Pigrizie devastanti.

Lo so che i cavolacci miei non vi interessano, ma sto assistendo ad un fenomeno che e’ quello della disintegrazione di un canale di comunicazione, che e’ l’email aziendale. La cosa buffa e’ che questo e’ dovuto essenzialmente ad un fenomeno logico, cioe’ alla mancanza totale di logica in chi usa la posta elettronica.

Come capita a chi lavori in ambienti corporate, ho a che fare con diversi Exchange server. Questo di per se’ non e’ un male e non lo sarebbe se il sistema venisse usato con un poco di logica. Ovvero, se PRIMA di chiedersi “come faccio” gli utenti si chiedessero “cosa voglio fare”? Come si chiama , come potrei classificare le cose che voglio fare?

Avrete notato, se lavorate in ambienti simili, che leggere le email sia un lavoro praticamente inutile. Non perche’ non vi arrivi mai qualche cosa di importante, ma per la semplice ragione che se devo leggere un’ora per trovare le cose importanti, mi conviene fare 30 minuti di meeting ogni mattina. Sia chiaro, pero’, che sebbene il meeting di SAL sia una cosa buona, NON e’ una cosa buona che sia una necessita’ nata per ovviare alle carenze nell’uso dei sistemi di comunicazione.

E’ difficilissimo spiegare questa cosa a quella stravagante forma di umanoidi che prendono il nome di “project manager”, il project manager di per se’ e’ una cosa buona se corrisponde alla conoscenza di tecniche di project management almeno decenti: il guaio e’ che ormai ovunque il PM e’ la persona che ha fallito come tecnico, e per questa ragione ha chiesto all’azienda di “seguire le sue aspirazioni”, perche’ si sente piu’ adatto a “fare processi” o a “fare flussi”.(1)
Morale della storia: c’e’ stato un inquinamento del ruolo di PM, che essendo poco definito professionalmente (2) attira tutti coloro che non hanno ne’ arte ne’ parte. Oggi come oggi, il 90% dei PM del pianeta hanno una professionalita’ cosi’ definita:
  1. Indossare la cravatta.
  2. Mescolare l’italiano con una serie di inestricabili anglismi, tipo “bisogna ceccare la lista di envelop”. La cosa incredibile viene quando riescono a mescolare l’ INGLESE con degli inestricabili anglismi. (credetemi, e’ possibile)
  3. Usare Outlook e inviare tante email, avendo cura di rispondere ad eventuali risposte con un blackberry, in modo da spedire risposte telegrafiche tipo “va bene, roteante”, “m’illumino d’immenso”(3), “fissiamo le regression”.
Ora, sulle prime due professionalita’ c’e’ poco da discutere. Quasi tutti riescono ad indossare una cravatta, tranne Robespierre, Re Luigi,  ed altre persone che hanno avuto dei problemi all’altezza del collo.
Il secondo e’ piu’ complesso. Voglio dire, se siete in italia potete iniziare a parlare come un italoamericano di terza generazione e dire delle cose come “io go parco il traco” oppure “la patch fissera’ le regression” e la gente vi compatira’ abbastanza. Vi troverete benissimo, invece, nel quartiere italiano di New York, dove l’italiano di “Ciairo”  va sempre molto forte e si mangiano i famosi “spaghetti alfredo” o “il cannolo della mamma”(4).
Ma la vera arte e’ riempire di anglismi l’inglese. Cioe’, l’inglese non contiene anglismi: e’ inglese. Cosi’ come l’italiano non contiene termini derivati dall’italiano: e’ italiano. La vera arte del PM consiste nel riempire di anglismi l’inglese, fino al punto da ottenere cose di questo genere “please be confident this patch will fix all regressions before of  tsi-au-bii (COB)”.
Fin qui, e’ un semplice problema di comunicazione. Il problema nasce quando arriviamo all’uso di outlook. Outlook (unito con una buona installazione di exchange) e’ un ottimo strumento, a patto di chiedersi PRIMA “che cosa voglio fare”?
Ricevo, per dire, ogni giorno circa 15 email nelle quali un certo T.K. mi informa che alle ore tal dei tali avverra’ la compilazione della release tal dei tali del tale software, cosa che mi permettera’ di iniziare a testarlo. Molto bene. La domanda e’: questa e’ una email?
La risposta e’ : no. Mi stai avvisando di qualcosa che avverra’ in un certo momento , quindi il suo posto e’ il calendario. Allora, porco zio, invece di mandare una email mandami un merdoso evento del calendario.
Stessa cosa, il titanico PM del mio gruppo, il quale mi manda a dire cose tipo “puoi dare un’occhiata a questa cosa entro la tal ora?”. Molto bene: che cosa mi stai dando? Mi stai dando una cosa che Microsoft chiama “task”. Allora, mandami un fottuto task, e ci pensera’ Outlook ad avvisarmi  della sua scadenza.
La verita’ e’ che nessun cavolo di sistema informativo e’ capace di combattere la stupidita’ e l’incompetenza. Cosi’, il risultato medio e’ che ognuno si trova con un 99% di merda nella casella di posta. E questa e’ la ragione per la quale si sta lentamente smettendo di leggerla.
Qui non e’ un problema di spam o meno. Lo spam, come email non richiesta, inquina la casella ma e’ facilmente riconoscibile. E poi, nessuno vi verra’ mai a chiedere “hai comprato il cialis per allungarti l’uccello? No. Cavolo, io ti avevo inviato un’email per ricordatelo!”.
Il problema del collega e’ che pensa di essere l’unico, o perlomeno di fare la cosa piu’ importante dell’ azienda. Se quindi ti deve ricordare che alla tot ora cambieranno una chiave su un server, ti manda una email. Poiche’ tutti ti ricordano le loro attivita’ via email, il risultato e’ che leggendo le email dovreste tenere in mente l’esatta mappa , estesa nel tempo, di tutte le attivita’ aziendali.
Il che e’ evidentemente impossibile per l’ Homo Sapiens, e per questo Microsoft ha creato il calendario: esso si tiene in mente tutto quanto succede, e se necessario ve lo ricorda prima che succeda. I calcolatori esistono per questo.
Ma il collega non lo sa, e cosi’ NON usa alcuna precauzione: vi manda una  lettera ogni volta che si pulisce il culo, e se non vi ricordate di ogni annuncio che ha propagato al mondo, e’ colpa vostra.
Cio’ di cui mi sto sempre piu’ convincendo nel tempo e’ l’inutilita’ progressiva degli strumenti di IT. Sebbene idealmente comunicare sia la strategia giusta per migliorare la performance, il problema e’ che pochissimi sanno comunicare nel modo giusto.
Di conseguenza, tutti i tentativi delle aziende di usare strumenti di collaborazione sono destinati a fallire, perche’ si ritiene che l’innovazione sia lo strumento con il quale si migliora l’infrastruttura aziendale cambiando le macchine, cambiando il software e introducendo nuovi paradigmi di rete.
Il guaio viene quando non si capisce che “innovazione” significa, per forza di cose, cambiare anche l’hardware che sta tra le orecchie dei dipendenti. E no, chiamare 10 consulenti (con un hardware diverso tra le orecchie) per compensare la vecchia versione di software che gira tra le orecchie di un dipendente non serve: occorre proprio cambiare il dipendente.
Oppure, fargli cambiare azienda, invitandolo ad uscire.
Ecco, avevo le palle girate e mi sono sfogato. 🙂
Perche’ questo e’ un blog catartico.
Uriel
(1) Se io fossi un responsabile per le risorse umane, ad una persona del genere risponderei “e che cazzo hai fatto una facolta’ tecnica se ti senti portato per il management? Ti abbiamo assunto perche’ sei un ingegnere, cioe’ un tecnico, e tecnico rimani per noi”.
(2) Le certificazioni avanzano molto lentamente.
(3) Alla fine dei conti, Ungaretti era solo un poeta che scriveva le poesie col Blackberry. Ermetismo un cazzo: volevo vederlo, Foscolo, a scrivere Dei Sepolcri sul tastierino del suo cellulare.
(4) Un siciliano vecchio stampo si sentirebbe nel dovere di uccidervi solo a nominare “il cannolo di tua madre” , ma spiegarlo ad un italoamericano di terza generazione e’ impossibile. Vi sentirete rispondere “che what e’ andando wrong in quello?”

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