aderenti alla P2, per dire) nei punti nevralgici del paese.

 

Questo, direte voi, e’ l’obiettivo di qualsiasi partito conservatore, il che non sarebbe di per se’ illecito. Quello che poteva essere illecito era il meccanismo di cooptazione per raccomandazione interna, ma esso era praticamente indistinguibile dal meccanismo col quale i partiti cooptavano i propri raccomandati.

 

Ecco la risposta alla nostra domanda: e’ vero che la P2 si basava sulla rete di relazione interne per decidere nomine e promozioni dentro le istituzioni. Perche’ non sanzionare quel comportamento? Semplice: perche’ la P2 si comportava ESATTAMENTE COME I PARTITI, i quali si basavano sulle proprie relazioni interne per decidere nomine e promozioni dentro le istituzioni.

 

Quello che faceva la P2 nel piazzare i propri uomini dentro le istituzioni era, in ultima analisi, identico nel merito e nel metodo a quanto facevano i partiti politici dell’epoca.

 

La P2, come i partiti dell’epoca, si riuniva in privato per decidere chi dovesse venire promosso nel tale ruolo, come i partiti dell’epoca lo faceva senza avere i titoli giuridici per farlo, come i partiti dell’epoca lo faceva perseguendo dei fini di potere.

 

Se la P2 fosse stata un partito, sarebbe stata INDISTINGUIBILE da uno qualsiasi dei partiti di quel periodo. NIENTE dell’operato della P2 era diverso da quanto accadeva quotidianamente nelle sedi dei partiti dell’epoca. Ne’ nel merito, tantomeno nel metodo.

 

Andiamo al piano di rinascita nazionale. Esso inizia con una suggestiva frase di Gelli: “Il vero potere risiede nelle mani dei detentori dei mass media”.

 

La cosa potrebbe essere impressionante, se nel 1941 Orson Welles non avesse  dato “Quarto Potere” al mondo,  se 60 anni prima non lo avesse detto Goebbels, se nel 1848 non lo avessero detto tutti gli autocrati d’europa, se Cesare non avesse scritto due agiografie di se’ medesimo duemila anni fa.

 

Scoperta l’acqua calda, Gelli si appresta a modificare il paese. Che cosa comprende il suo magistrale piano? Ve lo dico io: e’ il programma politico liberale piu’ moderno degli ultimi 50 anni.

 

Non c’e’ un pezzo del programma politico della P2 che non sia considerato, oggi, parte integrante di ogni economia moderna. Iniziamo:

 

  • Bipolarismo partitico, come quello americano e inglese.
  • Totale liberalizzazione dei mass media e abolizione della RAI.
  • Riduzione del numero di parlamentari.
  • Bicameralismo asimmetrico, come quello tedesco.
  • Riforma della magistratura, con separazione delle carriere, come in tutto l’occidente democratico.
  • Abolizione delle provincie.
  • Abolizione della validita’ legale del titolo di studio
  • Rottura del meccanismo titolo di studio -> posto fisso nella pubblica amministrazione.
Ora, in che modo un “piano” del genere sia ipso facto un colpo di stato, non e’ dato di capirlo, dal momento che si tratta di un programma politico che sarebbe lecito per qualsiasi partito. Ed e’ qui il problema: l’unica differenza tra quello che la P2 faceva e quello che facevano i partiti era che la P2 non era un partito.

 

La novita’ scoinvolgente della P2 era quella di mostrare, in maniera aperta, il fatto che i partiti in realta’ non necessitassero del voto per conquistare il potere: usando i medesimi metodi usati dai partiti, cioe’ affiliazione e cooptazione, era possibile prendere il potere SENZA vincere le elezioni.
E’ vero che la P2 avesse fatto far carriera a diversi generali, ma e’ anche vero che normalmente sono i partiti a decidere. La P2, cioe’, era semplicemente un partito identico ai partiti dell’epoca, solo che non si portava alle elezioni.

 

Il programma politico della P2 non era altro che un normalissimo programma liberalconservatore, meno drastico per esempio rispetto al programma del partito repubblicano statunitense. Ed non era nemmeno un cattivo programma politico. Esso si divideva in modifiche urgenti, a medio e a lungo termine.

 

Quelle “urgenti”, nel dettaglio, (cito dal “Piano di Rinascita”) erano:

 

  1. Responsabilita’ civile dei magistrati
  2. Test di ammissione per i giudici.
  3. Riduzione del numero dei ministri e dei sottosegretari (“Legge Bassanini”, per intenderci)
  4. Separazione della responsabilita’ politica da quella amministrativa: autocertificazione e silenzio-assenso.
  5. Abolizione delle festivita’ infrasettimanali, e relativi ponti.
  6. Aleggerimento delle aliquote fiscali per le aziende che reinvestono i capitali.
  7. Sgravi fiscali alle aziende straniere che investissero in Italia.
  8. Creazione di un’agenzia per la stampa locale, e liberalizzazione della stessa.
  9. Abolizione della RAI e moltiplicazione del numero di TV , tutte via cavo.
  10. Ricondurre il sindacato alla sua “naturale funzione” di ” interlocutore del fenomeno produttivo in luogo di quello illegittimamente assunto di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative “
  11. il sindacato non deve fare politica. In quest’ottica occorre  « limitare il diritto di sciopero alle causali economiche ed assicurare comunque la libertà di lavoro »
  12. provvedere alla  « restaurazione della libertà individuale nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l’elezione dei consigli di fabbrica con effettive garanzie di segretezza del voto »
  13.   « un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera della libertà di lavoro e della tutela economica dei lavoratori »
Tra i provvedimenti a lungo e medio termine:

 

  • Ordinamento giudiziario:
    • unità del Pubblico ministero con gli altri magistrati (nell’ordinamento vigente, invece, il P.M. è distinto dai Giudici, a norma della Costituzione – articoli 107 e 112);
    • riforma del Consiglio superiore della magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento
    • riforma dell’ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile.

 

  • Ordinamento del Governo:
    • modifica della Costituzione per stabilire che il Presidente del Consiglio è eletto dalla Camera all’inizio di ogni legislatura e può essere rovesciato soltanto attraverso l’elezione del successore;

 

  • Ordinamento del Parlamento:
    • nuove leggi elettorali, per la Camera di tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco) riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato, di rappresentanza di 2° grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari – ex magistrati – ex funzionari e imprenditori pubblici – ex militari ecc.);
    • preminenza della Camera dei Deputati nell’approvazione delle leggi; Senato federale delle Regioni focalizzato slla legge di bilancio.

 

  • Ordinamento di altri organi istituzionali:
    • Coste Costituzionale: sancire l’incompatibilità successiva dei giudici a cariche elettive ed in enti pubblici; sancire il divieto di sentenze cosiddette attive (che trasformano la Corte in organo legislativo di fatto);
    • abolire le provincie.
    • Abolire tutte le provvidenze agevolative dirette a sanare i bilanci deficitari con onere del pubblico erario ed abolire il monopolio RAI.

 

Adesso direte: “Minchia, ma e’ il programma di governo migliore che il paese abbia visto negli ultimi 50 anni”.

 

Eppure, e’ esattamente quello che si proponeva il “piano di rinascita democratica”. Non sto inventando, ho preso i punti PROPRIO da quel documento.

 

Ricapitolando, la P2 era:

 

  1. Un gruppo di persone che usava esattamente gli stessi metodi dei partiti (cooptazione, raccomandazione, finanziamento degli amici, promozioni decise a tavolino) per piazzare i propri uomini nei punti di potere.
  2. Un gruppo di persone che aveva la finalita’ di portare a termine un programma “sovversivo”, a tal punto da essere il piu’ moderno programma che il paese abbia mai visto, e che risponde alla media del buon governo in tutto il resto dell’occidente, eliminando molte delle aberrazioni del sistema italiano.
E qui e’ l’ultimo punto per il quale la P2 andava inventata: il cosiddetto “Piano di Rinascita Nazionale”, che venne immediatamente bollato per essere “sovversivo”, conteneva quasi tutte le istanze che la societa’ del periodo poneva (inascoltata) , alla classe politica.

 

Attribuire questo programma alla P2 e poi demonizzarla era, a mio modesto parere, l‘espediente con il quale una classe politica gia’ stracotta tentava di demonizzare le richieste che venivano dalla nascente borghesia degli anni ’80, ovvero il tentativo di demonizzare tutte le richieste di modernizzazione del paese.

 

Demonizzare quel programma politico facendone parte di un piano eversivo era il metodo con il quale DC e PCI  tenevano lontane le richieste dell’economia moderna, e del mondo moderno in genere.  E per questo, una apposita commissione parlamentare, cioe’ una commissione di partiti, decise la sua verita’ dei partiti.

 

E saro’ molto sincero, se il ‘Piano di Rinascita Democratica” era davvero il piano della P2, il vero pericolo era, dal punto di vista di DC e PCI, che P2 si trasformasse in un partito.

 

Se lo avesse fatto,  con quel programma, avrebbe vinto le elezioni.Il “Piano di Rinascita Nazionale” era il programma politico piu’ riformatore e moderno che il paese abbia mai visto.

 

L’unico peccato della P2, per essere sinceri, e’ che non e’ mai esistita. Fosse esistita una forza con queste finalita’ e con quel programma, il paese oggi sarebbe un posto molto migliore e molto piu’ moderno.

 

Uriel

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *